Punti di vista da un altro pianeta

lunedì 5 dicembre 2011

Patrimoniale del mio cuor!


Sarei stato disposto a scommetterci su che, a dispetto delle promesse e delle proposte, sindacati e sinistra radicale avrebbero detto che la Manovra non sarebbe stata "equa". Del resto non si deve dimenticare che il Parlamento è sempre quello, e questo significa che i rami dei voti che devono approvare la Manovra attingono sempre alle radici di un mese fa. Era dunque da illusi pensare che un Parlamento berlusconiano, ancorché un po' azzoppato, potesse finire per approvare qualcosa di troppo schierato a mancina. Così, dopo aver letto che non ci sarà alcuna Patrimoniale, ma solo una tassa una-tantum dell'1.5% sui capitali scudati che erano stati fatti rientrare dall'estero, penso che alla fine la cosa davvero più equa che avrebbero potuto fare (a parte la reintroduzione dell'ICI che peraltro sembra che vogliano fare), sarebbe stato fare quello che fece Amato nel luglio del 1992.

Ecco, lo sapevo. Perché fate tutti quelle smorfie? Parliamone. L'11 luglio 1992 il Governo Amato dispose il prelievo forzoso di una certa percentuale di quanto depositato in tutti i conti correnti italiani per risollevare le sorti dello Stato. Si gridò, ovviamente, allo scandalo. Ma che cosa che c'è davvero di male? Ditemelo, vi prego. Spiegatelo a questo povero marziano qui. Cos'è che vi darebbe fastidio di un provvedimento del genere?

Provo a usare il cervello. Fatelo anche voi. Dunque, così a occhio direi che: o ritenete che non sarebbe abbastanza equo, oppure pensate che sarebbe troppo oneroso e rischierebbe di mandarvi in crisi l'esistenza, oppure entrambe le cose. Oppure, ancora, più semplicemente vi dà fastidio il modo, ovvero il fatto che verrebbero a prenderveli nel vostro conto corrente senza dirvelo prima, anzi addirittura retroattivamente!, come se avessero fatto irruzione in casa vostra come ladri e avessero messo le mani direttamente dentro al vostro portafoglio lasciato incustodito sul comodino, senza dunque suonare il campanello e chiedere prima «Ãˆ permesso?» e poi «Per favore».

A tale proposito credo che valga la pena fare qualche semplice calcolo. Dunque, all'epoca di Amato il prelievo fu del 6 x 1000. Il 6 x 1000 significa che se sul conto avevate 5.000.000 di lire, vi prendevano 30.000 lire. Allo stesso modo, se lo facessero oggi negli stessi termini, e voi sul conto aveste, mettiamo, 10.000 €, vi preleverebbero 60 €. Ma di certo andrebbero a mettere le mani anche dentro i conti correnti delle società e dei ricchi, dei ricconi e dei riccastri.

Sapete dunque che vi dico? Che non credo che una tassa come questa vi possa stare sulle palle per la sua arbitrarietà (tutte le tasse lo sono), o per il fastidio del suo contraccolpo economico (tutte le tasse lo hanno). E se invece una tassa come questa vi stesse sulle palle solo perché è troppo equa e democratica e non vi dà la possibilità di sentirvi buoni cittadini perché non potete decidere di non evaderla?

25 commenti:

  1. ieri parllando ho notato che i ricchi erano incazzati... :-)

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  2. Non potrei essere più d'accordo, anche perché la manovra presentata ieri è una vera porcata e, come al solito, penalizza chi ha meno risorse e più problemi.

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  3. Il ragionamento in teoria fila, anzi è perfetto, e mi trova d'accordissimo. Ma sei proprio sicuro che ricchi, ricconi e riccastri tengano le loro ricchezze liquide sul conto corrente? Secondo me i conti correnti più "grassi" (relativamente grassi) sono quelli dei poveracci che dopo una vita di lavoro hanno preso la liquidazione e ancora non hanno deciso come investirla... i riccastri agiscono diversamente: se hanno tre milioni comprano dieci case, ognuna intestata a un prestanome diverso...

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  4. Personalmente non mi darebbe più di tanto fastidio un prelievo forzoso, il rischio però è che i veri possessori di patrimoni abbiano i soldi non depositati su "semplici" ccnti correnti o al limite su conti correnti esteri.

    Qualcuno aveva proposto il prestito forzoso, ovvero al posto della patrimoniale imporre ai Paperoni l'acquisto di titoli di stato che garantivano però un rendimento simile a quello dei titoli tedeschi.
    Per quel poco che ci capisco mi sembra un'idea buona.

    p.s. Hal900 lo scelsi nel gennaio 2007 (sul blog che avevo su Splinder) quindi vengo prima io :-)

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  5. Io sarei d'accordissimo, l'ho pure detto da qualche parte. D'altronde ho il conto in rosso, va a finire che me ne dovrebbero dare :)

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  6. Forse l'unica cosa che dà fastidio è il semplicissimo e umanissimo ragionamento del: ma che cazzo, hai fatto i fattacci tuoi fino ad oggi ed ora per risanare un po' vieni a prenderne del mio?-.
    Credo sia solo questo. Non la cifra in sè, che di fatto è poca cosa, ma il fatto che "prima fai danni tu e poi ci devo rimediare io".
    Così, in soldoni, spicciola psicologia umana. Umana umana umanissima.
    Superbianchi

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  7. il problema è che vanno a prendere i soldi dai conti correnti trasparenti, ossia da quei conti che appartengono alle persone che presumibilmente le devono pagare le tasse, altrimenti li sgamano. Dovrebbero impegnare le loro risorse per cercare quei soldi all'estero e non l'una tantum dell'1,5% sugli scudati. Insomma, sia la patrimoniale che il prelievo sono ingiusti. Così mi fai pensare, ho due lire, aspetta che li ritiro e me li metto sotto al materasso. Ho 4 lire, aspetta che mi ingegno per portarli fuori.

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  8. @D.: potrebbe bastare questo, che tutti quanti si incazzino, per considerare la manovra "equa"?

    @knitting bear: la manovra è figlia del Parlamento che la deve approvare.

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  9. @Zio Scriba: no, non li tengono certo tutti lì, i soldi. Ne tengono parecchi (probabilmente la maggioranza) altrove. Ma già se fossero immobili, l'ICI o IMU o quello che vuoi tu, potrebbero contribuire a mettere equità a riguardo (Vaticano a parte, s'intende). Il vero problema alla fine - peraltro di non facile soluzione - sono i capitali oscuri, quelli alle Cayman e dintorni... Però i C/C delle società non credo comunque che siano a livello di quello della signora Maria di Voghera. Insomma, non è certo l'unico modo possibile, questo, anzi non può essere l'unico, ma per certi versi - nell'impossibilità della perfetta equità – (forse, in prima battuta) è uno dei più equi. Forse.

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  10. @PuroNanoVergine: rischi ce ne sono sempre e non esistono metodi perfetti, come non esiste l'equità perfetta, per cui alla fine tutti possono sempre trovare argomenti per denigrare qualsiasi manovra. Non ricordo una volta in cui non si sia sentito un lamento. Di questo bisogna farsene una ragione. Per il resto, come dicevo a Zio qui sopra, forse questo è uno dei più "equi" possibile.
    PS E io avevo Hal9000 disegnato sui pannolini! :D

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  11. @Rouge: perché non farti fare un prestito per pagarci poi le tasse sopra? Così, tanto per non sentirti da meno degli altri? ;)

    @Anonimo (Superbianchi): penso anche io che sia (soprattutto) quello. Ma alla fine è il popolo che ci rimette dei casini che hanno combinato i suoi governanti. Sempre.

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  12. @Ubi Minor: all'epoca, Amato, il furbacchione, fece il prelievo forzoso *retroattivo*, ovvero al saldo dei C/C di due giorni prima rispetto all'uscita del Decreto, così non avevi tempo di metterli al sicuro sotto il materasso. Quanto ai conti all'estero non credo che sia semplice andarli a pizzicare. Sempre poi che ci sia la volontà vera di farlo… Alla fine probabilmente anche questo metodo è ingiusto, ma forse meno di tutti gli altri. E per lo meno è sicuro e immediato. Bum bum. Mentre dover andare a cercare gli evasori uno per uno è qualcosa che impegna risorse ed energie, forze e tempo. Ed è incerto.

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  13. sono d'accordo. però il prelievo andrebbe fatto anche nei conti esteri... come fare? ;-)

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  14. @ Roberto RobyDick Rotunno, creando un sistema fiscale almeno a scala europea e vincoli stringenti per le banche. Insomma non credo si arriverà mai a farlo salvo non ci sia l'assalto ai forni!

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  15. @RobyDick & @Antonio: direi che non avrei saputo rispondere meglio di Antonio che ringrazio e di cui condivido il pensiero manzoniano. Del resto, di questo passo altro che forni...

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  16. Io sarei sato più contento se mi avessero detto "guarda, caro Giuseppe, non abbiamo un cazzo di euro e stiamo per trapiantare lo stivale in Africa, quindi mi servono i tuoi soldi. Per i prossimi 6-9 mesi mi dovrai dare 60 euro al mese. Grazie".

    Aumentarmi la benzina di 10 Cent e il diesel di 13 cent è una presa per il culo.
    E consideriamo anche che chi ci andrà di sotto è sempre il poveraccio come camionisti e tassisti che la benzina se la pagano di tasca propria.

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  17. @Il Guardiano: date le circostanze, loro preferiscono optare sempre per un prelievo da qui all'eternità. Ed è ovvio che è più facile che vada sotto chi più si trova già al limite di galleggiamento. L'equità non fa parte dei paradigmi di questo universo.

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  18. Mi mandi 50 €? Tanto non credo la loro mancanza manderebbe in crisi la tua esistenza...

    Se ti danno un calcio nei denti, ma lo danno a tutti, tu accetti di ricevere un calcio nei denti?

    Perché io devo pagare per i danni economici provocati da altri?

    Chi mi assicura che una volta prelevato da conto corrente, non possano farlo nuovamente (o all'infinito?)?

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  19. @Mattia Paoli: a che titolo dovrei mandarli a te, che non potrebbe essere lo stesso per cui tu potresti mandarli a me?

    Il paragone col calcio nei denti così com'è non ha alcun senso. Potrebbe reggere nell'ipotesi, mettiamo, che servisse per proteggere tutta la popolazione da un terribile virus.

    Tu devi pagare anche per gli errori degli altri perché vivi all'interno di una società (molto) imperfetta, composta da uomini imperfetti, amministrata da politici imperfetti, retta da regole imperfette. Chi ti dice che se ci fossi stato tu al loro posto, quegli stessi errori non li avresti commessi anche tu? Attenzione, questo non significa giustificare gli errori. Gli sbaglia deve pagare e togliersi dalle palle. Poi verrà qualcun altro che sbaglierà pure lui. Si spera solo un po' meno. Date le circostanze, si potrebbe essere già molto soddisfatti se sbagliasse e basta. ;-)

    Diciamo che quest'ultima cosa te la assicurerebbe l'istinto di autoconservazione del promulgatore del decreto.

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  20. Tu non mi doneresti 50 € nemmeno quando te li *chiedo* gentilmente, e inoltre mi chiedi a che titolo faccio una richiesta del genere, nonostante tu affermi che la loro mancanza non ti cambierebbe la vita.
    Io invece dovrei accettare 1. un'imposizione. 2. nessuna spiegazione su come questi soldi verranno impiegati. 3. nessun accertamento sul perché questi soldi mi sono stati chiesti. 4. la presunta verità che questi soldi non mi cambiano la vita. 5. che una entità sovrana abbia l'autorevolezza per giudicare cosa mi cambia o non mi cambia la vita.

    Il calcio nei denti è il classico "mal comune, mezzo gaudio", ma l'ipotesi che la patrimoniale risolva un problema (ed essendo un provvedimento di emergenza DEVE risolverlo) è tutta da verificare. E se il problema non è risolto nessuno mi assicura che mi ridiano indietro i soldi (calci nei denti e poi il virus c'è ancora?)

    Com'è che quando ci sono da riparare errori mi viene chiesto aiuto, e quando è ora di trovare soluzioni per prevenire i problemi non mi viene chiesto niente? O vengo interpellato sempre, o se no non puoi venire a chiedermi i cerotti dopo che ti sei fatto male.

    Fino a che punto devo pagare gli errori degli altri, e perché non posso deciderlo io (basterebbe un "anche io"). Se domani decidono che gli errori sono così tanti che il mio stipendio sarà interamente devoluto allo stato e che al suo posto riceverò un tozzo di pane, non potrò ribellarmi, perchè vivo all'interno di una società?

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  21. @Mattia Paoli: il problema non sono i 50€ o la misura in cui il loro privarmi da essi cambierebbe la mia vita, ma perché e in che misura cambierebbero la tua, giacché sei tu che li chiedi. Per il resto, le tue obiezioni sono fondamentalmente di una persona che vivrebbe bene solo in una situazione di anarchia.

    Capisco la tua obiezione, ma - giusto per stare nella metafora della malattia - è un po' come curare un malato di una malattia per cui non c'è una cura certa, ma dai cui indizi e sintomi, si presume che funzionino determinate famiglie di antibiotici. Del resto soluzioni certe esistono solo nelle equazioni di matematiche, figuriamoci nelle vicende umane che sono affette da una quantità infinita di variabili.

    Sei sicuro che tu (nel senso di cittadino generico) non hai contribuito a fare del male alla società in cui vivi? Gli evasori? Coloro che portano i soldi all'estero? Coloro che si indebitano senza riuscire a restituire i loro soldi? Coloro che vanno al lavoro, ma impiegano otto ore a fare un lavoro di mezz'ora? Senza contare che la crisi non è solo "errori". Non è solo malgoverno. Il malgoverno la accentua. Ma è anche frutto di un sistema quello ultraliberista e capitalista che non sta in piedi. Difatti non è mica in crisi solo l'Italia. Mi sembra che i tuoi ragionamenti siano un po' troppo bianco/nero. La difficoltà sta nella discriminazione e nella gestione di infinite sfumature di grigio.

    Il problema non è che gli errori li devi pagare tu (o qualsivoglia categoria sociale tu rappresenti). Il problema è che gli errori dovrebbero pagarli TUTTI. E qui si entra nel vero problema, che è quello dell'equità della misura del pagamento degli errori, ovvero del contributo alla mitigazione della crisi. Più c'è equità, meno è possibile che si cada nel caso paradossale che tu citi. Quanto al processo decisionale, si dà il caso che tu viva all'interno di una democrazia rappresentativa. Le decisioni le prendono dunque i rappresentanti eletti dal popolo. Se vuoi fare parte del processo decisionale, devi impegnarti in politica. Oppure raccogliere firme per fare dei Referendum. Purtroppo la Petizione e l'Iniziativa Popolare Legislativa sono anch'essi strumenti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione, ma sistematicamente ignorati dal Parlamento. Questo è ciò che prevede l'essere cittadino italiano. Se non ti piace, nessuno ti vieta di cambiare nazione.

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  22. Mi hai beccato, il mio cuore batte anarchico :)

    Quello che io considero il problema è che gli errori li debbano pagare tutti, molto spesso sempre i "soliti", molto raramente quelli che non sono colpevoli.

    E ripeto, la vera "paura" e che le tasse non abbiano mai una fine, per una scusa o per l'altra sembra che ci sia sempre un'emergenza nuova che le giustifichi...

    Se sicuro che riuscirò a convincerti di aver fatto tutto il possibile per causare meno male che potevo? Ne dubito, non essendo perfetto (e mi è pure impedito di esserlo) avrò sempre sbagliato qualcosa.

    Definire democrazia il nostro azzoppatissimo sistema di governo è pura follia: manca l'elezione diretta dei candidati, manca la libera informazione. Mancano i PILASTRI della democrazia, altro che raccogliere firme.

    Questa cosa che gli errori dovrebbero pagarli tutti non mi convince: gli errori dovrebbero pagarli prima chi li ha creati. Essere in una società non vuol mica dire prenderlo nel didietro con il sorriso, vuol dire assunzione di responsabilità. In una tassa forzata io non vedo alcuna assunzione di responsabilità, semplicemente uno Stato decide che non potendo far pagare gli errori a chi li ha causati, li pagano tutti...

    Mi sembra superficiale suggerire il cambio nazione (come se uno non ci arrivasse da solo): la situazione economica potrebbe impedirmelo (o mille altri motivi)... Se uno poi le nazioni non le riconosce neanche la cosa ha ancora meno senso...

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  23. @Mattia Paoli: purtroppo partendo da presupposti "anarchici" mi ritrovo in difficoltà a conciliare le visioni, nel senso che non riesco a condividere il pensiero anarchico e i suoi paradigmi rispetto al tipo di società in cui viviamo. E questo porta a mio avviso inevitabilmente a paradossi o a vicoli ciechi.

    Purtroppo sono abbastanza convinto che un'amministrazione a livello statale, ovvero nazionale, non potrà mai essere virtuosa. Avrà sempre lacune che portano inevitabilmente a dover essere coperte con tasse o simili. Di certo è più facile per un amministrazione oculata di proporzione locale (dunque piccolo territorio, poche persone oneste) riuscire a mantenere un'elevata qualità dell'amministrazione. Difatti non è un caso che in Italia i posti più vivibili e virtuosi (per lo meno da come risulta dalle statistiche) sono sempre piccoli centri.

    La democrazia ha i suoi difetti come qualsiasi altro sistema di governo. Quella italiana può senza dubbio averne più di altre. Il famigerato "porcellum" ne è un esempio. Del resto non è un mistero che i vari governi Berlusconi siano stati quanto di più vicino a una dittatura l'Italia abbia conosciuto da 60 anni a questa parte. I migliori tiranni della storia sono sempre stati "eletti".

    Quanto alla faccenda degli errori, come dicevo, mi pare che tu tagli la cosa troppo con l'accetta. La realtà è molto variegata. Ci sono i cittadini che evadono le tasse (e non tutti lo fanno per necessità, ovvero perché altrimenti non sopravvivrebbero. Molti lo fanno per essere più ricchi), ci sono amministratori disonesti che prendono tangenti, ci sono i cittadini che falsano i bilanci o che si fanno fare i certificati medici fasulli per starsene a casa e non lavorare o per andare in pensione prima. Insomma, non è così semplice discriminare i buoni dai cattivi e farla pagare (solo) ai cattivi. Alla fine dunque cosa succede? Che la si fa pagare a coloro cui è più facile (e sicuro) farla pagare. Quindi ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Per questo dico che sarebbe già onorevole un passo avanti, che ci fosse maggiore equità, non fosse altro perché l'equità e la giustizia sociale sono la base per una società più civile.

    E' evidente che quella di cambiare nazione è una provocazione, come è evidente che a un "anarchico" il concetto di nazione possa risultare quantomeno superfluo. Ma è indubitabile che il luogo in cui si vive non può essere giudicato solo dall'amministrazione che lo governa, ma da tanti altri fattori che concorrono a farci decidere se vale la pena vivere in un luogo, piuttosto che in un altro. Del resto alla fine credo ci si debba anche confrontare con la pragmaticità della questione. Dunque, a fronte della situazione e di quello che ci piace o non ci piace di essa, la domanda che ci si dovrebbe porre con realismo e disincanto è: cosa ci si può fare?

    La mia risposta è cercare di esercitare ogni volta che posso gli strumenti che questa democrazia (per quanto zoppicante) mi mette a disposizione e, nel frattempo, cercare di aumentare la mia autoconsapevolezza e alimentare l'indipendenza del mio pensiero. La tua qual è?

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  24. La mia risposta è la stessa ma come vedi i risultati che ognuno spera, e i modi in cui si vuole che vengano raggiunti, sono profondamente diversi :)

    E dubito a questo punto che si possa stabilire cosa è giusto o sbagliato... ognuno sia il cambiamento che vuole vedere nel mondo... ah no io non posso perché la patrimoniale è una tassa imposta. E non è vero che tutte lo sono, alcune tasse sono bellissime e giustissime per convivere nella società.

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  25. @Mattia Paoli: le tasse sono tutte imposte, anche quelle giustissime. Infatti non è un caso che si possano chiamare anche - appunto - "imposte". ;-)

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