Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 8 marzo 2010

Mammografia di uno scandalo /2


Non prendetemi per un fissato, se torno sull'argomento. Sono solo una semplice vittima (come voi) del mondo dei media. E dunque eccoci qui a parlare di nuovo di tette. Il punto è che, sarà colpa di Freud, Jung o Belen, ma il capezzolo - possibilmente turgido, please - resta il miglior testimonial del mondo. Ennesimo esempio lo hanno dato le immagini (che hanno fatto il giro del mondo in 80 secondi) di Carla Bruni in occasione dell'incontro ufficiale di qualche giorno fa all'Eliseo del Presidente Sarkozy con la delegazione russa, Presidente Medvedev e signora in testa. E subito tutti quanti lì a meravigliarsi, a turbarsi, a puntare il dito circa il fatto che, sotto il meraviglioso abito firmato Roland Mouret, la Premier Dame - peraltro elegantissima - era senza reggiseno. Parbleu!

Orbene, abbozziamo qualche considerazione terra terra. Il reggiseno è un elemento che nasce con una duplice funzione meccanica ed estetica, dove la prima va in soccorso della seconda. La curiosità rispetto alle classiche reazioni Oddio, guarda quella, è senza reggiseno!, nasce dal fatto che non si può addure al medesimo un'oggettiva funzione censoria. Nel caso, quale sarebbe? Forse celare il capezzolo che, inturgidendosi, potrebbe fare cucù attraverso gli indumenti e quindi trascinare eventuali maschi di passaggio a un'improvvisa regressione al ciuccio di infantile memoria? Ciò significa che, se funzione censoria c'è, è tutta soggettiva, come se l'attribuzione all'oggetto reggiseno del difficile (impossibile?) compito di non cadere (uomini)/far cadere (donne) in tentazione gli esponenti di sesso maschile, costituisse un alibi per entrambi. Del resto nemmeno la "Campagna delle foglie di fico" messa in piedi dal severo Cardinale Giovanni Pietro Carafa ai danni del Giudizio Universale di Michelangelo, ebbe per oggetto i seni, bensì solo le parti basse.

Ritornando a Madame Carla Bruni, purtroppo non potremo mai sapere se la sua sia stata una scelta dettata dalla vanità, se sia stata una bieca operazione di marketing gossippolitico o se invece abbia voluto intraprendere una sorta di tettathlon a distanza con l'altra francese Laetitia Casta. Per la serie, A Letì, c'ho le tette più belle io, tiè, tiè e tiè. Probabilmente tutt'e tre le cose insieme. Di sicuro c'è stata la reazione di Medvedev. Alcuni testimoni che hanno preferito rimanere anonimi hanno giurato di avere sentito il Presidente Russo sulla via dell'hotel mentre canticchiava tra sé «Meno male che Carla c'è...».

(Nella foto: La Venere di Milo di neve di Elisa Gonzales di Rahway, nel New Jersey, censurata dalla stessa Gonzales dopo che i vicini di casa avevano chiamato la Polizia, turbati dalla nudità del "pupazzo di neve" - da Repubblica.it)

1 commento:

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