Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 9 ottobre 2015

Sinodo Mon Amour

«Il Sinodo non è un senato», ha dichiarato il Papa qualche giorno fa riferendosi al fatto che il Sinodo non è un posto da compromessi. E ha ragione. Il Sinodo non è nemmeno un consiglio di amministrazione e neppure un'assemblea condominiale, se è per questo, perché il Sinodo non è espressione di democrazia. Il Sinodo è un luogo dove delle persone si arrogano il diritto di dire come altre persone dovrebbero vivere, senza che le altre persone siano state interpellate a riguardo, naturalmente, né che abbiano attribuito loro alcun mandato a decidere. Il Sinodo è l'equivalente (moderno?) dello sciamano che puntava il dito al cielo, si dimenava nella polvere davanti al fuoco, tirava indietro la testa e poi strabuzzava le pupille dilatate lanciando i suoi anatemi sullo sfondo dei tamburi. Quale maggior autorità ci può essere se non quella che proviene dal Grande Spirito? Quale maggior legittimazione a dire che cosa si deve fare e come ci si deve comportare, che cosa è lecito e che cosa non lo è? Qualcuno, particolarmente ottimista, potrebbe sostenere che il Sinodo è semplicemente un esercizio di ordine. "Mettere ordine" è ciò che in qualche modo agevola, o dovrebbe agevolare, la convivenza civile tra gli individui e fa in modo che la società esista e sopravviva a se stessa in "pace e armonia", ovvero contribuisce a minimizzare i conflitti all'interno di essa. In realtà il Sinodo è (solo) un esercizio di potere e di controllo sulle coscienze delle persone e, dunque, sulle loro esistenze.

Insomma, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un nutrito gruppo di personaggi col vestito nero lungo e il berrettino fucsia che, per esempio, stabiliscono se una coppia di divorziati può o no prendere la Comunione. A parte il fatto che il marziano è noto per il suo agnosticismo e quindi non ci vuole nemmeno entrare nel merito della transustanziazione, vi rendete conto di quello che fanno? Cioè, questi discutono (e si prendono dannatamente sul serio) se una persona che non sta più con un'altra persona può fare la Comunione, solo perché sono stati uniti da un legame sancito dalla divinità (ritenuto dunque indissolubile). Pensano dunque costoro che la minaccia di vietare l'Eucaristia sia un deterrente alle coppie a restare insieme, ancorché a bagno nell'infelicità? Oppure è una punizione? Visto che ti eri sposato davanti alla divinità, adesso che divorzi, tiè, la Comunione non te la do più. Ma cosa pensate che gliene possa fregare alla divinità di tutto questo? Voi, che ci credete, alla divinità, me lo volete spiegare?

E vogliamo parlare (ancora) delle coppie omosessuali? Dicono che ci vuole misericordia. Misericordia? La misericordia è una concessione, un favore, un'elemosina! Dicono che ci vuole tolleranza. Tolleranza?! Ma sapete qual è il primo significato di "tollerare"? Significa "sopportare cose spiacevoli". Dunque tollerare implica un giudizio (negativo). Pensate sia una cosa che va bene, tollerare? Ok, allora se proprio voi omosessuali volete stare insieme, almeno fatelo nella castità. Ah! Quindi, insomma, costoro, col vestito nero lungo e il berrettino fucsia, si arrogano il diritto di dire alle persone come essere felici, qui sulla Terra, nella libertà della loro vita, anche se le loro libere scelte in questi ambiti non implicherebbero abusi, dolori, violenze o ripercussioni di alcun genere verso qualcuno che non siano solo e soltanto loro stessi. E magari li minacciano pure medievalmente con lo spettro del peccato mortale e del castigo eterno! Ma le cose non si fermano qui. Perché non solo questo è rivolto a coloro che credono, persone che quindi si sentono chiamate in causa direttamente da una dottrina che può contraddire il loro modo di sentire la vita, ma per la quale sentono l'affinità suscitata dalla loro Fede, ma anche a coloro che non credono. Che è quello che sta tentando (disperatamente) di fare in tutti i modi la politica di matrice conservatrice all'interno della società civile: imporre un modello arbitrario a chi non crede in quel modello arbitrario, imporre una morale arbitraria a chi non condivide quella morale arbitraria. Come se voi vi batteste affinché sia negata la torta a tutti, soltanto perché voi avete deciso di stare a dieta (celebre e perfetto esempio). Ma perché lo fate? Perché vi arrogate questo diritto di dire agli altri come devono vivere, gettando in questo modo benzina sul fuoco del conflitto sociale e negando così di fatto le basi stesse della vostra Fede (Gv 13, 34-35)? Ma cosa pensate che gliene possa fregare alla divinità di tutto questo? Voi, che ci credete, alla divinità, me lo volete spiegare?

5 commenti:

  1. Non credo alla divinità, ma riesco ad immaginare il ragionamento di chi ci crede, avendo alcuni esempi abbastanza vicini.
    Sono persone in continua contraddizione con se stessi, ma non se ne rendono conto. Credono, come ogni statista che si rispetti, che Dio sia con loro durante le carneficine,, pensano, come fanno i pii mafiosi, di agire per il bene degli altri, specialmente per i snza Dio che non sanno quello che fanno.
    E poi non dimentichiamo la comoda via di fuga che si sono inventati : la confessione
    Cristiana

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    1. A me invece riesce difficile immaginare anche il ragionamento di chi crede, proprio perché deve conciliare delle contraddizioni a mio avviso insanabili. Forse perché, qui su Marte, siamo troppo dediti all'esercizio della ragione. Sono d'accordo con te sulla confessione. E' uno delle peggiori scappatoie che si siano mai viste. Ce ne sarebbe da dire su questo...

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  2. Sei stato perfetto nelle parole, ma stavolta ancor di più nella scelta dell'immagine, che dice tutto. :)
    Le parole chiave di quanto dicevo anche là dalle mie parti sono in fondo queste: nel 2015, si riuniscono a parlare (e legiferare!) su "amore" e "famiglia" 270 MASCHI DECREPITI.
    E il 90% di chi va in chiesa è di sesso femminile. Questo sì è un bel mistero della fede...

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  3. p.s. anzi, se permetti l'immagine te la rubo e la sbatto pure in fondo al pezzo mio... :)

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    1. Grazie Zio. :-) L'immagine - confesso - non è farina del mio sacco, gira da qualche giorno sul web, quindi è completamente condivisibile senza alcuna remora. Quanto al resto, come accennavo anche dalle tue parti, per me, la cosa più grave e scandalosa sono coloro che si permettono di voler imporre questo punto di vista morale anche a chi non condivide il principio che lo anima. La solita, annosa, questione dello sconfinamento del potere e dell'ingerenza della Chiesa dentro lo Stato, che dovrebbe essere laico e animato da una morale (laica) che garantisca i diritti di tutti (e qui non riesco a non pensare a Giovanardi e mi viene una nausea tremenda).

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