Datemi dunque qualche giorno per organizzarmi e per prepararlo.
Nel frattempo vi anticipo qui sotto l'introduzione e, a lato, la bozza della copertina. A tale riguardo non sono del tutto sicuro del titolo. Per coerenza rispetto a quanto esposto qualche giorno fa, non volevo che ci fosse dentro la parola "decrescita", ma nemmeno "sviluppo sostenibile". Se dunque vorrete darmi i vostri pareri, opinioni o consigli in merito, sarete i benvenuti.
Ed ecco l'intro:
"Qualcosa sta accadendo. Se ne vedono i profili aguzzi all'orizzonte, come una sorta di minacciosa silhouette d'inchiostro in continuo movimento. Non si capisce ancora di preciso di che cosa si tratti e, soprattutto, quale portata possa avere, ma è da ottusi negare, fare finta di niente, o affidarsi all'ottimismo, pensando che il vento cambierà e l'allontanerà dalla costa, solo per adottare un alibi confortevole che eviti di pensare al peggio. Del resto non serve nemmeno l'occhio di un esperto per intuire che quelle avvisaglie non parlano di giornate da gita fuori porta e notti stellate in riva al mare.
Qualcosa sta accadendo. Perché questi non sono Tempi Normali, sempre che Tempi Normali nella storia siano mai esistiti. Eppure adesso si percepisce nell'aria qualcosa di veramente nuovo, come il profumo di una consapevolezza inedita, che forse molti non hanno ancora razionalizzato o assimilato, ma che iniziano a sentire come istanza che si fa strada, magari non del tutto definita nei suoi contorni, ma sempre più pressante e sempre più ineludibile. Lo si vede dai movimenti che fioriscono spontanei in tutto l'occidente, lo si vede dalla partecipazione alle manifestazioni e dalla loro frequenza, lo si capisce dai discorsi nei social media. E ogni giorno che passa lo si può (o meglio lo si deve) ignorare sempre meno.
Qualcosa sta accadendo. In Italia e nel mondo. E non c'è dubbio che abbia ha a che fare con un'esigenza condivisa. È probabile che ciascun individuo senta l'urgenza a modo suo, che la interpreti secondo la sua personale prospettiva di vedere la vita, in base alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla sua condizione economica e sociale, ma il dato di fatto, se te ne vai in giro a osservare e ascoltare, è che la gente parla sempre più di cambiamento. Cambiamento in generale, perché semplicemente il sistema non ce la fa più. La gente sente che qualcosa in qualche modo si sta spezzando. Un semplice equilibrio che comincia a vacillare. E se la Terra se ne sta accorgendo dal punto di vista ecologico, chi è dotato di maggiore sensibilità , comincia a rendersene conto anche in termini psicologici e sociali, individuali e collettivi. E in tutto questo il punto difficile da smentire è: «Non si potrà andare avanti così ancora a lungo».
Qualcosa sta accadendo. Perché l'impressione è che un vento di cambiamento così sovranazionale, trasversale e generalizzato non si sia mai sentito, almeno non in tempi recenti. Forse davvero mai. Non è detto che queste energie remino tutte nella stessa direzione, anzi probabilmente non è così. Spesso queste forze spingono in direzioni opposte, ognuna inseguendo una propria traccia di filosofia o di convenienza (o entrambe), con il risultato di non riuscire a spostare di molto il baricentro della società . Eppure i segnali che indicano una strada privilegiata a mio avviso ci sono, come i funghi colorati che punteggiano i margini di una pista di decollo immersa in una nebbia uniforme.
Qualcosa sta accadendo. Ma la difficoltà è catalizzare e dare consapevolezza e orientamento comuni a tutte queste energie, affinché qualcosa di buono accada sul serio. E questo si può fare solo con la cultura e la conoscenza, l'informazione e lo stimolo alla riflessione e alla partecipazione. Questo è il motivo per cui è nato questo piccolo Libretto verde, che raccoglie una serie di note monografiche pubblicate a puntate sul blog Il grande marziano tra ottobre e novembre 2011, in merito alla Filosofia della Decrescita, forse l'unica soluzione vera, seria, ragionevole, pratica, attuabile e lungimirante rispetto ai problemi che stiamo vedendo addensarsi all'orizzonte e che sono già in viaggio verso di noi. Il proposito è dunque quello di dare uno strumento informativo agile, semplice, breve, facilmente distribuibile e, soprattutto, gratuito che contribuisca a proporre i concetti dell'unico cambiamento possibile, cercando di alimentarne la riflessione. Perché è solo dalla cultura che questo cambiamento potrà cominciare e diffondersi, perché si tratta di un cambiamento che non può prescindere dal rinnovamento delle coscienze di chi lo desidera e lo deve (e lo può) cominciare a realizzare.
Qualcosa sta accadendo. E se siete qui, forse è perché state cominciando ad accorgervene anche voi. Ma qui dentro non troverete soluzioni liofilizzate, né presunzione di completezza o di esaustività , bensì le informazioni minime necessarie, qualche idea su cui ragionare e, soprattutto (ed è quello che spero), una manciata di stimoli che vi spingano ad approfondire l'argomento, a pensare che vale la pena rifletterci su, perché forse in questa proposta di cambiamento c'è davvero qualcosa di buono, qualcosa che vale la pena di fare proprio, facendolo diventare qualcosa di più dei buoni propositi e delle belle parole che svaniscono insieme con la chiusura del libro, come nuvole di un profumo inebriante al fiuto, ma che non vi sognereste mai di spruzzarvi dietro alle orecchie.
Qualcosa sta accadendo. Qualcosa accadrà , presto o tardi, su questo potete giurarci. E sarà comunque un cambiamento sociale forte, radicale, epocale, globale. Sta dunque a noi capire se esserne soggetti attivi e provare a farlo controllandolo secondo le modalità nostre, o lasciare invece che le cose vadano per conto loro e il sistema ci travolga secondo i capricci suoi, lasciandoci in balìa di un destino che non abbiamo voluto e che dovremo subire, probabilmente - a quel punto - senza poterci fare granché.
Qualcosa sta accadendo. Siamo ancora in tempo.
Facciamolo accadere noi."
verde-marziano, verde-speranza o verde... bile?
RispondiElimina(o, più semplicemente, nel senso che siamo tutti al verde?)
Non so se qualcosa di positivo stia accadendo, parlando cioé di quante forze siano in movimento su quella traettoria, ma confermo che il concetto di decrescita mi sembra importante.
RispondiEliminaio lo so che tu ora mi odierai ma...posso dire una cosa? ....io ho letto abbastanza di quanto hai scritto finora e ho sempre tovato quasi "perfetto" il modo in cui arrivavi al dunque delle cose cambiando la prospettiva di chi stava leggendo. beh, ecco...questa tua introduzione non ce l'ha questa cosa qui. non è che sia "brutta" è solo che...le manca qualcosa, forse quella sobrietà espositiva che era invece la vera forza di tutto quanto hai scritto finora.
RispondiEliminasolo mio modesto parere, ovviamente.
spero tu non me ne voglia.
Superbianchi
@Zio Scriba: bè, vista così, almeno dal punto di vista del colore, dovremmo esserci. ;-)
RispondiElimina@Adriano: di sicuro c'è "movimento" come forse non c'è da molto tempo. In confronto a quello che si vede e si sente in giro, i No Global di dieci anni fa erano un movimento molto più di nicchia. Il fermento che si sente oggi ha i contorni di una sorta di evoluzione del movimento No Global, ma qualcosa di maggiormente condiviso e trasversale e per questo, forse, più maturo e potenzialmente più capace di arrivare da qualche parte.
@Anonimo: figurati se ti odio. Hai fatto benissimo a dire la tua opinione. Ci rifletterò su, anche se a dire il vero non mi sono mai sentito particolarmente sobrio (non nel senso del tasso alcoolico!). Diciamo che qui non c'è alcuno spostamento di prospettiva e il ragionamento è senza dubbio più lineare e questo può penalizzare un po' la intro. Però rifletterò senza dubbio su quanto hai detto. Ti ringrazio, anche perché darsi la pena di scrivere un commento come questo, implica un apprezzamento del resto e un interesse che mi gratificano molto. Grazie di tutto. :-)
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