Punti di vista da un altro pianeta

martedì 16 febbraio 2010

Il mistero della parola mancante

Come spesso (sempre?) succede in Italia, siamo in campagna elettorale e i muri delle città sono una pinacoteca di facce che promettono un futuro radioso per noi e per le generazioni a venire. Un futuro dove (finalmente!) vigerà la meritocrazia, un futuro di lavoro, di aiuti alle famiglie in difficoltà, di sanità scevra dalle morse della politica, di strade più sicure, di scuole più efficienti, di treni più puntuali, di pastasciutte più al dente, di profilattici più resistenti. Un futuro meraviglioso di luoghi comuni, insomma. Del resto i mattoni della nostra società sono quelli, su questo non ci sono dubbi. Quindi non sorprende che nessuno riesca a tirare fuori dal cilindro qualcosa di diverso.

Così alla fine i nostri voti dovrebbero incanalarsi esclusivamente grazie alla faccia più simpatica, allo slogan più efficace o all'aggettivo più ficcante, frutto di sondaggi e approfonditi studi di marketing e di programmazione neuro-linguistica. Eppure, in questi tempi così decadenti, tristi, anzi penosi, funestati dallo stravolgimento dei valori (legalità in primis), c'è una parola, una sola, che io vorrei vedere stampata sui manifesti elettorali. Confesso, l'ho cercata, qui dalle mie parti, ma non ne ho trovato traccia.

Mi piacerebbe se qualcuno mi indicasse se qualche candidato (di destra o di sinistra, non importa) ha avuto il coraggio di usarla, annunciarla, stamparla a caratteri cubitali sotto il suo sorriso ritoccato con Photoshop. Perché, sapete, io non lo voglio più un candidato che mi promette un futuro dove finalmente vigerà la meritocrazia, un futuro di lavoro, di aiuti alle famiglie in difficoltà, di sanità scevra dalle morse della politica, di strade più sicure, di scuole più efficienti, di treni più puntuali, di pastasciutte più al dente, di profilattici più resistenti. No. Io voterò qualcuno che abbia il coraggio di dichiarare al mondo e di appiccicare sotto la sua faccia, la parola che non si trova da nessuna parte, quella che non si può più dire, quella di cui si è perduto il significato.
ONESTO.

Scusatemi, è praticamente il primo post e già chiedo troppo.

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