Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 29 ottobre 2010

L'assedio infinito del pensiero

.Chi sei?
Come potete avere intuito da quanto detto finora, è abbastanza chiaro che fin dalla vostra nascita il vostro cervello ha subìto un costante assalto di memi di tutti i generi che sono andati a formare quello che siete oggi, ciò che pensate e il modo in cui vi comportate. Io sono i miei memi, potreste dire. Il punto è che molti di essi non vogliono il vostro benessere o la vostra felicità, ma soltanto essere replicati. Proprio come i “geni egoisti” di Dawkins, essi sono dei “memi egoisti” che pensano solo alla propria sopravvivenza e alla loro replicazione. Tuttavia a questo punto si rende necessaria una precisazione. Naturalmente non voglio intendere che i memi, come i geni, siano dotati di uno scopo consapevole. Ciò è ovviamente fuori discussione. Eppure il loro comportamento secondo il modello genetico/memetico, è tale per cui si può considerare come se fosse così. Insomma, semplicemente questo modello funziona e illustra la realtà in un modo originale e adeguato, al punto che ci fa capire molte cose.

.Come distingui?
In base alle loro azioni, i memi possono essere suddivisi in tre categorie principali: i memi-distinzione, i memi-strategia e i memi-associazione. Tutti i concetti che possediamo sono memi-distinzione, ovvero ciò che ci serve per poter dare un nome alle cose. L’”Italia” è un meme-distinzione, ovvero esiste come concetto politico, determinato da altri memi che sono i confini che la delimitano, la lingua che vi si parla, le leggi che vi vigono eccetera. Anche “Marte” è un meme-distinzione che serve a intendere il quarto pianeta del Sistema Solare, ovvero la mia casa. Da questo punto di vista si comincia a capire che i memi non costituiscono mai verità assolute e il problema, semmai, comincia a sussistere quando voi credete che lo siano. Ma di questo parleremo più avanti. Insomma, l’uomo in quanto tale non esiste. Lo stesso concetto di “uomo” è un meme-distinzione. Lo stesso vale per il mare, la Via Lattea, i gatti e la pastasciutta. Ogni cosa che l’uomo pensa è un concetto inventato per riferirsi a un oggetto presente nell’universo e quindi non è l’oggetto stesso, ma un meme-distinzione. I loghi famosi, per esempio, costituiscono dei memi-distinzione molto potenti, una volta che vengono programmati nelle menti degli individui. Il marchio della Coca-Cola, ovvero il logo della Nike, possono essere determinanti a fare in modo di essere scelti a discapito di altri loghi che non vengono riconosciuti dagli individui, perché non fanno parte del loro bagaglio di memi-distinzione.

.Come agisci?
I memi-strategia sono invece quelli che vi dicono come vi dovete comportare in determinate situazioni. Per esempio, se il semaforo è rosso sapete che vi dovete fermare, mentre se da lontano scorgete un’automobile della Polizia ferma sul ciglio della strada, è facile che il vostro piede destro vada automaticamente a premere il pedale del freno, anche se non state superando i limiti di velocità. Del meme-strategia fanno parte tutte quelle convinzioni (buone o cattive che siano) in base alle quali siete convinti che produrranno determinati effetti sulla realtà. I primi memi-strategia vengono appresi già nella primissima infanzia. Mettersi a piangere per farsi mettere il ciuccio, è un classico esempio di meme-strategia infantile. Ma ci sono memi-strategia che ci si porta dietro anche da adulti. Il punto cruciale è capire quali sono quelli che ci guidano inconsapevolmente, verso scopi non produttivi. Senza contare il fatto che possono esserci memi-strategia con cui veniamo astutamente programmati per gli scopi altrui.

.Come ragioni?
I memi-associazione sono invece memi collegati tra loro, senza che sia necessario un nesso logico vero. Per esempio il binomio “donne-motori” è un meme-associazione molto forte. I memi-associazione sono potenti veicoli per infettare le menti degli individui con nuovi memi-strategia. Il condizionamento pavloviano ne è l’esempio più tipico. Nel film di Stanley Kubrick, Arancia meccanica, il protagonista viene programmato per associare immagini di violenza orribili (e per sbaglio anche la Quinta Sinfonia di Beethoven) con un profondissimo malessere fisico. Il meme-associazione violenza(musica)-malessere infetta il protagonista con un nuovo meme-strategia in base al quale non può fare a meno di sentirsi malissimo ogni volta che un istinto violento cerca di prendere il sopravvento su di lui, od ogni volta che ascolta la Quinta Sinfonia di Beethoven. I meccanismi su cui si basa la pubblicità non sono molto diversi. Pensate per esempio a qualche musica utilizzata come colonna sonora per qualche campagna pubblicitaria, anche di alcuni o molti anni fa. Se alla radio vi capita di ascoltare questa canzone, la vostra mente tenderà forse ad andarsene per i fatti suoi a pensare alle immagini dello spot televisivo? In tal caso il meme-associazione si è prepotentemente radicato nella vostra mente senza il vostro consenso. E a questo punto è troppo tardi: siete già stati condizionati.

/continua

15 commenti:

  1. Non c'è niente che non sia meme-distinzione

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  2. Proprio l'altro giorno ho scritto qualcosa sull'eccesso di cui parli tu… memi-associazione-a-delinquere! Il colpevole è RobyDick che m'ha fatto ripensare a Cronemberg il regista che forse più di tutti ha trattato questo tema. Rimasi sconvolta per il film Videodrome. La tele ci mangerà tutti! Ahhhhh quella foto! :(

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  3. innocente sono signor giudice! :)
    domanda? a parte la terapia ludovico, c'è modo di migliorare o che so io, modificare i propri memi, penso a strategia ed azione, se si ha coscienza che non sono favorevoli alla propria sopravvivenza? (forse si contraddice, ma sto imparando, porta pazienza)

    es.: io se vedessi emilifidi attraversare la strada sarei colto probabilmente da un "agisci ed investilo!" però comprendo che non è vantaggiosa come strategia.

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  4. L'ultima cosa che dici è il motivo per cui cerco di difendere il mio cervello non guardando mai pubblicità, e quelle poche volte che capita azzerando il sonoro. I danni possono essere così devastanti che giustificherebbero azioni di risarcimento miliardarie, se non fosse che i migliori avvocati se li possono permettere "loro". Per esempio, perché la mia povera mente dev'essere condananta, ormai per tutta la vita, ad associare una certa portentosa sinfonia con le stronze paroline "Pulito sì, fatica no"??!!

    Questo è uno dei post più interessanti che abbia mai letto, roba da periodico di livello mondiale. Complimenti! (e solo una piccola tiratina d'orecchie scribesca per l'uso di "piuttosto che" nel senso di "oppure"...) :-))))

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  5. No, ecco. Che i gatti non esistano non riesco ad accettarlo.

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  6. @Inneres Auge: i memi-distinzione sono quelli che ci "categorizzano" il mondo e pertanto sono basilari. Ma sono gli altri a dirci come dobbiamo gestirli e farli interagire.

    @petrolio: la tele ci sta già digerendo.

    @robydick: se tu hai consapevolezza che certi memi sono negativi per la tua sopravvivenza, li scarterai. Il problema è distinguerli.

    Quanto all'investimento di emilifidi, la strategia potrebbe essere svantaggiosa per te, ma vantaggiosissima per la comunità. Quindi bisogna vedere quanto il vantaggio della comunità possa prevalere rispetto allo svantaggio del singolo. ;-)

    @Zio Scriba: wow, Zio, grazie. Non ti sembra di avere esagerato?! :-)

    (Ops, hai ragione su "piuttosto che". In quel contesto è sbagliato. Mi sono fatto prendere dall'entusiasmo. Ti ringrazio dell'editing. Lo vado a cambiare subito! ;-) )

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  7. @Silas Flannery: Lo so, sono brutti colpi. In realtà "gatto" è solo il modo con cui "distingui" l'essere vivente con quelle determinate caratteristiche, dagli altri animali.

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  8. ahahah! ottima risposta, scientificamente non fa una grinza. valuterò se sacrificarmi per la comunità allora :D

    ciao

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  9. Non so cosa dire... wow! È inquietante quello che dici, ma anche tremendamente vero...

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  10. Cazzo,andro' a letto con una sensazione di soffocamento:-l'incubo dei memi-

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  11. @robydick: spero tu decida pensando a noi... :D

    @Alessandro Cavalotti: ecco perché sono convinto che bisognerebbe istituire una nuova materia di studio obbligatoria almeno fin dalle scuole medie : "Educazione all'informazione".

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  12. @Primo Estinto: i memi non sono l'incubo. L'incubo sono chi li usa.

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  13. Ormai mi hai talmente convinto che qualunque cosa sbaglio do la colpa ai miei memi XD

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  14. Penso di avere dei memi un pò troppo aggressivi, ma poi mi pento subito.

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  15. @odin: però puoi anche dare merito ai memi quando fai qualcosa di giusto.

    @Lorenzo: anche il processo del pentimento può avere (anzi probabilmente ha) una radice memetica...

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