Ieri ho letto e sentito in giro di persone indignate, che parlavano di virus della violenza o di follia diffusa nelle persone cui gli uomini si troverebbero esposti oggigiorno, come se questi tempi fossero in qualche modo speciali, come se bisognasse trovare per forza un contenitore in cui mettere questa violenza, forse per capirla, disciplinarla, saperla distinguere o, forse, per riuscire a scartarla, eluderla, come se tutti quanti ne fossero potenzialmente esposti e rischiassero il contagio, come se i tempi fossero diversi, cambiati rispetto a un ipotetico prima. E se i tempi sono cambiati significa che prima era meglio, e se prima era meglio, significa che c'è speranza, perché si può sempre sperare in una remissione, di tornare - almeno per un po' - in una fase migliore di questa, com'era - appunto - prima.
Mi spiace deludervi, ma non è così. Da quassù forse ho la fortuna di vederlo meglio, perché la mia posizione mi consente una visione d'insieme che a voi è preclusa. Vi piaccia o no, l'uomo (ma anche il marziano) è un animale. L'uomo sbaglia. L'uomo ha istinti. L'uomo è violento. Siete davvero convinti che nel medioevo, o ai tempi dei romani, o nel XVII secolo le cose andassero meglio? No. Anzi, penso decisamente che vadano meglio ora, a dispetto di quello che si legge, e si sente, e si vede in giro. Perché è proprio qui che sta il fulcro, la differenza: quello che si legge, e si sente, e si vede in giro. I media.
Giornali e televisioni servono in continuazione il menù della disgrazia. È quello che sanno fare meglio, l'unica cosa che dà un senso alla loro esistenza, sempre in bilico sul filo del rasoio dell'audience, sia essa fatta di spettatori o di lettori. Così il loro compito è cercare, filtrare, vagliare, trovare e raccontare tutte le storie di violenza del mondo e cucinarvele e servirvele in tempo reale, meglio se stanno ancora accadendo, come delle patatine fritte cotte al momento. Sbattervi in faccia il sangue e il dolore e le lacrime e, quando si è fortunati, anche la morte. Perché è quello che vi fa dimenticare il telecomando o cliccare sul link giusto. E la scorpacciata di violenza è servita. Burp.
Tuttavia non dovete mai perdere di vista il fatto che sono i media che confezionano quel menù apposta per voi. Tutto insieme. Ve lo evidenziano, ve lo esaltano, ve lo enfatizzano, affinché voi compriate, leggiate, clicchiate... Così, a un certo punto, senza neanche bene sapere perché, come un fegato spappolato dai continui fritti quotidiani, vi ritrovate convinti che il mondo sta andando a rotoli oggi. In realtà tutto è iniziato molto tempo fa. Tutto ha cominciato ad andare a rotoli quando avete preso un osso tra le dita, avete pensato bene di poterlo brandire come una clava e avete cominciato a usarlo per ammazzare più velocemente la vostra prossima preda. Eravate ancora tutti pelosi, ma l'idea del fast food era già dentro di voi.
http://www.youtube.com/watch?v=BJWSWVPv74s&feature=related
RispondiElimina@Angie: appunto. Grazie della segnalazione.
RispondiEliminaHai ragione: i nostalgici di un passato idilliaco sono, nella migliore delle ipotesi, degli sprovveduti. Oggi i media non solo amplificano, ma spesso distorcono facendo del terrorismo in malafede: il disgraziato della bimba di due anni era il ragazzo della sorella maggiore, ma molti giornalucoli nel titolone cubitale l'hanno definito "IL BABY SITTER". Adesso nasceranno nuove psicosi, e gli eventuali bravi baby sitter maschi saranno rovinati...
RispondiEliminaA me la violenza in generale (forse per un fatto di comodo, perché sono mite e magrolino?) ha sempre fatto talmente schifo e vomito che ho sempre sostenuto la NON paradossalità del seguente paradosso: la violenza è una cosa talmente schifosa, che tutti i violenti andrebbero eliminati violentemente dal mondo!
@Zio Scriba: credo che sia sempre più necessaria l'istituzione di una nuova materia chiamata "educazione all'informazione". Perché la critica e il dubbio costano fatica e disturbano, costituendo la presa di coscienza che la verità non esiste. E sapere che la verità non esiste, che non si più tagliare le cose con l'accetta, che il mondo non è fatto di categorie nette e di luoghi comuni, fa male perché richiede molta più fatica per farsi opinioni autentiche e avere un minimo barlume di idea di quello che è il vero mondo in cui si vive.
RispondiEliminaMi vengono in mente i filmati postati su YouTube da ragazzini che si picchiano in classe o devastano l'aula. Tutti a scandalizzarsi, a dire "ma in che mondo viviamo?", come se fossero nati ieri...
RispondiElimina@Alessandro Cavalotti: e difatti anche in questo esempio che citi è presente l'aspetto mediatico, ovvero You Tube, che funge da catalizzatore per le azioni e per la loro interpretazione.
RispondiEliminail dramma è che oltre alla catalizzazione abbiamo anche la spinta all'emulazione e alla reiterazione (specie nel caso delle cagate dei monelli teppistelli su youtube): in questo caso davvero il futuro rischia di essere peggiore...
RispondiElimina@Zio Scriba: penso che al massimo il futuro sia diverso, non peggiore. Ma questo non depone comunque a suo favore.
RispondiEliminaconcordo, eppure non riesco a non indignarmi!
RispondiEliminaAnche mia nonna dice che queste cose prima non succedevano, ma lo dice anche dei terremoti e degli tsunami e attribuisce questi fenomeni all'avvicinarsi della fine del mondo, non so con quanta convinzione. A me fa più schifo e dà più preoccupazione il fatto che la gente sia sempre più curiosa di guardare i dettagli dei gesti più efferati, che vada in pellegrinaggio a cogne o ad Avetrana.
RispondiEliminaUn altro elemento che mi ha colpito è stato un brandello di trasmissione radiofonica (Radio Capital, verso le 9.00 di questa mattina) in cui si parlava del fatto che al giorno d'oggi le persone che commettono atti violenti pensano di potersela cavare con poco, credono che non saranno punite (vedi i ragazzini che vengono giustificati e protetti dai genitori, per fare un esempio). Dicevano che l'aggressore della ragazza romena nella metropolitana, credeva di poter tornare a casa come se niente fosse accaduto e comunque gli hanno concesso i domiciliari.
@Queen B: l'indignazione è necessaria, perché tiene alto il tuo livello di sensibilità . Ma chi pensa di vivere in tempi specialmente folli è solo un presuntuoso o, come dice Zio, uno sprovveduto.
RispondiElimina@knitting bear: la convinzione della leggerezza della pena secondo me non è sufficiente a giustificare la violenza o altri crimini. La prospettiva della gravità della pena non riesce a fungere da deterrente. Ma potrebbe esserlo, almeno in parte, la prospettiva della sua effettiva, reale, giusta applicazione.
D'altro canto la protezione a oltranza dei giovani in fase infantile o adolescenziale assume connotati diversi e diventa mancanza di educazione al rispetto delle regole, ovvero mancanza di consapevolezza dell'esistenza stessa di regole che vanno rispettate. E questo, per molti aspetti, è molto peggio, perché coinvolge il modo di porsi dell'individuo nei confronti della società intera.
ovvio, ma non abbastanza! mi innervosisco tantissimo quando ascolto o leggo certe assurdità … però mi rendo conto che dopo secoli, millenni e milioni di anni, avremmo dovuto acquisire quella superiorità utile a non commettere certe bestialità e invece… :(((
RispondiElimina@petrolio: non è affatto ovvio. Orecchia i discorsi sugli autobus, bazzica un po' in giro per i blog, e ti accorgerai di quello che *mediamente* la gente pensa, ovvero che opinioni si è fatta. La gente, quella televisionizzata intendo. La distorsione nella percezione rispetto alla violenza è un dato di fatto.
RispondiEliminaOggi ne parla anche Michele Serra qui: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/13/news/serra_commento-7999293/
Del resto, se leggo un po' di storia antica, ma non solo, non credo di poter affermare che di passi avanti non ne sono stati fatti, ancorché - ovviamente - non risolutivi. Gli istinti sono duri a essere disciplinati.
è vero, i media servono questo piatto in continuazione. ma negli ultimi giorni ne stanno servendo talmente tanti e scottanti che si rischia di finire all'ospedale per indigestione
RispondiEliminaBeh si i tempi folli non sono mai finiti dall'alba dei tempi, questo è vero, ma credo che il rimbabimento mediatico crei pericolosi tam tam e funga da cassa di risonanza per tutti i soggetti borderline che forse non commetterebbero gesti insani se non venissero bombardati dai mass media tutti i giorni.
RispondiEliminaIl ruttino ci stava tutto. La foto di Alex ancor di più.
Post davvero eccellente Marziano carissimo.
Concordo, la tv è un mezzo molto facile per far recepire i messaggi velocemente e secondo il taglio che si vuole dare a una notizia.
RispondiEliminaBuona giornata!
@Marco (Cannibal Kid): quella che stiamo assistendo negli ultimi giorni è semplicemente una fluttuazione statistica.
RispondiElimina@Il rospo dalla bocca larga: quello che dici è vero, ma sono le regole dell'"età dell'informazione". A certe cose non credo ci si possa fare niente, se non a livello individuale. Mmmh, mi sa che su 'sta cosa ci scrivo un post. Grazie, rospo! ;-)
@Kylie: anche se dice la verità (e non la dice spesso), la tv riesce comunque a farti credere quello che non è.
Avere nostalgia di tempi andati è un bel vizietto. Penso sia diffuso perché c'è voglia di sputare su quello che si ha.
RispondiEliminaConcordo su quanto hai detto relativamente ai media. Sono loro gli chef e qualunque cosa ci diano a mangiare noi paghiamo comunque.
odin
@Odin: c'è voglia di sputare su quello che si ha, o di sperare che quello (di apparentemente migliore) che c'era un tempo possa ritornare. Quanto a quello che gli chef ci propinano, dovremmo essere noi capaci di stare a "dieta".
RispondiEliminaDovremmo. Alla gente però piace ingozzarsi e tanto per continuare col parallelismo: più schifezze vengono usate per condirle più diventano gustose.
RispondiElimina@Odin: difatti colesterolo e trigliceridi salgono facilmente oltre il livello di guardia. La gente farebbe qualsiasi cosa per farsi del male.
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