T.T. era orgoglioso di essere riuscito, nell'ultimo giro di giostra della sua vita, a emanciparsi dall'incubo delle passioni , per dirla alla Battiato. Non deve essere facile, quando non si tratta solo di parlare, ma di cambiare vita, e lui lo fece. AVERE POCO MA IL GIUSTO. Ma chi decide la misura di questo poco-giusto? Ciò che io giudico superfluo, per il mio vicino è poco. E allora, come si fa? Finiremo per scannarci su questa bilancia, e rimarranno gli uccellini, come quelli che fanno da colonna sonora alle sue parole.
@Zio Scriba: è vero, ma non sono convinto che la bilancia sia in equilibrio. Voglio dire, è più un fenomeno carnefice-vittima, dove la vittima finisce per amare il suo carnefice. Ma il processo parte dallo sfruttatore che fa leva sulle debolezze del consumatore/sfruttato, il quale però per lo più non se ne accorge e crede anzi di realizzare così la sua felicità .
@silvia: penso che cominciare a eliminare il superfluo, sarebbe un buon punto di partenza. E con superfluo intendo dire ciò che è *veramente* superfluo. Tipo comprarsi un nuovo paio di scarpe quando ce n'hai altre sette paia che vanno ancora benissimo, o cambiare il cellulare quando fa ancora egregiamente il suo lavoro. Lo stesso per il computer, l'auto, la TV, i vestiti. Cose così, insomma. Ma - se vorrai seguirmi - avremo modo di approfondire il concetto nei prossimi giorni.
Cioè, aspè, un attimo che sono emozionato, si ecco... no, porca di quella zozza, va beh, niente scemenze, salto che non mi viene nulla e scrivo direttamente il motivo per cui sono rimasto con le labbra strette in una smorfia di perplessità a pensare. Stavo ascoltando il video mentre leggevo altro (si, di tuo, puoi tranquillizzarti), ma sono ritornato su questa pagina quanto ho sentito un'acuta distinzione fra essere felici e essere contenti: non ci avevo mai pensato e sono rimasto colpito.
*Se non ricordo male ti bastavano 5 lettere per riconoscermi(cit.): vediamo se riesci a far meglio.
@Scem*: le cose cui non pensiamo, spesso risultano molto più semplici di quello che ci si può aspettare, e questo dà la misura della superficialità in cui versano normalmente i nostri pensieri, se non li stimoliamo adeguatamente.
Per esempio, per quanto stimoli i miei pensieri in questo momento, non mi sovviene proprio la faccenda delle cinque lettere per riconoscerti... Potrebbe essere l'ora tarda, o il fatto che, essendo passata già la mezzanotte, è ormai già l'11-11-11, e qualche effetto lo dovrà pur dare, no?
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Parole Sante. In tutti i sensi. Anche perché sa dire, fra le righe, come l'odierno delirio di non felicità e schiavitù abbia bisogno di una funesta cooperazione di ambo le parti: non solo la perfidia degli avidi sfruttatori e speculatori e manipolatori, ma anche la stupidità pecoreccia degli schiavi volontari, dei somari da produzione, riproduzione, desiderio indotto e consumo sfrenato.
RispondiEliminaTerzani aveva capito se non tutto, molto, dall'alto del suo rinnovato e personalissimo umanesimo.
RispondiEliminaT.T. era orgoglioso di essere riuscito, nell'ultimo giro di giostra della sua vita, a emanciparsi dall'incubo delle passioni , per dirla alla Battiato.
RispondiEliminaNon deve essere facile, quando non si tratta solo di parlare, ma di cambiare vita, e lui lo fece.
AVERE POCO MA IL GIUSTO.
Ma chi decide la misura di questo poco-giusto?
Ciò che io giudico superfluo, per il mio vicino è poco. E allora, come si fa?
Finiremo per scannarci su questa bilancia, e rimarranno gli uccellini, come quelli che fanno da colonna sonora alle sue parole.
@Zio Scriba: è vero, ma non sono convinto che la bilancia sia in equilibrio. Voglio dire, è più un fenomeno carnefice-vittima, dove la vittima finisce per amare il suo carnefice. Ma il processo parte dallo sfruttatore che fa leva sulle debolezze del consumatore/sfruttato, il quale però per lo più non se ne accorge e crede anzi di realizzare così la sua felicità .
RispondiElimina@Adriano Maini: non è che Terzani ci abbia messo grancbé di suo, tranne la sua propria celebrità e la sua forza comunicativa. Il Buddhismo aveva già capito tutto oltre duemila anni fa ed è ai suoi insegnamenti che lui si rifa.
RispondiElimina@silvia: penso che cominciare a eliminare il superfluo, sarebbe un buon punto di partenza. E con superfluo intendo dire ciò che è *veramente* superfluo. Tipo comprarsi un nuovo paio di scarpe quando ce n'hai altre sette paia che vanno ancora benissimo, o cambiare il cellulare quando fa ancora egregiamente il suo lavoro. Lo stesso per il computer, l'auto, la TV, i vestiti. Cose così, insomma. Ma - se vorrai seguirmi - avremo modo di approfondire il concetto nei prossimi giorni.
RispondiEliminaCioè, aspè, un attimo che sono emozionato, si ecco... no, porca di quella zozza, va beh, niente scemenze, salto che non mi viene nulla e scrivo direttamente il motivo per cui sono rimasto con le labbra strette in una smorfia di perplessità a pensare. Stavo ascoltando il video mentre leggevo altro (si, di tuo, puoi tranquillizzarti), ma sono ritornato su questa pagina quanto ho sentito un'acuta distinzione fra essere felici e essere contenti: non ci avevo mai pensato e sono rimasto colpito.
RispondiElimina*Se non ricordo male ti bastavano 5 lettere per riconoscermi(cit.): vediamo se riesci a far meglio.
@Scem*: le cose cui non pensiamo, spesso risultano molto più semplici di quello che ci si può aspettare, e questo dà la misura della superficialità in cui versano normalmente i nostri pensieri, se non li stimoliamo adeguatamente.
RispondiEliminaPer esempio, per quanto stimoli i miei pensieri in questo momento, non mi sovviene proprio la faccenda delle cinque lettere per riconoscerti... Potrebbe essere l'ora tarda, o il fatto che, essendo passata già la mezzanotte, è ormai già l'11-11-11, e qualche effetto lo dovrà pur dare, no?