Il marketing è l'unica disciplina umana in cui pochi, o pochissimi, o anche uno solo, possono cambiare il mondo.
venerdì 30 settembre 2011
mercoledì 28 settembre 2011
Due puntini sulle "i" dei neutrini

Dunque partiamo dalla faccenda della velocità della luce (d'ora in avanti chiamata "c"). Secondo la Teoria della Relatività Speciale di Einstein (1905), c è una velocità limite, ovvero insuperabile. Le equazioni (e la sperimentazione, almeno fino a prima dell'annunciio della scorsa settimana) attestano che a mano a mano che un oggetto accelera e la sua velocità "tende a c", la sua massa aumenta e tendere a diventare infinita, e il suo tempo - rispetto ad altri osservatori in quiete - rallenta fino a tendere ad arrestarsi. Per chi mastica un po' di matematica superiore sa che proprio il verbo "tendere" è qualcosa di legato al concetto di "limite", ovvero di una situazione cui ci si può avvicinare per sempre, ma che non si raggiunge mai. Come una singolarità , insomma.

Se anche i neutrini fossero stati privi di massa, come si credeva fino a poco tempo fa, la scoperta avrebbe anche potuto rientrare nello schema di Einstein, spostando la velocità limite dalla velocità della luce alla velocità dei neutrini, anche se si sarebbe dovuto spiegare perché il fotone si spostasse leggermente più piano. Ma pare che il neutrino possieda comunque una pur piccola massa, che dunque - se le misure dell'esperimento Opera fossero confermate dalla comunità internazionale - non sarebbe soggetta agli effetti relativistici. E questo sarebbe il primo fallimento sperimentale della relatività di Einstein da quasi cento anni a questa parte!

Quel che è certo è che, se confermati, questi risultati darebbero un ulteriore indizio che l'Universo è assai più complesso e misterioso di quello che si creda (o ci si illuda di credere), e che contrariamente a quello che forse pensava, l'uomo (ma anche il marziano) è ben lontano da avere compreso non solo l'essenza della sua Natura, ma anche individuato gli impalpabili contorni della sua ombra.
domenica 25 settembre 2011
Tunnel Gelmini, tutta la veritÃ

L'idiozia, perché di questo si tratta, scritta evidentemente da qualcuno dello staff del ministro, è troppo grossa ed evidente per essere una delle cose di cui sopra. Non serve certo un esperto di fisica nucleare, un ingegnere civile, o un geologo del CNR per dire che un tunnel del genere non solo non esiste, ma non può esistere, perché farebbe impallidire la TAV, il tunnel sotto la manica, le Piramidi, la Grande Muraglia, il ponte sullo Stretto di Messina e perfino la Salerno-Reggio Calabria. Altro che Grandi Opere! A nessuno, ma proprio a nessuno (in buona fede, ovvero da sobrio) verrebbe mai in mente di affermare una cosa del genere.

Un livello abbassato ulteriormente dalla dichiarazione successiva di Mariastella, che invece di limitarsi a scusarsi pubblicamente per la fesseria atomica e, non aggiungendo altro, andare a fare il mazzo al suo staff, come avrebbe fatto qualsiasi capo responsabile e autorevole degno di questo nome, si è affrettata a sminuire, ha parlato di "polemica ridicola" e che era "ovvio" che si trattava del Tunnel (ovvero l'acceleratore di particelle) del CERN in cui i neutrini vengono creati e "sparati" verso il Gran Sasso. A me non pare così ovvio, per lo meno a fronte di cotanta palese inettitudine. E se poi ci deve proprio essere del ridicolo, è solo quello di cui si è trovata ricoperta lei.

sabato 24 settembre 2011
La macchina del fango arriva su Marte

Inoltre, visto il tono palesemente denigratorio dell'articolo, ovvero che l'assenza di Tremonti alla votazione per il salvataggio dell'ex-braccio destro Milanese viene dipinta come un vergognoso tradimento nei confronti dell'intero partito, questo automaticamente rende l'attributo di "marziano" non solo l'indicazione di netta divisione (perfino di natura razziale!) rispetto al resto dei componenti del partito, ma anche il sinonimo di un individuo altamente sleale e inaffidabile. Un fedifrago figlio di puttana, insomma. E converrete con me che questo non è proprio giocare pulito nei confronti di noi (pacifici) marziani.
Tuttavia, chi, come voi, conosce un marziano (ancorché per interposto blog), sa che invece in realtà è proprio tutto il contrario e, in ultima analisi, l'essenza marziana di Tremonti viene forse - e sottolineo forse - tradotta da quell'unico e ultimo baluardo di decenza (o solo di responsabilità ) all'interno di quell'accozzaglia di abusi di potere e di irresponsabili ed egoistiche meschinità . Nel caso, questo potrebbe significare che forse, mai come questa volta, Libero si è avvicinato (per sbaglio) alla verità .
venerdì 23 settembre 2011
«Da grande farò la escort!»

Il primo messaggio è il seguente: "Sono Monica, lavoro in politica e non vado a letto con nessuno". Il riferimento all'attualità è evidente e il messaggio lo è altrettanto. Si tratta di una ragazza determinata, ambiziosa che non accetta compromessi, che non si vende, che non fa della propria avvenenza una merce di scambio e che dunque è capace di realizzarsi e autodeterminarsi mediante le sue capacità (ma evidentemente non sessuali). Il fatto che dichiari di non andare a letto con nessuno può essere spiacevole per il fidanzato, ma si può assumere che i suoi impegni di lavoro siano tali da renderle impossibile qualsiasi coinvolgimento sessuale con chichessia. Contenta lei... Comunque, ancorché non particolarmente creativo, il messaggio ci sta.

Un messaggio come questo possiede dunque una duplice valenza. Da un lato è pensabile si possa rivolgere a un pubblico che si identifica con il contenuto del messaggio, che dunque non ci vede nulla di disdicevole e che anzi lo condivide. E pertanto si può pensare che, statisticamente, il pubblicitario preveda che questo sia ormai un messaggio radicato nelle coscienze di coloro verso cui si orienta. Dall'altro è pensabile che il messaggio possa influenzare una più o meno vasta categoria di persone che finisca così per fare proprio il concetto del messaggio e che dunque lo assimili come cosa normale, facendolo corrispondere a una consuetudine che in questo modo abdica a ogni possibile eventuale aspetto morale collegato. È chiaro che, in ultima alternativa, il pubblicitario potrebbe affermare che non è il caso di fare tanto rumore per nulla e che si tratta solo di un messaggio provocatorio. Ma quale sarà secondo voi, il seme del messaggio che finirà per attecchire presso il (grande) pubblico?
mercoledì 21 settembre 2011
Gli extraterrestri ai tempi della crisi


D'altro canto, all'alieno di Super 8 non viene attribuito un nome (e questo vuole già dire qualcosa), non è affatto animato da buoni sentimenti, ma nemmeno è totalmente cattivo come gli invasori di Independence Day o i marziani [sospiro] di Mars Attacks. L'alieno di Super 8 è - di fatto - totalmente umano. Perché all'alieno di Super 8 girano tremendamente i coglioni di essere stato imprigionato per anni e anni senza che dunque gli sia stato concesso di tornare a casa solo per il capriccio di chi voleva mettere sotto il microscopio lui e la sua tecnologia. E chi di voi, nelle medesime circostanze, non reagirebbe come fa lui? L'alieno di Super 8 dunque non ha più niente di ideale, non è uno stereotipo, né in bene, né in male, in fondo non è nemmeno un alieno, tranne per i suoi vaghi poteri telepatici, messi lì giusto per risolvere narrativamente i problemi di comunicazione con gli umani (e salvare la pelle a Joe). Al contrario è una creatura semplicemente reale e, nella misura in cui è una creazione umana, è creata a immagine e somiglianza del suo creatore. E.T. dunque era forse quello che l'uomo vorrebbe essere, ma non può essere se non per un breve periodo della sua infanzia. L'alieno di Super 8 è invece come l'uomo vede se stesso e il proprio simile, né più né meno.

Attenzione, però, non voglio dire con questo che gli anni '80 siano stati migliori degli anni 2000. In fondo sono proprio gli anni '80 ad avere piantato i semi delle piante carnivore che vediamo oggi infestare le borse e i parlamenti occidentali e non solo. Ma la differenza è che, forse, negli anni '80, dentro gli occhioni di E.T. si poteva ancora intravedere riflesso un piccolo barlume di speranza nel futuro. Oggi quella speranza ve la siete venduta in cambio dei punti premio della COOP e, cinematograficamente, tutto ciò in cui potete confidare è nel fatto che gli alieni non tornino a farvi il culo una volta per tutte. Oppure che lo facciano veramente e non se ne parli più. Ma non chiedetelo a noi, noi veniamo sempre e solo in pace.
lunedì 19 settembre 2011
La seduzione di un mondo non pervenuto



giovedì 15 settembre 2011
lunedì 12 settembre 2011
Silvio (not) Forever


Questo, naturalmente, non implica giustificazioni o assoluzioni di alcun genere nei suoi confronti, però mi ha fatto vedere l'entità -Berlusconi, il principio-Berlusconi, il costrutto-Berlusconi in un modo diverso, per certi aspetti più appropriato, se non addirittura più civile. D'altro canto sto anche cominciando a pensare che la citata piacevolezza di questo sentimento possa altresì essere legata all'evidenza della sua parabola discendente già in atto, peraltro propria di ogni (semplice) uomo, e al paradigma che ogni mausoleo è fatto per essere riempito.
venerdì 9 settembre 2011
E le chiameranno "bio-natiche"

Qualcuna particolarmente motivata, magari mossa da ambizioni di sfondamento nel mondo dello spettacolo, non esiterà a vendere il proprio corpo, a dispetto della propria perfezione, per raggiungere l'ambito obiettivo. E, tranne nel caso delle minorenni, per le quali avranno ancora voce in capitolo (o potranno ancora illudersi di averla), i genitori non potranno che restare a guardare e a chiedersi dove hanno sbagliato, per lo più senza capire che quello che le loro ragazze vorranno sarà solo la possibilità di apparire (e sentirsi) genuine e naturali. Sarà un giorno in cui il bisogno di verità avrà superato quello di bellezza. Ma sarà tutt'altro che una consolazione.
mercoledì 7 settembre 2011
IpnoticaMente!

Basta far credere di essere poeti.
Basta far credere di essere scrittori.
Basta far credere di essere cantautori.
Basta far credere di essere fichi.
Basta far credere di essere politici.
Basta far credere di essere attori.
Basta far credere di essere giornalisti.
Basta far credere di essere stilisti.
Basta far credere di essere cuochi.
Basta far credere di essere pittori.
Basta far credere di essere esperti.
Basta far credere di essere blogger.
Basta far credere di avere successo.
Basta far credere.
Gli altri ci crederanno.
E tutto diventerà vero.
lunedì 5 settembre 2011
La mutanda e i suoi attributi

L'avrete vista anche voi, giacché tappezza con una certa pervicacia i muri delle città . Una (manco a dirlo) bellissima e molto giovane ragazza è ritratta mentre indossa un paio di boxer maschili di una superlativa marca di intimo. Nient'altro. Nessuno slogan. Solo lei, i boxer e la dicitura che fa riferimento alla linea di intimo da uomo. E sta proprio qui l'apparente contraddizione o, se volete, la trovata per certi aspetti "geniale". Un indiscutibile gran "pezzo di gnocca" che fa la pubblicità a un paio di mutande da uomo. Dunque per una volta niente pettorali da vertigine, bicipiti bronzo-riacei, addominali carapaciosi, rigonfiamenti chimerici, nessuna comunicazione subliminale da identificazione con una star del pallone, nessuna insinuazione a un'incredibile (ancorché improbabile) magia mutandifera.

La mutanda cambia così gli attributi, non solo fisici, ma anche metafisici. Da oggetto contraddistinto innanzitutto da un potere di comfort e seduzione, si carica invece soprattutto di un valore puramente relazionale. E fin qui potrebbe andare tutto bene. Potrebbe infatti essere solo un'originale evoluzione della creatività applicata al marketing, nel qual caso ci sarebbe solo da rallegrarsene, se solo la relazione in questione fosse paritaria. Ma paritaria non è. Provate a pensare la stessa pubblicità al negativo, ovvero a parti invertite, con un lui stra-fico, stra-modellato, stra-atletico, stra-prestante, e provate a buttarlo dentro un perizoma di pizzo nero.
Ma se una relazione non può essere paritaria, non diventa forse discriminatoria?
venerdì 2 settembre 2011
Se questo è un libro (scontato)

Di conseguenza non riesco a fare a meno di chiedermi (e chiedervi) chi mai si sia dato la pena di tutelare i piccoli fruttivendoli, i piccoli macellai, i piccoli salumieri, i piccoli formaggiai, i piccoli droghieri ecc. dall'avanzata panzer delle grandi catene di iper- e super- mercati e che oggi – tranne rari casi – almeno nelle grandi città sono praticamente estinti.
Per questo, mi viene da pensare che il provvedimento sia stato preso per un altro motivo. Forse per tutelare qualcun altro dall'avanzata panzer degli americani di Amazon? Quel che è certo, è che si tratta di un'altra bella mazzata alle possibilità di accesso alla cultura e un altro grosso bastone tra le ruote al già zoppicante triciclo del mercato editoriale. Da ieri l'Italia è (ancora) peggiore.
Iscriviti a:
Post (Atom)