Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 21 aprile 2016

L'amore ai tempi del referendum

Non illudetevi. Non è stato l'appello di Renzi. Magari fosse stato così. Renzi si è appropriato di qualcosa su cui lui faceva conto: la pigrizia (fisica e morale), l'indolenza civica, la scarsità di senso dello Stato, la mancanza di consapevolezza dell'essere cittadini, l'oblio di tutto quello che è stato necessario pagare alla Storia per poter avere il diritto di tracciare una X su un foglio di carta. E non è certo questo referendum a far emergere questa triste realtà. Sapete qual è il punto, quello vero? È che la gente (per lo più) se ne sbatte. È tutto qui. Alla gente frega solo di quello che la tocca direttamente, sulla pelle, sulla carne, dentro il sangue e i suoi nervi. Mentre il concetto di voto e - soprattutto - di referendum presuppone una visione più ampia di se stessi all'interno di una comunità di persone che, anche solo per questo motivo, condividono un "bene comune". C’è un senso di solidarietà nel votare a un referendum, un senso che questo paese non ha. Tutto questo non c'è. Non so se è stato perduto o se non c'è mai stato. So che vige il paradigma dell'ognuno per sé, della mia auto in doppia fila, delle tasse che riesco a evadere, delle raccomandazioni che riesco ad avere, dei favori che riesco a ottenere, delle persone in coda che riesco a saltare. Fa tutto parte dello stesso, triste quadro, di quello che siamo diventati o - forse meglio - di quello che non siamo mai stati e (forse) non saremo mai. Italiani.

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