Nonostante la morte renda martiri e purifichi le memorie, di certo Arrigoni non era un santo, ma come non lo è nessuno di noi, e se hanno deciso di fare uscire la sua salma da Gaza verso l'Egitto, senza passare da Israele, un buon motivo ci sarà. Tuttavia provo disgusto nel sentire dire questo da persone che se ne stanno al sicuro, nel caldo della propria cameretta o ufficio a sgranocchiare patatine o sorseggiare caffè davanti a uno schermo, nella presunzione di avere capito tutto e poter così ergersi a sicuri giudici con il loro martello fatto di ossa a frantumare altre ossa.
Eppure tutto questo non fa che confermarmi una cosa. Ovvero che il povero Vik è stato vittima di se stesso, delle sue idee, delle sue convinzioni e delle sue speranze, ma non tanto rispetto alla loro contrapposizione ideologica, quanto piuttosto perché alla fine si sono tragicamente realizzate. Alla fine di ogni suo intervento, Vik scriveva: "Restiamo umani", come un'esortazione, un'invocazione, una preghiera, un augurio. Ebbene, chi l'ha ucciso è rimasto umano. Chi l'ha accusato in vita è rimasto umano. Chi lo denigra in morte è rimasto umano.
Restiamo umani?
Forse è meglio di no.
Non avrei saputo dirlo meglio...
RispondiEliminaMarziano, sembra brutto da dire rispetto alla materia delicata che tratti in questo caso, ma proprio non riesco a resistere: che post con i controcazzi!
RispondiEliminaBravissimo, davvero.
Appunto. Speriamo nell'Oltreuomo. L'umanità fa abbastanza orrore.
RispondiEliminaNon proprio tutta l'umanità, diciamo...troppa!
RispondiEliminaBel post, da rifletterci assai.
Cristiana
Complimenti bel post..e bel blog...un abbraccio alla prossima...visto che da adesso sono uno dei tuoi seguitori :))
RispondiElimina@Vaniglia: se lo dici tu, mi fido. Grazie! ;-)
RispondiElimina@MrJamesFord: addirittura?! Ti ringrazio, anche se preferirei non avere l'occasione di scriverli, post così.
@Zio Scriba: togli l'"abbastanza", và...
@Cristiana2011: grazie, Cri. Lieto di averti dato uno spunto. :-)
@arthur: grazie di cuore dell'apprezzamento e dell'adesione. E benvenuto su questo pianeta! Spero che il paesaggio continui a piacerti. :-)
L'Italia é pur sempre la nazione di un certo Maramaldo!
RispondiElimina@Adriano: temo che questa volta le mie considerazioni possano essere applicate a prescindere dal Maramaldo nazionale.
RispondiEliminaPost dannatamente vero, purtroppo...
RispondiEliminaO.T.
RispondiEliminaVolevo dirti che ho finito il libro di Ted Chiang (è un periodo di molta scrittura e di poche letture, lente e sovrapposte…) Ho trovato anch’io geniale l’invenzione fantascientifica, mentre la scrittura diventa forse a volte, qua e là, un po’ monocorde e priva di guizzi (ma potrebbe essere colpa della traduzione). C’è un po’ la tendenza a sviscerare qualsiasi sviluppo possibile del tema, attitudine questa molto più scientifica che non artistico-narrativa, ma dato il mestiere dell’autore è comprensibile.
I miei preferiti sono stati “Capire”, “Settantadue lettere”, e soprattutto “Il piacere di ciò che vedi”, vero capolavoro finale: davvero dulcis in fundo.
Comunque il mio voto complessivo è un buon 7 (8 per l’ultimo), e sono contento di averlo letto. Grazie a te. :D
Sono giunto alla conclusione che per spiegarmi certe cose (tipo chi insulta Arrigoni senza saperne nulla) c'è una sola strada: l'evoluzione. O sarebbe meglio parlare di involuzione
RispondiEliminaPurtroppo vero. Non so dire altro..
RispondiEliminaHo più volte rimarcato sul mio blog, che non sono fiero del mio stato di essere umano, quindi a quel restiamo umani, sovrappongo un diventiamo umani. Cavalcare l'onda non fa parte dei mie comportamenti, per molti è una prerogativa.
RispondiEliminaCondivido le tue parole.
@Alessandro Cavalotti e @paté: già, purtroppo.
RispondiElimina@Zio Scriba: bè, a quanto ricordo per essere una scrittura di genere fantascientifico, quella di Chiang è piuttosto sofisticata, anche se si capisce che l'autore è uno "scienziato" e non un "umanista". E' una cosa che si ha dentro. Del resto in genere la fantascienza per sua natura è sempre stata orientata a privilegiare l'idea e le sue implicazioni, che non lo stile. E su questo Chiang è davvero tosto a scavare e individuare in tutti i possibili risvolti. Diciamo che dal punto di vista strettamente fantascientifico, Chiang è a un livello davvero altissimo. Attualmente uno dei migliori (il migliore?) scrittore di narrativa breve che ci sia in giro. Dal punto di vista letterario tout-court paga invece qualche pegno - per forza di cose - al genere, ma la sua resta una letteratura che non sfigura anche rispetto al mainstream e il tuo voto finale ne è la conferma. "Il piacere è ciò che vedi" è un vero capolavoro, sono d'accordo. Così, alla fine sono davvero contento che il mio consiglio sia stato un buon consiglio. :-)
@Inneres Auge: parlare senza saperne nulla è quello che fanno la maggioranza di coloro che si vedono dentro la scatola luminosa. E quelli che guardano, imparano, assorbono, imitano...
@mark: è proprio così. Lo dicevo ieri su Facebook. E' il "restiamo" il nocciolo della questione, perché implica l'illusione di una condizione auspicabile già raggiunta e "solo" da mantenere. Mentre l'uomo dimostra nella ordinarietà di ogni giorno che non è per niente desiderabile (o facile) "restare umani" e che deve ancora fare un cammino, un'evoluzione, operare una maturazione, un cambio di paradigma con cui si rapporta al mondo e agli altri. Quindi, come dici tu, non "restiamo", ma "diventiamo". Qualsiasi altra cosa rischia di essere migliore di questa.
Anche io ti faccio i complimenti per il post molto vero, quando ho saputo quello che era successo i primi pensieri sono stati proprio questi "l'uomo è la razza più schifosa" "Meglio gli animali", e con la rabbia addosso quel "restiamo umani" che tante volte avevo letto mi strideva molto, ma poi ho riflettuto, credo che il restare umani si riferisse a quel concetto filantropico che definisce l'umanità (copio la definizione) come un concetto etico sull'ideale di un'umanità positiva, fiduciosa nelle proprie capacità, sensibile e attenta ai valori interpersonali e ai sentimenti. Ciò che conta è che questo ideale sia valido per tutti gli uomini, senza distinzioni etniche, sessuali o sociali. Credo che si riferisse a questo e non alla razza umana che come tale è capace di tutto, sia gi grandi gesti che di nefandezze come capita anche nel mondo animale.
RispondiElimina@Galatea: ti ringrazio tanto. :-) E' abbastanza chiaro a cosa si riferisse Arrigoni con quell'esortazione. Per certi aspetti si capisce da quello, che Arrigoni era un ottimista, implicando con il "restiamo umani" - come dici molto bene tu - un "concetto etico sull'ideale di un'umanità positiva", dunque un ideale già raggiunto, da tutelare e conservare "senza distinzioni". Di fatto noi facciamo parte a tutti gli effetti del mondo animale, ma con l'aggravante che le nostre nefandezze le perpetriamo (a) per motivi in fin dei conti assai futili e (b) per generazioni e generazioni, incapaci di porre un freno all'odio e alla vendetta, anzi tramandandola come un incrollabile (e autodistruttivo) punto di orgoglio. Nel resto del mondo animale questo non accade. Mai. Per questo temo che il resto del mondo animale sia migliore dell'umanità.
RispondiEliminanon si può non leggere un nik come il tuo
RispondiEliminaun saluto... grande marziano !!
@tiziana: grazie! Cerco sempre di fare in modo che anche i contenuti siano degni del nick. ;-)
RispondiEliminaUn saluto a te.
La mia professoressa di italiano del liceo (parlando della preistoria di 2001: Odissea nello spazio di una delle foto del post) mi ricordava semrep ceh la cosa più importante era non perdere la propria umanità, visto che tutti nasciamo avendola in dotazione...
RispondiEliminaIl fatto è che venderla oggi conviene tanto...
@notizie: la tua professoressa di italiano era senza dubbio un'ottimista ed era giusto che fosse così, in qualità di insegnante.
RispondiEliminaSecondo 2001: Odissea nello spazio, l'umanità è frutto di un intervento esterno, ovvero un salto evolutivo catalizzato dal Monolito. E la scena della scimmia nell'inquadratura in effetti non sembra suggerire che quell'umanità lì sia una cosa da non perdere. Ma forse solo un difficile passaggio obbligato verso un salto evolutivo successivo e, quello sì, davvero migliore.
L'umanità è diventata, ormai, solo questo: un pugno di ominidi accecati da se stessi e dall'odio per chiunque gli stia intorno che lo conosca o no. Sentimenti negativi atavici che covano nel ventre esplodendo alla prima occasione senza neanche un "movente". Che orrore ci circonda, che scempio. Ci evolveremo mai?
RispondiElimina@Roscio: non "è diventata", bensì "è sempre stata". Gli istinti animali prevalgono sulla ragione e la cultura è impotente a invertire la tendenza innata.
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