Punti di vista da un altro pianeta

martedì 3 maggio 2011

Quello che ci resterà della morte di Osama

Tra qualche tempo, quando le acque si saranno calmate e l'euforia diventata noia, quando le bandiere verranno ripiegate sfilacciate e le candele saranno mozziconi, e il ricordo del giorno dell'annuncio della morte di Osama Bin Laden sarà solo un capitolo verso la fine del libro di storia dell'ultimo anno del nostro nipotino, una sola cosa resterà nella nostra memoria sbiadita a eredità imperitura di quella giornata epocale.

Sarà una cosa che ci tramanderemo, una cosa che, grazie alla sapienza e alla lungimiranza dei media e degli organi di informazione che hanno sempre bisogno di attribuire almeno una caratterizzazione singolare a un evento in maniera univoca, possibilmente inedita e originale, perché è questo che conferisce personalità e resta impresso nelle memorie collettive, entrerà a far parte (insostituibile) del nostro bagaglio culturale. Qualcosa senza cui non potremo più fare a meno, pur ignorandone il perché.

E anche se, a distanza di anni, continueremo a non comprendere il motivo per cui ci è stato propinato, quella sarà una delle poche cose di quella storia che ci sarà rimasta, fissa nel ricordo come un tatuaggio che non volevamo. Un surrealismo lessicale. Una pigrizia traduzionale. Un esotismo informativo. E vecchi e stanchi, nella nostra poltrona comprata a rate a tasso zero, non smetteremo di cercare la risposta a quella ormai vecchia, annosa domanda:
«Ma cosa cazzo è un compound?!»

10 commenti:

  1. Domamnda da un milione di foto truccate

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  2. Spero di dimenticare questa storia (con la "s" minuscola) il prima possibile... me ne vergogno un po'...

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  3. Quando il mio nipotino mi dirà "Nonno non capisco perchè c'hanno messo 10 anni a beccarlo", cosa potrò mai rispondere?
    Che era bravo a nascondino nonostante la barba?

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  4. Io, invece, temo avrà una grande rilevanza anche nella storia dei futuri libri.
    In fondo, basta pensare all'effetto 1984 che sta avendo in questi giorni.

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  5. Bella domanda, odio il modo di esprimersi tipico dei tg, quasi quanto la stupidità del genere umano. Questa non è una bella pagina di storia, puzza di falso, di presa in giro e di casini in vista.

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  6. @Inneres Auge: almeno fossero truccate bene...

    @notizie del futuro: il tempo è galantuomo. I media un po' meno.

    @Ragno: che era bravo a nascondere l'elastico della barba.

    @MrJamesFord: però non ho capito bene la faccenda dell'"effetto 1984".

    @knitting bear: difatti. Perché non chiamarlo "covo"? O "nascondiglio"? O "insediamento"? O - se vogliamo, più letteralmente - "complesso di edifici"? E nessun giornalista in TV (perlomeno che io abbia visto) che si sia sentito in dovere di spiegare di che cosa si trattava. Mi chiedo quanti si siano dati la pena di andare a vedere che cosa significa quella parola. Ma fa più mistero e suscita istintivamente più interesse dire "compound", anche (o soprattutto) se nessuno ci capisce niente.
    Ah, ecco cos'era questa puzza... grazie! ;)

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  7. Marziano, intendevo dire che viene strumentalizzato.
    Metti che domani scoppi una bomba a New York, Parigi o Busto Arsizio.
    Metti che ce l'abbiano anche messa loro.
    E c'è già la scusa pronta.

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  8. No, sul serio. Che diavolo è?
    Secondo me sarà classificata come "lessico postmoderno". La postmodernità è un'etichetta valida per tutte le occasioni.

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  9. Tornando agli Eroi, holliwood sarà pronta a sfornare altre saghe con il quale appassionare milioni/miliardi di persone. Lo stile rimarrà immutato con l'aggiunta di sani effetti speciali tanto amati dal pubblico.

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  10. @MrJamesFord: bè, i media sono la carrozza più sfarzosa della strumentalizzazione.

    @Danilo: E lo chiedi a me? Comunque, sì, sono d'accordo: postmoderno va alla grande.

    @mark: sono pronto a scommettere che c'è già chi sta scrivendo la sceneggiatura sulle gesta dei 15 Navy Seals. Matt Damon sarà il più accreditato per il ruolo da protagonista.

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