Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 12 settembre 2011

Silvio (not) Forever

Se nessuno può affermare di conoscere veramente il prossimo di cui può fare esperienza diretta, anche coloro con cui ci si ritrova in confidenza intima e quotidiana, l'esperienza mediata che facciamo con i personaggi pubblici, ovvero che conosciamo solo attraverso i canali dell'informazione, fa sì che il concetto di "conoscenza" assuma risvolti del tutto peculiari perché, proprio per il modo in cui (non) si entra in contatto con loro, nel bene e nel male costoro finiscono per far parte di una mitologia personale (e collettiva) influenzata sia dal carattere e dal tono delle informazioni che ci parlano di loro, sia dal modo soggettivo che noi singoli abbiamo di recepirle ed elaborarle. Si tratta dunque di una sorta di vero e proprio immaginario personale che, come tale, può corrispondere alla realtà solo in parte, variabile e minima. E questo vale per tutti i personaggi famosi, come cantanti, attori, calciatori e, dunque, anche politici.

Nel caso di Silvio Berlusconi, il fenomeno è ancora più accentuato per il suo modo pubblico di porsi e per le risorse che egli stesso usa scientemente per i suoi scopi di plagio e propaganda, e in generale per l'inflazione mediatica senza precedenti che lo coinvolge, quasi ininterrottamente, ormai da diciassette anni, sia da parte di chi lo adora, sia da parte di chi lo odia. Vie di mezzo, nel suo caso, si sa, non ce ne sono. Per questo sento di dover tributare un ringraziamento al film Silvio Forever, che ha contribuito, non tanto a cambiare in qualche modo la mia opinione assai radicata sul soggetto in questione, né a darmi qualche informazione fondamentale su di lui che già non sapessi, quanto piuttosto a togliere quella patina di mitologia mediatica con cui per forza di cose ci si ritrova a vedere uno come lui, se ci si limita a farsi cullare dalle correnti di superficie. Dunque confesso che è stato piacevole, alla fine del film, rendersi conto della restituzione della sua figura a una più prosaica realtà delle cose, e della riconsiderazione del suo personaggio per quello che veramente è: un (semplice) uomo.

Questo, naturalmente, non implica giustificazioni o assoluzioni di alcun genere nei suoi confronti, però mi ha fatto vedere l'entità-Berlusconi, il principio-Berlusconi, il costrutto-Berlusconi in un modo diverso, per certi aspetti più appropriato, se non addirittura più civile. D'altro canto sto anche cominciando a pensare che la citata piacevolezza di questo sentimento possa altresì essere legata all'evidenza della sua parabola discendente già in atto, peraltro propria di ogni (semplice) uomo, e al paradigma che ogni mausoleo è fatto per essere riempito.

11 commenti:

  1. Onestamente da questo film io speravo molto di più, quasi potesse essere un vero documentario.
    Per il resto, non posso che sperare che effettivamente la parabola discendente che in molti aspettiamo sia effettivamente in corso.

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  2. Tranquilli: la parabola discendente è in corso, ma naturalmente dopo di lui arriverà di peggio. Ho letto che i kattolici sognano nientemeno che un nuovo CAF (Casini Alfano Formigoni) (!!??!!??) e purtroppo, nonostante l'apparenza, NON si trattava di un giornale satirico... :-(
    Diventare un paese avanzato e civile? provate a ripassare al prossimo millennio...

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  3. Un 'semplice uomo' ma di infima specie.
    'Semplice' non significa senza dignità e senso della misura.
    Cristiana

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  4. a me l'ha fatto stare solo ancora più sulle balle..

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  5. Io quoto MarcoCK ma devo dire che il film-docu mi è piaciuto, dipingendo molto bene quello che è successo in questi anni. E alla fine tanta ma tanta tristezza per le occasioni perse in cui il paese si poteva salvare.
    un saluto

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  6. @MrJamesFord: non sono voluto entrare nei meriti (o demeriti) strettamente cinematografici della pellicola. Ho voluto solo esprimere un piccolo campionario di sensazioni "a pelle"...

    @Zio Scriba: dire che il dopo sarà peggio, è pessimismo conservativo leopardiano. Il "dopo" è semplicemente imprevedibile.

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  7. @cristiana2011: un "uomo" significa quello che è. Il film ha il pregio di contribuire a togliere la patina di mitologia a Berlusconi, che ciascuno si crea attraverso quello che legge/sente/vede. E questo può contribuire a giudicarlo più "obiettivamente" (e ripeto, questo non significa in alcun modo assoluzione o giustificazione). E' poco più di una sfumatura, quella su cui mi voglio soffermare, ma una sfumatura importante.

    @marco (Cannibal Kid): ardua impresa, peraltro.

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  8. @Ernest: di vere "occasioni perse" nel periodo Berlusconi forse ce n'è stata una sola, durante il primo governo Prodi. Mandata alle ortiche da un certo onorevole Bertinotti...

    @One Word: grazie della segnalazione. Un saluto a te.

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  9. Quando cadono di tutti i presunti grandi uomini si dice infine che erano solo degli omuncoli ...

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  10. @Adriano Maini: quello che dici è (spesso) vero, ma qui il punto è leggermente diverso. Come dicevo a Cristina, qui sopra, quello che volevo intendere e su cui forse non sono stato abbastanza chiaro, è che il film (non tanto il fatto che l'uomo stia "cadendo") ha il pregio di contribuire a togliere almeno in parte quello strato di "mitologia" con cui nel bene e nel male si finisce per considerare un personaggio pubblico e (assai) controverso come Berlusconi, strato che ciascuno si crea attraverso l'informazione che è l'unico mezzo che ha per farlo. E questo può contribuire a giudicarlo più "obiettivamente" (e non è mica detto che questo vada a suo favore...). E' poco più di una sfumatura, ma una sfumatura importante, perché coinvolge la modalità con cui costruiamo le nostre opinioni circa *tutti* i personaggi pubblici e non solo. Idee che corrispondono in diversa misura alla realtà delle cose, ma di certo mai in toto.

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  11. Ho trovato il film divertente, e consolatorio, se non altro per la visione del mausoleo (dal momento che prima o poi ci andrà a finire dentro).

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