Eppure di pieghe tutt'intorno a stropicciare il quadro d'insieme ce ne sono parecchie, visto che nella fattispecie, per esempio, per promuovere la manifestazione l'organizzazione ha realizzato uno spot dai contenuti fortemente discutibili, che in effetti ha sollevato numerose polemiche. Vi invito - se non l'avete già fatto - a dargli un'occhiata qui. Eppure, benché lo spot sia forse sintomo di qualcos'altro, come di una deviazione pericolosa o di un riflesso preoccupante di certe tendenze epidemiche che stanno infettando ogni cellula della nostra società , non è solo questo, perché la faccenda a mio avviso va anche oltre.
Le ho viste infatti, da quassĂ¹, le immagini di manifestazioni come questa, quelle che vengono iniettate nel circolo dell'opinione pubblica dai media generalisti, giornali e televisione su tutti. Immagini che indugiano su perizomi leopardati e paillettes capezzolari, maschioni carrozzati in struzzo e labbra sgargianti targate pininfarina, chiappe come albicocche al vento e pacchi oversize. Tutto quel sottobosco pittoresco e folcloristico, insomma, che nel suo essere volutamente, ostentatamente e provocatoriamente carnascialesco, esprime tutta la sua voglia (e anche la sua disperazione) di affermazione, di espressione, di riconoscimento identitario, ma che in un paese catto-reazionario come l'Italia, finisce per essere controproducente come Bersani allo sciopero generale di domani.
Così l'opinione pubblica minzolinizzata, quella per cui la sigla LGBT è solo un nuovo modello della Golf, ci mette un attimo a identificare tutto il movimento solo con quella parte pittoresca e, invero, minoritaria, di coloro la cui immagine così colorata e colorita evoca nelle menti benpensanti il luogo comune di "perversione", sponda ideale degli anatemi episcopali. Perché allora non si riescono a vedere manifestazioni di lesbiche, gay, bisex e trans con le persone semplicemente mano nella mano, abbracciate, che esprimono il loro affetto e la loro sessualità come persone normali e non provocano, non ostentano, non platinettano? Coloro che rivendicano alla società il diritto di essere trattati normalmente, non dovrebbero dimostrare di esserlo?
Questo post è un ottimo spunto per riflettere, perchè condivido ogni singola parola. Insomma, va bene divertirsi, ma perchè trasformare tutto in una semplice sfilata di carri allegorici pieni di chiappe al vento? Me lo sono sempre chiesto anche io... Spero ci sia qualcuno che la pensi in modo diverso, magari riesce a convincere un terrestre ed un marziano in un colpo solo... E non è poco.
RispondiElimina@il rospo dalla bocca larga: Ti ringrazio dell'apprezzamento. Vediamo se passa qualcuno su una lunghezza d'onda diversa, che sappia convincerci. In effetti piacerebbe anche a me leggere punti di vista differenti.
RispondiEliminaNon voglio convincere nessuno… a dir la veritĂ non so nemmeno se la mia reazione sia quella giusta! ChissĂ forse non apprezzerebbero neanche il mio sorriso! Mi spiego: non sono infastidita da loro piĂ¹ di quanto possano farmi invidia le donnone in tanga e samba per le vie di Rio! Sto lì a guardarli/e e ho un'espressione divertita/simpatizzante/solidale, mi rendo conto che forse non riescano a trovare una piĂ¹ "tenue" dimostrazione per affermarsi e uscire dall'anonimato, e il parallelo con il carnevale brasiliano ritorna: anche lì si 'distruggono' per giorni pur versando in situazioni economiche non tanto allegre! Tutto qui, ci sono quelli che storcono il naso, quelli che inveiscono e peggio farebbero praticamente se ne avessero a tiro qualcuno, e quelli come me che sorridono con bonaria invidia! :)
RispondiEliminaIn genere, si fa passare il messaggio che fa "comodo" far passare. E se la nostra società "perbene" è basata su principi quali, la famiglia, la religione... è giusto che il gay pride sia una sfilata di pagliacci ridicoli. E io... vomito sopra al nostro scarsissimo senso di civiltà .
RispondiElimina@petrolio: anche a me, quando è capitato di vederli, mi è venuto da assumere un'espressione divertita/simpatizzante. Nemmeno io sono infastidito. PerĂ² il messaggio che in questo modo fanno passare presso l'opinione pubblica (quella non proprio omofoba, ma...) è quello di "pervertiti", con tutto quello che ne consegue in termini di immagine di tutto il movimento.
RispondiElimina@Maraptica: è vero che ognuno fa passare il messaggio che fa comodo, perĂ² credo ci voglia anche una opportuna strategia di immagine. Se il gay pride viene additato dai piĂ¹ come una sfilata di "pagliacci ridicoli" (perchĂ© la nostra societĂ tende ad avere una maggioranza catto-perbenista) è *anche* un po' per colpa di coloro che sfilano in quei modi.
ho scoperto l'esistenza dell'omosessualità ad 8 anni: ero a New York in vacanza con i miei nonni quando siamo capitati in mezzo ad una parata gay, con carri di tutti i tipi e vestiti che definire indecenti è un eufemismo. Avevo quindi collegato il concetto di "omosessuale" con quello di "pagliaccio ridicolo" e ci ho messo del tempo per cambiare idea. Per questo ritengo che gli esibizionismi non possano che nuocere alla comunità omosessuale, cui si rischia di finire con il non attribuire la stessa dignità di ogni altra persona.
RispondiEliminain effetti gioverebbe al movimento qualche manifestazione diversa. non so, qualche lettura, un comizio, anche se forse potrebbero risultare noiosi. meno esibizionismo e piĂ¹ sostanza, insomma. e che poi alla fine ognuno faccia quello che vuole
RispondiEliminaSono talmente una "vivi e lascia vivere" che non mi sento di giudicare nemmeno le "checche" con i boa rosa al collo. Ognuno fà quel che vuole finchè non coinvolge altre persone. D'altro canto mi rendo conto che, in una società dove non aspettano altro che un appiglio per mettertelo in quel posto, meno spunti gli dai... e meglio fai! Ma è così un discorso complicato, migliaia di sfumature...
RispondiElimina@Alessandro Giovannini: grazie di aver raccontato la tua esperienza.
RispondiElimina@Marco: appunto. Eppure è difficile che questo succeda, se non in situazioni "di nicchia" e quindi poco esposte all'attenzione dell'opinione pubblica.
@Maraptica: infatti qui non li si sta giudicando. Si sta riflettendo sull'opportunitĂ o meno che quella "strategia" di manifestazione di immagine funzioni nell'economia della rivendicazione dei diritti.
Io quando vedevo Studio Aperto pensavo che i gay fossero dei malati.
RispondiEliminaComunque come diceva qualcuno, si fa passare il messaggio piĂ¹ comodo, d'altronde i governi son sempre filo-clericali (soprattutto questo), per cui la disinformazione si adegua e vai con gli stereotipi
E direi che c'è da riflettere anche su un'altra cosa: pure i Bonobo (primati che condividono il 96% del DNA con noi) praticano l'omosessualità . Eppure non hanno bisogno del gay pride o del 'family day'.
RispondiEliminanon riesco a aprire il link...
RispondiElimina@Inneres Auge: giacché dici che "vedevi" Studio Aperto, sono contento perché questo significa che sei "guarito".
RispondiEliminaQuanto al messaggio, naturalmente i media fanno passare quello che piĂ¹ conviene alla loro audience e quello piĂ¹ compiacente nei confronti del potere. Ovvio, visto che è lo stesso potere che controlla gli stessi media. Il punto perĂ² è che quei comportamenti "eccessivi" finiscono per dare addirittura una mano a quel modo distorto di fare informazione.
Circa i Bonobo, in realtĂ l'omosessualità è stata riscontrata molto spesso in natura, anche al di fuori delle scimmie. Qualche anno fa ci fu anche una bella mostra (che nella sua provocazione divenne anche famosa) intitolata "Against Nature?" che parlava proprio di questo. Se vuoi, qui puoi trovare qualche informazione in piĂ¹ (http://www.nhm.uio.no/besokende/skiftende-utstillinger/againstnature/index-eng.html). Il fatto poi che gli animali non abbiano bisogno di simili manifestazioni, è perchĂ© non hanno sovrastrutture morali artificiali, beati loro.
@dizaon: hai ragione, scusa. Il link era giusto, ma evidentemente è stata Repubblica.it ad avere avuto dei problemi. Adesso l'ho aggiornato con lo stesso video su You Tube. Dovrebbe essere ok.
Poichè la parola stessa lo definisce, ho sempre pensato che una manifestazione fosse un atto ove portare con orgoglio le proprie ragioni. Potranno convertirsi in varie forme espressive, da pacate a rabbiose a violente, rivoluzionarie o insurrezionali, ma sempre facendolo con la propria faccia. La stessa faccia con cui si vive nel quotidiano il proprio essere individuo.
RispondiEliminaA parte Vladimir Luxuria, che perĂ² aveva le sue sacrosante ragioni visto la necessitĂ di farsi spazio nello spettacolo, non ho mai visto un gay avere il desiderio di fare le solite routine quotidiane con le chiappe di fuori (vabbè, fore io una volta, ma sono sociopatico, non gay).
Quindi, se anche l'utenza reale che dovrebbe rappresentare questa manifestazione dissente da taluni attegiamenti, perchè perpretrare in questa forma controproducente.
La pulce nell'orecchio mi sussurra: i coglioni che si fanno manipolare esponendosi in quel modo ci sono; l'utilità da parte di qualcuno o qualcosa ostile pure è individuabile facilmente....quindi...mah!
Avrebbe un senso se si chiamasse festa dei gay, festival dei gay o qualsiasi cosa che si distaccasse dal senso di manifestazione per diventare un momento di divertimento.
Alla fine, così funziona il carnevale, e nessuno si scandalizza per qualche deretano esposto (e va bene, sarà brasiliano dop, ma sempre di deretano si tratta).
pessimo spot ... poi a me verrebbe da riflettere su cos'è la normalità , per anni ad esempio la pedofilia è stato considerato una "cosa" di tipo normale
RispondiElimina@sig. Orgoglio: ti dirĂ² di piĂ¹. Anche se qualcuno degli interessati andasse sul serio in giro tutti i giorni conciato in quel modo, credo che in un'occasione "pubblica" del genere dovrebbe comunque mantenere un profilo "basso", piĂ¹ opportuno e premiante. Non dico negare la propria identitĂ o il proprio modo di sentirsi bene con se stesso, perchĂ© quella va rivendicata, ma dimostrando nel contempo di essere "normali" ed evitando che coloro che non vedono l'ora di stigmatizzare, sia servito loro sul piatto d'argento il menĂ¹ completo per la strumentalizzazione.
RispondiEliminaCerto, nel sambodromo di Rio nessuno si scandalizza, ma lì non ci sono di mezzo rivendicazioni di diritti civili. C'è solo il divertimento.
@dizaon: tutte le volte che penso al concetto di normalità mi viene in mente Forrest Gump. Non so se ricordi la scena della madre (credo) dal preside della scuola. La normalità la decide qualcuno in base alla media, ovvero è il potere della maggioranza.
Quanto alla "pedofilia", ovvero sul fatto che fino a un certo punto sia stata considerata cosa "normale" ho dei dubbi. Che ci fosse maggiore omertà sul fenomeno, come su quello delle violenze sulle donne, sono d'accordo. Succedeva solo perché era una società adulta fortemente maschilista a esercitare il potere e quindi a legittimare un abuso che peraltro continuava a essere tale. Ma che fosse considerata cosa "normale" non direi. Ti riferisci a qualcosa in particolare?
aveva anche il cofanetto di Lost.
RispondiEliminaIn ogni caso credo che lo spot ridicolizzi la categoria...si danno sempre la zappa sui piedi
@Ubi Minor: lo spot ridicolizza l'umanitĂ intera.
RispondiEliminacon normale intendevo che non è una cosa di cui la società si poteva diffendere in quanto ben radicata nei comportamenti e ammessa dalle autorità ... la pedofilia e la violenza sulle donne erano ovviamente nascoste (l'uomo non va a vantarsi di certi vizi), ora fanno parte delle cose anomale, perché le vittime hanno denunciato, la società è mutato... 100 anni fa ad un bambino abusato o una donna violentata si diceva "è così" ...
RispondiEliminala normalitĂ dipende dal metro che utilizzi, il metro viene fabbicato dalla societĂ , non possiamo pretendere all'oggettivitĂ ...
@dizaon: ah ok, in quel senso non si deve andare indietro di 100 anni, ne bastano molti meno, purtroppo. E per quanto riguarda la violenza sulle donne, ancora oggi ci sarebbe da discutere.
RispondiEliminaMaraptica ha scritto anche per me, la penso come lei/lui.
RispondiEliminaMi vengono in mente le aggressioni fatte ai ragazzi gay ultimamente, stavano mano nella mano vestiti normali e dei tipi "deviati" li han fatti a fette..E poi è una giornata di libertà di eccesso ( e allora?) Ma provate a vivere nei cunicoli tutti i giorni della vostra vita! Ma non era "semel in anno licet insanire? Controproducente? si, per i soliti, mia zia li trova divertenti.Lasciamo che facciano, che facciano buffonate e che mostrino le chiappe, eche sara' mai! Troveremo un equilibrio con il tempo.
Non è la questione scandalo, ma lo sminuire delle finalità .
RispondiEliminaSe è un festival, una festa, o qualsivoglia forma di divertimento, appare ovvio che il costumismo o l'uscire dai canoni quotidiani sia prassi comune.
Una manifestazione (pride, orgoglio di essere gay) è un atto simbolico per esprimere il proprio essere e la volontà della normale accettazione. Il concetto di normale nel quotidiano, per qaunto aleatorio, oltre che scontrarsi con la civile convivenza (anche una bella donna con le chiappe al vento in una giornata di routine o ordinaria follia cit., visto i tempi, porterebbe ad un richiamo all'ordine) si scontra con i modi di vivere stessi di persone gay, sminuendole o facendole percepire addirittura diverse.
La realtà è che sono persona normali, che vestano da donna o uomo o con vezzi, alla fine indossano vestiti di qualsiasi altro essere umano, senza lode o infamia. L'esibizionismo è legato al singolo carattere (che sia gay, omo, bisex, plury, asessuato ecc) e non alla categoria gay.
Anche perchè un cresta-dotate che magari siede al tavoline esterno del bar di fronte a me, mi ispira tanta voglia di menarlo con amore, ma non perchè gay, bensì perchè la cresta non è sufficientemente lunga da farmi ombra.
@fizzi: come ho giĂ risposto anche a Maraptica, qui si sta parlando di un percorso di accettazione delle persone LGBT e di quale sia lo scopo di una manifestazione come quella di oggi. E' divertirsi o rivendicare dei diritti dimostrando di essere come tutti gli altri? Non è la normalitĂ che vogliono? E' chiaro che possono (anche) divertirsi, e fare quello che vogliono finchĂ© rispettano la legge. A me stanno simpatici. Ma gli altri - quelli che non capiscono, quelli che pensano che l'omosessualitĂ sia una deviazione o una perversione o una malattia, che cosa diranno a vederli così? Non farĂ altro che rafforzare le loro convinzioni sbagliate. Ho appena visto una serie di immagini della manifestazione sul sito di Repubblica. Parlano di ironia e divertimento. Di certo c'è divertimento. Ma temo che l'ironia ce la metteranno quelli che li additeranno una volta di piĂ¹ come "checche depravate".
RispondiEliminaE qui mi ricollego al discorso del sig. fizzifobia, di cui condivido ogni singola parola, tranne il suo nome.
Non potevi esprimere meglio quello che è anche il mio pensiero...
RispondiEliminaBalli, musica e striscioni per rivendicare i diritti negati hanno accompagnato il corteo dell'orgoglio che ha sfilato per le vie della capitale... Il Roma Pride 2010. Al seguente link potrete vedere il servizio:
RispondiEliminahttp://uniroma.tv/?id_video=16665
Ufficio Stampa di Uniroma.TV
info@uniroma.tv
http://www.uniroma.tv
@Alessandro Cavallotti: grazie! :-)
RispondiElimina@uniroma.tv: grazie anche a voi della visita e della segnalazione.
@ signor fizzifobia, e anche signor orgoglio: sarai per caso signor pirla la prossima volta?
RispondiEliminaScusa Marziano, detesto usare lo spazio dei commenti altrui per cose personali.Grazie.
@ tutti i gay della terra: siete sicuri di volere la "normalitĂ "? sicuri sicuri?, secondo me no, i parametri di normalitĂ che imperano fanno parecchio schifo, forse abbiamo capito male noi "normali"
@fizzi: quanto alla tua giusta lamentela, devo dire che - se hai notato - avevo già stigmatizzato la cosa, nella speranza di ottenere le scuse dalla persona in questione, purtroppo invano. Quanto all'usare lo spazio per cose personali, pur essendo "casa mia", cosa per la quale mi riservo di intervenire solo qualora si oltrepassino certi limiti di civiltà e buon gusto, per il resto questo è uno spazio *aperto e pubblico*, quindi - insomma - non c'è bisogno che ti scusi. :-)
RispondiEliminaInfine, circa il tuo appello a "tutti i gay della terra" posso dirti che coloro cui la normalitĂ va stretta esistono di sicuro. Come peraltro esistono pure tra gli etero. Ma coloro che desiderano sul serio "una" normalitĂ (intesa come una possibilitĂ di vita all'interno di una media globale) ci sono e sono molti, molti di piĂ¹.
Bastava conoscere il significato di "la normalità è aleatoria" per capirne il senso che dĂ² alla stessa.
RispondiEliminaLa diversitĂ individuale prescinde dalla stupiditĂ individuale(ops, scusi), sul quale ho sempre avuto difficoltĂ ad avere parsimonia.
Quindi spero questa volta di essere stato parsimonioso, cercando di evitare riferimenti personali sui vicini di tavolino al bar. Vogliate scusarmi per aver esposto il mio punto di vista.
@Sig. Pirla: su questo pianeta *tutti* i punti di vista sono benvenuti e apprezzati. Quindi non devi scusarti per aver esposto il tuo punto di vista. Si puĂ² benissimo discutere ed esprimere tutto il disaccordo dell'universo col vicino al tavolino del bar, senza che sia necessario rivolgersi a lui/lei in modi - che hanno magari intenti ironici - ma che possono risultare poco gentili. Apprezzo peraltro molto la tua autoironia.
RispondiEliminaSul fatto che la diversità individuale prescinda dalla stupidità individuale, non mi trovi d'accordo. Penso anzi che la stupidità individuale sia proprio uno dei fattori che concorrono a stabilire la diversità individuale. Quindi se è benvenuta la diversità , è benvenuta anche la stupidità ! ;-)
Mi inserisco nella discussione per segnalarvi un post interessante in merito. Non so se avete visto i manifesti del pride romano 2010 ma sembra che li ha fatti Alemanno in persona. molte associazioni e pezzi importanti della comunità gay si è dissociata dalla manifestazione per una serie di inquietanti motivi. nel link qui sotto il comunicato che è circolato in questi giorni.
RispondiEliminahttp://smaschieramenti.noblogs.org/post/2010/07/07/noi-non-ci-saremo-documento-sul-pride-di-roma-del-3-luglio-2010
@gire: grazie della tua visita e della segnalazione. In effetti si tratta di un post molto interessante per aiutare a comprendere una realtĂ molto piĂ¹ complessa e variegata di quanto possa apparire dall'esterno.
RispondiEliminaConsiglio a tutti di prendersi cinque minuti per leggerlo.
Non voglio nessuna scusa dal signor nomechemuta.
RispondiEliminaAvevo notato la tua riprovazione, grazie
Non sono all'altezza di affrontare una discussione filologica e filosofica su normalitĂ aleatoria o…qual'è il contrario di aleatorio? Permanente?
Per una serie di motivi conosco benissimo molti gay e mi picco di sapere come la pensano, che difficoltĂ esorcizzano quotidianamente a volte anche svaccando di brutto.Come al gay pride ad esempio.
Detto ciĂ² sono onorata di suscitare fobia wow! di solito suscito altro..
e almeno non è il solito anonimo,che volere di piĂ¹?
Allura, ma perchè persino quando sto facendo la fila alla posta si finisce per parlare del mio pene (a gia, manipolo)!?
RispondiElimina@ il Grande Marziano
Solo l'ultimo post di quel disgraziato di Sig. Pirla è stato poco gentile e irritante, ma gli da fastidio chi equivoca le finalità .
@Sig. Fizzi:
sono fizzifobico almeno quanto il mio anonimato. Non che voglia dire di non essere un pirla qualunque (forse mi contraddistinguo proprio per essere pirla, da cui un caldo invito a non essere lusingata), ma di solito prima di entrare in casa d'altri chiedo il permesso.
Chiudo richiedendo scusa, ma non ho saputo resistere ad un'offesa visiva così riprorevole.
Credo faccia troppo caldo, qui le prime vittime del caldo in rete, un caldo percepitissimo a quanto pare,qualcuno ha le visioni, a me cominciano adesso: confesso che la fila alla posta è eccitante,comincia ad esserlo!
RispondiElimina@ tutti quanti: sono una ragazza , non un Sig.
Beh' buona serata, io esco.
Ma chi organizza il/i gay pride avrĂ pure il porco diritto di decidere, secondo una dialettica interna all'insieme degli aderenti, se e quanto la cosa debba essere una festa, un festival o una manifestazione come "atto simbolico per esprimere il proprio essere e la volontĂ della normale accettazione" aleatoria o no, come dice il mutaforma soprastante? Dopo tutto è una cosa che riguarda prima di tutto loro, no? O vogliamo insegnargli noi a mettere le mutande, simboliche e no? Valutino poi loro cosa è piĂ¹ efficace rispetto a quello che vogliono e decidano loro quello che vogliono, se la condivisione non è unanime. Saranno mica dei sottosviluppati intellettuali ed emotivi?
RispondiEliminaPer Sig.ra nomechemutafobica
RispondiEliminaAvevo riconosciuto l'appartenenza alla razza femminile dal suo primo intervento e prima ancora di sbirciare il profilo (da cui: un caldo invito a non essere lusingat"a"), mi scusi per l'equivoco dovuto ad un errore ortografico. Ora basta scherzare in terra marziani, siamo pur sempre loro ospiti ed è una rara opportunità .
ok,mai buttare via le rare opportunitĂ .Pace fatta. ( era poi guerra? no,schermaglia..)
RispondiEliminaMa lusingata di che?
Dopo aver conseguito il corso di perfezionamento psichiatrico in sclerologia, ho avuto modo di vedere diversi soggetti come lei, in grado di dissentire su scritte di cui se ne ignora il significato, oppure, come quest'ultimo caso, di chiedere ad altri il significato delle prorie scritte. Per aiutarla, le riporto:
RispondiElimina"sono onorata di suscitare fobia wow!"
Da cui il mio invito a non essere onorata per i motivi esposti.
E' oltremodo buffo come a preoccuparsi se sia o meno guerra, fosse proprio chi ha diagnosticato "sarai per caso signor pirla la prossima volta?
Scusa Marziano, detesto usare lo spazio dei commenti altrui per cose personali"
Non so se stare davanti al pc a lavorare con una mano sulla tastiera e l'altra che regge un conogelato e non perdere occasione di buttare l'occhio di tanto in tanto su "radio marte" sia una guerra; ma se lo è, allora fare la guerra è una veria pacchia.
Al massimo è una parentesi intrattenitiva.
E qui mi ricollego al concetto di stupiditĂ e diversitĂ esposto dal Grande Marziano. Anche la stupidità è diversitĂ (cioè, in questo caso, perchè la considerĂ² piĂ¹ quotidianitĂ dato i tempi), ma essa è per lo piĂ¹ distruttiva, perchè spesso frutto di un condizionamento sociale che verte sulla ricerca di esclusivitĂ che premiare la trasgressione o l'originalitĂ materiale.
La libertĂ di espressione e d'essere (entro i limiti umani) non dovrebbe farsi influenzare dalla ricerca d'esclusivitĂ , ma dalla propria volontĂ e da ciĂ² che si vuole. Anche perchè la cresta che puĂ² omaggiarmi dell'ombra dubito che stesse lì se non la considerasse un vezzo di moda o trasgressione moderna (per lo piĂ¹ vista ed imitata). Sono persone anche loro, libere di farlo, ma non rappresentative di un movimento sociale volto alla paritĂ indipendentemente dall'orientamento sessuale o da altre forme individua (pur che siano rispettose della collettivitĂ ).
Ah, la cresta è un paragone, non un mio episodio personale, come pure la scazzotatta. Visto che qui leggono anche la razza femminile, ho voluto tradurre nel loro linguggio Fortran.
@Tullix: naturalmente chiunque puĂ² scegliere i modi che preferisce per portare avanti le proprie "battaglie". Resta il fatto che io mi permetto di criticare certe modalitĂ dei movimenti LGBT perchĂ© mi paiono un po' come se si mettessero di fronte al nemico a mani alzate con uno striscione che dice "sparateci".
RispondiElimina@Dott. Sclerologo: la stupiditĂ fa parte della diversitĂ . Tutti si puĂ² essere un tantinello stupidi, seppur in direzioni diverse. Fa parte delle natura umana. Temo molto piĂ¹ l'ignoranza. Anche se a volte le due cose si incontrano e si confondono. Ed è allora che sono davvero guai.
Quanto alla trasgressione, quella prescinde dall'orientamento sessuale, ma è qualcosa di legato alla sfera psicologica individuale. Quindi come dici tu non dovrebbe entrare nella questione della libertà di essere e della parità di diritti e dei relativi movimenti. Ma poiché la cultura cattolica sostiene l'equazione omosessualità = trasgressione = perversione, mette volentieri tutto insieme pur di stigmatizzare ed emarginare.
Se poi si scandalizzano per una cresta, chissĂ cosa penserebbero delle mie antenne...
@Il grande marziano: mi sono riletto il post dall'inizio e tutti i commenti e sono abbastanza d'accordo astrattamente con la tua critica sugli effetti che certi atteggiamenti scheccheggianti possono avere e hanno sulla ggente "normale" e normalizzata. PerĂ² non è che si possano far condizionare piĂ¹ di tanto da queste preoccupazioni, altrimenti che movimento alternativo, alieno e necessariamente "estremista" sarebbero? Credo poi che all'interno del mondo LGBT ci sia tutto un ventaglio di posizioni diverse che è giusto si confrontino e se necessario si scontrino liberamente. Ma che in nome dell'accettazione non vada perduta l'alteritĂ non riconciliabile: io ad esempio sono molto critico nei confronti dei matrimoni gay (così come sono contrario alle donne in carriera "stronze come un uomo"), anche se ne comprendo i risvolti socioeconomici; ma sono critico in quanto contrario al matrimonio come associazione a delinquere e culla criminogena dell'inautenticitĂ e del familismo amorale che ci ha portato al punto in cui siamo: si tratterebbe di disarticolare di piĂ¹ i legami familiari invece di crearne di nuovi.
RispondiEliminaMa la cosa piĂ¹ inquietante che ho notato nei commenti è la presenza di questo tizio affetto da dissociazione multipla (orgoglio/fizzifobia/pirla/nomechemuta/intuito/Dott. Sclerologo, se non me ne è sfuggito qualcuno) che dice cose scarsamente comprensibili e sgrammaticate (una per tutte: "in grado di dissentire su scritte di cui se NE ignora il significato"; magari sarebbe meglio ascoltare meno i telegiornali...). Poi non ho capito perchĂ© se la sia presa con fizzi (e non per farle da paladino, chĂ© mi pare si difenda e offenda magnificamente da sola) che è persona aperta, disponibile, curiosa e non affetta da fobie, se non quelle nei confronti della stupiditĂ (una delle leggi fondamentali della quale, come è noto - o no? - è che lo stupido non è cosciente di esserlo). SarĂ un troll scorreggione?
@Tullix: è chiaro che un movimento come questo raccolga dentro di sĂ© molte anime e una variegatura di posizioni difficilmente incasellabile. Vale lo stesso per tutte le forme associative. Ci si mette un cappello, ma sotto di esso le sfumature sono almeno tante quanti sono i cervelli, spesso ancora di piĂ¹.
RispondiEliminaCredo perĂ² che un movimento come questo dovrebbe interrogarsi meglio su quali siano le strategie migliori di "accettazione" e "integrazione" all'interno di un paese fortemente condizionato dal pensiero clericale. E in base a questo, magari rinunciare - almeno nelle apparizioni pubbliche ufficiali - a certe manifestazioni che possono essere controproducenti. Anche perchĂ© gli atteggiamenti "scheccheggianti" come li chiami tu, non credo siano atteggiamenti "di tutti i giorni". Voglio dire, poi quelle stesse persone vanno a lavorare o al supermercato, ma mica ci vanno così...
Se poi ci infiliamo nel ginepraio della questione "matrimoniale" o del concetto di famiglia "naturale", credo che non ne usciamo piĂ¹. Mi limiterĂ² a dire che nell'ambito di un modello sociale come il nostro, certi diritti vanno garantiti a prescindere, perchĂ© fanno parte del diritto all'uguaglianza degli individui.
Quanto all'amico affetto da multipersonalitĂ , piĂ¹ che incomprensibile, a volte è un tantino ermetico, ma meno di quanto sembra. Cosa che non lo rende affatto un troll. Sulla faccenda in questione, credo che ora stiamo rischiando di trascendere. Del resto se dici che fizzi si difende magnificamente da sola, non capisco bene lo scopo del tuo intervento, che finisce solo per rischiare l'innesco di un effetto domino che vorrei evitare.
Marte è luogo pacifico e rispettoso delle opinioni altrui ed è necessario che resti incontaminato dalle inclinazioni rissose tipiche degli umani.
Pertanto prego te, ma anche tutti, di mantenere i discorsi a tono sui binari del post, discutendo, argomentando, obiettando finchĂ© si desidera (è proprio confrontarsi a essere interessante), ma sempre nel rispetto reciproco. E se poi ci scappa qualche parolina giudicata di troppo - cosa che puĂ² sempre succedere - che se la vedano gli interessati. SarĂ mia cura di intervenire, quando eventualmente le cose staranno andando oltre quanto da me giudicato ammissibile.
In generale, come giĂ potete leggere nel box dell'inserimento commenti, vi prego di non costringermi ad attivare la moderazione. La prenderei come una sconfitta.
Grazie.
Mi dispiace del reiterarsi della vicenda, ma per invitare a riflettere, se fossi un troll (di cui ignoravo il significato finchè wikizozza non mi illuminasse), non mi sarei preoccupa di veicolare l'ultimo intervento per tornare in tema(con tanto di "o"rrori, ma scrivo, leggo, dissento ed acconsento innanzitutto per imparare).
RispondiEliminaHo cercato di invitare alla riflessione in modo ironico, ma chiarisco: "fizzifobia" era un modo ironico per sottolineare il dissentire dal suo punto di vista (ed aggiungo, che palle se tutti fossero in accordo), rifacendomi al termine "omofobia". Ma il richiamo al "Sig. Pirla" è un'evidente dimostrazione dell'incomprensione (non che sia offeso, al massimo rammaricato per la mancata occasione di sorridere). Da questo si dovrebbero capire i ruoli di chi atacca e di chi risponde sul campo di guerra, con armi belliche caricate con proiettili gne gne gne.
Ora chiudo, accettando l'effetto domino solo se riguardante "la materia prima" che, dal tema, è evidente essere diversa a secondo degli orientamenti (paradossalmente potrei essere anch'io materia prima*, ma guarda un pĂ²).
*Sto sognando.
@Il grande marziano: sono d'accordo sul non deragliare, anche perchĂ© non vorrei che il moltiplicarsi di personalitĂ raggiungesse la massa critica (due piccole precisazioni, perĂ², e poi chiudo lì: 1. se scorriamo i commenti è chiaro chi ha iniziato a uscire dai binari, mi pare piĂ¹ con sarcasmo che con ironia; 2. sono intervenuto "in difesa" di fizzi perchĂ© mi piace schierarmi e perchĂ© lei - per i problemi di modem a vapore che ha per quasi tutta la settimana - non avrebbe potuto replicare fino a martedì prossimo).
RispondiEliminaTornando al tuo commento, noto che parli di strategie di "accettazione" e "integrazione" e qui credo stia il nocciolo della questione: ora, se io fossi gay, e orgoglioso di esserlo (si parla del Gay Pride, dopotutto), piĂ¹ che preoccuparmi di acquisire quel tipo di "rispettabilitĂ " (un po' alla "Zio Tom": "è gay ma è tanto una brava persona") mi interesserebbe che l'accettazione e l'integrazione avvenissero alla pari, chĂ© qui non si tratta di subordinare una cultura a un'altra, ma di inventare una cultura "nuova", con buona pace di clericali, leghisti e omologati assortiti. E' sempre un peccato sprecare le risorse della diversitĂ , perchĂ© - come dovremmo sapere - se non si evolve ci si estingue. Non che l'estinzione del maschio ipertestosteronico, competitivo e distruttivo sia poi una prospettiva negativa...
@Sig. Troll: in effetti mi auguravo che la faccenda fosse chiusa, ma è evidente che a voi umani piace sguazzare in questo genere di diatribe, un po' come polpi nelle scatolette spagnole. Comunque ti ringrazio delle tue spiegazioni e delle tue scuse. Penso si sia ben capito che non avevi intenti offensivi. A volte l'ironia (attraverso il muto medium elettronico) puĂ² essere interpretata come sarcasmo, e per questo puĂ² essere un'arma a doppio taglio e va maneggiata con attenzione. Ma che tu abbia intenti ironici (e spesso anche autoironici) mi sembra abbastanza palese. Poi è chiaro che bisogna sempre fare i conti con la sensibilitĂ altrui, per cui la soglia tra ironia e sarcasmo degli altri puĂ² essere diversa dalla nostra.
RispondiElimina@Tullix: come sia iniziata la faccenda è chiaro, per questo non mi pareva esserci il bisogno che lo sottolineassi (alimentando in questo modo la disputa). Del resto, come ho già avuto modo di dire, mi sembrava che la faccenda fosse chiusa. Quindi la chiudo qui anch'io. Spero che nessuno voglia tornare sull'argomento.
Tornando al post, è vero quello che dici, sulla "cultura nuova". L'accettazione e l'integrazione devono avvenire facendo attecchire a radicando piano piano quei concetti culturalmente all'interno del tessuto sociale. La si potrebbe chiamare "maturitĂ sociale". E per fare questo naturalmente loro non devono abdicare alla loro "diversitĂ ", perchĂ© è proprio quella la peculiaritĂ per cui è necessario il processo di "integrazione". Per questo quella che noi anche qui ci ostiniamo a chiamare "diversitĂ ", deve diventare "normalitĂ ". Non si deve piĂ¹ dare del "gay" a un amico per prenderlo in giro, nĂ© si devono guardare due uomini che passeggiano mano nella mano come fossero due marziani (peraltro noi andiamo spesso in giro mano nella mano, ma abbiamo sette sessi quindi vi sfido a capirci qualcosa!). Ma io non credo che siano le manifestazioni "esuberanti" che si vedono nei vari Pride a configurare la "diversitĂ ". Sarebbe riduttivo. La "diversitĂ " è poter andarsene in giro, due ragazzi, mano nella mano, o potersi scambiare un bacio senza temere di essere derisi, insultati o peggio, pestati senza che nessuno alzi un dito. Poter avere un lavoro senza che nessuno ti chieda conto delle tue preferenze sessuali. Eccetera.
Conquiste di questo tipo non mi parrebbero affette da difetti di evoluzione sociale, tutt'altro. E non sono convinto che questa evoluzione/maturazione debba passare per forza attraverso le piume di struzzo, dal momento che nella vita di tutti i giorni io piume di struzzo col mio telescopio non ne vedo.
Penso che le piume di struzzo stiano meglio addosso agli struzzi vivi, sicuramente, e non ci piove sulla riduttivitĂ delle manifestazioni "esuberanti". PerĂ² un minimo di "gayezza" provocatoria ricosciamoglielo, altrimenti invece che "gay" finiranno col chiamarsi "sad" (un Sad Pride Day sarebbe da tagliarsi le vene...).
RispondiEliminaComunque segnalo il sentito editoriale di Ivan Scalfarotto sull'Unità di lunedì 12 luglio.
Ops, alla quarta riga va letto "riconosciamoglielo" e non "ricosciamoglielo", che si presterebbe a doppi sensi...
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