La realtร รจ un po' diversa. Perchรฉ la sola, vera, specialitร dell'orrore targato Isis, l'unico aspetto che lo differenzia dagli altri orrori della Storia in cui l'uomo ha dimostrato di sguazzare cosรฌ bene, รจ la sua mediaticitร , la sua presunzione, se vogliamo, la sua assoluta mancanza di pudore per la morte e il dolore.
L'Isis invece la morte e il dolore te li sbatte sotto il naso, in tutta la loro puzza insopportabile di merda, piscio, vomito, sangue, terra, sudore e marciume, anche per te, sprofondato al calduccio nel tuo divano che ancora profuma della Ferilli, di fronte al tuo maxischermo OLED comprato in trentasei comode rate mensili (ma tranquillo, pagherai da giugno) e il tuo Moncler fiammante eretto ad armatura contro quei vili attacchi alla tua Civiltร .
Invece l'orrore dell'Isis รจ (semplicemente) l'orrore della guerra. Una guerra atipica, se vuoi, non convenzionale, d'accordo, che non risparmia civili inermi compresi donne e bambini, va bene, una guerra che ha regole diverse da quelle cui ti hanno raccontato a scuola, te lo concedo, ma pur sempre una guerra in piena regola. E quello che l'Isis ci mostra non รจ niente piรน dell'orrore che scaturisce dalla natura umana nel momento in cui un uomo lotta all'ultimo sangue contro un altro uomo.
Credi che in Vietnam, Corea o Afghanistan, o in occasioni di eccidi come quello di Srebrenica (giusto per citarne uno vicino a noi nel tempo e nello spazio) l'orrore sia stato minore? Credi che il napalm servisse per accenderci i barbecue? Solo ci รจ stata fatta la cortesia di non mostrarcelo. Sรฌ, certo, ne abbiamo letto a riguardo, ma la cronaca รจ racconto e il racconto รจ comunque una forma di narrativa con le sue iperboli e la sua possibilitร di non credere, almeno non fino in fondo. Non รจ come essere lรฌ, non รจ come vedere ciรฒ che accade. Cosรฌ, come un libro, quell'orrore abbiamo potuto metterlo nello scaffale delle cose brutte, okay, ma che in fondo non ci riguardano. Per intendersi, quel ripiano lassรน in cima, bello in alto.
Invece l'Isis non ci risparmia niente. L'Isis ci mostra la guerra per quello che รจ. Spettacolarizzata, certo (i suoi video hanno comunque aspetti coreografici non trascurabili), ma comunque senza i filtri del pudore, del perbenismo, dell'ipocrisia. L'Isis vuole dirci che un giorno toccherร a noi, perchรฉ non si fermeranno finchรฉ non avranno raggiunto Roma, Parigi, Berlino, Londra. L'Isis vuole farci tremare il buco del culo. E invece, mostrandoci senza alcuna pietร l'orrore della guerra, l'Isis ci mette semplicemente in contatto con la realtร , ci fa conoscere quell'orrore dal quale - a meno che non abbiamo incontrato la guerra direttamente - ci siamo sempre volentieri sottratti o ci hanno sempre tenuti al riparo. Guardare l'orrore negli occhi significa invece conoscere la guerra come non l'abbiamo mai conosciuta, imparare a non nascondere la testa sotto la sabbia, e in questo modo sviluppare gli anticorpi morali (ma non solo) per affrontarla.
Insomma, alla fine รจ come se l'Isis ci stesse facendo un favore, insegnandoci che un Moncler non basterร a proteggerci. Nemmeno l'ultimo modello.
0 commenti:
Posta un commento
Poichรฉ vorrei evitare di attivare la moderazione, vi prego di moderarvi da soli. Grazie.