Punti di vista da un altro pianeta

giovedì 7 ottobre 2010

Minotauro part-time

Oltre 700 km di autostrade e una via crucis di cantieri monumentali che sembra debbano ricostruirci le piramidi (ma grosse il doppio) mi separano da Brema a quella che è una tappa un po' speciale del mio lungo viaggio teutonico, essendo l'ultima prima del rientro sul mio pianeta. Così mi pregusto una dolce e tranquilla giornata per distendere le mie antenne nella natura della Foresta Nera di cui Friburgo (in Brisgovia), mia méta finale, è la capitale regionale. E mentre l'automobile corre (mica tanto) verso sud, mi è facile fantasticare di boschi incontaminati, montagne selvagge, un'accogliente cittadina caratteristica e dei bei menù a base di piatti tradizionali. Ci potrebbe essere modo migliore per mettere il sigillo a un viaggio bello, ma - ammettiamolo - per nulla rilassante come questo? Tuttavia non è andata proprio così. Del resto, quando mai va così?

Innanzitutto Friburgo (in Brisgovia) non è l'accogliente cittadina caratteristica che mi aspettavo, bensì è di giorno una teoria infinita di negozi e centri commerciali degni della più selvaggia globalizzazione, mentre di notte diventa (inaspettatamente) l'anticamera di un'alcova, con locali notturni da imbarazzo della scelta, professioniste in attesa di clienti e dilettanti a caccia in supertiro. A onor del vero, va detto che l'aspetto che forse maggiormente caratterizza Friburgo (in Brisgovia) è la fitta rete di bächle, piccoli ruscelletti di acqua limpida proveniente dalla Foresta Nera che, incanalati nelle strade parallelamente ai marciapiedi, solcano tutto il centro, come piccole e singolari arterie di freschezza. Un tempo erano utilizzati contro i frequenti incendi, oggi sono un refrigerio per i residenti d'estate, un motivo di gioco per i bambini, e una terribile doppia minaccia per i turisti. Doppia perché innanzitutto il rischio di finirci a mollo è a ogni passo, in secondo luogo perché la tradizione vuole che se ci metti il piede dentro ti sposerai un/una del posto e ti fermerai a Friburgo per sempre. Va da sé che a camminare nel centro di Friburgo (in Brisgovia) si finisce con lo stare sempre un po' col cuore in gola. Insomma, per farla breve, nel complesso ci sono sì belle strade, una grande piazza con la cattedrale e un'accogliente zona pedonale. Ma dalla capitale della Foresta Nera mi aspettavo - chissà perché - qualcosa di più "montano", ovvero di meno "metropolitano". E si sa, avere aspettative nella vita è cosa assai pericolosa.

Ma - e qui veniamo alla nota dolente - se andiamo a vedere, Friburgo (in Brisgovia) non è neanche una città. Nossignore. È un labirinto. Complice infatti anche un (altro!) cantiere che devasta un'intera arteria cittadina principale rendendola quindi di fatto inservibile in entrambi i sensi di marcia, e costringendo così a una gimcana di vie, viuzze, inversioni e svolte obbligatorie, mi è risultata impresa impossibile, dopo la serata trascorsa in centro, ritornare all'hotel, essendo la stessa via dell'andata perduta per sempre. Vicoli ciechi. Altre svolte obbligatorie. Indicazioni mancanti. Zone a traffico limitato. Sensi unici a tradimento. Mappa inservibile. Nomi delle strade (quando si degnano di esserci) scritti ostinatamente con quel tipico carattere gotico che sembra ci voglia una macchina Enigma per comprenderli.

Dunque ormai sono le dieci di sera e qualcuno avrà avvistato un marziano che vaga per la città come un autentico idiota. Io che mai mi sono perso in vita mia, nemmeno quando sono andato fin su Alpha Centauri, in quel momento mi si rievoca lo spettro della mentalità tedesca, quella che non ha bisogno di indicazioni, di istruzioni o di regole. E che se ne frega bellamente delle esigenze o delle difficoltà di chi arriva da fuori. Me ne accorgo una volta di più quando d'improvviso un flash mi illumina a giorno, al punto che le mie antenne rattrappiscono impaurite (non potete capire i brividi). In un millisecondo ho mangiato la foglia. Guardo il cruscotto. La lancetta del tachimetro balla intorno ai 45 km/h. «Ma che cazzo di limite c'è qui per far scattare l'autovelox?» Lo scopro dieci metri dopo: 30 km/h. Dico trentachilometriallora! Se questo non bastasse, scopro che il divieto vale solo dalle 22 alle 6 del mattino. E, manco a dirlo, le 22 sono passate da soli dieci minuti. Nonostante ciò non ho neanche il tempo di svalvolare in pace, perché ho sempre il problema di ritrovare la maledetta strada per l'hotel. E intorno a me è un oceano di nulla in una notte di nuvole. Punti di riferimento manco l'ombra. Palazzi tutti uguali. Strade tutte uguali. Incroci tutti uguali. E pensare di provare a chiedere informazioni in inglese in questo momento mi pare roba da fuori di testa. Sono costretto - extrema-ratio - a seguire l'indicazione per l'autostrada, uscire alla medesima ausfahrt con cui sono giunto qui, e rifare la stessa strada del pomeriggio.

Ci impiego solo un'ora, in tutto, per tornare all'hotel. E dire che saranno stati sì e no quattro chilometri. L'indomani mi aspetta l'escursione alla Foresta Nera vera e propria, che scoprirò labirintica pure lei. Arrivare dove mi ero ripromesso di andare, ovvero sullo Schauinsland il monte alto 1284 m che domina Friburgo (in Brisgovia) e da cui si gode una visuale incantevole di tutta la pianura del Reno, sarà solo un puro accidente del caso (leggi: botta-di-culo-spaziale), giacché anche lì le indicazioni sono totalmente assenti, per lo meno in uscita dalla città. La Foresta (Nera) poi disattende le aspettative, benché mantenga promesse di estetica e natura. Non trovo infatti una montagna aspra, incombente su di me, bensì una collinona verde smeraldo, prati ondulati e boschi di pini molto tedeschi. E un ininterrotto tapis-roulant di frutti di bosco che farebbe la goduria di un orso. Bello ugualmente. E alla fine riesco a stemperare la tensione della serata precedente, pregustando, stavolta davvero, il ritorno sul mio pianeta. In fondo è anche questo il bello di un viaggio, no? Che ti faccia venire una voglia matta di tornare a casa.

/fine

18 commenti:

  1. mi sa che il vero marziano sono io allora, io non ho mai voglia di tornare a casa! se potessi vivere un mese in un posto diverso tutta la vita lo farei! :/
    p.s. con questa dichiarazione t'ho messo sul sentiero dei miei post distribuendo in maniera distratta e casuale tanti fruttini di bosco (nel mio caso more, son quelle che trovo più facilmente nella mia Puglia :)))

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  2. @petrolio: ma ci sono state delle volte (e mica poche) in cui a pensare al ritorno a casa mi faceva piangere. Però a volte è anche piacevole sperimentare consapevolmente il piacere del ritorno nel "solito" posto di tutti i giorni, cosa che ce lo fa inaspettatamente rivalutare.

    PS Scusami, ma non ho capito la faccenda del sentiero dei tuoi post e come questa tua dichiarazione possa essere una percorso da seguire.

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  3. XXX:D era una risposta al tuo dubbio sul mio post. Sono inconsistente, incostante, come un'idea gassosa che mai vorrebbe diventare solida e fissarsi. Ho fatto un collegamento con la tua conclusione sul ritorno a casa. Ed effettivamente i miei post sono come tanti tasselli o frutti (che dir si voglia) lasciati su un sentiero 'ideale' che porta a me…  o no. :)))
    Primato: non riesco a spiegarmi nemmeno nei commenti! ;) XXX:D

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  4. L'ideale è morire dalla voglia di partire e, verso la fine del viaggio, morire dalla voglia di tornare a casa!!! (Non mi sono scordata dello sproloquio eh...Ci sto lavorando ;-) )

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  5. @petrolio: sì, immaginavo che ti riferissi al dubbio del mio commento al tuo post, ma effettivamente non ho inteso nemmeno la tua risposta! Più che altro in che modo la tua risposta, potesse chiarirmi il dubbio.

    @Vaniglia: temo che se, prima del viaggio si muore dalla voglia di partire e, alla fine del viaggio si muore dalla voglia di tornare a casa, c'è stato qualche problemino durante il viaggio. ;-)
    (Ogni sproloquio ha i tempi che si merita.)

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  6. Da buon orso, mi soffermo sui frutti di bosco: confermo, non ho mai visto (e mangiato) tanti mirtilli come nella Foresta Nera.
    Il piacere di ritornare è una componente fondamentale di ogni viaggio, per me. Una delle cose che mi piacciono di più è tornare, riguardare le foto, tirare le somme dell'esperienza che ho vissuto e riprendere la mia vita più carica e con qualcosa di interessante da ricordare. Un po' come hai fatto tu (molto più brillantemente) con questa serie di post.

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  7. @knitting bear: se Marte ha un difetto, è che mancano i boschi, e quindi anche i relativi frutti. Per questo - e qui faccio outing - ogni tanto vengo sulla Terra a farmene una scorpacciata, prestando attenzione a che non mi dimentichino qui, però. Grazie dell'apprezzamento per la serie di post. :-)

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  8. Mi sa che dopo quell'odissea notturna anch'io avrei goduto nel tornare a casa, magari sparandomi nello stereo il Going Home, dal tema di Local Hero, di Mark Knopfler, con la sua evocazione di placida e accogliente intimità...
    Comunque questi tuoi reportage vacanzieri sono una vera chicca. Hai già in mente dove andare (cioè dove spedire te stesso come inviato) il prossimo anno?

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  9. La foresta Nera....in Germania, vero???? Scusa ma che ti fa strano a te che sei marziano???? Io ( Barbara) dico grandi Dire Straits...mi sono corretta....eheheeh

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  10. @Zio Scriba: in realtà l'odissea di quella (maledetta) sera ha avuto pure un succoso antipasto. Un videogame tipo: sei in un parcheggio a pagamento sotterraneo. Il parcheggio ha quattro livelli. Mancano pochi minuti alla chiusura. E sai che dopo non potrai tirare più fuori la macchina. Lo scopo del gioco è: trovare la cassa.
    Solo su PS3, ora anche in 3D! ;)

    Ti ringrazio tanto dell'apprezzamento per la serie di post: è la prima volta che mi cimento con un "reportage" di questo tipo, e per questo in parte è stata anche un po' una sfida per me.

    Quanto a dove spedirmi l'anno prossimo, non ne ho idea. Diciamo che dopo il delirio di quest'anno ho pensato a quindici giorni di montagna *stanziale* in Val d'Aosta, tra mucche e stelle alpine! ;-)

    Per il resto, di posti ne avrei... Alaska, Canada, Sud Africa. Chissà perché, spesso i posti interessanti sono anche parecchio cari, eh...

    Comunque in genere sono un po' nemico della programmazione a lunga scadenza. Non riesco a decidere, se non abbastanza a ridosso, compatibilmente con la possibilità di trovare posto. Quindi se ne riparla a giugno 2011.

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  11. @HollyAntonioBarbara: Sì, la Foresta Nera è una striscia "verticale" nell'angolino sud-occidentale della Germania. Quanto alla stranezza, da uno che viene da un posto tutto rossiccio, rosa, arancione e marroncino ocra, tutto il verde e l'azzurro che c'è dalle vostre parti mi fa sempre un po' girare la testa. Non riesco ad abituarmici, per fortuna. Voi terrestri invece mi sa che ci siete "troppo" abituati.

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  12. Beh si, anche per me il viaggio ideale è quello che alla fine ti dona lo slancio per voler tornare alla base... Quindi, ora che ci hai accompagnato passo passo in giro per la Germania, siamo consci del fatto che il tuo è stato un viaggio davvero bello.

    Mi meraviglio solo del fatto che tu nel veicolo non abbia il marsnavigator4CPX con teletrasporto incorporato... So che costa caro lì da voi, ma fossi in te lo prenderei almeno a rate, così non ti ricapita più di girare a zonzo senza meta! :D

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  13. @Il rospo dalla bocca larga: sono ideologicamente contrario ai navigatori, per lo meno in vacanza. Ti eliminano una delle esperienze cruciali del *viaggio itinerante* che è "scoprire la strada". A volte sbagliando strada si scoprono cose insospettabili. Senza contare l'aspetto relazionale che si deve mettere in campo quando ci si trova costretti a informazioni. Certo è più "difficile", ma non è il superamento delle difficoltà che ci rende migliori?

    Un navigatore ha senso per un corriere, un agente di commercio, uno che si sposta in continuazione sul territorio, ogni giorno va in posto diverso, e deve ottimizzare i tempi. Ma nel free-time per me è un'eresia.

    E comunque il modello che dici tu è ormai vecchio di settant'anni. Non lo trovi nemmeno più su ebay. ;)

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  14. Marziano questi reportage from Germany sono stati molto belli, ma in quest'ultimo post, sarà la multa saranno le aspettative deluse, notavo molta delusione.

    Condivido l'idea di girare senza navigatore (ecco magari per ottimizzare le spese cercherei di non incappare in autovelox a tradimento). Pensavo di esser l'unico ancora a pensarlo e a ritenere che dotarsi di guida Michelin (o di altra piccola mappa, o mappina che dir si voglia) o anche girare a zonzo non sia malvagia come cosa. Anche perché penso che presto o tardi si possa generare una sorta di dipendenza per cui non riuscirai a fare neanche un passo senza.

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  15. @Sandro: prima che la multa arrivi fin su Marte ce ne vuole... E in effetti finora non ho ricevuto niente. ;-)

    Comunque non c'è stata delusione. Un po' di giramento di antenne, quello sì. Un po' di nervosismo, quello sì. Un po' di stanchezza, quello sì. Può darsi che l'accumulo di tutte queste cose, tra le righe, finisca per far pensare a una delusione, che però di fatto non c'è stata.

    Ti ringrazio per l'apprezzamento dei post. :-)

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  16. Ah sì quello sì. Sono felice che comunque tu non sia deluso.

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  17. ahahahaha la mia era una provocazione. Anche io lo uso esclusivamente per lavoro, perchè se segui il navigatore non segui la strada!

    Come credi che io sia finito in quel paese fantasma?
    http://rospodallaboccalarga.blogspot.com/2010/08/telerospo-resident-gairo.html

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  18. @Il rospo dalla bocca larga: ahahah, bello il video! Se dovessero rifare il Rocky Horror Picture Show oggi, non sarebbe necessario far rompere l'auto in una notte di temporale, basterebbe un virus nel navigatore...

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