Vedere questi personaggi seduti su troni ceramici con le braghe o le calze calate, invece che sui loro consueti scranni vellutati (reali o metaforici), li spoglia innanzitutto di qualsiasi loro attributo di specialità, mettendoli sullo stesso piano di tutti gli esseri viventi come solo la morte sa fare (Totò la chiamava la livella), e secondariamente ci ricorda che il potere non esiste di per sé, ma è solo qualcosa che viene attribuito, tramandato, preso (e anche, si spera, tolto), ma resta comunque una sovrastruttura squisitamente umana.
Infine, a partire dalla considerazione laterale che la loro merda puzza e fa schifo tanto quanto la nostra, Guggeri ricorda che Il dovere quotidiano dei potenti dovrebbe essere quello di servire il popolo che defeca esattamente come loro e di tenere la merda e la puzza esclusivamente nell'ambito dei loro gabinetti.
Per cominciare bentornato, ho letto il tuo rientro ma con questo post mi strappi un commento ;-) E' da ieri che mi arrovello a ricordare una delle novelle di Pirandello in cui il personaggio non riusciva a non pensare a soggetti sussiegosi seduti al bagno a fare i loro bisogni ma non riesco a trovare la novella! La rete non mi è stata di alcun aiuto forse puoi aiutarmi tu. A presto. E' sempre piacevole leggere i tuoi post.
RispondiEliminaGrazie Antonio, e ben ritrovato! :-)
EliminaInteressante la tua segnalazione, ma purtroppo non so aiutarti. Piacerebbe anche a me sapere cos'è per dargli un'occhiata. Ho provato anch'io una ricerca in rete, ma inutilmente. Ma magari ti è rimasto impresso quello che è solo un inciso in una novella che parla di tutt'altro. Peraltro Pirandello ha scritto moltissimo, per cui è più facile trovare il classico ago nel pagliaio.
Grazie dell'apprezzamento. A presto. :-)