Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 21 ottobre 2010

La mente soggiogata e il pannolino vincente

.Ouverture
Come forse i più assidui frequentatori di Marte avranno capito, uno degli argomenti che più mi stanno a cuore, e che non a caso fa parte anche gli scopi primordiali di questo blog, è l'indipendenza del pensiero, la capacità dell'individuo di porsi domande, di non dare niente per scontato, in una parola di dubitare. E nell'età dell'informazione, questo è tanto più un argomento scottante, quanto più è difficile discriminare la realtà dalla finzione e la verità dalla manipolazione, soprattutto in considerazione del fatto che la conoscenza della verità è sempre soggetta a un determinato grado di approssimazione e che l'uomo (ma anche il marziano) tende a esercitare una pigrizia innata che lo porta a credere a priori, piuttosto che a mettere in discussione.

Così, partendo dall'affermazione che ho fatto in un commento, ovvero che i media spesso giustificano i loro palinsesti dicendo di propinare quello che gli spettatori vogliono, ma senza dimenticare anche che i media sono in grado di modificare i gusti degli spettatori e dunque di decidere che cosa gli spettatori devono volere, e riferendomi genericamente agli ultimi post che hanno proprio ruotato intorno al ruolo dei media nella rappresentazione di alcune recenti vicende di cronaca italiana, vorrei arrampicarmi su una montagna e guardare la faccenda da una posizione sopraelevata, dare insomma uno sguardo al fenomeno nel suo insieme. E per farlo mi ci vorrà qualche post. Spero avrete voglia di seguirmi in questo percorso.

.La domanda
Partiamo dunque con la domanda di base: ritenete di essere liberi di pensare? Pensate davvero di essere in grado di compiere scelte in maniera completamente autonoma? Benché possiate non essere d’accordo con me, lasciate che vi dica che molto probabilmente la risposta a entrambe le domande è No. Gli ultimi cinquant’anni, ma in particolare gli ultimi venti, hanno visto una crescita esponenziale dei metodi di diffusione dell’informazione. Senza entrare nel merito specifico della loro qualità, i media si sono espansi per quantità e velocità, diventando sempre più invasivi e pervasivi. Televisione, editoria, telefonia cellulare, Internet, tutto ciò che fa cultura e comunicazione contribuisce a creare e a diffondere - consapevolmente o meno - dei nuclei di pensiero e di opinione che si insinuano nella mente delle persone e si replicano, contagiando altre menti come vere e proprie epidemie di idee. Ma non basta. Essi sono capaci di evolversi e modellare i vostri pensieri e le vostre azioni come creta senza che ve ne accorgiate. Credete che stia esagerando?

.Di cosa stiamo parlando
Il primo a introdurre il concetto di “meme” fu Richard Dawkins nel suo celebre Il gene egoista (1976, Mondadori). “Meme” è l’abbreviazione di “mimeme” dalla radice greca che significa imitazione e per il celebre biologo costituisce l’analogo culturale di quello che per la biologia è il gene. Esiste infatti una potente analogia tra la trasmissione e l’evoluzione dei geni e la trasmissione e l’evoluzione dei memi. Il DNA, ovvero il gene, è la molecola replicante che, partendo da una sorta di brodo primordiale, ha prevalso negli organismi biologici, mentre il meme è “l’unità base della trasmissione culturale o imitazione”. Per Dawkins un meme può essere “un motivetto, una frase a effetto, i vestiti alla moda, forme di vasellame o di arcate”. Nel corso degli anni a venire, durante i quali il concetto di meme è stato studiato e si è sviluppato, sono poi sorte altre definizioni, come quella psicologica di Henry Plotkin secondo cui “un meme è l’unità dell’eredità culturale analogo al gene, [...] la rappresentazione interna della conoscenza”, o quella di Richard Brodie in base alla quale “il meme è un’unità di informazione in una mente, la cui esistenza influenza eventi tali che più copie di esse vengono create in altre menti”.

Ecco alcuni esempi piuttosto comuni. Una canzone che resta in vetta alla hit parade per molte settimane contiene buoni memi, una religione che fa molti proseliti ha alla base buoni memi, la pubblicità di un pannolino che ne incrementa le vendite diffonde buoni memi, un video cliccato da milioni di persone su You Tube possiede buoni memi. Ma attenzione: con “buoni memi”, non intendo tanto memi che abbiano caratteristiche buone o positive, quanto piuttosto memi che possiedono un’elevata capacità di replicarsi, proprio come i geni. Insomma, come il gene si trasmette di generazione in generazione, secondo le regole biochimiche proprie della basi azotate e condiziona l’aspetto e il funzionamento del corpo in cui abita, il meme si trasmette di cervello in cervello e condiziona il comportamento della mente in cui riesce a mettere radici. Da questo punto di vista il gene è l’elemento basilare che costituisce l’hardware, ovvero il nostro corpo, mentre il meme è il mattone fondamentale che costituisce il software, ovvero la nostra mente, i nuclei di pensiero e di opinione di cui parlavo prima. Il punto cruciale è che, come secondo Dawkins avviene per il gene, l’unico scopo del meme è di sopravvivere e replicarsi il più possibile, proprio come un virus. E questo il più delle volte avviene in maniera non consapevole, andando così a mettere in dubbio la libertà di pensiero del soggetto.

Come ciò possa avvenire, lo vedremo a partire dal prossimo post.

/continua

17 commenti:

  1. :(( ho seguito un corso a Milano sulla materia nell'ambito dell'applicazione e dello studio della teoria applicata al mondo della pubblicità!
    Il relatore ci diede una speranza però… che può sembrare una contraddizione. Del resto son sempre stata convinta che le migliori pubblicità (non solo progresso) siano quelle che ironicamente demonizzino o sminuiscano il prodotto (naturalmente non tutti i clienti accettano questa visione e aggiungo purtroppo). La speranza: non tutti gli individui sono uguali nella generalizzazione delle teorie e pratiche del "mimetismo" che è la chiave dell'infezione memetica ci sono persone attive nel contagio e altre ricettive. E come dicevo prima le pubblicità ironiche il più delle volte non trasmettono il virus perché non contengono un messaggio in cui tutti si possano riconoscere. Oddio sto andando contro la mia professione, ma chissene! :/

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  2. @petrolio: naturalmente non tutti gli individui sono uguali, c'è chi è più ricettivo a certi memi, chi ad altri. Quando si ha a che fare con "manipolazioni" che toccano migliaia o milioni di cervelli, si entra nel campo della statistica. Però il punto è conoscere per difendersi. Saper costruirsi dei filtri, alzare qualche barriera... Perché la pubblicità commerciale in fondo è solo un'applicazione e forse - per certi versi - anche la più innocua.

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  3. … e pubblicitari coscienziosi e anticonformisti come me! :P
    Sì hai ragione, ma il corso non si riferiva solo al mondo della pubblicità. E tra l'altro a dimostrazione di quanto fossero già in quel momento segnati l'orientamento e il futuro di noi partecipanti, le nozioni e l'apprendimento incisero in misura differente su ognuno di noi. ;)

    SCHERMI ATTIVATI!

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  4. Considerazioni molto interessanti... ma mi chiedo se si possano applicare a tutto quanto. Mi spiego: il video amatoriale visionato milioni di volte su YouTube ha un'evidente capacità replicativa, ma quando si parla ad esempio di una canzone o di un disco che vendono milioni di copie, è forse sbagliato dire che la loro capacità replicativa è una semplice conseguenza della pressione che viene effettuata a monte sull'utente, piuttosto che una caratteristica intrinseca?
    Non so se mi sono spiegato...

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  5. @Alessandro Cavalotti: perché non pensare invece che la pressione effettuata a monte sull'utente, non sia *anche* l'effetto di una sua caratteristica intrinseca?

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  6. Sperando che il gene/meme di Marzullo non si sia replicato in me, una domanda sorge spontanea: c'è un popolo (si fa per dire), che le ultime cifre danno intorno ai quaranta milioni di individui; questo popolo, senza geni né memi, si è accodato a un "genio", ricevendo da questi solo pillole, tra l'altro abbastanza sconclusionate, di una sostanza chiamata retorica.
    Non è stato soggiogato (alienato) da percussioni mediatiche, né da battage pubblicitari. Questo popolo si è fatto convincere da un'ampollina d'acqua (oltretutto già inquinata alla fonte), alla quale il "genio" ha fatto percorrere tutto il percorso del fiume, dalla fonte stessa alla foce, e di là inquinando anche il mare.
    Quale 'gene' e quale 'meme' hanno potuto fare questo?
    E' chiaro che non sono né un pubblicitario né un marziano, quindi se la domanda è stupida sia cestinata, senza sporgere denuncia per manifesta marzullaneria.

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  7. Anche da un punto di vista psicoantropologico, alcuni pensatori sostengono che, pure prima dei media e dell'informazione, la totale libertà di pensiero, di desiderio e di scelta è sempre stata una grande illusione, e che ognuno di noi è soggetto a "mediatori" interni o esterni che lo inducono ad avere quel desiderio, o quella vocazione, quel sogno, quello scopo (io per esempio potrei aver voluto fare lo scrittore non tanto o non solo per un talento innato - che poi ci vuole ed è decisivo - ma perché affascinato da piccolo da una figura enfatizzata di Scrittore vista in un film, o perché inconsapevolmente spinto a ciò da mia madre ecc. ecc.) Non dico di essere totalmente d'accordo, ma è una teoria interessante e fondata.

    Più in generale, però, non posso che ripetere per l'ennesima volta il mio elogio del Dubbio, e la mia idea che Intelligenza significhi più pensare (per quanto possibile) con la propria testa, che non l'eccellere nelle castronerie logico-meccanicistiche dei test del Q.I.
    Non per niente i più condizionati da mode pubblicità status symbols eccetera sono SEMPRE i soggetti più stupidi, così come è rarissimo trovare un genio arruolato tra le fila delle pecore più bigotte e fondamentaliste.

    Sulle canzoni concordo sia con te che con Alessandro: esiste certamente un pubblico di un certo livello capace di apprezzare ciò che merita, ma, anche qui, come non accorgersi delle strategie martellanti di certe radio merdose, che pompano certe hit mille volte al giorno fino ad arrivare a FARLE PIACERE?

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  8. Ho sentito nominare Dawkins in microbiologia ma non conoscevo questa teoria.

    "Essi sono capaci di evolversi e modellare i vostri pensieri e le vostre azioni come creta senza che ve ne accorgiate." Di questo me ne rendo conto quando parlo con persone che ritengo intelligenti eppure sono razziste perchè magari in tv hanno sentito dire che i "negri" sono pericolosi.

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  9. Siamo tutti pilotati anzi più giusto dire inpillolati, negli acquisti, nella moda, nella scelta dei libri, insomma noi crediamo di essere liberi, ma non lo siamo, perchè essere liberi costa molta più fatica, perchè quello che realmente desideriamo non è li pronto che ci aspetta, avete idea quanti libri o musica interessante c'è in giro, ma che purtroppo non è pubblizzata.
    Ci stanno spegnendo il cervello, ci stanno rendendo apatici, tutto è diventato 4 saltimbanchi in padella.
    Per quanto riguarda la tv manca la scelta, in passato le 3 reti si differenzivano e davano una scelta, ma adesso stanno diventando una fotocopia dell'altra, producendo programmi che attirano la massa, se alla massa piacesse moltissimo paperino avremmo intere giornate di cartoni di paperino e chiudo perchè sto cominciando a farneticare ... qua qua qua...

    per Zio Scriba
    hai mai visto il film L'onda di Dennis Gansel del 2008, ti potrebbe interessare.

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  10. * Galatea
    Non sono ancora riuscito a vederlo, ma ero stato molto incuriosito dalle recensioni di alcuni amici bloggers, e hai proprio ragione, è un genere di film che non voglio e non devo farmi mancare...
    Intanto grazie per la segnalazione, sei stata davvero gentile! :D

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  11. Concordo, spesso nel nostro pensiero in una certa direzione siamo per così dire accompagnati dalle informazioni che ci vengono sparate addosso. Non richieste spesso, ma che ci "manipolano" in un verso o in un altro. Il dramma è che è molto semplice questo metodo.

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  12. Molto interessante questo tuo post. Da ignorante in materia,mi viene da dire che la società moderna ,con tutti i suoi 'meme',corregge quello che che era 'l'imprinting'.I mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggi, veicolano questi meme che ci suggestionano a livello inconscio,senza che la mente si ponga delle domande e faccia delle verifiche razionali.
    Se è vero che esiste una forma di pubblicità 'occulta', percepita dal cervello ,ma non dalla vista , questo si potrebbe definire lavaggio del cervello e mi chiedo se esista un grado di suggestionabilità e quindi alcuni cervelli siano più recepibili di altri, in questo senso.Si spiegherebbero così molte reazioni e comportamenti umani.
    Aspetto il secondo capitolo.
    Cristiana

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  13. Fra l'altro questo è un metodo utilizzato stabilmente in politica, per primo, da Berlusconi. Che da questo punto di vista, spiace dirlo ma è così, è un maestro della comunicazione.

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  14. @gattonero: la domanda non è affatto stupida. Ma contiene in sé la sua risposta. In realtà il successo crescente della Lega nell'ultimo quarto di secolo è l'esempio perfetto di come abbia saputo spargere nella sua popolazione buonissimi "memi". Fare leva sull'emozione e sulle istanze primordiali, ad esempio.

    @Zio Scriba: naturalmente l'argomento è quantomai delicato e variegato. I nostri pensieri sono sempre e comunque frutto di mediazioni, filtri, comparazioni che provengono da impulsi e stimoli esterni. Perché comunque sia, è la realtà che ci forma ed è con quella che ci dobbiamo confrontare. Diciamo che la coltivazione del dubbio fa' sì che si dovrebbe sviluppare la capacità (e la forza, e la voglia) di verificare, analizzare, e poi cercare di ragionare e scegliere, evitando di assumere come propria la prima opinione esterna che giunge nella nostra corteccia cerebrale. In questo modo non si è proprio sicuri di essere completamente liberi, ma per lo meno si ha un po' di confidenza in più nella propria autonomia.

    @Inneres Auge: è un po' quello che dicevo sopra a Zio. Diciamo che spesso i memi sono assai più subdoli di così. Insomma non così diretti, ma obliqui, trasversali, si insinuano e ti formano l'opinione senza che tu te ne renda conto.

    @Galatea: la faccenda della "fatica" è fondamentale. Come pure della scelta dei libri e della musica. Difatti ormai io sto cercando sempre più libri e film "sconosciuti", fuori dalle grandi rotte commerciali. Setaccio blog, forum, recensioni eccetera, per trovare piccole perle nascoste.

    L'immagine dei 4 saltimbanchi in padella è bellissima! :-)

    Quanto a L'Onda, guardacaso l'ho visto proprio due giorni fa. Davvero molto bello. Nient'affatto banale. Pieno di significati. Confermo anch'io a Zio che ne vale la pena.

    @Kylie: Il vero dramma è che la stragrande maggioranza degli individui non se ne accorge e si lascia trasportare a beneficio di chi decide che cosa "sparare" senza opporre la minima resistenza.

    @cristiana: grazie, Cristiana. Ci tengo però a sottolineare che non è solo la pubblicità. Sono *tutti* gli impulsi che riceviamo dall'esterno a contenere memi. Ed è chiaro che una civiltà dell'informazione moltiplica esponenzialmente le occasioni di diffusione di questi "virus". Quanto alla suggestionabilità, i memi sono un po' come semi che trovano terreni più o meno fertili a seconda del tipo di mente con cui si trovano a contatto. Ma certi memi sono davvero universali perché coinvolgono gli istinti primordiali dell'uomo.

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  15. @Silas Flannery: così a occhio direi che i metodi di Berlusconi sono di gran lunga assai meno raffinati, ancorché sorretti da un effetto megafono senza precedenti. La cosa grave è che funzionano ugualmente e questo la dice lunga sullo stato dei cervelli che li recepiscono.

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  16. tutti pensano di pensare in proprio, nessuno in effetti lo fa, forse è uno dei segriti del triofo della nostra specie. Forse i dinosauri pensavano con la propria testa...

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  17. @enrico: proprio quando sei convinto di pensare con la tua testa, che sei già un passo avanti verso la fregatura. Ma essere almeno consapevole (in ogni momento) che questa libertà non è un dato di fatto, ma va conquistata quanto e forse più d'ogni altra, sarebbe già un passo avanti nel cammino dell'evoluzione. Meteoriti permettendo. Dinosauri docent.

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