Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 17 marzo 2011

Esercizi di ucronia risorgimentale

Che cosa sarebbe successo se quel giorno di 150 anni fa Sua Maestà Vittorio Emanuele II non avesse assunto il titolo di Re d'Italia "per sé e per i suoi successori"? Che cosa sarebbe successo se, invece di preparare armi e bagagli, quella sera del 4 maggio, Giuseppe se ne fosse andato a farsi un buon vino in un'osteria dell'angiporto della vecchia Genova? Per capire la portata di quello che si festeggia oggi, sarebbe forse un buon esercizio cercare di capire che cosa sarebbe potuto succedere, se le cose fossero andate diversamente.

Anche (o soprattutto) chi sventola fazzoletti verdi e sputa sul tricolore, dunque farebbe bene prima a chiedersi come sarebbe cambiata la storia intera dell'Italia, senza quella lunga catena di eventi che ha portato prima all'Unità e poi a quello che l'Italia è oggi. Considerato anche che in questo frattempo ci sono state due guerre mondiali devastanti che si sarebbero verificate ugualmente e che hanno toccato l'Italia da molto vicino, un ventennio di regime totalitario che ha portato di fatto a una guerra civile, un referendum monarchia/repubblica dai risvolti oscuri, dei periodi difficili come gli Anni di Piombo, ma anche dei tempi almeno apparentemente più fiduciosi come gli anni '60 e il Boom Economico (senza arrivare alla deriva estrema tra Tangentopoli e il Bunga-Bunga), ha senso anche solo pensare che le cose sarebbero andate per forza meglio? A prescindere dagli esiti territoriali che avrebbero potuto avere le guerre mondiali, e il Fascismo, che forse non ci sarebbe stato (e dunque forse sarebbe saltato anche il referendum), non possiamo sapere se ci sarebbero state analoghe Guerre d'Indipendenza o plebisciti che hanno portato il Nord sotto un'unica bandiera. Ma volendo divertirsi a immaginare un esito non dissimile si può pensare a un Nord, quello che oggi è del Bossi, del Cota e del Trota, sotto la monarchia dei Savoia. In questo caso il Re sarebbe oggi l'oltremodo stimabile Vittorio Emanuele IV e il suo successore al trono sarebbe il nobile Principe Emanuele Filiberto.

Ma ovviamente l'esercizio della fantasia ucronica ci autorizza a spingerci oltre. E se dunque in uno dei mondi possibili Vittorio Emanuele IV potrà passare alla storia come il re dei festini nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, Emanuele Filiberto potrà essere ricordato per aver portato al successo la Sabaudianet, il network delle televisioni reali fondate dal padre lungimirante. Pertanto credo sia perlomeno una manifestazione di scarsa prospettiva storica (per non dire di idiozia bell'e buona), pensare che abbia un qualche senso criticare l'Unità d'Italia quale progenitrice dei mali nazionali di cui si è testimoni oggi. Perché i mali nazionali in realtà hanno origine dalla mentalità di quegli stessi italiani che alla fine del XIX secolo ancora dovevano essere fatti, giacché chi aveva gli occhi per vedere già si era accorto che erano ancora ben lungi da esserlo. E se oggi di fatti in giro in effetti ce ne sono parecchi, purtroppo non è nel senso che intendeva il D'Azeglio.

16 commenti:

  1. "con un "se" si mette Parigi in una bottiglia", purtroppo chi si critica il passato è incapace di fare uno sforzo per migliorare il futuro...

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  2. Marziano, solo a vedere la foto di Filiberto sono percorso da brividi e voglia di bottigliate.

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  3. Ho vacillato per un attimo all'idea che, rimanendo monarchia, ci saremmo risparmiati il principe cantante.
    Scherzi a parte, credo che ci sarebbero i leghisti lo stesso, voorrebbero il federalismo e magari la secessione da noi terroni della Liguria.

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  4. Sì, ragionare con i "se" mi ha sempre convinto poco, e comunque è una questione troppo complessa. La Lega purtroppo penso anch'io che l'avremmo avuta lo stesso, tricolore a parte

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  5. Sono alla ricerca di molte ragioni dei se e dei ma, nella mia tipica cervellotica riflessione mi sono imbattuto in quest'assioma: La somma dell’intelligenza sulla Terra è costante; la popolazione è in aumento.
    Arthur Bloch

    Quindi ne deduco che la circoscrizione territoriale sia insufficiente per esporre teorie, marte è più adatto la densità e minore e saremmo più liberi....;-)

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  6. Per me la vera festa è il 25 aprile ed il 2 giugno. Il 17 marzo un re s'incoronava ed autoproclamava tale (per quanto possa esser stato bravo come uomo). Sovrano lui, suddito il popolo.

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  7. Sempre ipotizzando, credo che Vittorio Emanuele avrebbe fatto tali porcate che lo avrebbero costretto ad abdicare ; Filiberto? l'avrebbero scoperto a sniffare e ci sarebbe stato un referendum = via la monarchia + discesa in campo del nano.
    Punto e a capo.
    Cristiana

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  8. credo anch'io che l'unica celebrazione con un vero significato sia il 25 aprile... per il resto, ricorrenze politiche e religiose mi stanno talmente sulle palle che finirò con l'inventarmi le mie: che so, la data di nascita di Bukowski, di Paul Auster, di Vargas LLosa...

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  9. non vorrei sbagliarmi, ma prima di essere cantante e dopo l'essere presunto principe, questo personaggetto ha provato ad entrare in politica col movimento Valori e Futuro avendo come stretti collaboratori un evasore fiscale, un puttaniere e un mafioso.. che novità.
    Lui non è stato votato ma qualcun altro sì.
    Strano paese, l'Italia.

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  10. Se il Milite Ignoto non dice bugie...

    http://notiziedelfuturo.blogspot.com/2011/03/dis-fatta-litalia.html

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  11. Ti sto rileggendo con un minimo di calma,bello quello scrivi; anche io vacillai e vacillo all'idea delle conseguenze se. La cosa buona è che per etichetta non gli avrebbero permesso di cantare al principino.Va bene così le cose sgradevoli se le conosci le eviti Almeno credo.

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  12. Ci sarebbe stata una bella rivoluzione dello scontento popolare e avremmo avuto la ghigliottinata elettrica... testa che continua a cantare (?) e corpo che continua a ballare (?). A morte anche il paggio Fazio che l'ha portato alla ribalta :/

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  13. @Tutti: scusate la latitanza: ho avuto alcuni problemi di tempo (tempesta di sabbia) che mi hanno messo i bastoni tra le ruote alle comunicazioni. Ma finalmente tutto è tornato alla normalità e sono di nuovo in consolle.

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  14. D.: innanzitutto dipende dalla bottiglia. Un conto è sbattere Parigi dentro un bottiglione di vinaccio, altro è cercare di infilarla con cura in una sottile bottiglia di assenzio. Chi critica il passato, spesso trova semplicemente quest'attività più comoda (furba) che cercare di migliorare il futuro.

    @MrJamesFord: mi spiace aver sollecitato in te simili istinti, peraltro difficili da sfogare...

    @knitting bear: temo che uno sbocco al mare lo vorrebbero comunque (anche a giudicare dalle colonne di lamiere cotte dal sole d'estate sull'autostrada dei fiori), quindi fossi in te non mi illuderei.

    @marginalia: curiosa questa sorta di predestinazione con cui considerate la Lega... La Lega nasce come forza che si oppone a "Roma ladrona". Nel caso ucronico, dovrebbero opporsi ai "Savoia ladroni"...
    Ok, hai ragione. ;-)

    @mark: molto spesso comprendere le vere ragioni della Storia è complesso come prevedere che tempo farà. La Verità è sempre una visione limitata, frutto del confronto di informazioni diverse, fonti diverse, pensieri diversi. In altre parole non esiste. Come la Libertà. Sono parole troppo grandi per essere riempite in maniera adeguata. E questo vale a prescindere dall'intelligenza. Del resto l'affascinante e paradossale Assioma di Cole, che citi, credo sia facilmente smentibile pensando che un'eventuale diminuzione della popolazione terrestre non migliorerebbe affatto le cose. Secondo me, più che di "intelligenza", bisognerebbe parlare di "cultura".

    @Inneres Auge: naturalmente se fosse una vera festa, sarebbe festa. Il fatto che non sia mai stata festa, dimostra che non fosse una ricorrenza da festeggiare. Per questo non credo che sia stata una "festa", bensì la sottolineatura di un concetto troppe volte sottovalutato e bistrattato. E questo lo dico a prescindere dalla situazione politico/giudiziaria contingente.

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  15. @cristiana 2011: quindi mi pare di capire che sei una sostenitrice dell'inesistenza del libero arbitrio e dell'ineluttabilità del destino (soprattutto quello beffardo)...

    @Zio Scriba: come dicevo qui sopra a Inneres Auge, se fosse una vera festa, lo sarebbe sempre stata, festa. Il fatto che questa giornata non sia mai stata festa, qualcosa pur vorrà dire. Il problema per gli italiani è il "sentimento nazionale", quello che li dovrebbe far sentire appartenenti a "qualcosa" di comune. Sentimento che di certo questa classe politica non ha contribuito a creare, anzi ha distrutto con pervicacia e menefreghismo devastanti. Ma prima non mi pare fosse granché diverso. Che gli italiani si sentano tali solo quando gioca la nazionale è un dato di fatto.

    Del resto c'è anche da dire che il "nazionalismo" è un sentimento che va preso con le molle. Deve essere equilibrato. Ce ne dev'essere abbastanza per mostrare il rispetto verso lo Stato e gli altri concittadini (e io sono convinto che il primo modo di essere cittadini e di mostrare rispetto per la nazione è "pagare le tasse"), ma in un'Unione Europea e un mondo globale non deve nemmeno essere troppo esasperato. E in Italia, naturalmente, come sempre succede, per lo più si sta seduti solo sugli estremi.

    @la beota gioventù: non ricordo nella fattispecie i collaboratori di cui parli, ma in effetti tutto in un certo modo la faccenda torna. Una volta si diceva che gli italiani erano un popolo di santi, poeti e navigatori, oggi forse bisognerebbe cambiare la triade.

    @notizie: perché il Milite Ignoto dovrebbe avere tutto questo credito, visto che il 17 marzo 1861 neanche c'era? ;-)

    @stellarossa: a pensarci bene, forse è meglio che canti. Almeno possiamo azzerare il volume e girarci dall'altra parte.

    @petrolio: però in compenso sai quanti bei film horror ci avrebbero fatto?!

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  16. La polemica sulla festa dà il senso di quello che si occupano le istituzioni...sono solo beghe tese a far passare in secondo piano ben altre situazioni di cui si dovrebbero occupare...obiettivamente triste quelloche affermano i leghisti, ma sono ancora più tristi quando parlano di questioni legate alla migrazione, ai gusti sessuali, alle paure viscerali e stupide degli italiani. pOI NON AMETTO UNA COSA: non si sentono italiani? non festeggiano? ma che allora lascino gli scranni del potere a Roma. Lascino le istituzioni che stanno sempre di più occupando. Sono uguali agli altri: si tengono strette le province, le banche del nord, i posti in Rai e via dicendo ma hanno la pretesa di rimanere sempre vergini

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