Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 4 aprile 2011

La rivoluzione silenziosa (oppure dammi tre parole)

Dopodiché in questi casi salta sempre fuori quello che snocciola cifre, tabelle, statistiche, analisi costi-benefici, prospetti, budget, preventivi e consuntivi, previsioni e scenari, grafici a torta e istogrammi, tutte quelle cose che vengono bene agli incravattati con Powerpoint, magari li si può anche animare, i dati, mettendoci dentro qualche effetto sonoro gradevole che risuona cerebralmente con i neuroni deputati al consenso e al gradimento, soprattutto se al buffet, dopo, ci sono i salatini caldi e croccanti e i tramezzini appena fatti con la crema tonnata e, certo, anche la classica doppia tinozza alcolico/analcolico dall'improbabile color salmone col mestolo di plastica. Ma fino a che punto in un settore come questo, fortemente tecnico, variegato e ramificato, potete essere certi dell'affidabilità degli scenari? O dell'assoluta validità dei ragionamenti con cui vengono presentati? Chi mai potrà remare (pubblicamente) a favore di polveri sottili, tare genetiche, scorie contaminanti, inceneritori puzzolenti, ossidi di carbonio, diossine scelte, metalli pesanti, cromo, piombo, rifiuti biologici e discendenze mutanti? È sterile disfattismo? Totale mancanza di fiducia nella possibilità di approdare a un qualche tipo di conoscenza? Diffidenza nel sistema? Un sano realismo?

In effetti questo non può (né deve) significare l'adozione di un pensiero qualunquista astensionista. Perché credo che un modo per farsi comunque un'opinione a riguardo ci debba essere. È doveroso, perché è qualcosa che coinvolge tutti, non solo rispetto alla propria vita, ma anche rispetto a quella di almeno una generazione a venire, se non di più. Così, alla fine, il modo davvero conservativo che consente di trovare un'uscita sensata e razionale al labirinto del fabbisogno e della produzione dell'energia, è uno solo. E se ne cominciano a intravedere i contorni facendo innanzitutto un salto mentale individuale che porti ciascun utilizzatore di energia a fare propri i concetti di conservazione e moderazione, abbandonando quelli di intemperanza e crescita. Anche se c'è chi già sostiene (con le cifre) che il nucleare non è necessario, il nucleare non dovrebbe comunque essere necessario, perché il fabbisogno energetico dovrebbe diminuire, invece che aumentare. È la traduzione in termini energetici di quel concetto di "decrescita" di cui si sente tanto parlare, e con cui le generazioni a venire si troveranno a dover fare i conti. Le risorse sono limitate. Tutte. Anche quelle energetiche. E più una risorsa naturale diventa rara, più diventa preziosa, e il suo prezzo per forza di cose si fa sempre più oneroso sempre nei termini di cui abbiamo parlato la scorsa volta. Soldi, salute e bellezza.

Se dunque non esiste un mo(n)do ideale che risolva il problema energetico come un miracolo, ma sapendo che qualunque sia il compromesso verso cui ci si dirige si trovano controindicazioni, non è logico allora, la cosa più logica, cercare di conservare il più possibile soldi, salute e bellezza? Non è quanto di più prezioso abbiamo? E questo, alla luce di tutte le considerazioni che abbiamo fatto, non si traduce forse nell'attività primaria, per certi versi banale, ma per altri versi tutt'altro, che si chiama: consumare meno? Cosa che non significa solo con l'adozione adesso di dispositivi a basso consumo, maggior efficienza, eccetera eccetera (non voglio fare qui una lezione sul risparmio energetico, c'è pieno in giro di informazioni a riguardo che si possono reperire facilmente), ma anche come tendenza futura, che si sviluppa attraverso la consapevolezza e la sensibilità, ovvero l'educazione. E potete stare certi che non saranno gli Stati a dirvi di dover fare così, se non quando ci sarà davvero l'acqua alla gola (ma temo che non si trattera di acqua, bensì di qualcosa di molto più denso...). Loro spingeranno sempre verso i concetti di crescita e benessere perché sono quelli che politicamente (elettoralmente) funzionano. Così questa è una rivoluzione che va iniziata dal basso, in autonomia, silenziosamente.

Guarda caso, qualunque strada si imbocchi, come in un labirinto stregato si finisce sempre lì, davanti al vicolo cieco della "decrescita", al fatto che la coperta è corta e se vuoi dare conforto alle spalle, ti ghiaccerai le dita dei piedi. A me dunque alla fine non interessa dirti che cosa è giusto e che cosa non lo è. Non sono abbastanza presuntuoso per farlo. Mi interessa invece provare a darti stimoli di ragionamento, ma con onestà e disincanto. Farlo, insomma, al di fuori dei soliti schemi liofilizzati e preconfezionati dai media, che magari credi i tuoi, ma in realtà sono i loro. Dunque se sei tra quelli che non vogliono il nucleare, sappi che i tuoi figli dovranno consumare meno. E in quel "consumare" c'è dentro tutto. Per questo, forse, nel caso sarebbe meglio che cominciassi anche tu a farlo, da subito. Oppure, se preferisci vederla dalla prospettiva opposta, se vuoi continuare a vivere in questo modo, anzi a crescere crescere crescere sempredipiù come loro ti dicono che devi fare, sappi che avrai bisogno di energia sempredipiù e - che venga dal nucleare o da altrove (a meno di miracoli imprevisti che peraltro finora la Natura non ha mai concesso) - di certo ti toccherà pagarla sempredipiù. E con tutto quello che ciascuna di queste scelte potrà comportare, ad andarsene saranno comunque sempre soldi, salute e bellezza.

/fine

[Credits: l'immagine in alto è (c) di Justin Randall, quella in basso è di (c) acartier]

18 commenti:

  1. quante riflessioni e interrogativi. ciao

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  2. Con questa trilogia hai davvero dato fondo a un sacco di energie, Marziano.
    Certamente, paiono più utili le tue, che non quelle di cui si dibatte in questo periodo.

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  3. Qualcuno ha detto che la crescita continua è una proprietà delle cellule tumorali e non bisogna essere ferrati in biologia per sapere che è così.

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  4. Già da ragazzino dicevo: se senti uno che si riempie sempre la bocca con "Crescita e Sviluppo", e non sta parlando di puericultura e di rullini fotografici, sappi che quello è un lurido maiale in malafede, un nemico.
    Adesso lo stiamo scoprendo, che il lurido Pil significa sfighe, ricostruzioni, veleni e cemento, e che la Decrescita, sia demografica che di produzioni e consumi, è la sola speranza di salvezza. Ma sul ponte di comando continuano a esserci i luridi maiali in malafede, continuano a esserci i nemici...

    Visto da Marte, il nostro pullulare scemo e imprevidente fa davvero di noi le cellule tumorali di questo povero pianeta!

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  5. @Gabe: e - ahimé - nessuna risposta univoca. Un saluto a te.

    @MrJamesFord: a dire il vero non mi interessa che siano "più" utili, quanto che in qualche modo lo siano, almeno un poco. Grazie Mr, per la tua costanza e il tuo apprezzamento! :-)

    @Antonio: e non bisogna essere ferrati in biologia anche per sapere che non fa tanto bene... Seppur terrificante, questa è una bella metafora. Grazie dello spunto.

    @Zio Scriba: è tutto come dici. Per questo bisogna iniziare la rivoluzione dal basso. Perché quando accadrà dall'alto (e ho detto "quando", non "se") saranno solo circostanze catastrofiche a innescarla e solo chi l'avrà già intrapresa potrà trovarsi almeno in parte le terga al riparo.

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  6. E infatti è quello che professo da un pezzo! La crescita, me l'ha detto in ritardo, qualcuno, non avrebbe dovuto essere il maggiore degli obiettivi a livello mondiale. Ne leggo e ne ascolto, basta scegliere le letture e i programmi giusti. Ne sentiamo, ne vediamo le conseguenze e forse non c'è modo per cambiare rotta oggi come oggi, ma nel piccolo, ognuno di noi può fare molto! Io faccio del mio! ;)

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  7. Infatti il parametro veramente indicativo, quando si vuole stabilire il benessere di una nazione, è il cosiddetto "social capital" (da non confondere con il capitale sociale di una srl), ossia la diffusione dei comportamenti tesi alla cooperazione sociale.

    Esempio: la nazione A e la nazione B hanno un Pil di 1000 euro a testa.
    Ma la nazione B è corrotta e spreca i 1000 euro per il mantenimento di clientele e baronati.
    La nazione A, invece, li usa per il benessere sociale.
    Ora, la nazione A è certamente più progredita e sana.
    Ma la soluzione degli economisti più ascoltati è questa: la nazione B, per recuperare terreno, deve aumentare il Pil! Ma non è folle?

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  8. @petrolio-muso: la crescita è il maggiore degli obiettivi a livello mondiale perché è un concetto fortemente connaturato alla natura umana nell'istinto della fame e del sentirsi più al sicuro (il possesso, lo stare meglio, l'essere più comodo ecc.). Da questo punto la decrescita è "contro-natura". Ma questo non deve spaventare. Anche l'intelligenza lo è. ;-)

    @Danilo: questa è un'ottima prospettiva per vedere le cose. Dunque mi viene da chiedermi: perché la soluzione (folle) degli economisti è quella che dici tu? Incapacità del sistema a intraprendere soluzioni più sensate e ragionevoli? Comodità/immediatezza della soluzione? Aspetti politici? Altro? Io penso che quella follia di cui parli abbia a che fare con la sostanziale mancanza di volontà *di tutti* di intraprendere una strada a ritroso, perché questo significa *rinunciare*, e l'uomo è per natura *incapace* a rinunciare se non vi è costretto.

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  9. Concordo. Quel social capital di cui parlavo identifica proprio i comportamenti dal basso.

    Altro esempio. La nazione A tassa il 30 per cento del reddito. La nazione B pure, ma qui l'evasione fiscale è molto più alta.

    Ora, la nazione B pone rimedio alla scarsa onestà dei cittadini intensificando i controlli e raggiunge introiti fiscali pari a quelli della nazione A.

    Ma i controlli costano.

    Risultato. A parità di gettito fiscale, la nazione A ha più soldi.

    Questo vuol dire che le buone pratiche adottate spontaneamente dai cittadini, senza bisogno dell'intervento statale correttivo (i controlli), sono la cosa migliore.

    PS In Italia, comunque, mancano persino i controlli.

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  10. Ancora grazie per questi post; sai come la penso su risparmio energetico e crescita: secondo me non sono l'opposto; non credo nel "tornare indietro", credo nel capire bene cosa serve, come farlo "camminare" e per quanto. Non credo nel tornare indietro perché non credo che sia giusto; credo che l'uomo sprechi a pacchi, sprechi troppo e consumi più di quanto è necessario ma questo non significa rinunciare a "crescita e sviluppo"; dico certe parole e non credo di essere poi così male... ;)

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  11. Sì, la frase chiave é proprio "il nucleare non dovrebbe comunque essere necessario, perché il fabbisogno energetico dovrebbe diminuire, invece che aumentare".

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  12. Adesso capisco il perchè del "rimbrotto", in pratica sei andato a parare dove maldestramente avevo anticipato, quindi non posso che condividere in pieno, anzi ti confermo che il mio impegno sulla diminuzione dei consumi e degli sprechi è cominciata l'anno scorso, in vari modi che non sto qui a snocciolare.
    Saluti

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  13. @Danilo: hai scritto la parola chiave: "spontaneamente". E qui torniamo al concetto di "rinuncia", perché alla fine le tasse vengono percepite come quello, non come il pagamento di un servizio. Se poi vengono percepite come "furto"...

    @Baol: bisogna intendersi sul significato dei termini. "Consumare meno" non significa necessariamente "tornare indietro". È un complesso di attività volte a risparmiare, a eliminare gli sprechi, a disattendere il superfluo. Non significa rinunciare - che so - al computer, ma magari evitare di comprarsi uno smartphone nuovo ogni sei mesi solo per il gusto di averlo, o tenere in casa più televisioni che persone, o farsi mutui per comprarsi automobili enormi che consumano, inquinano e ingombrano. Ce ne sono di esempi... In questo momento storico "crescere" è inteso in senso soltanto produttivo. Invece potrebbe essere inteso in senso culturale, intellettivo, qualitativo. Occupare meglio il proprio tempo libero. La domenica tornare a fare le passeggiate nei boschi invece che nei centri commerciali. Il problema alla fine è solo e soltanto il "paradigma di valori", quelli di cui parlavo un po' di tempo fa (http://ilgrandemarziano.blogspot.com/2011/01/le-coordinate-della-felicita.html), su ciò che la gente insegue nell'illusione di essere "felice". Purtroppo la mappa di quel tesoro in questo momento gliela sta tracciando la televisione, la globalizzazione, il consumismo e la pubblicità.
    Grazie a te, Baol! :-)

    @Adriano Maini: allora mi sa che siamo d'accordo! ;-)

    @mark: è che se mi vai troppo avanti, che ci sto a fare io qui?! ;-)
    Non c'è bisogno che mi confermi il tuo impegno, ti credo. Il vero bisogno è che questa visione si sviluppi ed entri piano piano a far parte delle coscienze e delle sensibilità di più persone possibile. Da questo punto di vista dare l'esempio è fondamentale, ma anche far girare il concetto. Poi chi vorrà pararsi il culo, buon per lui. Il resto sarà selezione naturale.

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  14. Grazie, questi post mi hanno fatto riflettere!

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  15. @Mesic: sono io a ringraziare a te. Per il senso che dai a questo pianeta. :-)

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  16. Capisco il tuo concetto, ma da quello che osservo farlo nei blog è più facile perchè i tempi e le modalità della virtualità lo permettono. Quando ti butti nel quotidiano, il raffronto si basa su cio che trasmette la TV e scrivono i giornali, tutti pensano con i preconcetti che più fanno comodo non c'è confronto solo scontro, imposizione, difesa del proprio orticello. Non vi è alcuna apertura, saltano con i pensieri da sara scazzi alla de filippi, passano dalle partite di calcio all'utimo capo alla moda, dall'aperitivo all'abbronzatura...o guarda domani passa la nube radioattiva, ai visti il berusca che fico se le sbatte tutte....continuo?
    Un salutone...mi vado a rilassare...;-)

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  17. @mark: farlo nei blog ti mette al riparo dalla frustrazione di combattere contro i mulini a vento. Del resto è comunque un ottimo modo per muovere idee degne di questo nome. Nel quotidiano non ci si può illudere di cambiare il mondo, "questo" mondo, ma provare a mettere qualche pulce nell'orecchio del proprio piccolo orizzonte personale, quello sì.

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  18. Crescere, crescere, crescere. Di più, di più, di più. Fino a esplodere.
    Sembra così logico e semplice.....

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