Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 15 novembre 2012

Se Ben Affleck è più bello dietro (la macchina da presa)

Argo è un gran bel film. Potrebbe bastare questo. E dovreste fidarvi. Ma voglio dirvi qualcosa di più, senza però svelarvi niente e consentirvi così di gustare al massimo questo ottimo film. Allora la storia è quella della crisi degli ostaggi americani che accadde a Teheran a cavallo tra il 1979 e il 1980 in seguito alla reazione all'appoggio degli Stati Uniti allo Scià Rezha Pahlavi. Dunque il 4 novembre del 1979 un gruppo di iraniani fedeli alla Rivoluzione fece irruzione nell'ambasciata degli USA e prese 52 ostaggi che tenne prigionieri per ben 444 giorni. In quell'occasione, però, 6 addetti dell'ambasciata riuscirono a fuggire prima dell'invasione dei rivoluzionari e trovarono rifugio presso l'Ambasciata del Canada. Il problema, per questi 6 americani, era così di riuscire a uscire dal paese sani e salvi. Quello che successe è ormai storia (ed è facile da trovare su Internet), ancorché sulle prime secondo una "versione pubblica ufficiale" decisamente addomesticata, la quale ruotava intorno al ruolo cruciale dell'ambasciatore canadese. Ciò che invece accadde veramente, e che venne rivelato solo molti anni dopo, sotto la Presidenza Clinton, il quale tolse il segreto alla vicenda, è quello che viene raccontato in questo film.

Insomma, le cose andarono assai diversamente rispetto alla versione ufficiale. L'ambasciatore canadese infatti non fece molto più che ospitare i sei nell'ambasciata, ma non ebbe alcun ruolo determinante, se non quello di metterci la faccia, con tutto ciò che questo comportava. La realtà vide invece l'azione occulta di un "esfiltratore" della CIA, ovvero di un esperto in fughe (Ben Affleck nel film), il quale ideò e mise in pratica un escamotage pazzesco, davvero ai confini dell'assurdo, ma che forse proprio grazie a questa sua intrinseca follia, finì in qualche modo per assumere paradossalmente i contorni della credibilità. Dunque per cercare di uscire dall'impasse, gli americani approvarono la costruzione di una duplice finzione, ovvero di una finzione in una finzione, dimostrando così per certi aspetti la loro supremazia nel settore, perché solo loro - con la loro mentalità e il loro background culturale, ma anche grazie a tutto l'immaginario di cui hanno saputo circondarsi - avrebbero potuto anche solo pensare di escogitare una pazzia del genere, per non dire trovare il coraggio di metterla addirittura in pratica, ponendo a rischio in una simile missione sette vite umane.

Del film (e del suo finale) non vi dico di più, se non che la realizzazione è davvero pregevole. Le ricostruzioni, le scenografie e i costumi, suggestivi e accurati, distintivi di un'epoca la cui atmosfera peculiare viene accentuata dalle luci e dall'azzeccata patina retrò delle immagini. C'è pure il pulmino Volkswagen. Quanto al buon Affleck, visto altrove come poco più di una maschera di pesce lesso, va detto che qui regge benissimo il passo della propria creatura davanti alla macchina da presa, ma soprattutto dietro tiene saldamente le briglie della narrazione in un'efficace gestione della trama e, soprattutto, della tensione, fino al (geniale) scioglimento finale.

Insomma, andatelo a vedere e fatemi sapere.

[NB: Non potete capire lo sforzo che ho fatto per evitare di darvi indizi su cosa succede o su come va a finire il film. Apprezzatemi!]

6 commenti:

  1. Apprezzo alla grande lo sforzo.
    Oggi, tra l'altro, ne ho parlato anche io.
    Ottimo film davvero, complimenti all'ex bisteccone!

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    1. In realtà è sempre un po' un bisteccone. Ma come dici giustamente tu nella tua recensione (molto bella, ancorché piena di spoiler ;-) !), anche il vecchio Clint non ha mai avuto un grande campionario di varietà espressive. Eppure abbiamo visto tutti che cosa è stato capace di fare. E con l'esperienza e un altro po' di acqua sotto i ponti, Affleck rischia di essere uno dei prossimi grandi, solidi registi americani.

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  2. Ho visto i trailer in televisione pare un bel film, dopo aver letto questa esortazione ad andare a vederlo, viene proprio la voglia di correre al cinema :)
    Intanto ti do il mio parere su "Magic Mike" di cui avevi parlato qualche tempo fa.
    A me ha ricordato "Strip tease" con Demi Moore, probabilmente la mia similitudine ti farà inorridire, ma io non sono una cinefila colta, sono un po' rozza, forse. Anche strip tease denunciava, forse in modo meno raffinato, il marcio di chi va a guardare le spogliarelliste. Vedi candidato al governo che vuole Demi tutta per se per una notte.
    Magic Mike ha un altro tipo di regia: spiega e non spiega le cose. Mostra e non mostra quel che accade, lo devi capire da te e ricucire i pezzi della vita dello spogliarellista che il regista ti mostra. Il finale è un po' scontato, forse ad uso e consumo delle signore che hanno a cuore l'happy end. Il buon Magic Mike è fin troppo buono con il bamboccio che aiuta, usa tutti i suoi risparmi per tirarlo fuori dai guai, un calcio nel sedere, altro chè! Il padrone del locale è carogna fino in fondo, infatti quando il buon Mike se ne va lui rimane perplesso per mezzo secondo e poi rivolge le sue attenzioni al nuovo venuto (il bamboccio aiutato da Mike), per la serie: nessuno è indispensabile.
    Questo è quanto, alla prossima :D

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    1. Non mi pare di avere visto Striptease di Demi Moore, o forse sì? Già il fatto che non ne sia sicuro, probabilmente significa che l'ho visto, ma è come se non l'avessi fatto, con tutto quello che ciò significa.

      Diciamo che Magic Mike, alla fine, sebbene sia vero quanto dici circa il finale, mi è rimasto impresso più per le circostanze in cui l'ho visto, che per il film in sé. E se hai letto il mio post, sai a cosa mi riferisco. ;-)

      Alla prossima, Laura! :-)

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