A fronte della strumentalizzazione e della manipolazione con cui questi referendum sono stati impregnati fino a farli considerare non più dei quesiti nudi e crudi sull'abrogazione di norme specifiche, quali i referendum tecnicamente sono, bensì un sondaggio sull'operato del governo (in effetti tutte le norme abrogate erano state approvate da governi presieduti da Silvio Berlusconi) e direttamente sulla figura del Premier, almeno grazie al quesito sul legittimo impedimento, a ben vedere non mi pare ci sia proprio granché da festeggiare. Perché come dicevo nel mio post precedente, era il quorum il vero obiettivo, e ne sono ancora convinto, ma il 54,8% degli aventi diritto è sì un quorum, ma un ben misero risultato a fronte dell'importanza di quello che veniva chiesto, a fronte di quello che veniva sperato, a fronte del segnale che si sperava di ottenere e del significato che si era voluto attribuire al tutto, a fronte del 45,2% (circa 23 milioni di italiani) che invece ha dimostrato di non importargliene un bel fico secco. Ci sarebbe voluto almeno un 75/80% di votanti per dimostrare che la sveglia era davvero suonata. Invece è stato un semplice sbadiglio e non è abbastanza per sapere se l'Italia sta per svegliarsi del tutto o se invece si è già girata dall'altra parte.
Referendum: illusione accarezzata e occasione sprecata
Scemati i livelli di adrenalina da percentuali, passata la sbornia da quorum e i suoi postumi, rientrati perfino i crampi alle dita delle mani insorti a furia di segnare la "V" di vittoria, è il momento di guardare indietro e provare a valutare che cosa è successo. Il risultato "tecnico" del referendum lo sanno tutti. Hanno vinto i SI per circa il 95%, le quattro norme sono state abrogate, con un quorum raggiunto grazie più o meno a 28 milioni di italiani che si sono recati alle urne. E detta così sembra una roba biblica. Anche stando all'entusiasmo che ha gasato le piazze dopo i risultati, s'è percepita un'atmosfera di attraversamento del Mar Rosso, come una fuga riuscita dall'Egitto del faraone-despota. Ma temo che tutto questo sia il frutto di un'autoillusione, come un miraggio nel deserto del Sinai.
A fronte della strumentalizzazione e della manipolazione con cui questi referendum sono stati impregnati fino a farli considerare non più dei quesiti nudi e crudi sull'abrogazione di norme specifiche, quali i referendum tecnicamente sono, bensì un sondaggio sull'operato del governo (in effetti tutte le norme abrogate erano state approvate da governi presieduti da Silvio Berlusconi) e direttamente sulla figura del Premier, almeno grazie al quesito sul legittimo impedimento, a ben vedere non mi pare ci sia proprio granché da festeggiare. Perché come dicevo nel mio post precedente, era il quorum il vero obiettivo, e ne sono ancora convinto, ma il 54,8% degli aventi diritto è sì un quorum, ma un ben misero risultato a fronte dell'importanza di quello che veniva chiesto, a fronte di quello che veniva sperato, a fronte del segnale che si sperava di ottenere e del significato che si era voluto attribuire al tutto, a fronte del 45,2% (circa 23 milioni di italiani) che invece ha dimostrato di non importargliene un bel fico secco. Ci sarebbe voluto almeno un 75/80% di votanti per dimostrare che la sveglia era davvero suonata. Invece è stato un semplice sbadiglio e non è abbastanza per sapere se l'Italia sta per svegliarsi del tutto o se invece si è già girata dall'altra parte.
A fronte della strumentalizzazione e della manipolazione con cui questi referendum sono stati impregnati fino a farli considerare non più dei quesiti nudi e crudi sull'abrogazione di norme specifiche, quali i referendum tecnicamente sono, bensì un sondaggio sull'operato del governo (in effetti tutte le norme abrogate erano state approvate da governi presieduti da Silvio Berlusconi) e direttamente sulla figura del Premier, almeno grazie al quesito sul legittimo impedimento, a ben vedere non mi pare ci sia proprio granché da festeggiare. Perché come dicevo nel mio post precedente, era il quorum il vero obiettivo, e ne sono ancora convinto, ma il 54,8% degli aventi diritto è sì un quorum, ma un ben misero risultato a fronte dell'importanza di quello che veniva chiesto, a fronte di quello che veniva sperato, a fronte del segnale che si sperava di ottenere e del significato che si era voluto attribuire al tutto, a fronte del 45,2% (circa 23 milioni di italiani) che invece ha dimostrato di non importargliene un bel fico secco. Ci sarebbe voluto almeno un 75/80% di votanti per dimostrare che la sveglia era davvero suonata. Invece è stato un semplice sbadiglio e non è abbastanza per sapere se l'Italia sta per svegliarsi del tutto o se invece si è già girata dall'altra parte.
Penso che sia proprio il raggiungimento del quorum un problema. Se il quorum non ci fosse, penso che (per quanto paradossale) molta più gente andrebbe a votare.
RispondiEliminaVisti tutti gli inviti all'astensione, passa l'idea (o rischia di passare l'idea) che astensione=NO voto=SI. Il che sarebbe contrario anche alla segretezza del voto previsto dalla costituzione.
Ergo: se il quorum non vi fosse, questo tipo di inviti all'astensione non vi sarebbero e quindi le percentuali di votanti aumenterebbero.
sono d'accordissimo con sandro, un po' meno con te caro marziano. i numeri si valutano in termini assoluti, e il tuo ragionamento non fa una piega, poi anche in termini relativi ed allora devi considerare:
RispondiEliminaa) rispetto ai referendum degli ultimi anni c'è stata una crescita notevolissima
b) senza contare gli italiani all'estero, molto meno appassionati di noi in territorio italico, la percentuale sarebbe di un quasi 58
no, non è stato uno sbadiglio... ;-)
Sandro ha ragione, è quello che ho pensato pure io. Purtroppo c'è gente che pensa "il mio voto è decisivo allora non vado" oppure tanti che vedono le percentuali basse e non ragionano in termini statistici, dunque non vanno a votare.
RispondiEliminaIo penso che il quorum (che continuo a considerare regola vergognosa e truffaldina) sia stato uno splendido risultato, eccezionale e irripetibile (se non verrà abolito o ridimensionato, sono sicuro che non verrà raggiunto mai più!)
RispondiEliminaNon dimentichiamo che stiamo parlando dell'Italia, un paese che non raggiunse il quorum nemmeno in referendum d'importanza VITALE come quello contro i pesticidi cancerogeni, per non parlare della ridicola e squallida percentuale del referendum precedente contro la legge talebana sulla fecondazione assistita.
Certo, è inutile mettersi a fare i balli in pazza, ed è sbagliata l'eccessiva strumentalizzazione, ma il segnale c'è stato, e pure forte. Speriamo solo non sia stato inutile...
Io sono totalmente d'accordo con Sandro e con Robydick :)
RispondiEliminaVisto che siete più o meno tutti sulla stessa lunghezza d'onda, proverò ad articolare una risposta comune.
RispondiEliminaIl risultato del quorum non si discute. Come non si discute il fatto che erano sedici anni che il quorum non veniva raggiunto, e stavolta invece lo è stato. Se quei sedici anni li vediamo come l'attestazione del berlusconismo in Italia che hanno contribuito ad anestetizzare la coscienza civile in Italia, allora questo "Quorum" qualcosa deve significare. Infatti non lo nego. C'è un fermento, un'atmosfera, una voglia diffusa di rinnovamento ("cambiamento" mi pare una parola troppo forte), di aprire porte e finestre e cambiare l'aria che ormai la puzza sta diventando insostenibile.
Difatti era proprio quello che mi auguravo quando ho scritto il post precedente, su quello che importava a me, e che non sto rinnegando.
Il quorum è un ottimo risultato. Pensate che sconforto, se il 50% non fosse stato raggiunto. Quindi non fraintendetemi, non sto dicendo che è stato un fallimento. E' stato un segno che la società italiana non è in coma, che non è un vegetale. L'encefalogramma non è piatto. Non ci sono gli estremi per staccare la spina, insomma.
E' chiaro che l'esistenza di questo meccanismo perverso che è il quorum condiziona di per sé la gente a non andare a votare se vuole dire NO. E questo penalizza l'affluenza. E anch'io sono abbastanza convinto che se non ci fosse il quorum ci sarebbe maggior incentivazione ad andare alle urne. Per lo meno in quel caso, chi non andasse a votare dimostrerebbe solo indifferenza e non avrebbe alcun potere. Dunque chi volesse dire NO, sarebbe costretto ad andare.
Ma nel caso di questa consultazione, come dicevo nel post precedente, i SI e i NO contavano poco. Era il quorum il vero protagonista. E nella fattispecie, ammetterete che è un quorum abbastanza risicato, il 55%. Non giustifica euforia, non è sinonimo di rivoluzione in atto, non corrisponde a un cambiamento epocale. E' stato un discreto segnale popolare di un determinato momento sotto determinate condizioni.
Meglio così che il contrario, ovvio. Ma ho assistito a scene da vittoria ai mondiali che mi sono parse esagerate e illusorie. Quello che voglio dire è che non è il caso di farsi prendere dall'euforia pensando chissà che. Questo è solo un piccolo passettino nella giusta direzione. Per ora non è cambiato ancora niente.
Io ho visto scene di euforia maggiore per le "vittorie" di Pisapia e DE Magistris, quelle si che erano totalmente fuori dal mondo!
RispondiEliminaA me francamente, non sembra un quorum così risicato, tanto più se si tiene conto della totale disaffezione ai referendum registrata negli ultimi lustri. E' accaduto però, a mio avviso, che impropriamente la compagine di sinistra si stia appropriando di un risultato che è invece anche figlio di tanti cittadini che hanno voluto rendere la loro testimanianza di partecipazione democratica andando a votare no. Così come sarebbe troppo comodo pensare che i si siano tutti da attribuire ai simpatizzanti dei partiti di sinistra. C'è, peraltro un grave pericolo: molti leader a sinistra hanno voluto leggere in questo risultato l'assoluzione da parte dei propri elettori del proprio modo di fare politica. Credo invece che la spaccatura tra una parte dell'elettorato di sinistra e, segnatamente il PD sarà insanabile sinchè i suoi dirigenti non torneranno a fare politica tra la gente, cominciando magari a parlare seriamente di riforma elettorale e di una sostanziosa limitazione dei tanti, troppi privilegi della classe politica. In questo senso questa miopia politica risulta ancora più grave se si pensa che non più tardi di qualche settimana le amministrative a Napoli e a Milano sono state vinte da candidati non provenienti dalla nomenklatura del PD e, nel caso di De Magistris, da rappresentanti di un populismo che rischia di avvelenare ancora una volta le normali dinamiche democratiche,e ciò, dopo 15 anni e passa di governo Berlusconi penso che basti! Stendiamo poi un pietoso velo sulle ultime esternazioni di Bersani nei confronti della Lega, se continua così rischia di farsi scavalcare a Sinistra persino da uno come Alemanno.
RispondiEliminaC'è una contraddizione in quello che penso in questo momento, ma funziona proprio così. Sono convinta che tu abbia ragione, non ci sarebbe da esultare, in un Paese sano, se il 55 % delle persone aventi diritto partecipassero a una consultazione elettorale, se solo poco più della metà dei cittadini volessero dire la loro su temi che riguardano il loro futuro e il futuro della democrazia in casa loro. Il problema è che l'Italia non è un Paese sano e questo quorum malaticcio ci sembra il segnale di una possibile uscita da un coma che sembrava irreversibile il che, nella criticità della situazione, sembra un'ottima notizia. Quindi penso che sia legittimo gioire nell'intravvedere una possibilità di sopravvivere, quando tutto sembrava perduto.
RispondiEliminaMi sono letto sia il post che le risposte ai commenti. Ok, tralasciando l'eccesso di euforia che è un'aspetto oramai radicato nella prassi italiana, mossi più che altro da un profondo spirito da bordello alla stadio; il punto è che di fronte ad una simile affluenza (mai verificatasi in passato per un referendum), preceduto anche da elezioni che hanno manifestato una chiara volontà di cambiamento - senza favorire in via univoca l'opposizione o un qualche nuovo schieramento, ma manifestando un semplicemente dissenso verso l'attuale governo - sta a significare che il PDL in prossimità di nuove elezioni ha perso i numeri per raggiungere la maggioranza. L'unica cosa che penso è se tutti i maggiori esponenti del partito si opporrebbero a berlusconi, come sulla falsariga filiana, inscenando loro stessi un'aura interna di cambiamento.
RispondiEliminaAh si, dovevo infarcire l'intervento con un po di scemenze, ma vado di fretta.
RispondiElimina@Inneres Auge: diciamo che quelle erano "concentrate", come l'ammorbidente.
RispondiElimina@Ezra: vista retrospettivamente, l'inversione di tendenza c'è ed è palese. Ma quello che ho voluto sottolineare è stata la percezione di una sensazione diffusa di conquista, quando invece la vittoria di un referendum come questo, con questi numeri, non significa granché, se non dentro il perimetro delle strumentalizzazioni che, potendolo fare, ciascuno fa a suo uso e consumo. E' quello che ha fatto la Lega, ed è quello che a maggior ragione hanno fatto i partiti della sinistra. L'unico che non ha potuto farlo è stato il PDL, per ovvi motivi. Dunque è normale che tutti si approprino di qualcosa che fa loro comodo.
Quanto poi alla situazione del PD, personalmente nutro il sospetto che le cose, oggi, passati i vari Mastella, Rutelli, Binetti e Bertinotti (diffidate di quelli di sinistra con i nomi che hanno una doppia consonante alla fine del nome!), la situazione non sia così mal messa. Vogliono fare credere che sia così. La destra ha picchiato duro, con costanza e pervicacia su questa cosa, (e invero la sinistra qua e là gli ha dato anche una mano), al punto che alla fine anche quelli di sinistra hanno finito per crederci. Tra Bersani, Di Pietro e Vendola, vedo invece una triade che oggi potrebbe fare qualcosa di buono se saranno capaci di mettere davanti a tutto il bene del paese e di fare capire alla gente che lo stanno facendo.
Poi è chiaro che non sono cose che si fanno in due settimane. Ci vogliono mesi, anzi anni, per costruire credibilità , radicazione nei territori, suscitare fiducia nella gente...
@knitting bear: capisco e condivido il tuo punto di vista, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto sanitario del paese. Nella fattispecie la malattia in questione si chiama "berluscoma".
RispondiElimina@Signor e qualcosa: ma non è mica vero che non sia mai successo prima. Anzi, a parte negli ultimi 16 anni di "berlusconismo" che è riuscito a far andare a vuoto tutti i referendum, prima è SEMPRE andata meglio di così, a parte nel referendum del '90 sulla caccia, unico a non arrivare al quorum:
11/06/1995, votanti 58,06%
18/04/1993, votanti 76,85%
09/06/1991, votanti 62,50%
03/06/1990, votanti 43,36% (caccia)
18/06/1989, votanti 80,68%
08/11/1987, votanti 65,10%
09/06/1985, votanti 77,85%
ecc. (tutti i risultati nel dettaglio si trovano facilmente qui: http://elezionistorico.interno.it/)
Di certo si tratta del segnale di un disagio sociale nei confronti della politica del governo. Ma fossi nell'opposizione, non dormirei sonni tanto tranquilli. Alle elezioni politiche la gente si comporta diversamente. Comunque finché Mr. B non si tirerà indietro sua sponte, nessuno all'interno del PDL lo silurerà mai. Semplice questione di mutui da pagare.
(In effetti non mi sembrava molto in sé, questo suo intervento, ovvero lo era troppo).
Grazie per il link. Avevo precisato che andavo di fretta e di conseguenza ho scritto basandomi sul sentito dire e riflessione personale. Non capendo del tutto il perchè di questo drastico calo d'interesse negli ultimi 16 anni(o forse si, ma con vena pessimistica), resta comunque il fatto che nel nuovo corso politico - o cristo santo, sti architetti mi stanno facendo impazzire, avevo scritto artistico - è stata la prima volta che si è raggiunto il quorum. Soprattutto questo è avvenuto anche perchè si è voluto manifestare un messaggio di dissenso, più che le opzioni su cui si è stati chiamati a scegliere. Ovviamente la sinistra non deve abbassare la guardia e non frammentare i voti ma, anche fra i tre esponenti citati, provare anche a creare delle coalizioni. Ricordiamoci che ad esempio a Napoli De Magistris è stato molto favorito anche dalla nota aura di santità della controparte (coglioni si, "a bust pa spes c'ha pigliamm", ma fino ad un certo punto). Riguardo al silurare il premier, non sono un esperto, ma penso che non sia da esludere, le vie degli accordi sono infinite.
RispondiEliminap.s. essendo lei dotato di poteri extra sensoriali le chiedo una piccola cortesia personale, potrebbe rispondere alla domanda del mio nome?