1. Lavora a una cosa alla volta, finché non è finita.
2. Non iniziare più nuovi libri, non aggiungere nuovo materiale a Primavera Nera (un suo romanzo).
3. Non essere nervoso. Lavora con calma, con gioia e in maniera spericolata con qualsiasi cosa tu abbia per le mani.
4. Lavora in accordo al Programma e non in base all'umore. Fermati all'ora prestabilita!
5. Quando non riesci a creare, puoi lavorare.
6. Consolida un po' ogni giorno, piuttosto che aggiungere sempre nuovi fertilizzanti.
7. Resta umano! Incontra persone, va in giro, bevi se ti va.
8. Non fare il cavallo da tiro! Lavora solo con piacere.
9. Lascia perdere il Programma, quando hai voglia di farlo, ma torna a esso il giorno dopo. Stai concentrato. Determinato. Isolato.
10. Dimentica i libri che vorresti scrivere. Pensa solo a quello che stai scrivendo.
11. Sempre e prima scrivi. La pittura, la musica, gli amici, il cinema, tutte queste cose vengono dopo.
Tutte queste regole di scrittura sono molto interessanti, ma dato che siamo tutti diversi mi pare si possano applicare solo ed esclusivamente allo scrittore che se l'è date per sé. Sicuramente Miller non riuscirà mai ad applicare quelle di, per esempio (quello del post precedente), Steinbeck, come Steinbeck non riuscirà mai ad applicare quelle di Miller. Qualcuna è generica e va bene per una grossa maggioranza, ma ci sarà sempre lo scrittore che non avrà modo di seguirla.
RispondiEliminaQuello che dici è vero. Eppure, se confronti le regole dei diversi autori, troverai - certo delle discordanze forti (addirittura approcci opposti) - ma anche delle ricorrenze. E sono soprattutto queste quelle che mi intrigano di più. I denominatori comuni. Quegli aspetti che tutti gli scrittori hanno provato su se stessi e hanno riconosciuto come validi, e la cui condivisione li fa mettere radici nel territorio della necessità.
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