Naturalmente avendo voglia e tempo di andare a spulciare per bene, magari su Internet, sui blog, sui forum, eccetera, informazioni piĂ¹ dettagliate e puntuali a riguardo si troveranno. Ma la stragrande maggioranza dei cittadini questo non lo fa. La stragrande maggioranza dei cittadini rispetto all'informazione è completamente passiva e il picco del la sua attività è riuscire a farsi un bel nodo al bavaglino. Per il resto apre diligentemente la bocca e si lascia infilare il cucchiaio da Minzolini, da Rossella o da Mentana, senza neanche chiedere a che gusto è la zuppa. Figuriamoci scegliere dal menĂ¹.
Il massimo dell'informazione nazionale che sono riuscito a trovare in proposito è stato questo articolo di Repubblica.it che si presenta come - era ora! - una disamina esauriente per tutti coloro che vogliono destreggiarsi in questa sciagurata (?) riforma. Ma se si ha la pazienza di arrivare alla fine della lettura, ci si accorge di non avere aggiunto alcunchĂ© di significativo al proprio bagaglio di conoscenze, niente che consenta al lettore di formarsi un'idea. Quello che si trova, al massimo, sono opinioni preconfezionate, surgelate, liofilizzate, prĂªt-Ă -penser, e non le informazioni necessarie a cucinarsene una su misura.
Così, la mancanza di un'informazione degna di questo nome (o comunque l'estrema difficoltà nel recuperarla) non fa entrare il cittadino nel merito dei motivi che animano la rivendicazione e lo abbandona in balia della solita deriva strumentale - ovvero l'equivalente di una manipolazione - sia da destra che da sinistra, in quella digitalizzazione radicalizzata delle opinioni di cui ho parlato nel post precedente. E questo non accade solo oggi, nel caso della protesta degli studenti e dei ricercatori, ma tutte le volte in cui il cittadino si trova a confronto con un qualsiasi conflitto sociale che non sia legittimamente semplificabile a concetto digitale (divorzio sì/no, aborto sì/no, nucleare sì/no ecc.). Cioè quasi sempre.
Di certo assistere alla moltiplicazione del numero di pietanze preconfezionate nei banchi surgelati dei supermercati non mi rende particolarmente ottimista.
Io ho l'impressione che a un popolo come il nostro, abituato fin dalla notte dei tempi a semplificare tutto in codice binario (cfr Guelfi e Ghibellini), questa idea del bipolarismo abbia definitivamente fottuto il cervello...
RispondiElimina"O sei con noi o sei contro di noi" è ormai la cifra di qualsiasi discussione, e chiunque sparigli le carte cercando di restare nella zona grigia viene di solito accusato da entrambe le parti, con effetti tragicomici.
Un esempio? Roberto Saviano, che quando cita Pound tra le sue influenze è fascista, quando tira in ballo la Lega è comunista. Mah...
Riguardo alla protesta studentesca, ho fatto il tuo stesso tentativo, invano. Ieri sera ho poi ammirato in un talk show lo scontro tra la Meloni e gli studenti.
Studente: Avete tagliato le borse di studio!
Meloni: Non è vero!
Studente: Invece sì!
Meloni: Invece no!
Studente: Gnè gnè gnè!
Meloni: Specchio riflesso!
Fine del dibattito. Chi era con gli studenti è rimasto con gli studenti. Chi era col governo è rimasto col governo. In entrambi i casi piĂ¹ per partito preso che altro. Di nuovo, mah...
Sì, purtroppo culturalmente abbiamo sempre bisogno di etichettare ogni cosa.
RispondiEliminaNon riusciamo mai a cogliere i problemi nella loro complessitĂ , tutto viene banalizzato e appiattito a misura di uomo comune.
Peccato che oramai l'uomo comune ha il cervello atrofizzato.
non credo che sia il problema della sola Italia.
RispondiEliminaovviamente, nel nostro paese, l'informazione è divenuta, ormai da tempo, disinformazione\ malainformazione, manipolatrice, offensiva e quasi terroristica nel modo di rivolgersi agli "spettatori" (perchĂ© ormai è così che vengono considerati i cittadini). come dici te, sia a destra che a sinistra ti imboccano con la pappa giĂ pronta, questo dimostra (secondo il mio opinabilissimo parere), se ce ne fosse ancora bisogno, quanto i mala tempora odierni siano figli non solo del berlusconismo ma, piĂ¹ in generale, di un declino culturale, e quindi anche politico, della societĂ nell'insieme(italiana-europea-occidentale).
"Alla Sapienza gli studenti protestano sui tetti. Si preparano al mondo del lavoro" (spinoza.it)
RispondiEliminaMarziano, delle manifestazioni animaliste a cui partecipo non solo non vengono diffuse notizie sulle motivazioni, ma nemmeno sulla loro esistenza.
Oltre che con una consapevole volontĂ di manipolazione o di omertĂ , qui ci scontriamo purtroppo con vera e propria incapacitĂ allo stato puro: il 99% dei giornalisti italiani sono o servi o mafiosi o semianalfabeti raccomandati o tutte e tre le cose assieme...
RispondiEliminaabo: mi consolo che non sono l'unico ad avere notato questo e ad averci provato invano.
RispondiEliminaL.Z.: l'uomo comune ha il cervello atrofizzato di default. E' la sua condizione naturale. Nasce così. Dovrebbe essere compito della cultura abituarlo ad usarlo. E con questo mi pare di aver detto tutto.
@Einzinge: ecco, quanto questa sindrome sia diffusa a livello piĂ¹ generale di "homo sapiens", e quindi indipendente da un certo substrato sociale nazionale, è una curiositĂ che ho anch'io. E ho il sospetto, come te, che non sia un fenomeno prettamente italiano. Nessuna presunzione, dunque. PerĂ² che in Italia, rispetto ad altri paesi occidentali, si notino certi aspetti particolarmente esasperati, questo penso proprio di sì.
@il Socio: quindi quelle manifestazioni non esistono, dunque non c'è neanche da parlarne. E così il cerchio si chiude.
@Zio Scriba: sì, probabilmente è un misto di tutte le cose. In effetti è difficile discriminare dove finiscano la (pretesa) necessitĂ di semplificazione tale da rendere i fatti comprensibili a tutti, e di spettacolarizzazione tale da rendere la realtĂ piĂ¹ interessante (e dunque vendibile) di quello che è, e inizi l'incapacitĂ dei giornalisti di tracciare dei quadri che diano le informazioni necessarie in maniera giustamente comprensibile.
RispondiEliminaPurtroppo l'unica via di uscita sarebbe la ricerca personale, ma anche animato dalle migliori intenzioni, uno mica lo puĂ² fare sempre...
Se spieghi per bene come funzionano le cose, la gente poi comincia a pensare..
RispondiElimina@patè: temo che quelli che leggono le istruzioni, siano quelli che già sanno come funzionano le cose e vogliono solo delle conferme. D'altra parte temo che quelli che non sanno come funzionano le cose, non sanno nemmeno che le cose hanno un funzionamento.
RispondiEliminaeh già , l'informazione italiana oggi ci dice, quando va bene, il chi, il cosa, il dove e il quando, ma non ci dice le cause, i perché
RispondiEliminaobiettivo primario per un giornalista
ma d'altra parte non ci sono piĂ¹ i giornalisti di una volta
(cazzo, se sono nostalgico in questo commento)
@Marco (Cannibal Kid): forse non ci sono neanche piĂ¹ i lettori di una volta (e la nostalgia aumenta).
RispondiEliminaLasciando da parte le disquisizioni filosofiche, peraltro apprezzabili in qualunque forma siano espresse, credo che gli studenti (e altri, ex studenti ma ormai fuori corso da un pezzo) siano saliti sui tetti perché, visti i precedenti, passati e recenti, era l'unico posto che li allontanava dalle possibili probabili manganellate.
RispondiEliminaTolta una sparuta minoranza, non credo sappiano bene per cosa protestano.
Tanti slogan, tante frasi fatte, ma ho l'impressione che il cuore dei problemi della scuola sia ignoto ai piĂ¹.
I quattro gatti intervistati dai tg, o erano stati scelti prima (per dimostrare al mondo questa ignoranza), in base alla (poco/nulla) conoscenza degli attuali problemi della scuola, o erano gnocchi per merito proprio.
E purtroppo da parte dei professori (tutti ufficialmente comunisti, al pari dei giornalisti), non mi risulta siano arrivati lumi in merito ai ragazzi.
Professori no, giornalisti no, televisioni no: le informazioni, i chiarimenti, gli studenti da chi le avrebbero avute?
Direttamente dalla Gelmini, ovviamente nebulose; quindi osteggiate a priori, solo per il fatto che provenivano dalla Gelmini.
Le ragioni profonde della rivolta le ha spiegate una ragazza in una lettera a Berlusconi. Hai perfettamente ragione a dire che l'informazione è atrofizzata e che che c'è una deriva verso l'ipersemplificazione ma fino a quando si vedono lettere così c'è speranza.
RispondiEliminaI cibi preconfezionati non li sopporto preferisco scegliere gli ingredienti e cucinare con passione per me stesso e gli altri commensali...l'informazione aspetta con trepidazione il prossimo caso Scazzi per quietare l'appetito dei consumatori medi...e non solo.
RispondiEliminaUn saluto
ieri sera, guardando Santoro, con gli studenti in diretta che parlavano, qualcosina in piĂ¹ s'è cominciato a capire, ma il mio dubbio è che tutto è così volutamente "annebbiato" anche perchè ho dubbi che la Gelmini stessa sappia quel che ha prodotto..
RispondiEliminail concetto sicuro è "TAGLI" alle università statali e possibilità per quelle private come CEPU, dell'amicone del Berlusca, di accedere a fondi pubblici..
giĂ solo questo punto basterebbe per rivoltare le cittĂ da capo a piedi.
@gattonero: vista da questa prospettiva, mi sembra che manifestare sui tetti sia una trovata quantomai opportuna. Quanto al fatto che la Gelmini ci abbia capito qualcosa, permettimi di esprimere piĂ¹ di un dubbio.
RispondiElimina@Antonio: è davvero molto bella la lettera e grazie di averla condivisa. Tuttavia dubito che possa avere qualche effetto su Berlusconi & C. (sempre che lui l'abbia letta e, avendola letta senza addormentarsi, che l'abbia capita), ma di certo è una di quelle cose che nutre e dà speranza al movimento.
@mark: mi sa che il prossimo caso Scazzi è già tra noi, purtroppo.
@Pecora Rossa: in questi casi c'è sempre chi ha la volontĂ di tenere tutto nella nebbia, perchĂ© ciĂ² consente la strumentalizzazione sui (soliti) concetti generali e ideologici. Del resto è anche vero che non è mai semplice, anche per gli addetti ai lavori, comprendere le vere conseguenze su larga scala di una serie di provvedimenti, se non quelli dagli effetti piĂ¹ prossimi e psicologicamente traumatici per i diretti interessati (tagli e riduzioni di organico). Come è pure vero che non si assiste mai all'adozione di provvedimenti di altro tipo. Insomma, piĂ¹ prosaicamente, si sa, i fondoschiena sono sempre gli stessi!
Circa i privilegi nei confronti della scuola privata, considerato il grave stato di degrado e abbandono in cui versa la scuola pubblica, hai ragione. Questa cosa dovrebbe mandare in piazza dieci milioni di persone. Dieci. Ma perché nessuno organizza?
A pensarci bene, a farla da padrona oggi qui in Italia sono proprio i "Quattro salti in padella" preludio di una brace sempre piĂ¹ vicina se non ci si dĂ una svegliata in fretta...
RispondiElimina(Mi sono mancati i tuoi post :-( non ti abbandono piĂ¹ d'ora in poi!!!)
@Vaniglia: I 4 salti in padella non sono un preludio. Sono giĂ un epilogo.
RispondiElimina(Bentornata su Marte!)
Quoto gatto nero! Il problema che lo spazio a loro concesso per spiegar bene è pochissimo. Lasciano appena un cinque minuti e giĂ¹ sparano velocemente (a volte concetti che necessiterebbero di almeno un'ora buona di elencazione motivi per non parlare poi della discussione che ne verrebbe fuori) un fiume di parole non sempre comprensibilissimi per la maggior parte degli spettatori. Hai centrato in pieno. Manca, manca manca! Ci vorrebbe un bel cel'ho di trasmissione informatutti, soprattutto genitori e ignorantoni che continuano a dire: che cavolo vogliono questi scansafatiche? :(((((
RispondiEliminaOdio le espressioni di Gelmini, Meloni e compagnia bella: manifestazioni di stizza e fastidio alle parole di studenti e ricercatori. LE ODIOOOOOOOO!
@petrolio: al di lĂ del fatto che questo è un problema connaturato ai meccanismi dell'informazione, credo che saper comunicare le cose essenziali nella maniera migliore nel poco spazio concesso è la cosa piĂ¹ difficile e, nel contempo, quella piĂ¹ importante che esista. Eppure spesso viene sottovalutata.
RispondiEliminaLe manifestazioni di stizza e fastidio, espressioni facciali comprese, sono spiegate per filo e per segno nel Capitolo 3 del Manuale delle Giovani Ministre del PdL.
Credo che le parole di una ragazza, in questo articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/02/rispondete-a-francesca/79920/ in merito alla protesta siano piĂ¹ che chiare.
RispondiEliminaNoi manifestiamo per chi verrĂ dopo di noi
@Inneres Auge: le parole sono chiare, ma il punto è che una riforma parla di fatti, ovvero di provvedimenti pratici, di cause, mentre quelli di cui parla la ragazza sono effetti, effetti che, chi lo volesse fare, potrebbe imputare anche ad altri fattori, tipo la crisi mondiale, la globalizzazione, una visione mancina del mondo, l'estinzione dei panda eccetera.
RispondiEliminaIl problema è far comprendere all'opinione pubblica come le due cose sono collegate. Un conto è protestare per una vita migliore e piĂ¹ degna (e chi non condivide un'istanza del genere?), altro è protestare perchĂ© "quella" legge lì fa schifo.
Se le due cose coincidono, ovvero se la seconda influenza fortemente l'una, bisogna far capire alla gente in che termini lo fa.
è anche molto comodo per i media non dare voce a chi nella protesta ha delle idee (e parlo in qualità di ex-studentesca che si era ritrovata qualificata di brutta anarcoide nei giornali, senza che la mia opinione sul perché protestavo fosse stato spiegato e chiarito)...
RispondiEliminaquest'anno all'università dove collaboro in modo occasionale, [perché col cavolo che trovano studenti per fare i lavori anche pagati] mi hanno detto che non avranno i soldi per farmi lavorare, a me non interessa visto che ho dell'altro ma per una persona che vive in modo precario solo di contratti universitari si ritrova a dover cercare altrove, anche se questa persona è meritevole.
Un giorno, mentre la tempesta imterterrita si abbatteva sulla facoltà , giunse tal professore, il quale, con finto stupore, asserì: come mai siete concordi con la riforma?
RispondiEliminaIl silenzio prese il sopravvento in un'aula di 100 e piĂ¹ studenti.
Se non state sui tetti, immagino che siate concordi.
Il silenzio continuĂ² ad essere l'unica rispsota.
Ma sapete nulla della riforma?
Il silenzio prese coraggio, ed iniziĂ² a mormorare: battutine, brosii, sghignazzamenti e quant'altro.
Alchè il professore, disse: bene, possiamo iniziare la lezione.
Io dissi: sta pensando che sia uno schifo!?
Ed il professore: si, è uno schifo che tu stia qui!
Ovviamente, essendo totalmente assuefatto, non ho letto il testo e neache l'ho cercato. E me ne vergogno piĂ¹ degli altri, non avendo le loro valide giustificazioni.
Ma chiedo qui (chi l'avrebbe mai detto, io che faccio una domanda seria ad un marziano), dove posso trovare il testo?
le idee, poi, lasciatemele fare a me, visto che non mi sento di dar del tutto ragione al sistema universitario fin'ora presente.
@dizaon: ritengo che la "comoditĂ " dei media sia legata per lo piĂ¹ alla semplificazione e alla sensazionalizzazione. E messe insieme, queste due caratteristiche da sole sono sufficienti a far abdicare al concetto stesso di "informazione".
RispondiEliminaAnche se poi anche il pubblico ci mette del suo.
Il resto sono solo conseguenze di decenni di cattive amministrazioni. E quando dico cattive intendo che c'è di mezzo sia l'incapacità che la disonestà .
@Sig. Chiedo scusa...: ti ringrazio della testimonianza. Quanto al testo originale della riforma, puoi trovarlo qui: http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0040500.pdf
La ringrazio per la disponibilitĂ e colgo ancora l'occasione per scusarmi (qualora non l'abbia fatto) d'aver vomitato sul suo tappetino persiano.
RispondiEliminaCerto della scontatezza sull'interpretazione del mio linguaggio semantico-pragmatico, l'aggiorno anche su un'ulteriore diagnosi a cura del mio strizzacervelli. Pare che io abbia avuto, durante l'infanzia, uno sviluppo sensoriale superiore alla media del contesto, in relazione alla fascia d'etĂ . Pefettamente percepita, ma interpretrata dal medesimo come inabilitĂ e inadeguatezza.
E' bello scoprire di non aver vissuto perchè ci si è fatto una diagnosi sbagliata, da cui comprenderà perchè ora confido in una terza bomba atomica.
Mi scusi; ma sĂ , il cervello vomita nei posti e modi piĂ¹ impensabili.
@Sig. affetto da Sindrome di Asperger: lei mi lusinga, ma quello non era un tappetino persiano. Era una volgare imitazione Made in China. E comunque non mi pare sia il caso che lei si butti giĂ¹ così. PiĂ¹ che una bomba, le consiglio un bombardino.
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