Punti di vista da un altro pianeta

venerdì 11 settembre 2015

Il dolce, caldo conforto dell'Asocial Network

Smettiamola di nasconderci dietro un mouse e ammettiamolo: siamo presuntuosi, molto presuntuosi. Di più. Siamo pensatori tracotanti, superbi, saccenti. Siamo convinti di avere (sempre) ragione. Anzi, l'abbiamo, che diamine, non c'è discussione! E uno dei nostri massimi desideri, forse addirittura il più grande, è quello che il mondo si conformi al nostro pensiero, che dunque – avendo noi sempre ragione – corrisponde al massimo bene per l'intera umanità. Siamo dei benefattori, insomma, e c'è soltanto da esserci grati per la generosità disinteressata con cui dispensiamo la nostra magniloquente Verità.

E per questo dobbiamo essere grati (anche) al Social Network per eccellenza, Mr. Facebook, nel quale il suo algoritmo (EdgeRank) fa' sì che i post degli amici visualizzati sul nostro newsfeed tendano a conformarsi ai nostri gusti. Facebook insomma non fa che aiutarci a mettere in pratica il principio consolatore del Daily Me già ipotizzato da Nicholas Negroponte nel 1995, ovvero quello di creare un quotidiano virtuale personalizzato sulle preferenze individuali. Il passo successivo è quello, praticato da molti di noi, di eliminare (bannare o togliere l'amicizia) i contatti che hanno idee politiche o sociali diametralmente opposte dalle nostre. Così succede che coloro che tenderanno a sinistra elimineranno i contatti che postano i busti di Mussolini, che inneggiano ai marò eroi, che condividono le foto delle felpe di Salvini, che non fanno altro che ripetere come dischi rotti che i migranti devono restarsene a casa loro e altrimenti bisogna rispedirli indietro, quando non addirittura sparagli; gli atei tenderanno a eliminare i contatti che postano le icone dei Santi, il pensiero del giorno di Papa Francesco, citazioni della Bibbia; gli omosessuali elimineranno gli omofobi; i creduloni di scie chimiche e vaccini autistici faranno fuori gli scettici e i cicappini oltranzisti; eccetera eccetera eccetera.

In questo modo avremo vinto la nostra personale battaglia perché vivremo (finalmente) nel mondo migliore che avevamo sempre desiderato, quel mondo intonato e accordato sulle nostre personali opinioni, un mondo privo di scontri, di discussioni, di diversità, di scomode diatribe e di pericolosi contrasti difficili da mediare. Un mondo omologato sul pensiero unico, il nostro, perché la dittatura è sempre un male terribile a meno che non sia la nostra, un mondo in cui potremo illuderci che sia il mondo a essersi conformato a noi e non il viceversa. Sarà addirittura un mondo in cui il compromesso non avrà più alcuna ragione d'essere e dunque nemmeno la democrazia, visto che mancherà completamente l'opposizione. Dovremo solo stare attenti a non mettere il naso fuori di casa.

5 commenti:

  1. Tutto ciò è meraviglioso!
    Ma, scherzi a parte, l'algoritmo quindi non fa in modo che alcuni stati di gente che ho tra gli amici non vengano proprio visualizzati? Nonostante le impostazioni di visualizzazione (es. ordina per più recenti piuttosto che più importanti)?

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    1. Il funzionamento dell'algoritmo di Facebook è complesso. Di certo innanzitutto privilegia i contatti con i quali interagisci di più e che è probabile siano coloro con i quali hai maggiori affinità. Poi la cosa è senza dubbio più complessa di così, anche perché l'algoritmo è stato aggiornato di recente (qualche info in più la trovi qui: http://vincos.it/2013/08/06/addio-edgerank-ecco-il-nuovo-algoritmo-di-facebook/).

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  2. Questo post ha un errore grossolano di fondo: prescinde dal tipo di utilizzo che un utente può fare di Facebook. Ne cito alcuni esemplificativi e che non sono inquadrabili nell'analisi fatta:
    - Pubblicizzare eventi in cui si sia a qualche titolo coinvolti-
    - Scambiare facezie con amici difficilmente raggiungibili altrimenti condividendole contemporaneamente con altri amici (non intendo "amici di facebook")
    - Discutere di argomenti di interesse comune (dalla preparazione del wasabi all'astrofisica).
    - ecc ....
    Che da questi ambiti comunicativi si escluda quello che alla fine è riassumibile con "gente di cui non ne voglio sapere" è solo autodifesa e non fuga o esclusione dal diverso da se.
    Da un punto di vista del pensiero, lasciamo stare la filosofia, la sensazione che mi è rimasta è la sua perorazione ha lo stesso difetto che vuole stigmatizzare.
    Cordialmente, Marcello

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    1. Bè, l'algoritmo di Facebook che decide cosa mostrare all'utente nel suo diario prescinde dal tipo di utilizzo che l'utente fa di Facebook. Che il risultato alla fine provenga da una autodifesa (quindi una scelta inconsapevole) o da una esclusione (quindi una decisione deliberata) - e spesso i due aspetti coesistono -, la sua sostanza non cambia: la visione del mondo dell'utente sarà diversa dalla realtà e migliore, dal suo punto di vista. Il "daily me" di Negroponte è raggiunto ugualmente.

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    2. http://dailystorm.it/2014/08/14/l-esperimento-facebook-accade-se-mettete-mi-piace-tutto/

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