Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 20 febbraio 2015

Tu chiamali se vuoi, extraterrestri

Conviene provare a contattare eventuali civiltà aliene o e meglio restare (nascosti) ad ascoltare? È questo, il succo del dibattito che si è innescato nell'ambito del meeting dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS) tenuto a San Jose qualche giorno fa. Da una parte, Seth Shostak direttore del progetto SETI e organizzatore della manifestazione è il capofila di coloro che sostengono la necessità di adottare una nuova modalità di ricerca di intelligenze extraterrestri che preveda l'invio di messaggi radio specifici e non solo l'ascolto di eventuali trasmissioni provenienti dallo spazio. Dall'altra ci sono coloro, tra cui lo scrittore (di fantascienza) David Brin, che ritengono che non è ancora il caso di procedere con questo tipo di ricerca. Secondo Brin questo approccio potrebbe in qualche modo essere rischioso, in quanto potrebbe esporre l'umanità a qualcosa di sconosciuto e quindi di potenzialmente pericoloso.

C'è da considerare che il progetto SETI, fin dai primi tentativi - non ancora istituzionalizzati né sistematici - di ascolto del cielo attraverso i radiotelescopi nei primi anni ’60, non ha portato alcun risultato, naturale quindi che senta il bisogno di una specie di reboot, di un rinnovamento, di qualcosa che gli consenta di trovare nuove prospettive, nuova linfa, pena il rischio di morire per insufficienza di risultati. Non è da escludere dunque, che la posizione di Shostak sia in una certa misura (anche) di natura politica: trovare qualcosa per tenere in vita il progetto. E il progetto del cosiddetto Active SETI potrebbe fare al caso suo. Naturalmente, credo che tuttavia la prima questione su cui interrogarsi dovrebbe essere: quali probabilità possono esserci che ci sia qualcuno là fuori in grado di captare/riconoscere i nostri segnali radio, dal momento che in trent’anni di ascolto sistematico non ne abbiamo ricevuto nessuno?

Ma a parte il fatto che si potrebbero tentare altri approcci di comunicazione oltre a quello radio (tipo impulsi di luce laser), quello su cui mi preme soffermarmi più che altro è la prima parte della questione cioè: è davvero pericoloso cercare di contattare eventuali intelligenze extraterrestri? O chi pensa questo è (magari) influenzato da luoghi più o meno comuni di matrice fantascientifica?

Mi pare evidente che innanzitutto sia necessario partire dal presupposto che là fuori ci sia effettivamente qualcuno da contattare, che costui sia tecnicamente in grado di captare il nostro messaggio, che in qualche modo lo possa comprendere e, infine, che voglia e sia capace di rispondere con qualcosa di intelligibile. Basta che una di queste condizioni non si verifichi e noi non potremo mai sapere se esiste qualcun altro là fuori. Dunque dando per buono quanto sopra, credo si possano fare alcune considerazioni:

1. Gli alieni sono più o meno al nostro stesso livello tecnologico. Questo significa che hanno grosse difficoltà a "staccarsi" dal loro pianeta. E questo implica che non dovrebbero esserci grossi problemi a farci vivi con loro. Comunque essi siano, buoni o cattivi, alti o bassi, pelosi o glabri, fino a qui non ci arriveranno mai.

2. Gli alieni sono un po’ più avanzati del nostro livello tecnologico, ma non abbastanza. Gli alieni riescono a gironzolare per i loro dintorni cosmici, ma altra faccenda è muoversi sugli anni-luce. Distanze astronomiche e leggi della fisica sono brutte bestie anche per loro. Qui non ci arriveranno mai.

3. Gli alieni sono molto più avanzati di noi. Possiedono una tecnologia che per noi è magia. Viaggiano in lungo e in largo per la galassia come noi per i cieli del mondo. Ebbene, in questo caso, con tutte le trasmissioni radiotelevisive accidentali che abbiamo mandato in giro per lo spazio nell’ultimo secolo, di scarsa potenza, certo, e quindi forse difficili da captare a grandi distanze, ma comunque in ogni direzione, potremmo esserci già fatti notare e, con la loro tecnologia, se volessero sarebbero già qui.

4. Gli alieni sono molto più avanzati di noi. Possiedono una tecnologia che per noi è magia. Viaggiano in lungo e in largo per la galassia come noi per i cieli del mondo. Noi mandiamo loro un messaggio e loro ci scoprono e, in un battibaleno, arrivano sulla Terra. A questo punto abbiamo altre tre sotto-casi:

    4.1 Sono alieni buoni come ET. Ci salvano dalla barbarie, da Facebook e da Beppe Grillo e ci elevano verso nuovi stadi evolutivi Una cosa come Le guide del tramonto di Arthur C. Clarke.

    4.2 Sono alieni piuttosto indifferenti nei nostri confronti. Vengono, ma si fanno i cavoli loro. Danno una sbirciatina, si prendono qualcosa se gli serve e se ne vanno, o restano. Ma a noi non fanno niente. Magari siamo noi, noti bastardi in tutta la galassia, che facciamo qualcosa a loro. Una cosa tipo il film Monsters (se non l'avete visto, vedetelo!).

    4.3 Sono alieni pezzi di merda. Ci vogliono conquistare, mangiare, farsi le borsette con le nostre chiappe. Ci sterminano, ci spazzano via, ci fanno loro schiavi o loro fermacarte. Qui la questione si divide ancora in tre:

         4.3.a Siamo capaci di difenderci e di organizzare una resistenza degna di Visitors. Alla fine vinciamo (o ci accordiamo), il mondo torna in pace e l'umanità ne esce rafforzata, migliorata, più evoluta.

         4.3.b Ci spazzano via e fanno della Terra una specie di Sharm El Sheikh aliena. In questo modo ci fanno anche un favore, ponendo fine alle nostre sofferenze come razza.

         4.3.c Ci schiavizzano, ci imprigionano, ci fanno soffrire come bestie, ma in modi che noi non siamo neanche in grado di immaginare, e noi non siamo in grado di ribellarci, di rialzare la testa. Siamo succubi loro. È la fine della civiltà umana, ridotta a servitù, a marionette, a cagnolini da compagnia.

Se supponiamo che questi scenari siano esaustivi e abbiano lo stesso peso, questi ultimi due, i peggiori, valgono (solo) 2 probabilità su 10. Questo significa che ci sono 80 probabilità su 100 che lo scenario non sia pericoloso. Non vi bastano? L'esplorazione, il raggiungere orizzonti dove nessuno era mai giunto prima, non ha forse sempre comportato un rischio di qualche tipo? A meno che quello che noi in questo caso chiamiamo "pericolo", non sia in realtà quello di confrontarsi con una razza molto superiore alla nostra che potrebbe facilmente metterci nudi di fronte alla nostra stessa, terribile, tragica barbarie. E questo, in effetti, lo potremmo sopportare molto meno della nostra stessa morte.

4 commenti:

  1. Prendendo come dato di fatto che solo alieni MOOOOLTO più avanzati di noi potrebbero venire a ficcare il naso qui da noi, è altrettanto chiaro che si manifesterebbero a viso aperto, contrariamente a tutte le ciance dei fufologi che si bevono gli scritti di quel pirla di Adamski o di altra gente del genere come fossero la bibbia. Che senso avrebbe rimanersene lì a spiarci di nascosto, rapendo ogni tanto qualcuno così per studiarlo, giocandoci scherzetti senza farsi vedere? No, no, sarebbero talmente superiori a noi che: a) verrebbero qui con fare paternalistico a farci piovere la loro superiorità dall'alto e a condividere le briciole del loro sapere con noi; b) farebbero come i "conquistadores" spagnoli in America latina, piombando qui armi in pugno e ci corcherebbero di mazzate. Non si porrebbe neppure il problema di difenderci, così come non s'è posto per gli indios massacrati dai "conquistadores": le nostre armi sarebbero come sassi e bastoni contro bombe termonucleari (cioè, bombe termonucleari contro qualcosa di tremendamente superiore, insomma). Forse è meglio il caso a), ma ne usciremmo con la nostra dignità a pezzi. E questa è una discussione puramente accademica: con tutto il caos radiofonico che abbiamo sparso per il cosmo, vuoi che alieni così avanzati non lo abbiano captato per poi piombare qui? Se esistono, si trovano forse in galassie così tanto lontane da vedere la nostra come una semplice quasar.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dover essere per forza ufologi, ma dando per buona l'esistenza degli alieni, a ben vedere non possiamo dire con certezza come si comporterebbero, visto che la loro logica certamente diversa dalla nostra. Peraltro c'è chi ritiene, in base a un ragionamento che ha una sua validità, che una specie culturalmente e tecnologicamente molto avanzata (e saggia), non si mostrerebbe a una specie inferiore finché non ritenesse pronta la specie inferiore (tipo Prima Direttiva di Star Trek). Ma forse questo è solo un auspicio nei confronti di un comportamento che noi non abbiamo tenuto nei confronti, per esempio, dei popoli precolombiani o degli Indiani d'America. Per il resto, se arrivassero qui, saremmo sempre e comunque in loro balìa, nel bene e nel male. Quanto al caos radiofonico, certo nelle immediate vicinanze s', ma quel caos radiofonico non so bene come risulterebbe a delle ipotetiche radiotelescopiche orecchie a cinquanta anni luce di distanza. Probabilmente niente di meglio di un rumore di fondo.

      Elimina
  2. Proprio in questi giorni ho pubblicato sul blog una storia su una creatura extraterrestre che arriva sulla Terra il 21 12 2012. Ma a parte questo, credo che la ricerca, per gli uomini, sia il più grande scopo della vita, la ricerca dentro di sé, la comprensione del mondo e certamente in questo caso non possiamo che cercare e sperare in bene. Come disse l'alieno di Contact "l'unica cosa che rende il vuoto insopportabile siamo noi stessi" e si riferiva alle nuove forme di vita che venivano scoperte e contattate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero che la ricerca è uno dei più grandi scopi dell'esistenza, se non il più grande. Ricerca intesa nel senso più allargato del termine. L'esplorazione. La scoperta fine a se stessa. Ed è uno dei valori più importanti che questi tempi sciagurati hanno smarrito.

      Elimina

Poiché vorrei evitare di attivare la moderazione, vi prego di moderarvi da soli. Grazie.

License

Creative Commons License
I testi di questo sito sono pubblicati sotto Licenza Creative Commons.

Statistiche

Blogsphere

Copyright © Il grande marziano Published By Gooyaabi Templates | Powered By Blogger

Design by Anders Noren | Blogger Theme by NewBloggerThemes.com