Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 23 aprile 2010

ApPareNze

Pare che ieri, nel centro storico di Lecco, un pensionato settantenne si sia tolto la vita gettandosi dal terzo piano di un palazzo. Pare che sia successo in una zona piuttosto frequentata, dove ci sono anche bar e ristoranti con tavolini all'aperto. E pare che la gente, vedendo sopraggiungere la Polizia, gli uomini del 118 e, infine, il carro funebre, sia rimasta tranquillamente a spiluccare i suoi panini seduta ai tavolini, sorseggiando coca-cola, battendo il piede al ritmo dell'iPod e, di tanto in tanto, allungando il collo, come spettatori catapultati a sorpresa dentro una speciale puntata live di C.S.I.

Pare anche che alcuni turisti giapponesi si siano avvicinati cercando di scattare alcune foto del lenzuolo bianco steso sul selciato. Pare infine che qualcuno si sia lamentato perché i gestori degli esercizi commerciali avrebbero dovuto evitare la permanenza dei loro clienti nei tavoli più esterni, perlomeno quelli più a ridosso del teatro della tragedia. Perlomeno. Di sicuro al poveraccio non glien'è fregato un accidente dell'imbottitura dei panini, né del colore degli occhi delle sbirciate, né del brusio e degli "Ehi, guarda lì!", né del modello dell'iPod (che ne sapeva lui di quelle diavolerie?), né - infine - del numero di megapixel delle fotografie (megache?). Certo, se magari qualcuno l'avesse fotografato prima, forse non si sarebbe buttato.

21 commenti:

  1. Dici che il settantenne non era italiano? oppure non era abbastanza padano per meritarsi un po' di interesse e rispetto?
    Temo semplicemente che questi esseri umani di umano abbiano ormai ben poco.

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  2. Vedi, come dico nel post, a quel povero vecchio non glien'è fregato un accidente di quello che ha fatto la gente. Quindi, se vai a vedere, dove sta il problema dell'interesse e della mancanza di rispetto? Dovevano darglielo prima l'interesse e il rispetto. Dopo è tutto inutile. Al povero vecchio non gliene viene niente.

    Per questo sono convinto che finisca per essere un luogo comune anche questo, quello in base al quale si accusa la gente di curiosità (mancanza di rispetto) per una tragedia altrui. Diventa un'ipocrisia anche questa. Senza contare che in queste cose la gente non è così "adesso". Non è colpa della tv, del Berlusconismo, della Lega, di McDonald's, dei telefonini con la fotocamera o della globalizzazione. La gente è sempre stata così. E' la natura umana.

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  3. io avrei smesso di mangiare ma solo perchè vedere sangue mi chiude lo stomaco.

    cosa avrebbe dovuto fare la gente? smettere di mangiare recando danno al barista? tornare a lavorare rimuginando sul morto? prendere un giorno di ferie per l'ansia? andare dallo psicologo?

    suvvia signori, siamo tutti troppo impegnati dai nostri problemi per piangere un 70enne sconosciuto che si ammazza!!

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  4. @Calzino: welcome to Planet Earth.

    @Ragno: e se non ci fosse stato neanche il sangue?

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  5. e che ci facevano dei giapponesi a lecco? magari sono gli assassini...

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  6. * sleeper
    io sono il primo a prendermela col becerume razzista e fasciobigotto dei legaioli, ma non vedo cosa c'entri questa cosa con l'essere italiani o padani (a parte che, diciamolo una volta per tutte, i padani non esistono: io posso definirmi lombardo, longobardo, varesino o quasi svizzero, ma la parola padano mi fa ridere). Sarebbe come condannare tutti i romani perché domenica dopo il derby una madre e i suoi due bambini han rischiato di morire tra le fiamme della loro auto...
    Questo è solo un discorso di insensibilità, egoismo e indifferenza, anche se ha ragione il marziano a dire che non bisogna essere troppo moralisti su questi fatti.
    Più che gli indifferenti, a me dà fastidio la morbosità dei curiosi che scattano foto, e mi ricordano quella feccia che provoca code in autostrada per fermarsi a gustarsi l'incidente avvenuto nella direzione opposta...

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  7. @Zio: il fenomeno della "coda empatica" mi fa andare davvero in bestia e lo considero il sintomo di quanto l'essere umano sia fondamentalmente idiota e - soprattutto - senza speranza.

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  8. @metropoleggendo: che domande. I giapponesi sono ovunque ci sia qualcosa da fotografare.

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  9. Hai ragione Zio Scriba, ogni tanto mi capita di generalizzare, come te credo che la padania non esista, io sono Trentino e spero sempre che la lega continui a detestarci per l'autonomia e non ci voglia nella sua idea di nord italia.
    Quando ho letto Lecco ho pensato subito alla lega perché conosco una persona che ci vive e che è disgustata da certi comportamenti che ha visto negli ultimi anni, ma effettivamente in questo post c'entra poco.

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  10. una società la nostra che si sta perdendo, anzi mi sa che si è già persa da tempo!

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  11. @Ernest: queste non sono cose della nostra società. Cose come queste sono sempre successe. Certo, oggi tutti hanno con sé una macchina fotografica, mentre una volta ci si limitava alla sgomitata e al passaparola. Ma questo è, semplicemente e - se vogliamo - tristemente, l'uomo.

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  12. in realtà fino a poco più di un secolo fa la gente si radunava nelle piazze per assistere alle pubbliche esecuzioni, e nella civile ammeriga c'è chi pagherebbe pur di poterlo fare. di che vogliamo stupirci?
    marziano, bellissimo il tuo blog, complimenti per lo stile e l'ironia.

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  13. Per ragno, quando crescerai capirai.

    C'è un approccio al problema che non mi convince del tutto. La curiosità è un aspetto che sicuramente, come fatto osservare, ha sempre caratterizzato l'uomo, fino al punto da vedere una critica in questo senso un pò ipocrita.
    Penso che tutti abbiano questo istinto di fronte a fenomeni non abitudinari e non lo ritengo giusto criticarlo.
    Mi preoccupa la forma in cui si sta dirigendo, sempre più verso una curiosità morbosa specchio in realtà di un'indifferenza emozionale. Questo mi sembra che sia molto diverso rispetto al passato e molto legato ai ritmi sociali moderni.
    La curiosità si è rivolta al cadavere o comunque al corpo maciullato e non all'anziano che si stava per lanciare dalla finestra. Questa è freddezza emozionale e morbosità (ove viene meno perfino il rispetto per l'evento accaduto), e seppur lo avrebbero visto imprecare dalla finestra la preoccupazione sarebbe stata di non perdersi la scena e non cercare di persuaderlo dal gesto. Anche perchè chi è orientato a comportarsi in questo senso, poco gli interesserebbe vedere il cadavere, perchè oramai non ha rilevanza soffermarsi.

    Come avvallorare l'ipotesi di questo diverso approccio con la curiosità? semplice: le reazioni della folla sarebbero state le stesse se l'evento si fosse verificato in una grande metropoli o in un piccolo paesello non molto a passo con i tempi? penso proprio di no.

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  14. @luxus: grazie! :-)

    @The Real Show: non vedo tutta questa differenza rispetto al passato, tutt'altro. Luxus, che ha fatto osservare il parallelo con il pubblico delle impiccagioni o delle decapitazioni, ha centrato il punto. Non ci vedo entrare i ritmi sociali moderni. E' sempre stato così. In questo caso la curiosità si è rivolta al cadavere semplicemente perché evidentemente la situazione non ha permesso di vedere l'anziano in bilico sul cornicione.

    In tal caso puoi stare sicuro che la scena sarebbe stata seguita "morbosamente" lo stesso, con qualcuno che avrebbe cercato di dissuaderlo. Anzi, probabilmente la situazione avrebbe avuto ancora più appeal, perché ci sarebbe stata l'incertezza del finale, mentre nel caso del cadavere, il finale è già scritto.

    Quanto alla differenza tra la metropoli e il paesello, è evidente. Nel paesello probabilmente tutti (o perlomeno molti) avrebbero conosciuto la vittima e sarebbero stati in un modo o nell'altro diversamente coinvolti nell'accaduto, rispetto ai "freddi" estranei della metropoli.

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  15. Ciò che maggiormente mi ha colpito è che si fosse ritenuto, dopo, che almeno i tavolini più vicini al, lo vogliamo chiamare luogo dell'impatto?, andassero sgomberati. Cos'è, è subentrato una specie di tardivo senso di rispetto? Marziano hai ragione quando dici che è nella natura dell'uomo, o comunque di certi uomini e lo è da sempre. In questi casi conta quello che fai d'istinto: intervenire o meno per difendere un sopruso, chiedere o meno la fattura al dentista, masticare tranquillamente il tramezzino o provare quella roba che ti blocca lo stomaco di fronte a qualcuno che si lancia. Quando si ritratta, lo si fa per conformismo.

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  16. @bagnetto verde: ... a meno che l'istinto non sia già conformista.

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  17. Non fingerti intelligente se non lo sei. Non...(scritto 100 volte alla lavagna)25 aprile 2010 alle ore 10:45

    Per il grande marziano

    Vecchio baldraccone approfittatore, equivocai in parte nell'esprimermi.
    Sull'attenzione che poteva attrarre il suicida imprecante, intendevo dire proprio che la curiosità morbosa sarebbe scattata in egual misura, sottolineando che non sarebbe dovuto all'altruismo della folla per persuaderlo (anzi, chi si sarebbe rivestito di tale incarico l'avrebbe fatto più per protagonismo).
    Assodato questo dato che, ahimè, resta imputabilmente oggettivo, su quanto ha osservato luxus, c'è del vero seppur non va totalmente in contrasto con le diversità di ritmi e modi di vivere. Le impiccagioni avvenivano nelle grandi metropoli e, soprattutto, spesso a farla da padrona era l'ignoranza o comunque un senso di giustizia retrogrado. La curiosità morbosa era un pò diversa rispetto ad oggi ove, spesso è alimentata dalla noia di chi (paradossalmente) vive anche i vizi della vita con monotonia (perchè benessere e precareità di vivere oggi riescono ad andare di pari passo). Ecco perchè il paesello (oramai più assimilabile ad un paragone), costituisce quel ceto che, abituato ad un modo di vivere meno morboso, vizziato ed annoiato, ha un modo di agire più umile.
    Da quel che noto, un tempo era meno difficile osservare persone con questo attegiamento.

    Poi, il post lascia le strade aperte a tante di quelle argomentazioni che potrei ringiovanirci (essendo gia vecchio, il tempo se mi venisse concesso, adrebbe in senso inverso)a scriverci su.

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  18. Secondo me la visione del paesello, ancorché sia vero rispetto a un modo di vivere diverso rispetto alla città, è all'atto pratico un'illusione. I fondamenti (leggi "difetti") della modernità ci sono tutti quanti anche lì.

    Per quanto riguarda il post, è appositamente aperto (come cerco di fare anche con gli altri), come elisir di giovinezza per coloro che se ne vogliono avvalere.

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  19. vecchietto dall'allegro paesello post-moderno26 aprile 2010 alle ore 19:37

    Coem avevo scritto fra parentesi il paesello è più un pagagone, inteso ad indicare non solo i contesti periferici rispetto alle grandi metropoli, ma una classe o dinamica di vivere. Il paesello integralmente rispecchiante tale concezione è sempre più una rarità, proprio perchè la frenesia moderne è giunta quasi ovinque.
    E per frenesia moderna, intendo l'andare a braccetto del benessere con precarietà, che crea noia, stress e scarsa capacità d'altruismo.

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  20. Sì, ma considerare il paesello come una roccaforte resistente alla frenesia moderna, a mio avviso è un'illusione. E' vero che certe dinamiche sono diverse (qui su Marte abbiamo molti paeselli e conosciamo cosa significa). Ma rispetto ai grandi sistemi, il paesello non lo vedo un corpo sociale immune ai virus della modernità. Mia opinione marziana, beninteso.

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