Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 6 ottobre 2011

La pornificazione della realtà

Una volta, peraltro non molto tempo fa, il caffè con panna era roba per gente lubrica e voluttuosa, lo sconveniente cedimento a un'epicurea tentazione alimentare che, sebbene oggettivamente non avesse nulla di male, tranne forse un picco glicemico transitorio e il rischio - peraltro non trascurabile - di qualche movimento peristaltico incontrollato dovuto ai tradimenti occasionali della panna montata, era considerato socialmente come qualcosa di lascivo, qualcosa che attirava sguardi sbiechi, un catalizzatore di sensi di colpa, dunque da praticare con assoluta moderazione e possibilmente anche con una certa discrezione. Poi giunse una catena di caffetterie dalla vista lunga e presentò ufficialmente al mondo la sua linea di caffè con panna: semplice, con crema di nocciole, con mandorle, con amaretti, con amarene, con marron glaceés, con frutti di bosco, con foglioline di menta, con scaglie di cioccolato ecc. in una costellazione di morbide lusinghe gustative a basso (anzi bassissimo) costo, capaci di far crollare a ripetizione anche gli spiriti più tenaci e morigerati. Non ci vuole molto a capire che l'istituzionalizzazione di una seduzione è sufficiente, col tempo, a modificarne la percezione dell'aspetto morale.

Che il sesso stia subendo ormai da anni lo stesso trattamento non è certo un'intuizione marziana. I media lo apparecchiano in tutte le possibili varianti del Vātsyāyana Kāma Sūtra, come forma suprema di esca pubblicitaria, in termini di avvicinamento asintotico all'orlo del capezzolo, di inquadrature che imitano prospettive da sala parto, di pezzi di gnocca che quanto a silicone sfidano le guarnizioni idrauliche più problematiche, peraltro dotate dell'utilità e dell'espressività di una carta moschicida appesa al soffitto. Ed è inutile dire che le mosche siete voi. Ma non c'è solo questo. Perché non si possono dimenticare tutti i contorni pruriginosi che emergono quotidianamente dalle tristi vicende (più o meno private) dell'attuale Premier & C., e che più o meno ogni giorno vengono servite su un piatto d'argento, ancora calde e fragranti, a beneficio dell'insaziabile morbosità della gente, condite da particolari piccanti sempre più ricchi, sempre più indulgenti nel linguaggio e nelle immagini, insomma sempre più pelose, mentre i media si fregano le mani di fronte a tutto questo ben-di-dio su cui possono affondare i loro canini sempre bisognosi di nuovi scoop, sempre più esclusivi e straordinari.

Se dunque lo sdoganamento del caffè con panna può aver portato nel medio-lungo periodo (sicuramente) a un leggero aumento del colesterolo sociale medio, (probabilmente) a una maggiore incidenza del diabete e (forse) a un lieve incremento nelle vendite di carta igienica, con una partecipazione sempre più frequente di società produttrici di carta igienica in società produttrici di panna da montare, che cosa accadrà mai con il sesso? Se l'imperativo categorico è alzare sempre la posta, crescere pensando di non avere limiti, grattare con le unghie il fondo del barile pensando che il barile sia senza fondo (ma le unghie prima o poi si consumano), vivere schiavi dell'aumento dei fatturati, appendere la qualità delle esistenze alle derivate dei grafici dei guadagni, giacché quello che dopo un po' diventa normale perde giocoforza tutte le sue attrattive, quali scenari sociali possiamo mai immaginare che si realizzino rispetto al sesso entro una decina (o ventina) d'anni da oggi? Se in termini economici qualcuno paventa una recessione come la più grande sciagura possibile a fronte di un'incapacità (intrinseca) del sistema di tenere i suoi grafici sempre in salita, potete giurare che al sesso accadrà qualcosa di molto simile. Solo che in questo caso non la chiameranno recessione, la chiameranno impotenza.

11 commenti:

  1. Non potrei essere più d'accordo, è esattamente la concezione contro la quale combatto da quando ho aperto il blog e mi sento molto sola in rete in questo tentativo!
    Stiamo andando verso l'asetticità, l'apatia, l'inedia, verso il suicidio delle passioni e del desiderio, e questo perché abbiamo un immaginario tragicamente distorto anche perché permettiamo a media, politica e marketing di influire su di noi. Se reagissimo guardando i nostri bisogni veri e non quelli fasulli che ci propinano dall'alto, troveremmo che per vivere abbiamo bisogno di molto meno, che la vera ricchezza è il tempo per noi stessi, e che la passione e il desiderio sono 'energia vitale' che possiamo coltivare con ogni azione e scelta delle nostre vite non bevendo un caffè con panna, bensì magari cucinando con la persona che amiamo anche solo un piatto di spaghetti al pomodoro! E che questa energia poi potremmo usarla anche per fare altre cose che ci fanno stare bene, che ci fanno vivere - ché la vita non è solo sesso. Anche perché a fare sempre e solo quello alla fine diventa azione meccanica e alienante come l'operaio Chaplin in "Tempi Moderni" e a non farlo ma essere bombardati come siamo da comunicazioni che riconducono tutto a quello genera solo bisogni fasulli e frustrazioni continue - che poi appunto saturiamo compulsivamente con l'acquisto continuo di beni. Tragico, tragico: usciamo da questa gabbia finché siamo in tempo!
    Buona giornata (e perdona la lunghezza del commento, ma mi hai entusiasmato)!

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  2. impotenza, tanto a lui che glie frega: c'ha la pompetta

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  3. E' un gran casino, perché si usa subdolamente l'Erotismo (qualità legata alla fantasia e all'intelligenza e al sentimento) per ottenere denaro (o controllo e potere) stimolando il cazzonismo (qualità scimmiesco-inferiore).
    Chi mi conosce sa che somiglio più a un maniaco sessuale che a un bacchettone che predica stupida astinenza, però sono anche convinto che il sesso in sé e per sé sia tutt'altro che un valore assoluto. Non a caso i popoli più Evoluti (in tutti i sensi) conoscono un calo del desiderio e soprattutto (grande benedizione!) della demografia (con dispiacere dei padroni e delle vescovaglie, che vedono diminuire il numero di potenziali schiavi e fedeli).
    Mentre le nostre satiresche e stupratrici lande avrebbero bisogno di molto più bromuro e molto meno viagra, soprattutto in quelle età in cui bisognerebbe tornare a considerare la Pace dei Sensi come la più grande Fortuna, alla faccia dei giornalistozzi asserviti alle case farmaceutiche che vorrebbero convincere i novantenni a copulare grugnendo anche sul letto di morte.

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  4. Di sicuro sono stati di recente creati in Italia interi eserciti di gente spostata.

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  5. @Minerva Jones: addirittura “entusiasmato”?! Grazie! :-) Sono convinto che da un lato sia un aspetto troppo sottovalutato, e dall'altro assai sintomatico della decadenza in cui la società occidentale sta versando sempre più. La facile soddisfazione di (quasi) ogni bisogno e desiderio stravolge la scala dei valori di realizzazione del sé dall'essere all'avere. Purtroppo queste sono le regole del sistema che si è - piano piano - insediato nel dopoguerra, modificando le scale di valori, e che potrà finire (globalmente) solo in modo "traumatico". Sono convinto che la presa di coscienza possa essere traguardata consapevolmente anche ora, ma solo da coloro che - individualmente - hanno il coraggio di rifiutare il più possibile il sistema imposto. Il sistema infatti non può cambiare, perché le regole della politica e dell'economia non glielo permettono. Solo i singoli, autonomamente, possono farlo. Il sistema comincerà ad andare dietro ai singoli solo quando/se il numero dei singoli comincerà a essere statisticamente rilevante. Se questo non succederà (come è probabile, del resto anche tu dici di sentirti "sola" in questa sorta di sensibilità) il sistema, ovvero tutti coloro che non hanno cambiato "stile", verranno "costretti" al cambiamento dalle necessità circostanziate di una "crisi" che sarà profondissima e violentissima (quella di questi mesi sarà solo uno scherzo al confronto). E più questo verrà imposto dall'impossibilità del sistema di autosostenersi (impossibilità di cui vediamo già le pericolanti avvisaglie in queste settimane), più le conseguenze saranno gravi, come quelle di un'intera civiltà che subisce un crollo che la avvia verso una sorta di nuovo "medioevo" (con tutte le differenze del caso rispetto a quello originale, naturalmente).

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  6. @Inneres Auge: però penso che dovremmo anche cercare di sforzarci (e dentro mi ci metto anche io, eh) di cominciare a fare l'esercizio di non pensare sempre ogni cosa in funzione di "lui". Penso che ne trarremmo dei vantaggi, in termini di prospettive di pensiero, ma anche soltanto in termini di umore.

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  7. @Zio Scriba: sotto questo aspetto non sono sicuro che ci sia molta differenza tra popoli più o meno evoluti. Sono abbastanza convinto che sia una tendenza di tutto l'occidente, benché sia vero che il "Sistema Italia" esasperi a suo modo certi aspetti, anche a livello pubblico (politico), e che questo finisca per rendere l'Italia più debole, sia economicamente, che socialmente, che moralmente. Tuttavia penso che certi schemi siano connaturati al liberismo (sempre) più sfrenato, come un labirinto dal quale non è possibile uscire, se non distruggendo il labirinto stesso. E questo, appunto, non è qualcosa solo dell'Italia. Qualcosa di cui il sesso per certi versi è solo un ingrediente, un corollario, una conseguenza, che però coinvolge le persone in maniera molto più intima (e decisamente pericolosa) rispetto al "semplice" ciclo di desiderio/soddisfazione per un iPad o per le ultime scarpe da urlo firmate Manolo Blahnik.

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  8. @Adriano Maini: ti rimando a quanto dicevo sopra a Zio Scriba. Non è una questione solo dell'Italia, benché l'Italia - per sua natura sociale e culturale - possa essere più "sensibile" a certe istanze rispetto ad altri paesi occidentali.

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  9. Complimenti a te (e alle parole di Minerva Jones); io spero sempre che ogni estremo abbia un limite, ma propendo per il tuo finale. E confido nell'azione dei singoli..

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  10. Azz vado in bagno ad allenarmi!

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  11. @paté: grazie! Ogni estremo ha sempre un limite, ma il limite di un estremo temo che non sia un posto bello in cui vivere.

    @Anonimo: auguri!

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