Punti di vista da un altro pianeta

mercoledì 14 aprile 2010

Guarda la televisione responsabilmente

Non c'è niente che negli ultimi trent'anni abbia rivoluzionato la vita degli individui in maniera capillare e pervasiva più della televisione. E lo ha fatto pure subdolamente. Già, perché la televisione è entrata nelle case in punta di piedi, sull'onda dell'entusiasmo di una moderna lanterna magica, capace di stupire, informare, divertire, interessare, un focolare moderno attorno al quale condividere esperienze ed emozioni. Ma a mano a mano che prendeva confidenza con le proprie smisurate possibilità, la televisione è mutata in ben altro e la sua mutazione ha trascinato con sé anche i suoi "utenti". E' diventata spacciatrice di commerci. Cavallo di Troia di opinioni. Dispensatrice di illusioni. Consulente di comportamenti. Il tutto senza la patente per farlo, né l'obbligo all'avvertenza. La televisione fa tutte queste cose non solo senza dirlo, ma anche autoscagionandosi e ammaestrando i suoi utenti ad assolverla attraverso l'alibi della libertà di telecomando. E così gli spettatori finiscono per lasciarsi sottomettere, nell'immersione di una comoda e calda inconsapevolezza. Insomma, niente negli ultimi trent'anni ha rivoluzionato i modi di pensare degli individui più della televisione.

Eppure nessuno parla al grande pubblico di questo fenomeno sociale ampissimo che, nel nostro paese ha avuto persino delle connessioni politiche non proprio trascurabili. La televisione è come un frullino o una caffettiera, qualcosa di amico e di familare. Chi perde tempo a filosofeggiare su una lavastoviglie? Se proprio volete è roba per massmediologi e sociologi. E invece no. Per fortuna abbiamo ancora Giovanni Sartori, classe 1924, forse il maggior politologo vivente, che in Homo videns per una volta mette da parte la saggistica politica per osservare e circoscrivere con il suo consueto spirito e acume, senza risparmiare la vis polemica, conseguenze e pericoli di quello che significa al giorno d'oggi appartenere alla mutata razza dell'homo videns. Così il libro di Sartori, non più recentissimo, ma ancora trovabile, diventa (o dovrebbe diventare) un libro per tutti, un libro importante, un libro necessario, perché non c'è come la consapevolezza che, prima di ogni altra cosa, contribuisce a portarti in salvo.

La citazione:
«La televisione non è soltanto strumento di comunicazione, è anche, al tempo stesso, paidèia, uno strumento "antropogenetico", un medium che genera un nuovo ànthropos, un nuovo tipo di essere umano.»
Un'ultima cosa, per i pigri che saltano le parti centrali dei post (lo so che ci sono), ci tengo ad avvertirvi che non si tratta di un thriller alla Stieg Larsson (come al solito lasciatemi dare una spintarella ai motori di ricerca), ma per una volta potreste anche leggervelo un saggio, no?

Homo videns. Televisione e post-pensiero, di Giovanni Sartori - Laterza

7 commenti:

  1. Stimo da lungo tempo Sartori: è una delle 2 o 3 persone intelligenti che, per una misteriosa magia, riescono ancora a scrivere sul derelitto corriere della sera.
    Sull'argomento segnalo anche un vecchio libriccino, spero non introvabile, dal titolo CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE, curato da Karl Popper e John Condry.
    Lasciami aggiungere che sull'antropogenetica televisiva sono giunto a posizioni di pessimismo totale: pur con moltissime e meritorie eccezioni, la tv è strumento INFERIORIZZANTE.

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  2. L'azione "antropogenetica" della televisione, Sartori la intende in senso involutivo. Il "nuovo tipo di essere umano" che ne viene fuori è senza alcun dubbio inferiore, ma soprattutto più debole, perché - perdendo progressivamente le capacità di critica e di autonomia del pensiero - diventa facilmente manipolabile. Quindi direi che il tuo pessimismo è anche di Sartori (e pure il mio).

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  3. PS. Grazie, per la segnalazione. Quel libretto lo vado a cercare...

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  4. Spero di trovarlo in libreria. Il tuo post calza a pennello con l'argomento. Comunque qualcuno ne ha parlato prima di Sartori, Erik Gandini con un documentario dal nome 'Videocracy'. Stranamente censurato anche da mamma Rai.

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  5. Il libro di Sartori (1a ediz. 1997) è molto più vecchio di Videocracy (2009). E comunque i due affrontano aspetti della TV molto diversi: Videocracy si concentra più sul "sistema televisione", mentre Sartori più sugli effetti che la televisione ha sugli utenti (abbonati?). Senza contare che un film, essendo un audiovisivo realizzato per un mercato, rischia la caduta in quelle stesse sabbie mobili che vuole denunciare.

    Comunque il saggio di Popper sembra ancora disponibile.

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  6. ok. me lo compro. anzi, me li compro entrambi. grazie anche a zio scriba.

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  7. Molto presto la televisione verrà spazzata via da internet...per fortuna!

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