Punti di vista da un altro pianeta

martedì 4 dicembre 2012

Le Primarie conservatrici dei progressisti

Dunque alla fine ha vinto Bersani. Ha vinto la (tiepida) sinistra. Ma, a dispetto dei (doverosi) proclami sul rinnovamento, ha vinto anche la Vecchia Guardia. Hanno vinto D'Alema e la Bindi e Veltroni e tutta quella generazione lì. In altre parole, il popolo dei progressisti ha tradito se stesso, decidendo a grande maggioranza per il progresso minore, e molti di coloro che (forse) chiedevano rivoluzione e rottura, hanno invece finito per scegliere conservazione e continuità.

Ma è stata solo l'incapacità del Renzi-candidato a far frenare (o franare?) il cambiamento tanto atteso? La rottamazione? E' stato il suo aspetto troppo patinato, troppo americano, troppo "da destra", non tanto nei temi, quanto nelle atmosfere, nei modi di porsi agli elettori, nelle convention con troppi lustrini, più oppositivo che propositivo, nelle sue giacche sempre troppo blu scure? Renzi è stato così l'uomo sbagliato al momento sbagliato?

Oppure alla fine gli elettori hanno avuto paura di affrontare l'ignoto-Renzi, e hanno deciso di optare per un (tutto sommato) consolatorio-Bersani? Dunque, come spesso accade nella vita, l'individuo (nella fattispecie il votante-pagante) non è riuscito a superare la pesante inerzia del (vero) cambiamento e ha optato per ciò che lascia le cose il più simili possibili a come già sono? Il cambiamento minimo. Niente ribaltoni. Niente stravolgimenti. Una rivoluzione (troppo) dolce. Ovvero una non-rivoluzione.

Dunque, ditemi, al popolo della sinistra è mancato più il coraggio o più il candidato?

10 commenti:

  1. Non credo sia propriamente "mancanza di coraggio" è che le varie Bindi e accoliti a mollar l'osso proprio non ci pensano.

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    1. Bindi & C. ovviamente si fanno innanzitutto i fatti loro, come farebbe chiunque al loro posto. Il punto è che nel momento in cui il Popolo della Sinistra ha avuto la possibilità di dare una spallata a quel sistema, e dipendeva solo da lui farlo, non l'ha fatto. E adesso deve affidarsi alla capacità di autorinnovamento del Sistema stesso. Con tutto ciò che questo significa e implica...

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  2. Io credo che anche in queste italiche primarie prevalga l'ormai tristemente nota regola delle politiche: turarsi il naso, votare il meno peggio. Il problema, alle prossime elezioni, sarà turarselo abbastanza il naso. E riuscire davvero a trovarlo, un meno peggio... Forse potrebbe essere proprio Bersani, ma non oso pensare a che tipo di governo potrebbe poi mettere in piedi, con queste sue annunciate regolette da sqhuola elementare: metà maschi e metà femmine, metà biondi e metà mori, metà destri e metà mancini, metà cattolici e metà ipercattolici... Almeno dicesse metà italiani e metà scandinavi... allora almeno mezzo governo decente ce l'avremmo...

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    1. Difatti un'altra riflessione che mi è venuta da fare è: ma perché in Italia non c'è mai un candidato come si deve da qualunque parte si guardi? Perché, in un modo o nell'altro, ci si deve sempre ridurre alla molletta sul naso? O forse dicono così anche gli elettori degli altri paesi a proposito dei loro candidati? Magari lo dicono anche gli scandinavi...

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  3. Ieri sera su RaiNews24 ha detto una cosa giusta, a mio avviso, Antonio Padellaro "Bersani dà l'impressione di non saper fingere, di essere spontaneo e questo rassicura la gente". Penso che ora sia vero. Prima certamente no altrimenti non si spiega come abbia fatto il satrapo di Hardcore a comandare la nave Italia portandola alla deriva.

    Zio Scriba: secondo me tra i due non c'era il meno peggio, e questo è un problema. Sono entrambi espressioni di una politica vecchia. Bersani sono trent'anni se non di più che siede in qualche "poltrona", probabilmente ha fatto pure delle cose buone ma non rappresenta la laicità che quelli "di sinistra" dovrebbero rappresentare. Renzi è un democristiano.

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    1. D'accordo con te. Anzi, vado oltre. Per me il democristiano è Bersani. L'altro è addirittura un ciellino. Per quello ho parlato di ministri metà cattolici e metà... ipercattolici. In un paese arretrato come il nostro, conquiste come un testamento biologico serio ce le sogniamo per altri 4.000 anni almeno...

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    2. Bersani, oltre all'impressione "verace", ha il phisique du role dell'Uomo-di-Sinistra, cosa che Renzi (assolutamente) non ha. E questo non è da trascurare nel feeling dell'elettorato. Prima in realtà il PD ha fatto almeno due clamorosi autogol: (1) candidare Rutelli (aaaaaagh!); (2) andare da solo quando era candidato Veltroni che, a dispetto della successiva resa dei conti, conseguì un risultato elettorale straordinario (il migliore in assoluto degli ultimi anni, anche se nessuno lo fa mai rilevare).

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  4. Renzi è un conservatore, un cattolico, un giovane non giovane, è andato a parlare con Berlusconi ad Arcore, non avrebbe portato nessun cambiamento tra quelli auspicabili a sinistra, forse avrei condiviso il tuo discorso se a fare il ballottaggio fosse stato Vendola, ma con Renzi non si poteva fare nessuna rivoluzione, se non quella dell'età del candidato presidente del consiglio, un po' troppo poco, per me e, a quanto pare, per la maggioranza di chi ha votato.

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  5. la pizza a pranzo m'ha stufato, che palle. cambiamo?
    che c'è di buono? toast? tramezzino?
    mio dio. tramezzino no! unto, molliccio con la maionese?
    ochei, anche oggi pizza, ma domani cambiamo, eh?

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  6. Ormai il vincitore tra i due protagonisti delle primarie ̬ stato decretato. Ma c'̬ da stare attenti come nella web serie Poltrone - http://www.youtube.com/user/poltronelaserie?feature=results_main Рdove i due candidati a sindaco riescono ad autoeliminarsi grazie ad alcuni scandali puntualmente dati in pasto alle affamate cronache locali spianando la strada della vittoria dell'outsider.
    Toccherà anche a Bersani e Renzi questa umiliante sconfitta? Non dimentichiamoci che “tra i due litiganti il terzo gode”....

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