Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 11 febbraio 2011

Dire la verità credendo di mentire

È una parola che va molto di moda in questi giorni, golpe. È facile accorgersene dalla sua ricorrenza nei media. Un lemma che - non a caso - è capace di evocare immediatamente scenari centro/sud americani, anche per la sua derivazione spagnola, trattandosi di un'abbreviazione della locuzione golpe de estado, ovvero colpo di stato. Dal punto di vista del significato, si tratta di un "atto violento o comunque illegale, posto in essere da un potere dello Stato, diretto a provocare un cambiamento di regime" (Wikipedia). La differenza rispetto a una rivoluzione è che quest'ultima è promossa e attuata da forze esterne al regime. E fin qui, la semantica.

Ora, ieri questa parola è stata accostata per la prima volta (almeno a mia memoria) all'aggettivo morale. È accaduto nell'intervista che Giuliano Ferrara ha fatto a Silvio Berlusconi e che è apparsa su Il Foglio, sempre in merito alla faccenda dell'inchiesta dei giudici di Milano sui presunti reati di concussione e prostituzione minorile in cui Berlusconi sarebbe incorso e al presunto atteggiamento persecutorio dei giudici nei suoi confronti. Ecco lo stralcio copiato direttamente dal sito de Il Foglio:
Stavolta c'è una coscienza pubblica diffusa dell’intollerabilità costituzionale e civile di un siffatto modo di procedere, il famoso golpe bianco, anche perché abbiamo un presidente che è un galantuomo, e allora ricorrono a quello che lei, caro direttore, ha chiamato 'golpe morale'. È per questo che nel documento del Popolo della Libertà si parla di eversione politica. È un giudizio tecnico, non uno sfogo irresponsabile.
In realtà dunque golpe morale è stata una locuzione usata dal giornalista che il Presidente del Consiglio non ha perso tempo a fare sua. Difatti questo è stato riportato oggi da molti quotidiani come un suo virgolettato originale. Ma questo importa poco. Importano invece le parole, giacché alla fine sono le parole a veicolare i concetti che vengono trasmessi alle persone e dunque usati per modellare la loro opinione. Per questo non mi aspetto che politici e giornalisti le scelgano mai per caso. Tuttavia mi chiedo se, in quest'occasione, abbiano ragionato sull'espressione golpe morale, tenendo in considerazione le regole della retorica con le quali i concetti devono fare i conti.

È evidente che la presenza dell'aggettivo morale sposta radicalmente il terreno su cui il significato di golpe si poggia. Un po' come dire: assassinio o assassinio morale. Nel secondo caso non ci aspettiamo alcun cadavere. Allo stesso modo da un golpe morale non mi aspetto alcun colpo di stato. L'aggettivo dunque sposta il significato della locuzione in un contesto figurato, che è quello indicato dall'attributo. Mi aspetto dunque che il cambiamento di regime significato dalla parola golpe, avvenga all'interno del confine della morale. In altre parole, un golpe morale è un rovesciamento arbitrario e improvviso dello stato morale, ovvero un cambiamento repentino e radicale del modo di intendere certi aspetti morali.

Per una volta non posso dunque che convenire con Ferrara e Berlusconi: sì, in Italia è in atto un golpe morale! Perché le coscienze dei cittadini (o almeno di una parte di essi) non riescono più a convivere con questa palese, indecente, vomitevole assenza di qualsiasi scrupolo etico a beneficio del proprio sollazzo e del proprio tornaconto, alimentato dall'abuso di potere nella più totale mancanza di rispetto nei confronti della cittadinanza intera. Sì, per una volta avete detto la verità, benché voi l'abbiate fatto per sventolare lo spettro di quella parola, golpe, evocatrice di fuochi e di carri armati, di polvere e di fucili, di coprifuochi e di terrore. Sì, in Italia è in atto un golpe morale, o almeno un suo tentativo, e le manifestazioni di domani ne sono una prova.

E visto che la paura di perdere i suoi privilegi, fa sì che il Vaticano abbia rinunciato a quella bell'abitudine di una volta di lanciare anatemi come fulmini e saette, e dunque (colpevolmente) non si vuole sporcare le mani per catalizzare questa rivoluzione delle coscienze, dev'essere il popolo a rimboccarsi le maniche. Lo deve fare Internet. Lo devono fare i media. Lo devono fare l'educazione e l'esempio. L'esempio prima di tutto. Perché non è moralismo pensare che ci debba essere un confine, fermo, da qualche parte. È solo civiltà. Negli USA un deputato repubblicano del Congresso - sposato con un figlio - è stato sorpreso a mandare una foto a torso nudo a una donna conosciuta in un sito di annunci personali e (solo) per questo ha rassegnato le dimissioni.

Sì, in Italia c'è un assoluto bisogno di un golpe morale. Solo se fosse anche davvero in atto, come dicono loro, per una volta ci sarebbe un po' di speranza.

[Credits: il dipinto in alto è "L'imperatore Giustiniano" di Andrea Fortina (olio su cartone, marzo 2006) - tratto da Tutte le facce del Cav. che il pittore realizzò per il Foglio nel 2006]

11 commenti:

  1. Assoluto bisogno, dici bene.
    Almeno potremo smettere di pensare che peggio che da noi si sta solo dove per farsi sentire bisogna scendere in strada armati.

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  2. Hai ragione: Ferrara (a cui per altro mi dicono che il TG1 abbia concesso un quinto del tempo del notiziario) ha detto la cosa giusta.

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  3. "Tuttavia mi chiedo se, in quest'occasione, abbiano ragionato"

    Non credo sia una loro facoltà.

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  4. @MrJamesFord: la speranza è di non dover arrivare a stare peggio rispetto a dove per farsi sentire bisogna scendere in strada armati, prima di cominciare a sentire il bisogno di farsi sentire.

    @Inneres Auge: e già questo a suo modo fa venire le vertigini.

    @Rouge: temo che tu li sottovaluti...

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  5. Il golpe (im)morale lo hanno fatto loro da tempo.
    Quanto ai media, tutti hanno riportato più o meno acriticamente l'orrenda sparata di questo bisunto e intellettualmente disonesto peto vivente sul fatto che lui potrebbe dedicarsi a costruire ospedali per bambini in tutto il mondo! Senza chiedersi se non avesse per caso dimenticato di aggiungere "per speculare sugli appalti pure lì", o "per assumere infermierine dopo avergli fatto io personalmente un bel colloquio". Senza che nessuno gli chiedesse come mai, allora, qui da noi invece di ospedali per bambini voglia aprire centrali atomiche del cazzo per ammazzarne di cancro a migliaia, di bambini!!

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  6. Altre volte ho pensato "ci siamo questa è la volta buona che cambia qualcosa" ma alla fine non è cambiato nulla...ecco, io spero che questa sia davvero la volta buona, perchè se non ci rimbocchiamo le maniche ora, dovremo solo abbassare la testa e tacere, perchè vorrà dire che avremo ciò che ci meritiamo, se non vogliamo lottare per la nostra dignità.

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  7. Ieri ho sentito quella grandissima non dico cosa di Michaela Biancofiore sostenere che noi non siamo bacchettoni come gli americani. Golpe morale???

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  8. Tu credi che loro sappiano di mentire?
    Forse Ferrara, l'altro è paranoico e pensa di avere sempre ragione.
    Cristiana

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  9. Non facciamo mai abbastanza perché un autentico movimento popolare prima isoli, poi condanni definitivamente all'oblio quella marmaglia.

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  10. @Zio Scriba: non a caso hai ripetuto due volte il verbo "chiedere", un termine che ha perso significato. Non *si chiede* conto a nessuno di quelli di ciò che fa o di ciò che dice, e nessuno *si chiede* mai se quello che fanno e dicono sia giusto o meno. O meglio, se anche se lo chiedono e sono eventualmente capaci di rispondersi, si ripetono che non c'è alternativa, che la realpolitik impone questo, che l'importante è vincere. E anche in questo caso il termine riPETOno, non è casuale.

    @Lumaca a 1000: forse abbiamo *già* quello che ci meritiamo. Per lo meno la "maggioranza".

    @knitting bear: quella non è nemmeno morale. E' semplice rispetto e capacità di provare vergogna.

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  11. @cristiana2011: su questo concordo con te. Anche a mio avviso l'altro è psichiatricamente calato nell'onnipotenza del suo ruolo che se gli facessero la macchina della verità la passerebbe nel 90% dei casi. Vabbè, facciamo 80%. ;)

    @Adriano Maini: è sempre difficile considerare quella che dovrebbe essere l'ampiezza del tuo "abbastanza". Temo che "certi" muri non li si possa abbattere con i movimenti e le manifestazioni saltuarie (e festose) della domenica pomeriggio. Servono le mazzate. Egitto docet.
    Oppure (meglio) in cabina elettorale. Altre armi convenzionali il cittadino non le ha.

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