Punti di vista da un altro pianeta

martedì 10 marzo 2015

Il nuovo romanzo di Nicola Pezzoli (ovvero siamo tutti Corradino!)

Quando prendi in mano Chiudi gli occhi e guarda, ci sono due cose che ti si aggrappano subito alle funi dell'attenzione. La prima è la splendida copertina (come sempre lo sono quelle di Neo Edizioni). I colori roventi dell'estate, la fantasia di un orecchio che ascolta il mare dentro una conchiglia, un bambino dall'espressione lieve e spensierata. La seconda è l'epigrafe in francese che scopri subito all'apertura del volume e che recita:

Quand nous ne sommes plus
des enfants, nous sommes déjà morts.

Constantin Brancusi

e per la quale non credo ci sia bisogno di traduzione. Ebbene, questi due indizi sono sufficienti a tratteggiare esaurientemente i contorni di questo nuovo romanzo di Nicola Pezzoli che, come nel precedente bellissimo Quattro soli a motore, vede protagonista il "mitico" Corradino, alle prese con un altro momento della sua crescita, (forse) quello definitivo, quello che segna (forse) il passaggio finale dall'infanzia all'età adulta, se mai ci può essere un unico passaggio a scandire questa evoluzione personale.

Siamo sempre d'estate, in base a quel tipico panorama letterario e invero un po' paradossale per cui i ragazzini crescono solo quando le scuole sono chiuse. Ma questa volta è la prima vacanza estiva di Corradino al Mare (non un mare qualunque, quello con la emme maiuscola) a fungere da catalizzatore della sua crescita, con una serie di primi incontri unici, e in questo senso avventurosi, che a loro modo contribuiranno a cambiarlo per sempre, forse dandogli qualcosa, ma forse anche togliendoglielo. Perché, come in ogni cosa, anche ogni maturazione ha il suo prezzo: si acquista qualcosa, ma al prezzo di qualcos'altro.

Nel momento in cui si sta vivendo quella fase della propria vita, si è convinti di conquistare qualcosa di prezioso, addirittura di essere dei miracolati o comunque dei prescelti, toccati da una grazia tutta particolare, come se fosse successo solo a noi, nel bene e nel male, il tutto nell'inconsapevolezza della crescita che si sta subendo, dell'onda che ci sta travolgendo. Dunque è solo a posteriori che possiamo riconoscere anche il prezzo che abbiamo pagato, quello che finisce per essere il corrispettivo del valore della nostalgia che ci è rimasta per quell'epoca unica e irripetibile della nostra vita.

Pezzoli costruisce così questo piccolo nuovo romanzo animandolo innanzitutto di quella grazia, di quella sensibilità e di quello stupore infantili, che a tratti commuovono, a tratti fanno sorridere, sempre lievi anche quando sono amari, sempre soffici anche quando fanno male, perché è così che normalmente si vivono le cose a quell'età. Dopodiché, come in uno shaker, Pezzoli pezzolizza la sua materia con l'umorismo e, non di rado, con quella franchezza del disincanto dell'adulto al confine col cinismo (ma che resta sempre un piccolo passo indietro rispetto al cinismo vero e proprio, ed è questa la sua abilità) che costituiscono la cifra stilistica più cristallina della sua narrativa.

Quello che ne viene fuori è una storia dolce, amara, dolorosa e divertente, non immune a quelle piccole impertinenti sconcerie di un bambino che sta per diventare adolescente (ah, il pìrulo!) e che ci restituisce quello sguardo lì, che avevamo tutti noi a quell'età (Corradino ha 12 anni), ma che asciuga la nostra nostalgia col sorriso dell'ironia. L'unico autentico difetto del libro, è che è troppo maledettamente corto! Ma del resto non lo sono forse sempre, le vacanze al Mare?

L'incipit:

Il gatto reputa di cagarsi addosso quando è troppo tardi per tornare indietro, e tragicamente presto per arrivare a destinazione.
Trauma da automobile, piccola Ciopy, ma quanto a trasporti felini su gomma è la prima volta anche per noi , e a lasciarti digiuna non ci abbiamo pensato. Dall'espressione del casellante è chiaro che all'abbassarsi del finestrino ha usmato l'afrore ma non ne individua la fonte Con quella faccia da piciorla ammaestrato sarà dura intuirla. Sarebbe il caso di indicargli la gabbietta con la micia imboscata giù al buio fra il sedile anteriore e il cruscotto, di modo che quello, mentre conta le lire da dare alla mamma, la smetta di fissare con disgusto il sedie di dietro della 127, la smetta di guardare
me.

Chiudi gli occhi e guarda, di Nicola Pezzoli (2015, Neo Edizioni), 129 pag., 12€.

2 commenti:

  1. Gran bella rece, concordo ... e anche sulla copertina: mai così perfetta per il suo contenuto.

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