Punti di vista da un altro pianeta

sabato 17 gennaio 2015

Greta, Vanessa, i media e noi

In tutta questa storia Greta e Vanessa hanno due difetti terribili. Il primo è la loro giovanissima età. E su questo non ci sono dubbi, visto che hanno rispettivamente 20 e 21 anni. Il secondo, peraltro in parte diretta conseguenza dal primo, è la faccia. Proprio lei. Quella cosa che, a noi che siamo totalmente al di fuori della loro vicenda e ce ne facciamo un'idea solo attraverso i più svariati mezzi di comunicazione, ci trasmette due espressioni che, in fatto di volontariato, te le immagineresti più dietro il banco della lotteria di beneficienza della Festa Parrocchiale di Sant'Agata, che in Siria a un tiro di kalashnikov da un manipolo di mujaheddin con le barbe cespugliose e le cartucciere incrociate sul petto.

Mi riferisco alle loro immagini prima della prigionia, quelle che i media ci stanno propinando a sottolineare retoricamente il pauroso divario rispetto a come le stiamo vedendo in queste ore, dopo la prigionia, devastate nell'anima e nel corpo dai mesi di un terrore consumato nella terribile incertezza dell'esito finale. Ma di questo loro non hanno nessuna colpa. Sono giovani e forse, sì, anche un po' naïf. Sono così, Greta e Vanessa. O meglio, ce le stanno facendo vedere così. Ed è un attimo costruirsi l'immagine di due idealiste (forse) un po' sprovvedute, o (forse) un po' incoscienti, o (forse, chissà) nessuna delle due cose, perché nessuno di noi le conosce sul serio. I media costruiscono l'immagine mentale che noi abbiamo di loro.

Ed è da qui, da questa immagine irreale e dalla nostra percezione derivata, che è partita la polemica piuttosto spiacevole che ruota per lo più intorno al vociferato riscatto (12.000.000€?) sborsato per la loro liberazione. Del resto la cifra non importa, in quanto in certi frangenti la libertà non è (mai) gratis, non può esserlo, né è quasi mai come nei film, quando si finisce con il classico scambio di prigionieri e tutti a casa felici e contenti. Insomma, potete stare certi che non le hanno rimandate a casa perché puzzavano. Detto questo, perché a molti questa cosa non va bene? Perché quei soldi sono nostri soldi? Nell'ipotesi (ragionevole) dei 12.000.000€, se gli italiani sono 60.000.000, significa che ciascuno di noi avrebbe sborsato 10 cent per ciascuna di loro. È da molto ormai che con 10 cent non ci compri neanche un rotolo di carta igienica. Non li vale forse 10 cent una vita?

Poi però c'è la storia di quanta gente verrà ammazzata con le armi che i terroristi si compreranno con quei soldi. Vero. E poi c'è anche la faccenda della sicurezza degli altri italiani in giro per il mondo, visto che adesso lo Stato italiano si sarà fatto la reputazione di ottimo finanziatore di terroristi. Vero anche questo. È per questo che ci sono nazioni che non pagano mai, in nessun caso (o almeno così dicono). Ma queste sono scelte, badate bene, politiche. Non c'entrano alcunché con la solidarietà, né con l'umanità. Il punto, semmai, è che forse non doveva essere loro consentito di andare. Forse, meglio, non dovrebbe essere consentito a ONG prive di adeguate strutture locali (anche di sicurezza) di operare in posti così esplicitamente a rischio. Ma anche di questo, noi da qui sappiamo ben poco e non è facile farsi un’idea che si avvicini al vero. Quindi è facile sputare sentenze a vanvera. C'è però un'altra cosa che mi tormenta, a proposito di tutto il bailamme che ne sta venendo fuori in queste ore, come una specie di linciaggio mediatico.

Se invece di Greta e Vanessa si fossero chiamate Mario e Giuseppe, sarebbe successo lo stesso?

6 commenti:

  1. Credo non sarebbe cambiato nulla. Forse qualcosa sarebbe cambiato se avessero avuto un'altra età?
    Comunque io sta storia dei soldi, che non si doveva salvarle e compagnia bella... cioè, vaffanculo, sono contento per loro e stateve zitti invece di sputare merda, voi che non muovete mai il culo e siete pronti a criticare due che (in maniera forse sprovveduta e quel che vuoi) hanno rischiato la vita per aiutarne altre.

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    1. A giudicare dal modo con cui vengono apostrofate (tipo "Stronzette di Aleppo") sono convinto del contrario. Il sesso e l'età (e l'immagine che danno di sé). Del resto non sono le prime a essere rapite e a essere rilasciate dietro pagamento di un riscatto. Ricordo per esempio Simona Pari e Simona Torretta ("le due Simone"), ma all'epoca del loro rapimento (2004) avevano trent'anni. E non ricordo queste sollevazioni. Poi, vabbè, c'è anche la storia che Vanessa e Greta erano là ad aiutare il Free Syrian Army. E comunque in occasione del rilascio di altri italiani rapiti (intendo uomini, tipo Marco Vallisa o Gianluca Salviato) non ricordo alcun particolare clamore.

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  2. Fammi pensare. Con i nostri soldi paghiamo lo stipendio, la diaria, pagheremo la pensione a gente come antonio razzi e daniela santanchè. Meglio spenderli per salvare vite umane.

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    1. Ma certo, nessuno contesta l'eventuale pagamento di un riscatto. Per quanto alto, non è nulla. Ci sta. A me impressiona il clamore che i media stanno facendo e ai quali la gente sta andando dietro e che, sono convinto, se non fossero - di fatto - due ragazzine (quindi giovani e femmine) non ci sarebbe. C'è un irritante approccio maschilista in questo.

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  3. concordo sul maschilismo più becero,
    ... ma anche su tutto il resto!

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