Punti di vista da un altro pianeta

sabato 1 maggio 2010

7 Note dal Concertone

1. DOminazione
La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca sotto forma di lavoro liberamente salariato.
(George Bernard Shaw)


2. REalizzazione
Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi.
(Joseph Conrad)

3. MInistero
La democrazia divide gli uomini in lavoratori e fannulloni. Non è attrezzata per quelli che non hanno il tempo per lavorare.
(Karl Kraus)

4. FAtalità
Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto.
(Max Stirner)

5. SOLlazzo
Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo.
(Leo Longanesi)

6. LAstrico
È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.
(Umberto Galimberti)

7. SI veda l'immagine
(attr. Rudolf Hoess)

4 commenti:

  1. Sottoscrivo, e voto, il grande Shaw, ma "quoto" anche (paroletta assurda, ma dicono tutti così...) l'intelligente riflessione di Galimberti, a sua volta collegabile a Bertrand Russell, che già nel 1935, nel suo meraviglioso ELOGIO DELL'OZIO (che io leggo anche come Elogio dello Zio) sosteneva la possibilità, grazie alla tecnologia, di lavorare tutti per non più di 4 ore al giorno. Invece abbiamo scelto il delirio della kompetitività e la jungla del lavhorror, arrivando a un mondo per certi versi ancor peggiore dello schiavismo dell'antichità!

    RispondiElimina
  2. Per non parlare poi della nuova frontiera dei collaboratori occasionali, co.co.co etc, che non possono permettersi di rifiutare mai un lavoro e, accettando tutto per non rimanere senza, alternano periodi di lavoro intenso a periodi di nulla totale mentre il pensiero costante è: avrò i soldi il mese prossimo?

    Altra cosa che spesso non si si dice è che i lavoratori di questo tipo hanno si il vantaggio degli orari, molto liberi e autonomi, ma vengono pagati solo a fine lavoro, quindi per mesi e mesi nessuna entrata e poi una maxi entrata improvvisa (di solito anche in ritardo), difficile da gestire perché deve coprire un arco di molti mesi in cui non ci saranno altro entrate.

    Tutto questo per dire he ormai il lavoro, pur essendo a volte un piacere, per alcuni, è spesso uno stress, sia per i dipendenti che sono sfruttati fino all'osso con paghe misere, sia per i collaboratori che lottano col conto in banca e col tempo.

    Da questo quadro sopno escluse quelle professioni strapagate e che richiedono il minimo sforzo.

    Purtroppo si è arrivati a vivere per lavorare invece che lavorare per vivere.

    RispondiElimina
  3. @Zio: "quoto" il tuo "quoto".

    @Sleeper: si arriva a vivere per lavorare quando la società ti "impone" un modello di successo legato all'affermazione nel lavoro e direttamente proporzionale agli zeri nel numero in fondo alla busta paga.

    RispondiElimina
  4. una scala tragica e vera...
    un saluto

    RispondiElimina

Poiché vorrei evitare di attivare la moderazione, vi prego di moderarvi da soli. Grazie.

License

Creative Commons License
I testi di questo sito sono pubblicati sotto Licenza Creative Commons.

Statistiche

Blogsphere

Copyright © Il grande marziano Published By Gooyaabi Templates | Powered By Blogger

Design by Anders Noren | Blogger Theme by NewBloggerThemes.com