Punti di vista da un altro pianeta

mercoledì 4 luglio 2012

Di crisi, futuro, ecologia e altre quisquilie

Sono sempre più convinto che sia necessario osservare e agire sulla realtà che ci circonda, quella fatta di spread che non diminuisce, disoccupazione che aumenta, crescita che non c'è, energia sempre più costosa, rifiuti da smaltire, sprechi (non solo) alimentari, disparità estreme tra paesi ricchi e paesi poveri, nord e sud, conflitti internazionali, sfruttamento della manodopera, inquinamenti assortiti e continuate pure finché vi pare... in un modo diverso, come se tutte queste facessero parte di un unico immenso mosaico che acquista un senso solo se osservato molto dall'alto, un mosaico i cui contorni ci parlano di un'esistenza umana migliore. In altre parole, credo che la situazione attuale dovrebbe convincere tutti che bisogna pensare a se stessi e al mondo in maniera sempre più olistica, ovvero attraverso un concetto di integrazione in un sistema globale interdipendente in cui il futuro di ciascuno, ovvero la qualità di esso, dipende da quello di tutti gli altri e solo un perseguimento condiviso può condurre a un miglioramento globale delle condizioni di vita di tutti.

Del resto va osservato che questo è un assunto che non ha bisogno di connotazioni religiose. Non serve un paradigma: "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" o "Ama il prossimo tuo come te stesso". Ma nemmeno andare a infilarsi nel ginepraio di qualche evanescente disciplina New Age. Basta invece la fisica. La pura, nuda, asettica, ma solida fisica, in base alla quale, già nel 1893 affermava tramite Ernst Mach, il Principio in base al quale:

«L'inerzia di ogni sistema è il risultato dell'interazione del sistema stesso con il resto dell'universo.
In altre parole, ogni particella presente nel cosmo ha influenza su ogni altra particella.»

Dopodiché Relatività Generale e Meccanica Quantistica, con tutte le loro conseguenze, non fecero altro che confermare il concetto in maniera sempre meno teorica e sempre più sperimentale, sia nell'macrocosmo, che nel microcosmo.

Naturalmente questa visione si scontra (e violentemente!) con le esigenze private, i personalismi, gli orgogli, gli egoismi, le meschinità, i limiti e tutto quel variegato campionario di prerogative che estraggono l'essere umano dal tessuto connettivo dell'universo e lo illudono di essere un singolo individuo, bastante a se stesso, in cerca di continua autoaffermazione e in eterna competizione con la natura e i propri simili, ovvero, in altre parole, con il mondo intero. È dunque evidente che un qualche tipo di cambiamento, qualsiasi esso sia, per nascere, deve cominciare dall'inversione di questa prospettiva, ovvero da una modifica percettiva di ciascuno rispetto alle proprie relazioni con ciò che lo circonda e alle conseguenze che esse hanno nei confronti di tutto il resto.

Per questo motivo ho colto molto volentieri l'invito degli organizzatori della quarta edizione del Festival del Paesaggio Agrario che si svolgerà i prossimi 20, 21 e 22 luglio nella zona dell'astigiano (qui il programma) a ritornare a parlare un po' di questi argomenti, già toccati qualche mese fa a ridosso dell'uscita del Libretto Verde. Perché un (continuo) movimento di pensiero e discussione è fondamentale essendo il solo modo da cui può scaturire un futuro degno di questo nome, facendoci maturare quell'unica, nuova, sensibilità che - da sola - può salvarci la vita e che, per questo, non dobbiamo mai eliminare dal nostro orizzonte.

Perché questa è una guerra che si può vincere, ma soltanto tutti insieme.

/continua

7 commenti:

  1. Sono i pensieri con cui mi sveglio al mattino, con un po' di angoscia. Aspetto il seguito.

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  2. Pensarsi interdipendenti.... non è facile, implica accettare di dipendere da qualcuno e che qualcuno dipenda da te, accettare di influenzare e di essere influenzato, accettare di subire le conseguenze di un'azione altrui e di essere causa di conseguenze per altri. Implica, in una parola, la presa di coscienza che non sei solo, nel bene e nel male. E che ciò che fai si riflette, modifica, interagisce con il resto.
    Ma qual'è la spinta che ti può portare ad accettare, a cercare, a perseguire il bene tuo e CONTEMPORANEAMENTE quello dell'altro? A non muoverti solo per il tuo di risultato ma a muoverti per una condivisione, affinchè e nella misura in cui il risulato sia utile a te e pure all'altro?
    Questa sì che è vera fantascienza, sgretolare la finalità dell'agire umano dalla piccolezza angusta del proprio io.
    O no?
    SPB

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    1. La tua riflessione è molto interessante, anzi, oserei dire, cruciale. Ma anche stimolante. Per questo vorrei partire dalla tua osservazione rispondendo a te e a tutti con un post ad hoc, magari proprio quello conclusivo di questa piccola serie. Puoi aspettare qualche giorno?
      Nel frattempo, lascia che ti ringrazi. :-)

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    2. Aspetto aspetto. :-)
      SPB

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  3. Bello...complimenti... sono di poche parole ma di grandi
    emozioni. A presto, se vi va di leggere qualcosa anche del mio blog e rimanere in contatto ecco: http://circolodellamore.blogspot.it
    LOVE.

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    1. Bevenuto su questo pianeta, Love4all, e grazie dell'apprezzamento! :-)

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