Punti di vista da un altro pianeta

martedì 17 maggio 2011

Le correzioni di tutti

Non potevo tralasciare di parlare di questo libro. Anche se ora Franzen è l'autore del momento e dappertutto si sente parlare di lui. Anzi, forse proprio perché dappertutto si sente parlare di lui, posso dire con cognizione di causa che quella di questo autore non è una moda. Franzen è autore davvero forte e lo dimostra a pieno titolo ne Le correzioni.

Libro peraltro sugli scaffali già da una decina d'anni, e benché premiato, osannato e mondialmente conosciuto, ha impiegato un po' a farsi strada al livello inferiore, quello della popolarità spicciola, quello, tanto per dire, che fa' sì che uno trovi che ne parlino in coda alla cassa dei supermercati e sulla banchina della stazione, Panorama e L'Espresso, e non solo i topi di libreria e gli addetti ai lavori. Segno che i libri, quelli di valore, quelli che hanno qualcosa da dire (a tutti) e un modo di dirlo - per fortuna - hanno forse le gambe corte, ma la vita lunga. E la vita delle Correzioni è davvero lunga, come quella dei suoi indimenticabili personaggi.

Romanzone americano di stampo classico (sempre che questa parola voglia dire qualcosa), con la storia a tutto tondo di una famiglia americanatipo: due genitori e tre figli, e la vicenda che si snoda tra il racconto della vita della coppia ormai anziana, alle prese con la malattia e con il riconoscimento di un rapporto che forse non c'è mai stato, e quelle più o meno recenti di ciascuno dei tre figli, molti diversi tra loro, andato ognuno per la sua strada, nessuna delle quali è quella che i genitori (ma forse anche i figli) avrebbero voluto o vorrebbero per loro, fino a un "ultimo natale" trascorso insieme con un bel po' di cerotti a tenere insieme le fila dei loro destini. Sotto la lente della famiglia Lambert, Le correzioni diventa così una mirabile visione della società di oggi, non importa se vista da una prospettiva americana che in effetti non suona davvero molto diversa, nella sua essenza, da quella che potrebbe essere italiana o, generalmente, occidentale.

Quello di Franzen è dunque il racconto dell'esistenza di oggi, divisa tra lo smarrimento dei valori, il perseguimento del successo, la difficoltà di amare e l'impossibilità (o l'incapacità?) di comunicare. E su tutto questo aleggia lo spirito delle "correzioni", di quello che gli altri in continuazione vogliono che siamo e che facciamo, di quello che noi in continuazione vogliamo che gli altri siano e facciano, di quello che tutti vorrebbero essere ma si trovano a scontrarsi con le istanze degli altri e del destino incorreggibile come forse tutto quanto il resto, che non ha mai in serbo quello che tu vuoi o per lo meno non nei termini in cui tu credevi di volerlo, di tutto quello che non riusciamo a dire e quindi, nello stesso tempo, ad accettare.

E tutto questo Franzen lo racconta con uno stile davvero mirabile. Sofisticato e colto, ma nel contempo popolare e leggero. Al punto che se quest'autore dev'essere collocato nella schiera dei grandi autori americani postmoderni (sempre che questa parola voglia dire qualcosa), trovo non abbia niente da invidiare a De Lillo (anzi, personalmente ho trovato Le correzioni, più bello di Underworld, a parte le prime 150 pagine di quest'ultimo che sono davvero da paura), ma nemmeno a Pynchon, decisamente più difficile da digerire, e neppure a Wallace, che ha dalla sua la potenza unica di una capacità di visione trasversale e di coniugazione della testa e del cuore, ma nel contempo uno stile che un po' troppo spesso ne penalizza la fruibilità.

L'incipit:
"Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l'intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Nieanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un'asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l'odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini."
Le correzioni, di Jonathan Franzen (2001, Einaudi)

11 commenti:

  1. L'ho letto qualche tempo fa, pur non amando la letteratura a stelle e strisce... ho scoperto così un grandissimo autore...

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  2. Segnato... ma quant'è lunga la lista dei libri da acquistare... che dici lo raccomando per saltare un pò la fila :D

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  3. Ciao,non conoscevo questo autore e il suo romanzo, sicuramente è un altro bel libro da leggere...ed anche a me come a Galatea..si allunga la lista! grazie per il tuo post...

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  4. È sul comodino che mi attende. Sono impegnato con quella cosa strepitosa che è "La versione di Barney"...

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  5. @Chi non ce l'ha e/o non lo conosceva: aspettate un bello sconto per prendervelo (ormai non si comprano più i libri con meno del 20% di sconto) e poi gustatevelo dalla prima all'ultima pagina.

    @Chi non l'ha letto e ce l'ha nella pila sul comodino: cosa aspettate a spostarlo in cima alla lista? Vale la pena!

    @Chi sta leggendo "La versione di Barney": beato te, che te lo stai leggendo per la prima volta. Ti invidio.

    @Chi concorda: lo so. ;-)

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  6. approvo in pieno il tuo parere!
    L'ho letto l'anno scorso e...wow!Un romanzo impegnativo, spesso lento e soffocante, ma strepitoso e bellissimo!
    A breve leggerò Libertà non per moda ma per pura curiosità :D
    Ciao!

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  7. Successivo consiglio: LITTLE BOY BLUE di Edward Bunker (con una tirata d'orecchie all'editore italiano che risparmia sui correttori di bozze: almeno una decina di refusi imbarazzanti, ma è di certo un libro - tristissimo - da leggere.)

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  8. @Margherita: grazie! Libertà lo leggerò tra un po', magari quando uscirà in tascabile. Non per moda, di certo. Ma nella speranza che la curiosità si possa trasformare in puro piacere intellettuale, com'è successo per Le correzioni.

    @Zio Scriba: di Bunker non troppo tempo fa lessi "Come una bestia feroce" e devo dire che, forse complici le mie alte aspettative, un po' mi deluse. Lo trovai meno forte e incisivo di quello che mi ero prefigurato. Tu l'hai letto? Comunque questo "Little Boy Blue" col bollino dello Zio, me lo segno!

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  9. No, questo è stato il mio primo di Bunker. E mi sono commosso per il destino segnato di questo ragazzino intelligente e sensibile, che chiedeva solo di essere cresciuto nell'amore ma non aveva nessuno in grado di farlo. Una storia struggente, e senza bisogno di nessun trucchetto strappalacrime. Vedrai che ti piacerà, caro amico.

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