Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 22 marzo 2010

Di addominali, mele e altre irriverenze

Lo si vede chiaramente anche da Marte: l'esercizio della critica in Italia vale come una serie di cento addominali a testa in giù più cinquanta flessioni su un braccio solo. La critica infatti è sempre più vista come qualcosa di antipatico e spiacevole, qualcosa di malevolo, qualcosa di irrispettoso, qualcosa di disonesto e strumentale, comunque sia fatta, anche la più educata, ragionevole e sensata. Perché, chissà per quale motivo, si vede luccicare sempre e comunque della malizia negli occhi del critico. E di questo passo va da sé che la critica diventa espressione di "odio", una cosa da "nemici" verso "nemici", e perde il suo connotato distintivo, ovvero il suo essere innanzitutto l'esposizione di un punto di vista alternativo, l'espressione di un'indipendenza di pensiero, lo spunto per un confronto in campo aperto.


Il corollario di questa situazione è l'esistenza in Italia di personaggi pubblici che non possono essere criticati, pena il pubblico scandalo, il Moige che scende in piazza, il Codacons che alza le barricate, la Commissione di Vigilanza che censura, l'AGCOM che strepita ed Emilio Fede che strabuzza gli occhi alla Camera 1. Del resto se metti uno dai denti lunghi come Aldo Busi dentro un paradiso televisivo come l'Isola dei Famosi, non puoi pretendere che non darà nemmeno un morsino alla mela dell'Albero dell'Impertinenza. Non c'è nemmeno bisogno di fare il casting al serpente. Busi è già serpente di se stesso. Ma forse nessuno osava pensare che lo scrittore si sarebbe fatto fuori tutta la mela in un colpo solo, quando nel mirino delle sue intemperanze ci è finita la Chiesa "omofoba" e conseguentemente il suo più alto rappresentante e allora bum!, apriti cielo, tuoni, lampi, fulmini e saette, che colpiscono dritte in testa lo stesso Adamo Busi, costretto in quattro e quattr'otto a fare le valigie e togliere il disturbo dal Paradiso Terrestre.

Ora lo sento già il cicaleccio da ipermercato la domenica pomeriggio secondo cui Busi è stato irrispettoso, offensivo e quant'altro, andando a "criticare" direttamente Sua Santità in quel modo. E in fascia protetta, per giunta! Premesso che in un caso come questo la soglia del concetto di rispetto, ovvero che cosa è rispettoso e che cosa non lo è, è del tutto soggettiva, sono convinto che Busi sarebbe stato messo in croce anche se le sue esternazioni avessero maggiormente corrisposto al concetto "popolare" di rispetto. Perché in Italia criticare il Papa è vietato. Punto. Non si sa bene in base a quale legge o a quale decreto interpretativo, ma non si può fare. In nessun modo. Eppure il Papa è uomo come gli altri, soggetto a errare esattamente come gli altri, tranne - lo dice la Chiesa stessa - quando parla ex cathedra, sola situazione in cui viene ritenuto infallibile, ovvero quando proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in maniera definitiva come rivelata. Negli altri casi evidentemente può toppare. E quindi perché non può essere mai personalmente criticabile?

La risposta non la so. So solo che sabato dal palco di Piazza San Giovanni, giusto subito dopo la miracolosa promessa della vittoria sul cancro, ho sentito parlare di eliminazione di tutte le mele. A cominciare da quelle rosse.

4 commenti:

  1. Quello che mi scandalizza di più è il fatto che ci siano personaggi politici che dicono cose ben più offensive (dichiarano di fare uso improprio del tricolore, intonano cori razzisti, danno dei cogxxxxi a quelli che non li votano) e restano ben piantati al loro posto. Altro che Aldo Busi serpente...

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  2. Intanto, per prima cosa, copri quelle vergogne con delle foglie di fico! Potresti urtare la sensibilità di qualcuno.

    Le mele rosse sono sovversive, odiose e invidiose rispetto a quelle verdi che sono piene d'amore.

    :) trattasi ovviamente di sarcasmo.
    saluti

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  3. @Sleeper: ma non erano le mele azzurre quelle buone e piene d'ammore?

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  4. l'importante è che non siano rosse:)

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