Quello che mi preme osservare, riferendomi anche al lungo discorso sulla memetica visto di recente su queste pagine qua, è l'intrinseca difficoltà che un individuo che delle ultime due categorie parte fa, trova quando decide di cercare di formarsi un'opinione personale riguardo la situazione generale del Paese di Chi Sta. Una difficoltà che sfiora l'impresa improba, se non la pura impossibilità. Infatti, nel momento in cui il cittadino medio desidera conoscere i fatti per giudicarli secondo le proprie inclinazioni e la propria sensibilità, può prendere in esame tre aspetti, peraltro non esclusivi, ma complementari, della politica attività.
Il primo è quello dei provvedimenti che il governo ha preso e che sono andati a interessare direttamente la vita del cittadino nella sua intimità. La cosa più immediata, per esempio, è l'abolizione o l'istituzione di qualche tassa da paga'. Oppure qualche condono, o qualche procedura di sgravi fiscali, o l'attuazione o la modifica (in meglio o in peggio) di qualche iter burocratico che agevola od ostacola l'affermazione di determinati diritti per cui protesta'. Ma tutto questo occupa più o meno il 10% della politica del Paese di Chi Sta e comunque - gratta-gratta - non sono esercizi così caratterizzanti, tranne in casi sporadici, l'attività della classe politica che al governo sta. Da sempre, per esempio, nel Paese di Chi Sta le tasse vanno e vengono (più la seconda che fa 'ncazza'), a prescindere di chi sta al potere, e il resto ha quel gusto stucchevole della demagogia e della pubblicità. Questo aspetto contribuisce senza dubbio alla formazione dell'opinione nel Paese di Chi Sta, ma direi in maniera non determinante, azzardo un 20% per sola pietà.
/domani continuerà.
geniale :))
RispondiElimina@Marie: grazie! :-)
RispondiEliminaSe deve continuà, aspetto a commentà... :D
RispondiEliminaNo, scherzi a parte, credo che per un popolo in grandissima parte bovinamente e passivamente televisivizzato l'opinione (o il formarsi di quella che "si crede, ci si illude" essere la propria opinione) segua un percorso totalmente pubblicitario, cioè sia veicolata, formata, forzata, con un procedimento banalmente simile alla pubblicità. Ecco perché a fare il bello e il cattivo tempo (anzi, il brutto e il pessimo tempo!) ci ritroviamo il nano fondatore di Publitalia 80, e non certo un gigante filosofo...
sono ripetitiva ma riesco solo a dire geniale geniale geniale!!!
RispondiEliminaPer il resto l'argomento è molto triste, e la tristezza non sta nel vedere un nano qualsiasi che fa il furbo, che si fa i fatti suoi, che si comporta male, che raggira e plagia, perchè ognuno è quello che è, decide di vivere la vita come meglio crede, ma la tristezza sta nel vedere un gregge di pecore che si accontenta dell'erba sintetica ed indigesta che piano piano li uccide, che aspetta di essere portata al pascolo dal lupo, il lupo che ha promesso un pascolo verde e ricco, che nel frattempo vende l'acqua per irrigare i pascoli rendendoli sempre più arridi, un lupo che prolifica ed infetta, il suo motto? "Tu pecora non seguire il cane, perchè pure tu puoi essere cane e tu cane non curarti delle pecore perchè puòi essere lupo, tutti possono diventare lupi, l'importatnte è che restiate pecore!
Lo so un pò confuso il concetto!
E noi stiamo qua. Ad aspetta'
RispondiEliminaGrande Marziano, di te riempirei tutta la mia LIBRERIA.
RispondiEliminaScusa...ma QUANDO MI DICI QUALCOSA? ;)
@Zio Scriba: sì, certo, su quello che dici non si discute. Però il punto cui voglio arrivare stavolta è leggermente diverso. Più sottile se vogliamo (e forse anche più disperante). Ma ne parliamo, se vorrai, domani, dopo la seconda parte. ;-)
RispondiElimina@Galatea: allora mi ripeto anch'io: grazie, grazie grazie!!! :-)
Per il resto, ti rimando alla riposta che ho dato qui sopra a Zio Scriba.
@Silas Flannery: E allora, chevve lo dico affa'?! :)
@Grace (ma nana): hai una libreria così piccola?! 8-D
Comunque QUELLA è una domanda ricorrente... ma lo sai che se/quando avrò mai qualcosa da dirti, di certo saprai. ;)
No no non è per niente piccola, anzi.
RispondiEliminaLo so che è una domanda ricorrente. Ma continuerò a fartela finchè non mi darai la risposta che desidero!
@Grace (ma nana): quando dico ricorrente, non intendo tanto che ricorre da parte tua, quanto piuttosto da parte mia... Tu comunque ogni tanto fammela, che è meglio. ;-)
RispondiEliminaLa personale opinione deriva certamente da diverse cose e da queste viene senza dubbio influenzate. La prima, da definirei familiarità, poichè è il primo ambiente in cui crescendo abbiamo sentito parlare di politica. Poi dall'esperienza diretta ed indiretta personale, legata alla crescita e a quanto abbiamo imparato essere giusto o sbagliato, il restante è dato dalla pubblicità, sia essa un dibattito televisivo oppure articoli di giornale. Per poter sviluppare ed "aggiornare" seriamente la propria opinione in merito, credo non si possa fare affidamento a quest'ultime. Bisogna pertanto prenderle per quello che sono, tentativi più o meno riusciti di vendere il proprio prodotto.
RispondiEliminaYin
@Erotici Eretici (Yin): le opinioni si formano in innumerevoli maniere e hanno a che fare con le informazioni che ci raggiungono e fanno reagire qualcosa dentro di noi che ha a che vedere con quello che noi siamo, l'esperienza, la formazione, il carattere ecc. E quelle politiche non sono immuni a questa regola. Qui però non voglio dire come bisognerebbe fare, bensì come stanno (secondo me) le cose in quest'epoca e qual è la conseguenza (nefanda) della radicalizzazione estrema dell'informazione politica. Ma dovrai leggere la seconda parte, per sapere come va a finire. ;-)
RispondiEliminami ero perso questo blog. Imperdonabile.
RispondiElimina@il Socio: imperdonabile sarebbe stato perseverare nell'errore. ;)
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento e benvenuto su Marte! :-)