Punti di vista da un altro pianeta

mercoledì 2 maggio 2012

Tabù da campagna elettorale

C'è una cosa che tutti i cittadini vorrebbero dai loro candidati, ma che i candidati non si azzardano a offrire loro, né come specchietto per allodole, né come profumo inebriante. A ben vedere neppure come carta moschicida. Forse, a dispetto della loro (tipica) faccia da fondoschiena, non ne hanno il coraggio, anche se sono abituati a mentire e a promettere l'impossibile anche nella piena consapevolezza della vacuità delle loro parole. Del resto mentire è facile e bello come buttar giù una patatina fritta, salata e croccante. Mentendo ogni cosa diventa possibile e loro lo sanno. Eppure, nonostante ciò, questa cosa non la dicono. Non attribuiscono mai a se stessi la caratteristica, la prima - se vai a vedere -, che tutti gli elettori vorrebbero da loro.

Parlano, al solito, di cambiamento, come se qualcuno ne avesse mai visto uno che non avesse a che fare con fucili o forconi. Parlano di lavoro, come se qualcuno avesse mai davvero potuto togliere le redini al mercato. Parlano di pensioni (ah, gli anziani sono una riscorsa!), di scuola (ah, i giovani sono il futuro!), di famiglia (ah, la famiglia è sacra!), ma nessuno - nessuno! -, né di destra, né di sinistra, né delle liste civiche, neppure di Grillo, nessuno tira mai fuori la parolina magica. Quella, per intendersi, che farebbe vincere le elezioni a mani basse.

Onestà.

Ora, qualcuno di voi esperto di marketing, di immagine, di psicologia, di antropologia, potrà - se lì da qualche parte c'è e avrà voglia - spiegarmi in che misura l'utilizzo di questa parola possa essere eventualmente considerato controproducente in un contesto elettorale, al punto da dover essere evitata a tutti i costi. Tuttavia, e qui va detto, l'Italia dei Valori (se avete visto in giro diversamente, vi prego di segnalarmelo) è stata l'unica ad aver avuto il coraggio di aggiungere ai suoi manifesti per le Amministrative 2012 una parola in qualche modo imparentata alla precedente.

Legalità.

Però, attenzione, perché Legalità non vale Onestà, trattandosi di due concetti certo simili, ma anche molto diversi. E giacché le campagne elettorali sono fatte di parole non casuali, parole pesate con estrema attenzione, viene da chiedersi il motivo per cui quelli dell'IdV abbiano voluto scegliere questa parola, piuttosto che l'altra.

La differenza tra le due è più o meno la stessa che c'è tra sesso e amore.
Le altre considerazioni le lascio a voi.

8 commenti:

  1. Ricordo che Renzo Bossi ad un'intervista alle invasioni barbariche disse che il suo primo valore era l'onestà. Come vedi le proclamazioni non sempre assicurano che il concetto venga rispettato. In quanto all'IdV bisognerebbe entrare nel merito del concetto di legalità che intende Di Pietro ma se quel concetto impedisce in qualche modo le commissioni parlamentari, sui fatti successi alla Diaz, come effettivamente è accaduto, ne rimarrei molto perplesso!

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    1. Ricordo benissimo quell'imbarazzante intervista che la Bignardi fece al Trota, il quale non riuscì a dire tre valori principali, ma gli uscì solo l'"onestà". Ma non credo che il Trota possa essere un esempio degno di nota. Del resto dalle tue parole, mi viene da pensare che forse non mi sono spiegato bene. In accordo al paradigma, verba volant, scripta manent, la parola "onestà" magari riesce a fare capolino nei comizi, ma non compare (mai) negli slogan dei manifesti e dei volantini. L'onestà non viene messa mai per iscritto. Quanto alla legalità di Di Pietro, penso che si possa intendere quale quella che prevedono i Codici. In questo caso non è una disposizione d'animo, quale invece è l'onestà, bensì una "costrizione" dovuta al rispetto della Legge.

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  2. Da tempo mi sono impressa una definizione di chi entra o 'scende' in politica, a tutti i livelli: chi lo fa è 'potenzialmente' un disonesto. Definizione puntualmente sempre confermata.
    Purtroppo la parola 'onestà' viene in effetti sbandierata, in comizi e manifesti. Va di moda, e, come tutte le mode, dopo poco cambia di significato.
    La legalità dell'IdV: reminiscenza dipietrina, che in teoria 'dovrebbe', nel suo complesso, comprendere anche l'onestà. E viceversa.
    Sarà perché ho la fiducia sotto i tacchi, ma non mi faccio più imbambolare dai termini scanditi da un palco: ormai sono battute ironiche, solo che non fanno più sorridere.
    Oggi i pomodori e le uova le tirerei a chi non pronuncia la parola 'onestà' perché non ne ha il coraggio; altrettanto farei con chi la pronuncia perché ha il coraggio di farlo, offendendo così la mia (pur scarsa) intelligenza. Il fatto che sia stata esposta, a più riprese, dal personaggio citato da Antonio, mi convince di essere nel giusto.
    Ciao.

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    1. Qui può essere un po' la storia dell'uovo e della gallina: sei disonesto e allora fai politica, o fai politica e allora diventi disonesto? Probabilmente è un misto delle due cose. Quanto allo sbandieramento, anche in questo caso, come sopra con Antonio, le tue parole mi confermano di non essermi spiegato adeguatamente. La parola "onestà" NON viene sbandierata nei manifesti. Anzi, l'impressione che ne traggo io è che i politici ne stiano ben alla larga. Ed è proprio questo il punto.

      Quanto alla legalità e all'onestà, la seconda contiene la prima, ma non è detto che valga il viceversa. L'onestà è una disposizione d'animo, la legalità no. L'uomo onesto non ha bisogno di leggi da rispettare.

      Infine, circa i pomodori, mi pare che tu abba voglia di tirarli a tutti. ;-)

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  3. Mettiamola così: se un partito promette onestà e lo mrette chiaro e tondo nei manifesti o nei programmi (che non esistono) ammette implicitamente che gli altri partiti non sono onesti, son composti da furfanti. Così facendo rischia di far crollare tutto il sistema partitico e non prendere più un centesimo dalla madre patria. Lo so, sto favoleggiando.

    Anche io come Antonio ho ascoltato quell'estratto di intervista in cui la conduttrice gli chiedeva qualiu fossero tre valori che lui considerava principali e il trota ci ha pure riflettuto prima di rispondere. Tant'è vero che la Bignardi gli ha detto "dai non ci devi riflettere, è spontaneo" e lui è riuscito solo a cianciare "ehm...onestà beh sicuramente... mmm... si onestà prima di tutto" E detto questo io ho sentito vari politici parlare di onestà, se non erro l'ultimo è stato il segretario del popolo della libertà che ha detto una frase che suonava così "saremo il partito degli onesti". Anche quella è un' implicita ammissione del fatto che sono delinquenti

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    1. In effetti non stai favoleggiando, perché a quella cosa lì ci avevo pensato anche io. O forse stavo favoleggiando anch'io?! ;-)

      Riflettevo sul paradosso che in effetti un candidato che vuole definirsi "onesto", finisce per squalificare implicitamente tutti gli altri, compresi quelli del suo partito. Ergo non lo fa. E qui mi riferisco sempre ai manifesti e ai volantini delle campagne elettorali, non alle parole dei comizi.

      E se (provoco) fosse semplicemente una menzogna troppo difficile da sostenere anche per un politico? ;-)

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    2. Secondo me è esattamente questo, una menzogna troppo difficile da sostenere. Non saprei spiegarti il perchè, credo che esuli dalla sfera della razionalità, ma forse questa è l'ultima barriera che qualche segreta e sconosciuta remora interna impedisce di rompere.
      SPB

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  4. Il "sistema politica" dà margini troppo ampi affinchè si possa coltivare una diffusa illegalità. Oggi le chiamano "consulenze", e sono le vecchie tangenti date sotto diversa forma. Dal livello locale al nazionale la suonata non cambia.
    La magistratura ne becca 10, ed altri 10 sono pronti a subentrare con idee più furbe dei predecessori.
    C'est la vie.

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