Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 9 febbraio 2015

Dimenticami Trovami Sognami. Leggimi.

I libri migliori sono quelli che fanno centro essendo animati da sconsideratezza e ambizione. E questo è uno di quelli. Sconsideratezza, perché ci vuole una certa dose d'irragionevole coraggio pensare di scrivere una storia di fantascienza, possiamo definirla metafisica?, e pensare di uscirne in qualche modo vivi. Ambizione perché pensare di scrivere una storia di fantascienza, possiamo definirla cosmologica?, è qualcosa per cui si sta scommettendo molto forte sulle proprie capacità. Ebbene, Dimenticami Trovami Sognami di Andrea Viscusi, ancora fresco dell'inchiostro dei tipi di Zona 42, riesce nel suo intento e restituisce una storia decisamente atipica per la fantascienza in generale e, ancor di più, per il panorama italiano. Ed è proprio qui (ovviamente) il bello.

Dimenticami Trovami Sognami racconta la storia di Dorian, candidato prescelto per un progetto dell'ESA, non proprio un astronauta, ma qualcosa del genere (non vi svelo di più), il quale si trova a doversi separare da Simona, il suo amore, di fatto abbandonandolo, per imbarcarsi in una missione di esplorazione storica, ma dalla durata incerta. Al suo ritorno, che avverrà ben dodici anni più tardi, Dorian troverà il mondo irrimediabilmente cambiato, al contrario lui non sarà invecchiato di un giorno, ma in compenso il suo viaggio lo avrà trasformato per sempre, restituendogli una conoscenza così profonda della struttura più intima dell'Universo che lo renderà capace dell'impossibile.

Con una ricercata scarsezza di descrizioni, che conferisce al romanzo una perfetta aura onirica, come dev'essere dato il contesto, il romanzo di Viscusi si suddivide in tre parti. La prima, Dimenticami, è la storia di Dorian, prima e dopo la missione, dell'abbandono necessario di Simona e del suo ritorno a fronte del quale le sue percezioni risultano alterate. La seconda, Trovami, stravolge lo scenario e sulle prime si presenta come un lungo (e letterariamente pericolosissimo) infodump, una specie di manuale di filosofia cosmologica, in quanto Viscusi ci introduce, attraverso il racconto di un antefatto, ai segreti di una (possibile?) cosmologia dell'universo. Ma lo stratagemma narrativo che l'autore usa - un dialogo inframmezzato alle pagine di un diario - riesce a rendere questa parte comunque godibile e interessante, ancorché non sempre di immediata comprensione. Ma ci sta. In fondo Viscusi si imbarca nel compito non semplice di spiegare la complessa natura della realtà e vuole un lettore attento che ragioni e si sorprenda con lui. La terza, Sognami, mescola con sapienza le carte delle due parti precedenti, trovando una quadratura sorprendente alla vicenda di Dorian.

Sorretto da una scrittura non banale e sempre sicura, Viscusi conduce il lettore con mano ferma dentro i suggestivi meandri di un'ipotesi circa la trama più nascosta della realtà, mostrandoci che è l'intelligenza pura ad avere il primato dell'esistenza e che i sogni potrebbero dire molto più di quanto vogliano rivelarci del nostro inconscio. Dimenticami Trovami Sognami, distante anni luce dalla fantascienza come si è per lo più abituati a intenderla (siamo più dalle parti de La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo della Niffenegger con influenze dickiane, che dalle parti di Scalzi, Stross, Sawyer o Silverberg), finisce così per rivelarsi un romanzo sulla (onni)potenza della narrazione, dunque quasi una metanarrazione, ove le citazioni letterarie esplicite, che vi invito a scoprire (già Dorian è una), stanno li a dimostrare che se una singola idea può cambiare il mondo, può farlo anche un libro.

Insomma, Viscusi si dimostra autore da tenere d'occhio. E se volete leggere altro di lui, vi rimando a Quattro apocalissi (antologia di quattro racconti di cui si è parlato bene, scaricabile gratuitamente qui) o a Spore, altra antologia acquistabile qui.

Dimenticami Trovami Sognami, di Andrea Viscusi (Zona 42, 2015)

4 commenti:

  1. Guarda, finito ieri sera. Una bomba. Appena riesco ci scrivo due righe pure io su anobii

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    1. Ho visto la tua recensione su anobii. T'è rimasto impresso il puré! :-D
      Davvero un bel libro comunque, e coraggioso per il tipo di storia raccontata. Peraltro ho apprezzato molto anche l'assenza totale di azione che, come mi succede al cinema, tende a farmi addormentare.

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  2. chiedo scusa se intervengo solo ora. ma lo sai che sulla "totale assenza di azione" non ci avevo fatto caso fino a qualche settimana prima della pubblicazione? mi sono poi accorto che in tutta la storia non c'è un morto, un ferito, un assassino, una goccia di sangue, una fiamma, un'esplosione, e nemmeno qualcuno che guida un'auto! che noia...

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    1. Benvenuto (anche qui) Andrea! E ancora complimenti.
      A proposito di quanto dici, al contrario, mediamente trovo che sia l'azione a essere noiosa. Lo è al cinema come pure in letteratura. Che non ce ne sia neanche un po' è un piccolo miracolo, di questi tempi, forse una prodezza, ma evidentemente era uno sbocco naturale della tua storia. Tant'è che non te ne sei neanche accorto della sua mancanza fino all'ultimo, anzi oltre.

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