Punti di vista da un altro pianeta

mercoledì 31 marzo 2010

Referto repubblicano

Le approfondite analisi svolte in varie zone del corpo del paziente il 28 e 29 marzo scorsi hanno purtroppo evidenziato un radicamento diffuso del Berluscoma a dispetto dell'intensa terapia attuata negli ultimi mesi e dei timidi segnali di cedimento che la massa estranea sembrava presentare dopo un periodo di fortissima autocrisi. Si è riscontrata altresì un'importante flogosi da Carrocciococco a carico delle vie padane che ha portato una crisi febbrile nel quadrante nord-occidentale e il cui decorso è ancora tutto da definire. A poco sembrano dunque valse le terapie d'urto attuate finora, segno evidente che il Berluscoma attinge forza e nutrimento da vasi informativi che gli producono più benefici, di quanti danni possa arrecargli la somministrazione dei farmaci più svariati che, quindi risultano buoni per lo più a opporre una dignitosa resistenza e a garantire al paziente di restare per lo meno in condizioni stazionarie.

Il vero problema risiede tuttavia nella scarsità di leucociti e nell'attività dei linfonodi del lato sinistro del corpo, la cui efficienza risulta sempre troppo debole. Le ragioni principali di questa situazione sembra risiedere da una parte in una diffusa compromissione culturale del midollo osseo e dall'altra in una diversificazione patologica dei tessuti dei linfonodi, che quindi non agisono all'unisono, come invece dovrebbero. Inoltre è ipotizzabile anche l'intervento di qualche difetto a carico del patrimonio genetico, come una perdita di specializzazione, che porta in ultima analisi a un deficit nei livelli generali di stima e autorità.

L'équipe medica ritiene che il Travaglil®, il Santoride® e gli altri chemioterapici mirati, in particolare il recente P-Violax®, siano rimedi da non abbandonare almeno per non perdere del tutto il paziente. Per sperare in una remissione dal Berluscoma è necessario tuttavia trovare il modo di restituire aggressività ai linfonodi di sinistra, affinché lavorino in maniera proficua e armonica, ma anche decisa e autorevole, a beneficio del paziente. Si suggerisce di prendere in considerazione l'ipotesi un eventuale (ennesimo) autotrapianto, almeno dei linfonodi principali. Non si deve altresì trascurare l'infezione da Carrocciococco le cui conseguenze sono a tutt'oggi imprevedibili e di cui a tutt'oggi non è stata trovata la cura. Sembra tuttavia che il dilagare di questa infezione sia, almeno in parte dovuto proprio alla scarsità di leucociti, pertanto una cura ricostituente a base di Culturil® potrebbe far rientrare, almeno in parte, la situazione critica, evitando così una pericolosa anafilassi generale. Sfortunatamente il farmaco in questione risulta esaurito. Per ora, dunque, si può solo lasciare agire i soliti palliativi mediatici, con tutte le elevatissime controindicazioni del caso, e contemporaneamente iniettare vitamine nella circolazione periferica di Internet.

Allo stato attuale resta tuttavia difficile ipotizzare una regressione completa dal Berluscoma senza una preventiva rescissione dei vasi informativi che costituiscono i maggiori canali di nutrimento della malattia. Ma da questo punto di vista, attualmente il paziente è inoperabile.

La prognosi è ritenuta ancora riservata.

martedì 30 marzo 2010

Mater Terribilis

Cose oscure accadono in questi ultimi tempi presso l'Ospitale toscano di Careggi - Firenze, res diabolicae, per cui non è escluso un intervento del Potestà e dell'Inquisitore, non necessariamente entrambi, non necessariamente in quest'ordine. Del resto i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno ha nemmeno avuto l'accortezza di celarli, anzi se ne sono pubblicamente vantati. Stolti! Ecco in breve che cosa accade in quei luoghi perduti.

Ormai oltre un migliaio di sventurate hanno assunto droghe derivate dall'oppio per alleviarsi dai dolori del parto e codesto più che deplorevole comportamento pare sia in atto da molto tempo, configurando una spaventosa impenitenza del tremendissimo atto. Mai gesto infatti fu più oltraggioso sia per il Re, sia per il Papa. Per il Re perché le donne hanno fatto illecitamente uso di sostanze stupefacenti, contravvenendo così loro stesse, ma anche i dottori che le hanno loro somministrate, alle leggi che regolano l'utilizzo dei derivati della pianta chiamata Opium. Per il Papa, perché fin dalla notte dei tempi Dio per la donna stabilì: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli." (Genesi 3, 16).

Ma se per quanto riguarda il Re e il Potestà, le donne sembrano possano sostenere un "uso personale" della droga in questione, di fatto revocando la configurazione di reato ed evitando così di incorrere in qualsivoglia pene, pecuniarie ovvero detentive, le cose non sono così semplici per quanto riguarda il Papa e l'Inquisitore. Per evitare dunque di incorrere nelle ire della Santa Inquisizione, ovvero in qualsiasi tipo di spiacevole situazione, dall'interrogatorio, alla tortura, alla scomunica, al rogo, pare che a partire dai prossimi parti, dopo la somministrazione dell'Anesthesia Oppiacea, verrà impiegata un'ostetrica apposita par dare alle partorienti dei sonori pizzicotti.

lunedì 29 marzo 2010

Elezioni di un altro pianeta

Quando si parla di elezioni, dovete sapere che non esistono solo le ben note bulgare, ma anche quelle marziane. Si tratta di consultazioni elettorali peculiari, proprie degli abitanti delle mie parti, gente d'altri tempi e d'altri corpi celesti, tipi tutti d'un pezzo, cui non gliela dai a bere tanto facilmente e, se qualcosa non va loro a genio, non ci mettono molto a far valere in massa i propri diritti e a dimostrare il loro dissenso in maniera compatta e civile. In pratica succede che, a fronte di una partecipazione massiccia della popolazione alla votazione politica (diciamo intorno al 90%), oltre il 75% delle schede scrutinate risultano bianche. Al che in genere gli scrutatori esultano, mentre i candidati impallidiscono.

Naturalmente, il fatto che i marziani abbiano sviluppato nel corso dei millenni notevoli capacità empatiche, agevola l'accordo istintivo tra gli elettori a votare coesi tutti in una medesima direzione. Ma quello che è importante è che le conseguenze di un'evenienza del genere, qui da noi, è sempre stata l'immediata sostituzione di tutta la classe politica. E quando dico tutta, voglio dire proprio tutta. Dai ministri, ai segretari, ai sottosegretari, ai sottosottosegretari, ai senatori, ai sottosenatori, ai deputati, ai sottodeputati, e via così, sempre più giù nella scala gerarchica, sino ai sottoaddetti ai volantinaggi. Una bella piazza pulita definitiva. Così mi sono chiesto: che cosa succederebbe, giù (o su) da voi, in circostanze analoghe?

Innanzitutto ci sono buone probabilità che le elezioni verrebbero invalidate e sarebbe indetta una nuova consultazione. A quel punto, ripetendosi il fenomeno (magari stavolta con oltre l'80% di schede bianche), il governo comincerebbe a preoccuparsi seriamente e istruirebbe delle indagini alla ricerca dei responsabili: servizi segreti deviati, movimenti occulti, partiti politici di opposizione, associazioni clandestine, brigate rosse, forze nuove, bande di bakuniniani, giornali faziosi, logge massoniche, popoli di tutti i colori, seguaci di presentatori televisivi e gruppi di Facebook, chiunque possa avere ordito un simile, perverso piano. Del resto nessuno, lì da voi, si sognerà mai di considerarlo il semplice segno di una concomitante istanza popolare, ma potrà essere solo il frutto destabilizzante di una combine, una specie di micidiale broglio globale, volto a minare la democrazia a partire dalle sua fondamenta.

Va da sé che ben presto il governo perderà la testa, mostrando il suo vero volto (quello per il quale la protesta elettorale si era scatenata). Manco a dirlo, un tot di capri espiatori verranno trovati e rastrellati, perché all'occorrenza di capri espiatori se ne trovano sempre. E ci sono ottime probabilità che qualcuno ci lascerà pure le penne. Ma il suo sacrificio non sarà stato vano. O forse sì? Ebbene, per sapere come va a finire potete leggervi il Saggio sulla lucidità, romanzo dello scrittore José Saramago, portoghese di nascita, ma marziano d'adozione, che parla proprio di questo. Tuttavia la sua è solo pura speculazione letteraria. Nella realtà non succederà certo oggi. Anzi, a ripensarci temo che da voi non succederà mai, perché le Elezioni Marziane non fanno al caso vostro. Non ci siete portati. Basta vedere i casini da paura che siete capaci di mettere in piedi alle assemblee condominiali.

sabato 27 marzo 2010

Chemioterapia repubblicana /3

– E ora ci resterebbero da esaminare la più bella costituzione e il più bel tipo umano, ossia tirannide e tiranno.
– Precisamente.
– Su, caro amico, qual è il carattere della tirannide? È pressoché chiaro che risulta da una trasformazione della democrazia.
– È chiaro.
– Ora, non nascono in maniera pressappoco identica la democrazia dall'oligarchia e la tirannide dalla democrazia?
– Come?
– Quel bene che i cittadini si erano proposti come obiettivo e che comportava l'instaurazione dell'oligarchia, era la ricchezza eccessiva, non è vero?
– Sì.
– A rovinare l'oligarchia furono dunque l'insaziabilità di ricchezza e la noncuranza del resto, provocata dall'avarizia.
– È vero.
– Ora, a distruggere anche la democrazia non è pure l'insaziabilità di ciò che essa definisce un bene?
– Secondo te, che cosa definisce così?
– La libertà. In uno stato democratico sentirai dire che la libertà è il bene migliore e che soltanto colà dovrebbe perciò abitare ogni spirito naturalmente libero.
– Sì, è una frase molto comune.
– Ebbene, come or ora stavo per dire, l'insaziabilità di libertà e la noncuranza del resto non mutano anche questa costituzione e non la preparano a ricorrere fatalmente alla tirannide?
– Come?
– Quando uno stato democratico, assetato di libertà, è alla mercé di cattivi coppieri e troppo s'inebria di schietta libertà, allora, a meno che i suoi governanti non siano assai miti e non concedano grande libertà, li pone in stato d'accusa e li castiga come scellerati e oligarchici.
– Sì, si comporta così.
– E coloro che obbediscono ai governanti, li copre d'improperi trattandoli da gente contenta di essere schiava e buona a nulla, mentre loda e onora privatamente e pubblicamente i governanti che sono simili ai governati e i governati che sono simili ai governanti. Non è inevitabile che in uno stato siffatto il principio di libertà si allarghi a tutto?
– Come no?
– E così, mio caro, vi nasce l'anarchia e si insinua nelle dimore private e si estende fino alle bestie.
– Come possiamo dire una cosa simile?
– Per esempio nel senso che il padre si abitua a rendersi simile al figlio e a temere i figlioli, e il figlio simile al padre e a non sentire né rispetto né timore dei genitori, per poter essere libero; e che il meteco si parifica al cittadino e il cittadino al meteco, e cosí dicasi per lo straniero.
– Sì, avviene così.
– A questo si aggiungono altre bagattelle, come queste: in un simile ambiente il maestro teme e adula gli scolari, e gli scolari s'infischiano dei maestri e cosí pure dei pedagoghi. In genere i giovani si pongono alla pari degli anziani e li emulano nei discorsi e nelle opere, mentre i vecchi accondiscendono ai giovani e si fanno giocosi e faceti, imitandoli, per non passare da spiacevoli e dispotici.
– Senza dubbio.
– Però, mio caro, l'estremo della libertà cui la massa può giungere in un simile stato si ha quando uomini e donne comperati sono liberi tanto quanto gli acquirenti. E quasi ci siamo scordati di dire quanto grandi siano la parificazione giuridica e la libertà nei rapporti reciproci tra uomini e donne.
– Ebbene, con Eschilo non "diremo quel che ora è venuto alle labbra"?
– Senza dubbio, così dico anch'io. Consideriamo le bestie soggette agli uomini: nessuno potrà persuadersi, senza farne esperienza, di quanto siano più libere qui che in un altro stato. Le cagne, per stare al proverbio, sono esattamente come le loro padrone; e ci sono cavalli e asini che, abituati a camminare in piena libertà e solennità, cozzano per le strade contro i passanti, se non si scansano. E dappertutto c'è questa libertà. Mi stai raccontando proprio il mio sogno; quando vado in campagna, questo caso mi succede spesso.
– Ora, non pensi quanto l'anima dei cittadini si lasci impressionare dal sommarsi di tutte queste circostanze insieme raccolte, al punto che uno, se gli si prospetta anche la minima schiavitú, si sdegna e non la tollera? E tu sai che finiscono con il trascurare del tutto le leggi scritte o non scritte, per essere assolutamente senza padroni.
– Certo che lo so.
– Ecco dunque, mio caro, qual è a mio parere l'inizio, bello e gagliardo, donde viene la tirannide.
– Gagliardo, sì, rispose; ma che cosa viene poi?
– Quell'identico morbo, che, sorto nell'oligarchia, l'ha portata a rovina, sorge anche nella democrazia nascendo dalla licenza, e, più intenso e forte, la riduce schiava. In realtà ogni eccesso suole comportare una grande trasformazione nel senso opposto: cosí nelle stagioni come nelle piante e nei corpi e anche, in sommo grado, nelle costituzioni.
– È naturale.
– L'eccessiva libertà, sembra, non può trasformarsi che in eccessiva schiavitù, per un privato come per uno stato.
– È naturale, sì.
– È naturale quindi, che la tirannide non si formi da altra costituzione che la democrazia; cioè, a mio avviso, dalla somma libertà viene la schiavitù maggiore e più feroce.

La Repubblica, Platone - IV sec. a.C. (Libro VIII, 562a-564a)

[Bugiardino: dose straordinaria di anticorpi per stimolare la reazione del paziente al Berluscoma in questi giorni cruciali al fine di evitargli un tracollo. Si consiglia, al solito, l'assunzione a stomaco vuoto per evitare ulteriori spiacevoli effetti collaterali quali stipsi, secchezza delle fauci, rush cutaneo, tachicardia, palpitazioni, chiusura di programmi televisivi e legge marziale.]

credit: foto di Anatol Kjashchuk

venerdì 26 marzo 2010

«Lasciate che i fanciulli vengano a me»

Trovo del tutto fuori luogo tutto questo scandalizzarsi per il silenzio della Chiesa e, nella fattispecie, di Papa Benedetto XVI, alias Joseph Ratzinger, intorno all'angosciante questione dei preti pedofili. Evidentemente i più ignorano che il 18 maggio 2001, quindi in pieno papato del beneamato Giovanni Paolo II, l'allora Cardinale Ratzinger, all'epoca capo della Congregazione per la Dottrina della Fede emanò la Epistula de delictis gravioribus, in cui vengono enumerati i peggiori delitti per la Congregazione stessa, ovvero (traduzione dal latino):

- I delitti contro la santità dell'augustissimo sacramento e sacrificio dell'eucaristia, cioè:
1° l’asportazione o la conservazione a scopo sacrilego, o la profanazione delle specie consacrate:
2° l’attentata azione liturgica del sacrificio eucaristico o la simulazione della medesima;
3° la concelebrazione vietata del sacrificio eucaristico assieme a ministri di comunità ecclesiali, che non hanno la successione apostolica ne riconoscono la dignità sacramentale dell’ordinazione sacerdotale;
4° la consacrazione a scopo sacrilego di una materia senza l'altra nella celebrazione eucaristica, o anche di entrambe fuori della celebrazione eucaristica;

- Delitti contro la santità del sacramento della penitenza, cioè:
1° l'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento del Decalogo;
2° la sollecitazione, nell’atto o in occasione o con il pretesto della confessione, al peccato contro il sesto comandamento del Decalogo, se è finalizzata a peccare con il confessore stesso;
3° la violazione diretta del sigillo sacramentale;

- Il delitto contro la morale, cioè: il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età.

La lettera prosegue quindi con i comportamenti da tenere in caso di scoperta di un caso del genere, finché a un certo punto recita testualmente:

Huiusmodi causae secreto pontificio subiectae sunt.

ovvero

Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio.

Firmato: JOSEPHUS Card. RATZINGER Praefectus, e Tharsicius BERTONE, S.D.B. archiep. em. Vercellensis a Secretis.

Ebbene, su Marte e dintorni questo ha un solo, inequivocabile significato, ovvero che almeno da nove anni a questa parte, all'interno della Chiesa, l'intento di tenere questi crimini occulti al mondo esterno è stato, non solo deliberato, ma formalizzato e istituzionalizzato. Perché dunque dovremmo illuderci che prima di allora il comportamento da tenere avrebbe dovuto essere diverso? Per questo vorrei permettermi di consigliare a padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, il quale ha dichiarato ieri che le norme della Chiesa non hanno «mai proibito la denuncia degli abusi sui minori alle autorità giudiziarie», di andare (possibilmente di corsa) a confessarsi per aver commesso un delitto contro l'ottavo comandamento del Decalogo.

Il segreto ovviamente può essere considerato accettabile nel caso di reati dei chierici contro regole interne alla Chiesa come quelli contro il "santissimo sacramento e sacrificio dell'eucaristia" e contro "la santità del sacramento della penitenza", ma se si tratta di reati contemplati dalle leggi degli Stati in cui tali crimini sono stati commessi, si configura una palese conflittualità di competenze giurisprudenziali e tutti coloro che sapevano e non hanno parlato dovrebbero essere accusati e condannati dalle leggi di quegli Stati per favoreggiamento. Altro che fermezza per il peccato e indulgenza per i peccatori. In questo caso l'unico Confessionale buono è quello del Grande Fratello.

giovedì 25 marzo 2010

Psicopatologia della politica quotidiana

[...] Si ravvisano dunque nei comportamenti di Silvio B. (73 anni) dei preoccupanti elementi che mettono in discussione la sua obiettività e le sue capacità di giudizio e costituiscono il segnale di un serio problema di personalità ancora non del tutto chiarito, ma senza dubbio ben radicato nella psiche del paziente. Del resto, essendo la proiezione la realizzazione mentale di un primordiale meccanismo difensivo, nel caso di Silvio B. le manifestazioni in tal senso sono talmente forti ed esplicite che configurano un quadro psicopatologico piuttosto serio. Seguono appunti esplicativi.

Il fenomeno del transfert in Silvio B. è stato osservato più volte e con una ripetizione di contesti ossessiva-compulsiva di tipo quasi maniacale che esclude qualsiasi tipo di casualità. Nella fattispecie, una delle più frequenti situazioni-tipo rilevate è quella in cui il paziente tende genericamente ad accusare l'interlocutore di averlo insultato, quando invece è lui il primo a indulgere alla villania, peraltro quasi con un certo autocompiacimento. Spesso per fare questo utilizza lo stratagemma della battuta, ma risulta forzato e falso e si capisce che è l'inconscio a venirgli in soccorso per dissimulare un comportamento che lo stesso paziente sa essere deprecabile. È stato osservato tra l'altro che tale condotta si rivolge specialmente verso membri del sesso femminile (come nei casi ormai eclatanti di Rosy B. e Mercedes B.) nei confronti dei quali il paziente dimostra uno scarso senso di rispetto e un innato sentimento di maschilistica arroganza. Senza contare che l'ambito di tali insulti è sempre rivolto all'aspetto estetico, cosa che denota un'ossessione patologica del paziente per l'esteriorità, non solo quindi dell'interlocutrice femminile, ma - nell'ottica proiettiva - anche di se stesso. Una presunzione narcisistica quindi, peraltro già confermata in più di un'occasione e verificabile anche a una semplice occhiata. La fobia, quasi vampiresca, del paziente per gli specchi, ne è solo una conferma secondaria, ma non trascurabile ai fini di una diagnosi completa.

Una seconda situazione-tipo è quella in cui il paziente accusa il suo interlocutore (di nuovo l'accusa preventiva, utilizzata a baluardo difensivo) di ribaltare la realtà, quando si è reso altresì evidente in occasioni plurime che è invece lui stesso ad avere l'inclinazione al sovvertimento di ciò che lui stesso ha dichiarato, sostenendo (il giorno dopo una data dichiarazione) di essere stato frainteso, quando basterebbe il riascolto delle sue affermazioni per capire che non poteva essere frainteso in alcun modo. In questo comportamento si denota un'avversione per una realtà che il paziente vorrebbe controllare sotto tutti gli aspetti, ma si accorge di non riuscirci mai nella misura in cui vorrebbe. Tale aspetto configura nel paziente la tendenza sempre meno latente al delirio onnipotentivo.

Una terza circostanza peculiare e ricorrente è l'accusa (N.B. ancora l'accusa precauzionale!), questa volta non a un singolo interlocutore ma a un'intera categoria professionale, ovvero quella dei giudici e dei magistrati, di essere "un cancro" per il paese e di "mettere a rischio la democrazia". In questo caso l'elemento del transfert raggiunge il suo apice e sottolinea il ruolo dell'inconscio del paziente che sposta caratteristiche proprie su altre persone a titolo di autosalvaguardia. In accordo con l'interpretazione freudiana, si ritiene in prima battuta che le proiezioni illustrate configurino nel soggetto gravi elementi di paranoia per il trattamento dei quali (e per evitare che lo stesso paziente faccia del male a se stesso e - soprattutto - all'intero Paese) si consiglia di procedere a un immediato ricovero del paziente a tempo indeterminato in un'apposita struttura riabilitativa. Si raccomanda una stanza con pareti imbottite e infermiere ciospe.

mercoledì 24 marzo 2010

Ulisse, il piacere della scoperta: i gemelli

(Con la voce di Alberto Angela) Dovete sapere che la condizione dei gemelli è del tutto peculiare nel panorama del regno dei mammiferi. La similarità genetica, ma soprattutto l'intima condivisione dell'utero materno per tutta la durata della gestazione, restituisce infatti agli individui gemellari un legame unico, forte, indissolubile, una relazione di estrema complicità che sovente sfiora nell'empatia e, non di rado, nei casi peggiori, può anche sfociare in un rapporto di morbosa interdipendenza. Il gemello infatti vede nell'altro elemento della coppia il riflesso di se stesso, e quindi un individuo da aiutare, da portare in palmo di mano, da mettere davanti a ogni altro (anche davanti a genitori, fidanzati, mogli o mariti), ma anche, a volte, da comandare e di cui disporre.

Anche la somiglianza fisica dei due individui, che può giungere all'identicità nel caso degli omozigoti, può essere foriera di complicità ed equivoci, per lo più cercati dai diretti interessati. Del resto, fin dalla più tenera infanzia, i gemelli capiscono fino a che punto il resto del mondo faccia fatica a distinguerli, e per questo giocano sull'ambiguità, scambiandosi non solo i vestiti, ma anche idee, parole e comportamenti, in una sorta di esercizio di potere esclusivo, inaccessibile al resto del mondo. È piuttosto emblematico il caso di due gemelli eterozigoti (quindi non somiglianti), che intrapresero carriere diverse ma altisonanti: uno quella politica, l'altro quella ecclesiastica. Ma non colpiva tanto il fatto che le loro qualità e attitudini li avessero portati al vertice dei rispettivi settori, quanto piuttosto che sovente, quando capitava loro di dover tenere discorsi pubblici, anche in età matura si divertivano a mescolare la carte in tavola in una specie di continuo gioco di rimandi vicendevoli a distanza.

Gli studiosi considerano paradigmatico, ancorché non unico, il caso di un importante discorso tenuto verso la fine di una dura campagna elettorale, quando il politico parlò alla piazza di amore e di miracoli, mentre solo due giorni dopo l'ecclesiastico non ebbe alcun ritegno a replicare in altra sede, dando apertamente indicazioni di voto (a favore del fratello, naturalmente), salvo poi ritrattare il giorno dopo (stessa abitudine del fratello), nonché promettendo trasparenza e verità circa fatti oscuri, sui quali già da molti anni era invece stato disposto il segreto. Per questo la loro vicenda è ormai stata assunta a titolo di case study accademico di una condizione più che unica nell'ambito dei rapporti tra gemelli, perché in un comportamento del genere gli scienziati hanno ravvisato una tripla componente psicologica corrispondente alle tre istanze intrapsichiche tipiche del modello freudiano: la prima, strumentale e consapevole, corrispondente all'ego, è quella istintiva di sostegno, ovvero di andare in ogni occasione l'uno in soccorso dell'altro; la seconda, più psicologica e innata e quindi inconsapevole legata all'es, è quella di confondersi l'uno con l'altro e di indulgere in una latente ma continua confusione identitaria; il terzo è infine quello del super-ego, ovvero l'espressione inconsapevole di un'invidia reciproca per cui ciascuno dei due alla fine tende in realtà a voler essere l'altro o, meglio ancora, a riassumere su se stesso entrambi i ruoli.

martedì 23 marzo 2010

Libri marziani /1

Avendo ricevuto migliaia richieste da voi che mi seguite con affetto e costanza (non è vero, ma fa maledettamente fico), di sapere che cosa si legge qui su Marte, ho deciso di inaugurare una rubrica per soddisfare la vostra curiosità e segnalarvi dunque di tanto in tanto che cosa va più di moda quassù in fatto di lettere. E siccome i marziani sono tipi esigenti circa le letture che scelgono (come pure in un sacco di altre cose), vi renderete conto da soli che non si tratterà mai libri presi a caso. Insomma, Tre metri sopra il cielo, qui non lo troverete. Quando è arrivato, avreste dovuto vedere che falò ne abbiamo fatto giù a Hellas Planitia. Se ne sono accorti anche gli amici antennuti di Alpha Centauri. No, i veri libri marziani, sono libri che hanno qualcosa da dire, libri controcorrente, libri originali, libri che sprigionano energia, libri che fanno pensare, ma anche libri che divertono ed emozionano, comunque libri scritti da dio, libri che valgono la pena, libri di altri pianeti insomma.

E vorrei cominciare da un lungo viaggio in 500, un viaggio attraverso le montagne dell'Italia, dal Friuli alla Calabria, alla scoperta delle bellezze, dei personaggi, delle contraddizioni e delle maledizioni dello Stivale. A guidare la 500 è Paolo Rumiz, giornalista di Repubblica e scrittore davvero coi controfiocchi. Se non avete mai letto niente di suo, cosa aspettate?, fatelo e non ve ne pentirete.

Il libro racconta "un viaggio di settemila chilometri che cavalca la gobba montuosa della balena-Italia lungo Alpi e Appennini, dal Golfo del Quarnaro (Fiume) a Capo Sud (punto più meridionale della Penisola). Parte dal mare, arriva sul mare, naviga come un transatlantico con due murate affacciate sulle onde ed evoca metafore marine, come di chi veleggia - o forse vola - in un immenso arcipelago emerso.
Trovi valli dove non esiste l'elettricità, incontri grandi vecchi come Bonatti o Rigoni Stern, scivoli accanto a ferrovie abitate da mufloni e case cantoniere che emergono da un tempo lontanissimo, conosci bivacchi in fondo a caverne e santuari dove divinità pre-romane sbucano dietro ai santi del calendario. E poi ancora ti imbatti in parroci bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come Francesco Guccini o Vinicio Capossela. Un'Italia di quota, poco visibile e poco raccontata, un poema di uomini e luoghi, impreziosito da una storia per immagini della fotografa Monika Bulaj, che ha seguito Paolo Rumiz in alcune tappe di questa avventura."

Così ne parla Rumiz: "Ero partito per fuggire dal mondo, e invece ho finito per trovare un mondo: a sorpresa, il viaggio è diventato epifania di un'Italia vitale e segreta. Ne ho scritto con rabbia e meraviglia. Meraviglia per la fiabesca bellezza del paesaggio umano e naturale; rabbia per il potere che lo ignora."

Insomma, La leggenda dei monti naviganti è:
un libro che fa sorridere, piangere, riflettere, arrabbiare;
un libro da non perdere;
un libro lontano anni luce da Federico Moccia (scusate la ripetizione, ma la citazione è a solo beneficio dei motori di ricerca).

Per chi l'avesse già letto, l'invito è di lasciare un commento.

La leggenda dei monti naviganti, di Paolo Rumiz - Feltrinelli

lunedì 22 marzo 2010

Di addominali, mele e altre irriverenze

Lo si vede chiaramente anche da Marte: l'esercizio della critica in Italia vale come una serie di cento addominali a testa in giù più cinquanta flessioni su un braccio solo. La critica infatti è sempre più vista come qualcosa di antipatico e spiacevole, qualcosa di malevolo, qualcosa di irrispettoso, qualcosa di disonesto e strumentale, comunque sia fatta, anche la più educata, ragionevole e sensata. Perché, chissà per quale motivo, si vede luccicare sempre e comunque della malizia negli occhi del critico. E di questo passo va da sé che la critica diventa espressione di "odio", una cosa da "nemici" verso "nemici", e perde il suo connotato distintivo, ovvero il suo essere innanzitutto l'esposizione di un punto di vista alternativo, l'espressione di un'indipendenza di pensiero, lo spunto per un confronto in campo aperto.


Il corollario di questa situazione è l'esistenza in Italia di personaggi pubblici che non possono essere criticati, pena il pubblico scandalo, il Moige che scende in piazza, il Codacons che alza le barricate, la Commissione di Vigilanza che censura, l'AGCOM che strepita ed Emilio Fede che strabuzza gli occhi alla Camera 1. Del resto se metti uno dai denti lunghi come Aldo Busi dentro un paradiso televisivo come l'Isola dei Famosi, non puoi pretendere che non darà nemmeno un morsino alla mela dell'Albero dell'Impertinenza. Non c'è nemmeno bisogno di fare il casting al serpente. Busi è già serpente di se stesso. Ma forse nessuno osava pensare che lo scrittore si sarebbe fatto fuori tutta la mela in un colpo solo, quando nel mirino delle sue intemperanze ci è finita la Chiesa "omofoba" e conseguentemente il suo più alto rappresentante e allora bum!, apriti cielo, tuoni, lampi, fulmini e saette, che colpiscono dritte in testa lo stesso Adamo Busi, costretto in quattro e quattr'otto a fare le valigie e togliere il disturbo dal Paradiso Terrestre.

Ora lo sento già il cicaleccio da ipermercato la domenica pomeriggio secondo cui Busi è stato irrispettoso, offensivo e quant'altro, andando a "criticare" direttamente Sua Santità in quel modo. E in fascia protetta, per giunta! Premesso che in un caso come questo la soglia del concetto di rispetto, ovvero che cosa è rispettoso e che cosa non lo è, è del tutto soggettiva, sono convinto che Busi sarebbe stato messo in croce anche se le sue esternazioni avessero maggiormente corrisposto al concetto "popolare" di rispetto. Perché in Italia criticare il Papa è vietato. Punto. Non si sa bene in base a quale legge o a quale decreto interpretativo, ma non si può fare. In nessun modo. Eppure il Papa è uomo come gli altri, soggetto a errare esattamente come gli altri, tranne - lo dice la Chiesa stessa - quando parla ex cathedra, sola situazione in cui viene ritenuto infallibile, ovvero quando proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in maniera definitiva come rivelata. Negli altri casi evidentemente può toppare. E quindi perché non può essere mai personalmente criticabile?

La risposta non la so. So solo che sabato dal palco di Piazza San Giovanni, giusto subito dopo la miracolosa promessa della vittoria sul cancro, ho sentito parlare di eliminazione di tutte le mele. A cominciare da quelle rosse.

sabato 20 marzo 2010

Chemioterapia repubblicana /2

Tirannide indistintamente appellare si deve ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto eluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono o tristo, uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammetta, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Della tirannide, Vittorio Alfieri (1777)

[Bugiardino: visto il continuo aggravarsi del paziente causato da un'aspra recrudescenza del Berluscoma, e dell'avvincinarsi dell'appuntamento elettorale, si rende necessario un rinforzo della terapia con una somministrazione straordinaria di principi attivi. L'assunzione, come al solito, è consigliata al mattino, rigorosamente a stomaco vuoto, per diminuire l'incidenza di effetti collaterali come pruriti, orticarie, vampate di calore, arrossamenti oculari, inappetenza e (soprattutto) bruciori anali.]


credit: foto di Anatol Kjashchuk

venerdì 19 marzo 2010

1° Perspectiva Show - Primavera 2010

Uno parla al telefono e intima di chiudere le trasmissioni televisive che gli fanno un culo così.
Un altro parla al telefono per sincerarsi sulla bontà del palinsesto della televisione pubblica e confortare così gli onesti contribuenti di aver speso bene i soldi del Canone.

Uno dice che Mourinho è un grandissimo allenatore, che come mette la squadra in campo lui, non lo fa nessuno, che è un tipo tutto d'un pezzo che va sempre diritto per la sua strada, che è uno che non ha peli sulla lingua e non si fa condizionare da nessuno e che ha il calcio nel sangue.
Un altro dice che Mourinho è un bluff, capace solo di fare show in conferenza stampa, di provocare, che è un artista della dissimulazione e della comunicazione, ma in fatto di calcio è uno qualunque, bella forza, con la squadra che ha!, che è tutto fumo e niente arrosto, che i peli sulla lingua ce li ha e non sono i suoi, che ha dell'altro nel sangue, ma agli allenatori l'antidoping non lo fanno.

Uno dice che è meglio comprare l'acqua in bottiglia, meglio ancora quella frizzante, che è pure un toccasana per la digestione e ti fa l'idromassaggio a tutto il corpo dall'interno.
Un altro dice che non c'è niente di meglio dell'acqua del rubinetto, liscia, che bere quella in bottiglia è come se ti facessero comprare l'aria, senza contare che quella gasata ti dilata lo stomaco, ti fa venire una jattura all'ernia e ti fa fare rutti tripli che disturbano i vicini di casa.

Uno titola: «SILVIO: VOLEVANO AMMAZZARMI»
Un altro titola: «IL MARCIO SU ROMA»

Uno dice che i body scanner sono il massimo in fatto di sicurezza aeroportuale e sono indispensabili per garantire l'incolumità dei passeggeri e disincentivare l'attività dei terroristi internazionali, ragione per cui non sono installati alle partenze nazionali.
Un altro dice che i body scanner sono radioattivi, provocano cancri multipli a catena aggressivi come pitbull idrofobi e sono messi lì solo per far vedere agli agenti i perizomi di pizzo delle svedesi in viaggio.

Uno dice che Del Piero è stato toccato nettamente dentro l'area di rigore, e c'è pure mancato poco che non gli spaccassero la tibia scompostamente in due o tre punti. Probabilmente tre.
Un altro dice che Del Piero si è tuffato, che quello che spuntava dai calzoncini era troppo l'orlo del costume da bagno, che il difensore ha preso la palla, che il contatto non c'è stato, e comunque anche se ci fosse stato, sarebbe stato almeno tre metri fuori dall'area e dalle immagini della moviola anche un cieco lo vedrebbe. Anche un ceco.

Uno dice che Scamarcio è un attore coi controfiocchi, intelligente, fico, prestante, che ha una voce da delirio, delle gambe da urlo, delle ascelle come non se ne vedevano dai tempi di Clark Gable e se non ha ancora vinto un Oscar è solo perché sono tutti invidiosi del suo successo (strameritato).
Un altro dice che Scamarcio è un lumacone, spento, monofacciale, ipodotato, fedifrago, con una dizione da gallina, dei capelli color paglia-sotto-la-pioggia, delle ascelle degne di un orangutan e se non ha ancora vinto un Oscar è perché c'è ancora un po' di giustizia a questo mondo porcocane.

Uno dice che Valerio Scanu è un artista.
Un altro dice che Valerio Scanu è un artista.

Uno dice che la cocaina è una piaga per l'umanità.
Un altro dice che almeno il Tavor costa meno.

Uno (vivo e vegeto) muore per percosse e disidratazione all'interno di una prigione italiana, e uno dice che (ops) prima è caduto dal lettino, dopodiché quel giorno il destino ha voluto che l'aria condizionata (riops) si rompesse improvvisamente e quindi faceva un caldo boia (boia), e poi (ririops) quel giorno - proprio quel giorno - un tubo ha cominciato a perdere e hanno dovuto fare dei lavori di emergenza all'acquedotto e quindi dai rubinetti del carcere non usciva neanche una stramaledettissima goccia.
Un'altra (in coma vegetativo) muore per disidratazione scelta consapevolmente dal padre in segno di civile pietà e accettazione al termine di un lunghissimo calvario e lo stesso di cui sopra (lo stesso) dice che è un orrore e poi denigra, lincia, scomunica, accusa di omicidio, si straccia le vesti in pubblico, lancia maledizioni e dedica alla faccenda una canzone dal titolo "La vita è adesso", che porterà a Sanremo.

giovedì 18 marzo 2010

Le (nuove) parole del gatto


La Corte Costituzionale ha sentenziato che dare dell'"uomo" a qualcuno è un reato punibile alla stregua dell'ingiuria e quindi sanzionabile con una multa di 400 euro. Il provvedimento dev'essere visto nell'ottica di porre un freno alle denigrazioni nei confronti degli uomini. E fin qui. Ma come la mettiamo se per caso uno si sbaglia e dà dell'"uomo" a una "donna"? È un aggravante o un attenuante? La sanzione viene aumentata o diminuita? Paradossalmente, in questo modo al termine "uomo" viene attribuita per legge una valenza pericolosamente ambigua: ingiuria o definizione di stato sessuale, da interpretare a seconda dei toni, dei contesti, degli umori, delle convenienze, del tasso alcolico. E questo, a dispetto dell'aura di piccola conquista sociale che i media hanno conferito alla faccenda, è il triste contraltare linguistico del modo con cui vengono ancora considerati gli uomini in Italia e che dimostra che i diritti degli uomini hanno così difficoltà a essere riconosciuti nel nostro paese, perché la loro condizione è ben lungi dall'essere riconosciuta e rispettata innanzitutto culturalmente. Così la lotta di emancipazione sociale dell'uomo finirà per passare attraverso la sua emancipazione linguistica e quindi non potrà dirsi davvero conclusa finché "uomo" non sarà considerata, nell'uso comune, una parola semplice e normale, come gay, lesbo, trans, etero, albero e automobile. Una parola neutra, insomma. Fino ad allora, per par condicio sarà giusto che paghi la multa anche uno che si azzarda a dire: "Sei proprio un gay!"

mercoledì 17 marzo 2010

Moulin Rouge in salsa aeroportuale


Ieri l'altro uno spettacolo davvero fantastico è andato in scena all'aeroporto di Milano Malpensa con un imperdibile e insolito sexy show organizzato a beneficio della curiosità dei presenti, ma soprattutto a titolo consolatorio per i futuri passeggeri dello scalo milanese. Ma poiché lo spettacolo è stato rigorosamente su inviti, se non eravate nel manipolo di fortunati, siete costretti ad accontentarvi di quello che ho visto dal mio punto di osservazione privilegiato e che mi accingo a riferirvi con la solita dovizia di particolari, onestà intellettuale, ma anche un certo senso di pudore, data la pruriginosità della situazione.

L'esibizione, infatti, è stata mozzafiato, molto simile a una lap dance classica, ma molto molto più bollente e originale, tutta ambientata all'interno una scintillante gabbia pseudocilindrica trasparente, ma senza palo, con il solo ritmo scandito dai clic dei fotografi e l'arrangiamento basato sul ronzio di un nugolo di telecamere complici. Il clou si è raggiunto quando, accompagnata da una scorta degna del suo personaggio, la mitica Letizia ha fatto la sua comparsa e si è sistemata dentro la futuristica pedana, ha alzato le braccia al cielo e ha mostrato al mondo tutto quello che è capace di fare. Niente di più, niente di meno. È stato allora che alcuni spettatori particolarmente audaci non hanno saputo resistere e le hanno fatto scivolare qualche banconota da duecento euro nell'orlo della cintura, allorché lei ha abbozzato e ringraziato, dicendo che non possono fare che bene alle casse del Comune dopo il taglio dell'ICI.

Poi, in un encomiabile spirito pariopportunitario, anche il prestante showman padano Two-Balls-Bob è salito a fare il suo numero, mostrando una forma invidiabile, il classico occhiale moda, la cravatta verde d'ordinanza e un baffetto sbarazzino (con mosca tirabaci) che ha fatto la gioia delle signore. Nessuna tuttavia gli ha infilato dentro la cintura nemmeno una banconota da cinque euro. Ma come in ogni grande show che si rispetti, la parte più hot è stata tenuta per il finale, in cui i corpi dei due protagonisti sono stati scansionati e mostrati a tutti nello splendore di come mamma li ha fatti. E, manco a dirlo, il successo ha premiato Letizia la cui scansione è stata particolarmente apprezzata dal pubblico maschile che l'ha accolta con gridolini di entusiasmo, fischi e applausi a scena aperta, benché sul di lei corpo ormai non ci fosse più da fantasticare già da molto. Non si può dire invece che le cose siano andate altrettanto bene per Two-Balls-Bob. Quando infatti sullo schermo è apparsa la sua scansione, a sorpresa è calato il gelo: dove diavolo sono le sue mitiche "balls"?

martedì 16 marzo 2010

Perseguitato è bello, perseguitato sì grazie


È come l'invenzione dell'acqua calda, del pelapatate e del riso soffiato. Una di quelle cose talmente geniali da far sentire stupidi tutti quanti gli altri per non averci pensato prima. La questione è di una semplicità disarmante e, invero, anche un po' inquietante e ha per oggetto un tipo umano comune e ricorrente più o meno in tutte i luoghi e in tutte le epoche, ma quantomai attuale: il Perseguitato. Già, perché un recente studio di un team di psicologi dell'Università di Harvard è giunto alla conclusione che il Perseguitato sollecita nel prossimo un sentimento di indulgenza, di compassione e di condiscendenza, una presa di posizione in cui identificarsi e dunque un'ispirazione congenita alla simpatia. Si tratta di una reazione psicologica semplice e naturale, come un sughero che reagisce alla spinta dell'acqua e per questo galleggia. Lo studio ha inoltre confermato che non ha alcuna importanza che la persecuzione sia vera o presunta, né quale sia l'effettiva portata di tale angheria. Ma ciò che ha fatto fare un salto sulla seggiola agli studiosi, è l'aver compreso che nel momento in cui il messaggio della persecuzione (autentico o meno) giunge a destinazione in maniera intensiva, il soggetto ricevente ne viene soggiogato, i suoi criteri di giudizio sovvertiti e le sue scale di valori azzerate e completamente uniformate a un nuovo modello di pensiero che è, appunto, quello del Perseguitato. Il tutto in una maniera sottile, dolce e inconsapevole, senza istigazioni o coercizioni, senza minacce, droghe ipnotiche o agitazione di fucili. Un'adesione quasi premurosa e affettuosa. Sicura e ineludibile. Praticamente l'analogo psicologico di una pubblicità del Mulino Bianco.

Naturalmente tanto più questo processo sarà diffuso e capillare (e quindi deliberato), quanto più il Perseguitato, e il pensiero che egli rappresenta, vedrà crescere la sua popolarità presso il prossimo, fino a includere, per ipotesi estensiva, un'intera popolazione. E, forte di questo consenso e dell'approvazione incondizionata del popolo, il Perseguitato potrà arrivare a buon diritto a concedersi qualsiasi cosa. Quindi, concludono clamorosamente gli scienziati, la persecuzione sembra costituire una fase fondamentale nel processo di affermazione di un individuo all'interno di una società evoluta. In altre parole, se volete avere successo nella vita siate perseguitati. Fatevi vittime, insomma. Di occasione ne avete a bizzeffe: sul lavoro, a casa, dagli amici, in palestra, a scuola, in vacanza, in auto e nelle assemblee di condominio, al supermercato e allo stadio, alla televisione e in Parlamento. Se avete difficoltà a farcela da soli, perseguitatevi a vicenda. Aderite ad Associazioni ONLUS per la Persecuzione Reciproca, ci potrete anche scaricare l'8 per mille. Altrimenti avvaletevi di Gruppi di Persecuzione Anonima oppure ancora usate i telegiornali nazionali o insultate la piazza, che magari finisce che qualcuno vi tiri qualcosa in faccia. Sulle prime farà un po' male, certo, ma ne sarà valsa la pena. Se per contro siete persone comuni e non avete a disposizione niente di tutto ciò, non temete. Il consiglio migliore è quello di usare Facebook. Attualmente non c'è niente al mondo con cui vi si possa perseguitare di più. E in men che non si dica vedrete la vostra popolarità andare a mille e, con un po' di pazienza e perseveranza, una persecuzione come si deve vi conferirà poteri senza limiti. Non ci credete? Guardate un po' quello che sono riusciti a fare i cristiani.

lunedì 15 marzo 2010

Potere al pelo!


Immaginate... Una notte tiepida a Los Angeles. L'ingresso di un palazzo sfavillante come una cascata di diamanti. Flash di fotografi schierati a lato del lungo tappeto rosso che si arrampica dentro, su per la scalinata. Gli uomini più sportivi sfoggiano con nonchalance smoking di Armani e gemelli di Bulgari. Le loro compagne più semplici scivolano dentro fruscii di Versace e volano a bordo di fusoliere targate Manolo Blahnik. Balsami e pochette. Limousine e bodyguard. Scollature al silicone e messe in piega antigravitazionali. Poi a un certo punto arriva lei. La Star.

Si chiama Mo'Nique. Vestito lungo color oro. Misure non esattamente da modella, ma cammina con una certa grazia lungo la passerella sotto la pioggia di scatti. Quindi giunge alla scalinata e, per riuscire a non inciamparsi, è costretta a sollevare il vestito. Allora succede che in quei pochi istanti, attraverso lo spacco, i CCD indiscreti delle fotocamere digitali paparazzino l'impossibile: un paio di gambe lisce e lucide come il marmo! Roba da spedire la Venere di Milo dall'estetista. Proprio così. Avete capito bene. Niente pelliccia morbida e vaporosa, niente più ciocche folte e fluenti. Nemmeno un singolo pelo. E in pochi minuti il primo piano di quei Polpacci Mai Visti Prima fa il giro del pianeta. Chi non ci vuole credere e si dà i pizzicotti, chi grida alla bufala costruita con Photoshop, chi scommette sia un nuovo modo originale di fare promozione, chi inorridisce ritenendolo un trattamento estetico spinto oltre i limiti del lecito. Ma se tutte le donne del mondo decidessero di copiarla?

credit: foto di annalisa.d

sabato 13 marzo 2010

Chemioterapia repubblicana

Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.

Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.

Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.

In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.

Elsa Morante, 1945

[Bugiardino: E' già un po' che questo testo circola per la rete, dunque potreste averlo già letto. Se lo riporto anche qui, è per contribuire alla diffusione di anticorpi nei confronti della preoccupante radicazione e diffusione del Berluscoma nel corpo del Paese. Il consiglio dunque è di assumere il testo almeno una volta al mese fino alle prossime elezioni politiche, al mattino, rigorosamente a stomaco vuoto, giusto per diminuire l'incidenza di effetti collaterali come nausee, cefalee, vomito, bruciori gastrici, perdita di conoscenza e alopecia diffusa.]

credit: foto di Anatol Kjashchuk

venerdì 12 marzo 2010

Chi ha paura di Zio Paperone?


E' come una di quelle cose che ti accadono a tradimento, nei momenti più impensati, come una telefonata nella notte, magari mentre sei lì, che ti sbocconcelli le unghie o ti sfinisci di sudoku e, tra un omicidio di provincia e un rialzo dei tassi, il giornalista di turno, alla radio o alla TV, ti dice proprio quello che volevi sapere. La cosa strana è che si tratta di una notizia che nemmeno sapevi di voler sapere, ma che si rivela subito essere in cima alla lista dei tuoi desideri informativi primordiali. Lo capisci subito, quando senti parlare di Forbes. E' come un pizzicore lungo la schiena, dall'alto verso il basso. Ed è a quel punto che ti senti allargare il cuore. Eccola, finalmente: la classifica annuale dei miliardari!

Così, coi tuoi mille euro (lordi) al mese, vieni subito a sapere che quel bel tipino di Bill Gates non è più al primo posto, ma è scivolato al secondo, lasciando la prima piazza a un magnate messicano delle telecomunicazioni. 'Sticazzi, ti verrà da dire, se sei di Roma o dintorni. Ma anche no. Intanto il giornalista continua a snocciolare la hit parade illustrando chi risale posizioni e chi le perde, bruscolini in più o in meno, e tu ti scopri sulle spine perché aspetti che ti dica quello che - confessalo - vuoi davvero sapere. E il giornalista non ti delude. E' lì apposta. Insomma: dove cazzo sta Berlusconi?

Lo speaker ci arriva in men che non si dica. Ancora bagnato della pioggia che hai preso stamane al corteo della CGIL, vieni così informato che il tuo Presidente del Consiglio preferito è scivolato al settantaquattresimo posto, e ti rendi conto che se fosse un tennista sarebbe Peter Luczak (AUS) [fonte: ATP], se fosse un libro sarebbe Memorie di un esorcista [fonte: IBS] e se fosse una canzone sarebbe I was drunk di tale Riva Starr [fonte: Hit Parade Italia], surclassato dunque dalla Nutella, dagli occhiali da sole, come pure da Potito Starace, da Paolo Brosio e il suo A un passo dal baratro - Perchè Medjugorje ha cambiato la mia vita e persino dal trio Pupo/Emanuele Filiberto/Luca Canonici. Mecojoni ti verrà da dire, se sei di Roma o dintorni. Ma anche no.

Insomma, visto il mondo da questa prospettiva, ti verrà quasi da rivalutare il nero all'orizzonte e di non far caso al cigolio sinistro della cassa integrazione che dondola sulla tua testa. Poi però il giornalista aggiunge che la settantaquattresima posizione corrisponde a un capitale di 9 miliardi di dollari (ardi, non oni), quindi 2,5 ardi in più rispetto allo scorso anno, ovvero con un capitale a disposizione aumentato del 41% circa in un solo anno (quasi come il tuo), nonostante la disgraziata perdita di alcune posizioni in classifica. E in quel momento, invece di incazzarti come un caimano, hai una rivelazione inaspettata, e capisci finalmente per quale motivo tutti gli anni c'è qualcuno che si prende la briga di stilare questa classifica, solo apparentemente autocelebrativa, vacua, inutile, anzi idiota. La spacciano come classifica dei miliardari, ma in realtà il suo spirito è molto più popolare, sociale e meritevole, quasi sovversivo nell'essenza del suo scopo. Insomma, non si sa mai quando possa venir bene avere sotto mano un comodo elenco delle persone cui è meglio non dare il proprio voto, casomai qualcuna decidesse di darsi alla politica, no?

giovedì 11 marzo 2010

Al mercatino della smentita


Forza gente, non siate timidi, avvicinatevi!
Oggi vogliamo proprio rovinarci e vogliamo offrirvi smentite gratis, avete capito bene gente, smentite gratis per ogni occasione ed esigenza di ribaltare la realtà! Quante volte nella vostra vita avete avuto bisogno di cambiare le carte in tavola e non avete saputo come fare? Quante volte vi siete messi nei pasticci e non siete riusciti a uscirne puliti? E allora ecco un'occasione unica, solo per voi, eccezionalmente solo per oggi, di provare la fine arte della smentita! Quindi approfittatene gente, provate gratis le nostre smentite, le migliori sulla piazza, esclusive, durature ed efficaci. Scegliete dunque dal nostro campionario quelle che fanno al caso vostro. Solo per oggi, le prime tre sono gratis!

I politici sono onorevoli
I sacerdoti sono casti
I leghisti sono tolleranti
I calciatori sono puliti (alternativa coi ciclisti disponibile)
I magistrati sono faziosi
Gli ospedali sono puliti
Gli uomini sono fedeli
Gli arbitri sono innocenti
George Clooney è single
Le donne sono virtuose
I treni sono puntuali
L'economia è in ripresa
I cacciatori sono hobbisti
I giornalisti sono sinceri
I lavoratori sono tutelati
I fascisti sono estinti
I fumatori sono salutisti
Gli imprenditori sono tassati
Megan Fox è intelligente
I bambini sono rispettati
I medici sono scrupolosi
Le escort sono benefattrici
I comunisti sono uniti
Il profilattico è lecito (alternativa con rapporto pre-matrimoniale disponibile)
I vegetariani sono crudeli
Il Grande Fratello è culturale (alternativa con Amici disponibile)
Vanzina è un cineasta
La terra è al centro dell'universo
L'acqua calda non esiste
Moccia è un intellettuale
Topolino è un gatto
La settimana enigmistica non esce il sabato
Rita Levi Montalcini è minorenne

[A questo punto aggiungetene voi, ma vi prego di tenere conto che "Cicciolina è vergine" e "Berlusconi è onesto" non sono accettabili in quanto smentite non smentibili.]

mercoledì 10 marzo 2010

Circa l'isotropia e l'omogeneità delle perversioni umane


L'universo presenta le stesse proprietà fisiche ovunque, in qualsiasi direzione lo si osservi e a qualsiasi distanza da noi. Questo è un postulato fondamentale della fisica che consente di ritenere che i fenomeni che osserviamo, misuriamo, riproduciamo e di cui formalizziamo le leggi sulla Terra o nello spazio vicino a essa, valgano ragionevolmente in tutto l'Universo, benché non si possa andare materialmente in tutto l'Universo per avere la conferma di esse.

Dal punto di vista della ricerca scientifica, i principi di isotropia e omogeneità sono cruciali. Per esempio, succede che a Boston si scopre che una particella Omicron di massa notevole, ma generalmente nota come neutra, in determinate condizioni eserciti delle forze di attrazione nei confronti di particelle Sigma, di massa molto più piccola, e dal loro incontro, queste ultime ne escano annichilite. Dopo un po' si ha una conferma osservativa del medesimo tipo di fenomeno anche a Los Angeles e a Chicago. Ebbene, sintomi come questi in genere sono sufficienti a far drizzare le orecchie alla comunità scientifica internazionale. Eppure quando il fenomeno è ritenuto troppo "esotico", come in questo caso, la comunità scientifica tende invece chiudere gli occhi, a voltare la testa dall'altra parte, in una sorta di inerzia scettica protezionista in base alla quale solo certe leggi fisiche - diciamo così legate all'ortodossia - e non altre, hanno il diritto di uscire allo scoperto.

Poi però capita che il medesimo fenomeno venga osservato anche in Alaska, in Brasile, in Australia, in Italia e recentemente, e diffusamente, in Irlanda e Germania. E sembra che anche l'Olanda non voglia essere da meno. Come la mettiamo, adesso? Eppure si continua a considerarli casi isolati, si parla di fenomeno legato a particolari contingenze di laboratorio, e non ci si sofferma sul fatto che a questo punto sembrano invece sussistere delle ben precise condizioni (fisiche?, gravitazionali?, quantistiche?, altro?) delle particelle Omicron che tendono, a volte, a catalizzare il fenomeno in questione, e che quindi ci siano elevate probabilità che questo si verifichi ovunque.

Qualcuno sostiene che l'ammissione da parte della comunità scientifica di una situazione di questo tipo demolirebbe fin dalle fondamenta l'intero castello della fisica degli ultimi tre secoli e questo viene giudicato inammissibile. Tuttavia si deve avere il coraggio non solo di mettere apertamente in discussione tutte le proprie certezze, ma anche di distruggerle, per poter raggiungere una più elevata e veritiera comprensione del mondo. Chissà che ne pensa il Professor Ratzinger.

martedì 9 marzo 2010

La strana coppia


In questi giorni, la cronaca è stata attraversata dal vento forte e freddo di due storie diversissime, ma accomunate dai sentimenti scatenati nell'opinione pubblica. La prima è quella di un bandito, un criminale, un rapinatore, uno di quelli tosti, si potrebbe dire quasi d'altri tempi, se gli anni '70 possono essere considerati altri tempi, uno che ha lasciato dietro di sé una bella (e indubbia) scia di sangue e cadaveri, ma anche intorno al quale si venne a creare - complice la sua forte personalità e la risonanza dei media - una sorta di mitologia nera, una specie di leggenda perversa del bandito gentiluomo che in tempi recenti ha fruttato a costui persino alcune pagine fan su Facebook. Alla fine tra omicidi (sette), evasioni, e rivolte carcerarie, il criminale mai pentito è stato condannato a quattro ergastoli per un totale di qualche centinaio di anni di carcere, c'è chi dice 260 chi 460, comunque decisamente troppi per una vita sola.

La seconda storia è quella di un ragazzino di diciassette anni che si ritrova chissà come calato in una spirale accecante di violenza inaudita nel momento in cui aiuta materialmente la fidanzatina dell'epoca a uccidere madre e fratellino di quest'ultima con 97 coltellate. Difficile capire che cosa possa spingere due minorenni ordinari a un gesto così efferato. Gli oscuri precipizi della follia e della violenza sono piccole crepe buie e nascoste, ma altrettanto profonde e prive di appigli. Dopo i primi maldestri tentativi di dissimulazione da parte dei due, gli inquirenti impiegarono pochissimo a capire che i colpevoli erano loro e i due vennero condannati, anche in questo caso senza dubbi, e al ragazzino in questione venne comminata una pena di 14 anni di reclusione.

Ciò che in questi giorni ha accomunato la vicenda di un consumato bandito a quella di un ragazzino vittima di se stesso è stata l'indignazione diffusa e generalizzata dell'opinione pubblica di fronte alla loro scarcerazione. Una semilibertà per il primo, che oggi è sui 60 anni e che da ieri va a lavorare in una cooperativa di pelletteria (ma tutte le sere deve tornare a dormire in carcere), una libertà anticipata per il secondo, che oggi ha 26 anni, e che ha usufruito di una riduzione di pena per buona condotta. Mettendo mano al pallottoliere si scopre che alla fine il primo si è fatto quasi 40 anni di carcere, il secondo 9. E così la gente, da sempre ipersensibile alle istanze umorali, ha fatto sentire la propria voce. Dovevano starsene a marcire dietro le sbarre!, hanno gridato puntando il dito, mostrando i denti e agitando i forconi. Ma, vi chiedo, qual è il limite?

Lo so, vi vedo pronti a commentare che non parlerei così se fossi un parente delle vittime, eppure quando sento queste cose a me viene da ribattere che la Giustizia, disciplinata dalle regole della Legge, è cosa umana e civile e bisogna capire che arriva per forza fino a quella linea lì. Se si oltrepassa quel confine bisogna essere consapevoli che si entra in un territorio non umano e non civile. Si chiama Vendetta e quelle sagome nere che vedete laggiù, contro l'orizzonte rosso sangue, sono nell'ordine: una sedia col casco (e non è un parrucchiere), un lettino con le cinghie (e non è uno studio per trazioni ortopediche) e una macchina per affettare le carote (ne siete proprio sicuri?). A voi la scelta.

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo: una preghiera laica


Per lui: Ti prego, maschio italiano, evita almeno per quest'anno, di fare le tue solite cazzate. Non comprare mimosa. Non regalarla alle tue donne, siano esse madri, mogli, fidanzate, colleghe di lavoro, figlie, amanti o bambole gonfiabili. Ti prego, almeno per una volta, non essere ipocrita. Per una volta evita di illuderti che un bel mazzone di mimosa all'anno possa imbellettare le tue mancanze di rispetto, le tue parolacce, le tue scortesie, i tuoi apprezzamenti a sproposito, i tuoi calendari di Max, le tue foto piccanti nel computer, trasformando il tutto in venialità profumabili. La mimosa è pianta effimera e le sue piccole stelle, così belle e accese e fragranti, sono destinate a collidere in buchi neri al primo "non rompermi i coglioni", al primo "sta' zitta", al primo "vaffanculo". E quindi, già che ci sei, evita - per carità - anche gli auguri.

Per lei: Ti prego, femmina italiana, evita almeno per quest'anno, di lasciarti trascinare in uno dei quei locali con quei desolanti spettacolini tipo Centocelle Nightmare (ma l'incubo si riferisce ai perizomi?), insieme con la tua cumpa di amiche/colleghe/sorelle, a simulare assatanamenti testosteronici che non ti sono propri. Come se l'affermazione della tua emancipazione e del tuo diritto al rispetto per la tua intelligenza e il tuo corpo passassero attraverso un campionario di urletti verso una manica di smutandati Big Jim per la serie schiacci il tasto ed esce lo sfaccimm. Ti prego, fammi continuare a credere che sei molto migliore di così, fammi continuare a illudere che sei almeno un po' migliore di lui.
Amen.

Mammografia di uno scandalo /2


Non prendetemi per un fissato, se torno sull'argomento. Sono solo una semplice vittima (come voi) del mondo dei media. E dunque eccoci qui a parlare di nuovo di tette. Il punto è che, sarà colpa di Freud, Jung o Belen, ma il capezzolo - possibilmente turgido, please - resta il miglior testimonial del mondo. Ennesimo esempio lo hanno dato le immagini (che hanno fatto il giro del mondo in 80 secondi) di Carla Bruni in occasione dell'incontro ufficiale di qualche giorno fa all'Eliseo del Presidente Sarkozy con la delegazione russa, Presidente Medvedev e signora in testa. E subito tutti quanti lì a meravigliarsi, a turbarsi, a puntare il dito circa il fatto che, sotto il meraviglioso abito firmato Roland Mouret, la Premier Dame - peraltro elegantissima - era senza reggiseno. Parbleu!

Orbene, abbozziamo qualche considerazione terra terra. Il reggiseno è un elemento che nasce con una duplice funzione meccanica ed estetica, dove la prima va in soccorso della seconda. La curiosità rispetto alle classiche reazioni Oddio, guarda quella, è senza reggiseno!, nasce dal fatto che non si può addure al medesimo un'oggettiva funzione censoria. Nel caso, quale sarebbe? Forse celare il capezzolo che, inturgidendosi, potrebbe fare cucù attraverso gli indumenti e quindi trascinare eventuali maschi di passaggio a un'improvvisa regressione al ciuccio di infantile memoria? Ciò significa che, se funzione censoria c'è, è tutta soggettiva, come se l'attribuzione all'oggetto reggiseno del difficile (impossibile?) compito di non cadere (uomini)/far cadere (donne) in tentazione gli esponenti di sesso maschile, costituisse un alibi per entrambi. Del resto nemmeno la "Campagna delle foglie di fico" messa in piedi dal severo Cardinale Giovanni Pietro Carafa ai danni del Giudizio Universale di Michelangelo, ebbe per oggetto i seni, bensì solo le parti basse.

Ritornando a Madame Carla Bruni, purtroppo non potremo mai sapere se la sua sia stata una scelta dettata dalla vanità, se sia stata una bieca operazione di marketing gossippolitico o se invece abbia voluto intraprendere una sorta di tettathlon a distanza con l'altra francese Laetitia Casta. Per la serie, A Letì, c'ho le tette più belle io, tiè, tiè e tiè. Probabilmente tutt'e tre le cose insieme. Di sicuro c'è stata la reazione di Medvedev. Alcuni testimoni che hanno preferito rimanere anonimi hanno giurato di avere sentito il Presidente Russo sulla via dell'hotel mentre canticchiava tra sé «Meno male che Carla c'è...».

(Nella foto: La Venere di Milo di neve di Elisa Gonzales di Rahway, nel New Jersey, censurata dalla stessa Gonzales dopo che i vicini di casa avevano chiamato la Polizia, turbati dalla nudità del "pupazzo di neve" - da Repubblica.it)

sabato 6 marzo 2010

venerdì 5 marzo 2010

E la chiameranno miracolopoli


Scandalo in Vaticano! I sostenitori del PSS (Partito del Santo Subito) avrebbero falsificato un miracolo attribuito a Karol Wojtyla, inserendolo nella lista del processo di beatificazione per accelerare il procedimento. Si tratterebbe del primissimo miracolo attribuito a Wojtyla della guarigione di una suora francese dal Morbo di Parkinson, quando invece pare che la suora in questione fosse soggetta a brividi di freddo.

Adesso la Postulazione, l'organismo della Curia Generale che si occupa delle Cause di Canonizzazione, ha aperto un procedimento di accertamento e ha chiesto alla Commissione Medica del Vaticano la riverifica di tutti gli altri miracoli inseriti nel fascicolo, dei quali si dovrà riaccertare la paternità e l'effettiva guarigione da una malattia davvero incurabile. Si vocifera infatti che alcuni soggetti miracolati si siano macchiati del peccato di falsa testimonianza, essendo stati convinti da esponenti vicini al PSS ad attribuire la loro guarigione a Wojtyla, quando invece ci sarebbe stato di mezzo Mike Bongiorno. Di fronte all'intollerabilità di questa situazione, Papa Ratzinger sta considerando l'opportunità di una revisione d'urgenza dei Dieci Comandamenti.

giovedì 4 marzo 2010

Test mimetico di prodotto: iSilvio


I preparativi
Innanzitutto mi sono dovuto imparare a memoria due bignami: uno di dizione e uno di tecniche di vendita. Quindi ho dedicato una quindicina di minuti alla lampada UVA. Per fortuna, almeno per ora non ho bisogno di protesi tricologiche, per cui a quel punto ero pronto per il mio vestito migliore: un doppiopetto frescolana blu scuro, con camicia bianca, semplice ma sempre "in", e cravatta rigorosamente blu scura a pois bianchi. Perfetto. Poi ho cercato una poltrona adatta, comoda, coi braccioli e lo schienale alto, la più simile possibile a un trono. L'ho sistemata davanti a uno specchio (necessario per l'ego), e ho cominciato a fare esercizi di "sorrisi", "sguardi ammiccanti" e prove di "propagazione di certezze" e "ispirazione di fiducia". Tutto col solo sguardo. Quindi, nel momento in cui ho ritenuto di avere raggiunto un buon livello di onnipotenza, ho fatto il vuoto dentro di me e ho cominciato a intonare il Primo Mantra: "miconsentamiconsentamiconsentamiconsenta..."

L'esperienza
Dopo una buona mezz'ora, quando mi sono sentito abbastanza azzurro-dentro, ho potuto finalmente cominciare il test. Ho aperto iTunes e sono andato a cercare il demo della nuova applicazione iSilvio per iPhone della Apple, per vedere, appunto, l'effetto che fa. Ebbene, non c'è dubbio che avere iSilvio significa avere a portata di clic tutto il suo meglio tipo -tanto per rendere l'idea- la Discesa in Campo, il Video del Predellino e l'Audio originale delle telefonate con Saccà. Il database è consultabile per macro sezioni, tra cui "iBarzellette" (moscia); "iSmentite" (infinita); "iCucù" con tutte le sue gaffe più mirabili (divertente); "iEscort" con solo immagini, ma niente numeri di telefono (deludente); "iDevil" con i suoi commenti alle vittorie di Champion's League (autocelebrativa) e infine "iNoi", che contiene telefonate, incontri e carteggi relativi ai suoi rapporti con Papa Ratzinger e Mons. Bagnasco (scontata). A tutto il materiale è poi applicabile una speciale funzione esclusiva che permette una selezione randomizzata di tutti i più alti momenti della storia repubblicana (?) degli ultimi sedici anni. Basta premere il pulsante chiamato "iKapo".

Le conclusioni
A 0,79 euro si può dunque avere a disposizione, se non tutto il suo scibile (non esistono attualmente dispositivi di memoria abbastanza capienti), quanto meno una quantità davvero rilevante. E, data la portabilità di iPhone, questo significa poterne disporre in ogni momento della propria giornata: al lavoro, in auto, al supermercato, al cinema, al pub, in palestra, a letto, quando si mangia, si parla, si scrive, si dorme, quando si va di corpo, quando ci si lava le ascelle e quando ci si taglia le unghie dei piedi. Del resto, dicono i sostenitori, come si fa a sapere quando si avrà bisogno di fare una citazione, quando si sentirà la necessità di cercare ispirazione, quando ci si sentirà perduti e si avrà bisogno di ritrovare stimoli e motivazioni? Io però, confesso, non l'ho comprata. E il motivo per cui l'applicazione, ancorché non ufficiale, sia tra le più vendute dello store di iTunes è rimasto per me un mistero, anche a dispetto del faticoso processo di mimesi, che dunque evidentemente non è riuscito. Provateci voi e fatemi sapere le vostre esperienze. Così alla fine coi miei 0,79 Euro mi sono scaricato iCorona. È stato più forte di me. Non ho saputo resistere. Per questo, ripensandoci, sono giunto alla conclusione che invece la mimesi deve aver funzionato. Troppo.

mercoledì 3 marzo 2010

L'invasione delle ultrapatate


Doveva succedere, prima o poi. E non sorprende che a fungere da centravanti di sfondamento, i Signori dell'Agricoltura Industriale abbiano messo una bella patata. Il motivo è ovvio e risiede nell'immaginario che tutti noi abbiamo della patata. La patata è amichevole. La patata è benevola. La patata è popolare. Quindi cosa c'è di meglio di una bella patata per deflorare il lucroso mercato OGM? Sì, d'accordo, c'è anche la pannocchia del mais, ma è solo per le pari opportunità.

Comunque, niente paura: questa patata di nome «Amflora» e prodotta dalla BASF (sì, quella delle musicassette di una volta) è destinata al solo impiego industriale, essendo più ricca del normale di amilopectina pura, sostanza impiegabile con un certo sollazzo in diversi ambiti manifatturieri come la produzione di carta, calcestruzzo e sostanze adesive assortite. Il nocciolo della polemica risiede nel fatto che tale patata contiene un gene che le conferisce una particolare resistenza a un antibiotico fondamentale per la salute umana. E chi può dirsi certo dunque che quella patata non finisca prima o poi nel menù di qualche allevamento di bovini e quindi, per interposta bistecca, sulle nostre tavole?

Del resto è altresì chiaro che queste sono le solite strumentalizzazioni. Il progresso e la scienza sono inarrestabili e la società dovrà adeguarsi a essi, non il contrario. E poi che cosa ci sarà mai da temere da una bella patatina OGM? Il peggio che potrà succedervi sarà di avere degli Orgasmi Geneticamente Modificati. Su, non fate i soliti perbenisti, lo vedo che vi viene già voglia di provare.

martedì 2 marzo 2010

(S)manie di grandezza


L'arte della politica ha molto in comune con quella della prestidigitazione. In particolare entrambe si fondano su un imperativo categorico: attirare l'attenzione da una parte, per agire non visti dall'altra. Ebbene, non mi sorprenderei se tutto il casino inusitato delle liste di questi giorni, non sia stata una manovra creata ad hoc per distogliere l'attenzione da altre vicende che rischiano di diventare imbarazzanti per il nostro Premier. Mi riferisco innanzitutto alla notizia di pochissimi giorni fa, in base alla quale Silvio Berlusconi avrebbe acquistato un letto appartenuto a Napoleone Bonaparte.

Naturalmente non è dato sapere se la faccenda sia vera oppure no, benché conoscendo il soggetto e la sua predilezione per i letti, non sorprenderebbe più di tanto. Di sicuro c'è stata una smentita ufficiale, non tanto da parte di Silvio Berlusconi, privato cittadino collezionista di preziose antichità, quanto della Presidenza del Consiglio. Come se Gianfranco Fini dovesse riferire in Parlamento circa la sua nota passione per le mutande lunghe.

In ogni caso, credo sia opportuno fare alcune considerazioni a riguardo. La prima è tecnica. Un'informazione nell'era della comunicazione è più importante della sua veridicità. Ma il potere di diffondere la sua smentita è un fattore ancora più importante della notizia stessa. Le seconda è filosofica. Berlusconi che si compra il letto di Napoleone è come Ratzinger che si compra la Sindone. Una notizia perfettamente plausibile. La terza è ideologica. Berlusconi avrebbe comprato il letto per poi farlo "riadattare", anche se non si sa bene in che termini. In lunghezza? Andiamo, su... È ovvio che qualsiasi antiquario inorridirebbe di fronte alla volontà di imporre modifiche a un reperto così inestimabile, vanificandone di fatto l'autenticità e il pregio. Del resto nella prospettiva berlusconiana, modellare il letto di Napoleone a proprio capriccio, significa non solo poter crogiolarsi in notti imperiali, ma soprattutto esercitare, attraverso le vibrazioni storiche di quel talamo modificato in accordo alla propria volontà, l'idea della propria assoluta superiorità.

Così, adesso, approfittando del polverone Polverini, pare che il Premier abbia già sguinzagliato i suoi più fidati collaboratori per andare a recuperargli un altro giaciglio memorabile: il letto di John Holmes. Peccato che il buon Holmes non sia mai stato granché avvezzo all'utilizzo di tali ordinarie suppellettili. Per questo il fidato Letta avrebbe consigliato al Premier di orientarsi su un altro articolo: gli slip di Rocco Siffredi. In giro se ne trovano pochi, ma in compenso tutti come nuovi. Naturalmente il nostro avrebbe già messo in preallarme la sua sarta di fiducia.

lunedì 1 marzo 2010

Mammografia di uno scandalo


C'è una tendenza diffusa nei media, soprattutto quelli su Internet, all'abuso di certe parole, che vengono in questo modo formattate del loro significato originale e glassate di un nuovo gusto, simile all'originale, ma completamente diverso, come la crema pasticcera e il cioccolato bianco. Nella fattispecie le due parole sono "scandalo" con tutte le sue varianti, soprattutto l'aggettivo al femminile di hayworthiana (ma anche laviana) memoria "scandalosa", e "shock". Questi termini infatti sono usati sempre a indicare qualche figliola, più o meno famosa, attrice, attricetta, velina, velinetta, cantante, cantantetta, più o meno bella, soprattutto tetta, colta in giro per il mondo in atteggiamenti più o meno déshabillé.

L'ultimissimo caso è quello di Laetitia Casta ripresa alla cerimonia di premiazione dei César, gli Oscar francesi, con una veletta messa nel posto sbagliato. Senza entrare nel merito puramente estetico della scelta di Madame Accorsi, e del proposito suo e di altre come lei, di attirare l'attenzione su di sé, perché di questo si nutrono quei personaggi, è l'associazione che i media fanno a meri scopi acchiappaclick di un paio di tette alle parole scandalo o shock che inorridisce, perché anche questa è la cartina al tornasole di una società capace ormai di scandalizzarsi al massimo per una trasparennza mammaria, o di shockarsi per l'areola di un capezzolo.

Anche la storia dell'Arte è ricca di seni nudi di Veneri e Madonne assortite, e costoro di tutto fanno tranne che scandalizzare. Probabilmente, se Raffaello avesse dipinto il "Politico che corrompe un giudice" (olio su tela cm 85 x 60), forse adesso ci si scandalizzerebbe per qualcos'altro.

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