Punti di vista da un altro pianeta

martedì 21 settembre 2010

Dare a Cesare quel che è di Cesare

Questo è un post imprevisto e urgente. Imprevisto perché fino a pochi minuti fa, nemmeno mi sognavo di scriverlo. Ma questo succede con molti post, figli delle lampadine che ti si accendono in testa. A patto di avercele, beninteso, le lampadine da accendere. Ma questo post non è figlio di una lampadina, bensì di una email che ho ricevuto poco fa. Per questo credo sia un dovere, da parte mia, mettere on-line con urgenza quello che segue. Soprattutto a seguito del post di ieri.

Dunque siamo sempre in zona Berlino, e giriamo ancora intorno al famigerato caffè di Cosa Nostra. Come ho accennato in risposta ai commenti di qualcuno, ieri, dopo aver pubblicato il post, ho segnalato la faccenda a quelli del Deutsches Historisches Museum, alla Disaronno, maggior produttrice mondiale di amaretto, ingrediente distintivo dell'Espresso Mafioso, e infine alla Kofler Kompanie. Nella fattispecie ai signori della società di ristorazione che gestisce la caffetteria del museo ho fatto rilevare di essermi sentito offeso dalla loro scelta di chiamare in quel modo la loro specialità di caffè e che la loro mi pareva una grave caduta di stile per un luogo prestigioso come il Museo della Storia Tedesca.

Ebbene, stamane apro la mail, ed ecco la risposta:

Per chi non sapesse l'inglese, la traduzione suona più o meno così:
"Porgiamo le nostre sincere scuse e ci dispiace che lei si sia sentito offeso dal nome della specialità di caffè. Abbiamo già deciso di cambiare il suo nome per il nostro prossimo menù. Ancora, non abbiamo mai avuto intenzione di dare appellativi agli italiani e speriamo che lei ritorni a Berlino e ci venga a visitare per vedere che abbiamo preso la sua lamentela in seria considerazione. Le auguriamo una buona giornata e la ringraziamo per il suo onesto commento."
Tutti fanno scelte sbagliate, in buona o cattiva fede che sia, nel bene e nel male fa parte della caducità della natura umana (ma anche marziana). Eppure penso che sia proprio in quei momenti, ovvero nel concetto di assunzione di responsabilità, che stia la superiorità di un modello culturale radicato nella mente delle persone di una determinata nazione. Così, se si è capaci di accusare un popolo se non di razzismo, almeno di superiorità per un singolo episodio, allora per un singolo episodio bisogna essere anche capaci di rendergli onore.

/continua

22 commenti:

  1. Sono stati solerti ed efficaci a quanto pare.

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  2. @Inneres Auge: questo è certo. Forse che non siano appassionati di calcio? ;-)

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  3. Mi chiedo (e sarò forse troppo prevedibile ma concedimelo :/) se in un bar italiano avessero chiamato un panino con wurstel 'paninazi' se si sarebbero comportati in egual modo dopo che un sensibile (giustamente) tedesco avesse letto e non ordinato l'incolpevole prodotto! :////
    naturalmente sono contenta di questa risposta! molto contenta!

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  4. @petrolio: anch'io mi sono posto la tua stessa domanda, che forse è prevedibile, ma è naturale. Ebbene, c'è forse bisogno di rispondere?

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  5. no, immaginiamo una risposta diversa come quella che han dato a te! :)

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  6. wunderbar!

    specialmente il tuo reporting!

    love, mod

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  7. crossando un commento precedente di inneres auge direi:
    germania italia 5-4

    e già sarei felice del risultato,
    se poi apro un qualsiasi giornale (compresa quella roba che libero &c. spacciano per giornalismo)
    direi:
    germania italia 587.256-4

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  8. Beh, però, rimane il fatto che certi tedeschi il vizio per lo meno ce l'hanno. Anni fa' certi loro giornali con "spaghetti e mafia" o qualcosa di simile, riferito a tutta l'Italia, ci marciavano, e come!

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  9. @mod: grazie, mod. Il reporting era un atto dovuto.

    @Lorenzo: in questo caso mi sa che i marziani sono stati loro.

    @Alessandro Cavallotti: il merito è tutto loro. Per quanto mi riguarda, mi arrogo giusto il merito di averci provato. Alle volte ci si fa vincere dalla pigrizia o dal pensiero che tanto è tutto inutile. Ebbene, bisognerebbe tentare, sempre e comunque.

    @il Ratto: no, non aprirlo un qualsiasi giornale, che il tuo risultato mi sembra perfino ottimista. E' che abbiamo una difesa colabrodo...

    @Adriano Maini: certi vizi non sono solo dei tedeschi. Nel negativo tutto il mondo è paese molto più di quanto non lo sia nel positivo. Purtroppo.

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  10. beh, bisogna riconoscere che all'estero prendono molto seriamente i cosiddetti "complaints" (reclami). tant'è che per ogni prodotto (soprattutto in america) c'è un servizio clienti a cui si può far riferimento per le lamentele. in Italia? spesso non vengono neanche considerati... ;)

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  11. @Anto: vero. Anche se non si può generalizzare nemmeno in Italia. Sono stato io stesso testimone di reclami in Italia che sono stati considerati con correttezza e rispetto. Però in generale è una questione culturale, ovvero quello stesso substrato di mentalità che fa sì che ci sia una diversa considerazione del concetto di "dimissioni". Hanno entrambi a che fare con l'assunzione di responsabilità e la capacità di ammettere l'errore. Ma anche la più semplice capacità di saper ricevere le critiche, riconoscerle e magari farne tesoro. In Italia, rispetto all'estero, quanti sono capaci di dare le dimissioni?

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  12. episodi del genere non sono infrequenti all'estero! ti racconto una cosa che è successa a me anni fa. avevo lasciato, non so in che punto dell'aeroporto, parecchi anni fa a Heathrow, una mia agenda con tutti i numeri di telefono e gli indirizzi! allora non esistevano ancora i cellulari...nell'agenda non c'era nessun nome mio e nessun indirizzodel sottoscritto! ebbene...dopo due mesi ricevo l'agenda a casa, con un biglietto in cui c'era scritto: mi scusi se mi sono permesso di dare un'occhiata approfondita alla sua agenda, ma così sono riuscito a rintracciarla e rimandargliela a casa! te lo immagini qui in italia?

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  13. marziano caro, se hai un così forte poter di persuasione non potresti scrivere una buona manciata di lettere a tutti gli inopportuni che siedono su scranni di pelle in zona montecitorio? te ne saremmo assai grati

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  14. @nico: mah, io sono allergico alle generalizzazioni e alla fine credo sia una questione statistica. In altre parole dipende sempre da chi hai la fortuna (o sfortuna) di incontrare sulla tua strada. E' insomma una questione di singole persone. Però è anche vero, che temo che all'estero sia solo un po' più "probabile" che accada un episodio del genere.

    @metropoleggendo: lì non serve la persuasione, serve la magia, o il voo-doo.

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  15. Se un giorno andrò a Berlino è assicurato che finirò al suddetto museo nel suddetto bar a sfogliare il suddetto menù, non fosse altro che per ordinare (nonostante il prezzo...Possibile che nessuno l'avesse notato il prezzo?!?!?!?!?!?) il caffè Grande Marziano che più lo mandi giù e più ti tira su (perchè a sto punto deduco che lo intitoleranno in tuo onore) ;-)

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  16. ben fatto
    marziano
    difficilmente avresti avuto lo stesso successo in italia, ma è vero che non provandoci mai, non si riesce a fare niente

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  17. @Vaniglia: se un giorno andrai a Berlino, quel museo lo vorrai visitare perché è bellissimo. E nel frattempo, controllare che abbiano cambiato sul serio il menù, sarà un'ottima cosa. Quanto all'intitolarlo al sottoscritto, se qualcuno qui ha un bar, gli cedo volentieri i diritti! ;-)

    @Itsas: grazie, Itsas. È proprio quello che conta: provarci. A volte (quasi mai) basta meno di quello che si crede. Però capita.

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  18. Che brutta cosa. Meno male che misero rimedio.

    7

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  19. @7di9: abituato come sono, mi accontento che abbiano risposto.

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